Il capitolo più odiato dei recenti Assassin’s Creed riceverà un DLC GRATIS grazie a un finanziamento che ha il sapore della politica

bin salman che saluta, basim di assassin's creed mirage con lama celata
Il capitolo più odiato dei recenti Assassin's Creed riceverà un DLC GRATIS grazie a un finanziamento che ha il sapore della politica (player.it)

L’annuncio di un nuovo DLC dedicato ad Assassin’s Creed Mirage, fa nascere perplessità e polemiche su un plausibile disegno politico e sociale.

Contro ogni aspettativa, gli equilibri del mondo stanno cambiando in modi difficili da prevedere, con guerre divenute ormai argomento di discussione giornaliera e nazioni che tentano, in ogni modo, di abbandonare la loro facies storica, in nome di una ricerca di globalizzazione capitalistica necessaria alla sopravvivenza. Quelle operazioni che potrebbero definirsi di “moral washing”.

scritta esports world cup saudi arabia 2024, sullo sfondo palco con luci
Il capitolo più odiato dei recenti Assassin’s Creed riceverà un DLC GRATIS grazie a un finanziamento che ha il sapore della politica (player.it)

Darsi una ripulita, dal punto di vista morale e sociale, agli occhi di un mondo che di certi territori, non esita a far notare gli aspetti controversi o del tutto negativi. E nell’ambito del moral washing, potrebbero inquadrarsi le politiche dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti: non sono nuovi i tentativi di “occidentalizzare” dei costumi percepiti come eccessivamente conservatori. Ma se anche i videogiochi venissero utilizzati per queste finalità?

Ubisoft non sta certamente vivendo un periodo roseo: tante produzioni hanno performato sotto le aspettative, tanti dipendenti sono stati licenziati e studi chiusi. Tanti progetti sono stati chiusi dopo pochi mesi di attività, altri addirittura cancellati prima di uscire. In tutto questo, la vera sicurezza dietro cui Ubisoft può e deve trincerarsi, è sicuramente Assassin’s Creed.

Un nuovo DLC per… Mirage?

La saga della celebre confraternita di assassini, rimane la gallina dalle uova d’oro di Ubisoft, nonostante gli ultimi capitoli non abbiano certamente entusiasmato i fan, seppur con risultati economici soddisfacenti. Assassin’s Creed Shadows, l’ultima incarnazione del brand, nonostante le subissanti polemiche prima dell’uscita e una qualità del titolo non esattamente all’altezza, è riuscito a capitalizzare benissimo sul successo che il brand porta con sé.

E anche alla luce di ciò, appare quantomeno inusuale la mossa di Ubisoft: come si caldeggiava già intorno a gennaio 2025, poco prima dell’uscita di Shadows, è ora giunta l’ufficialità di un nuovo DLC, totalmente gratuito che, a sorpresa, non andrà a espandere la storia di Yasuke e Naoe, ma di… Basim, protagonista di Assassin’s Creed Mirage.

assassino con cappuccio bianco che spia da dietro angolo
Un nuovo DLC per… Mirage? (player.it)

Ve lo ricordate Mirage? Il titolo “low budget” che Ubisoft avrebbe dovuto utilizzare per riportare i fan in una dimensione di gioco, più simile a quella degli inizi? Mirage, quel gioco uscito nel 2023, a quasi due anni pieni di distanza? Proprio quel titolo lì, sta per ricevere un DLC totalmente gratuito per gli utenti, che avranno la possibilità di esplorare Al-Ula, una sorta di città oasi situata nell’attuale Arabia Saudita.

Sebbene tutto quanto detto finora possa apparire come una situazione soltanto positiva, dato che ai giocatori ne verrà un DLC gratis e all’azienda ne verrà un plausibile ritorno di giocatori, ci sono degli aspetti che è necessario considerare, per riuscire ad avere coscienza della storia nella sua interezza.

Quando la politica entra davvero nei videogiochi: il caso Ubisoft

La prima domanda da porsi è: perché Ubisoft avrebbe deciso di pubblicare, nel 2025, un DLC totalmente gratis, per un gioco uscito nel 2023 nonostante Mirage non rappresenti sicuramente la produzione più interessante degli ultimi anni e con uno Shadows che, al netto di tanti problemi, ha venduto molto di più?

Si potrebbe pensare che si tratti di una mossa a lungo termine, per cercare di attrarre più giocatori su un titolo che ricorda le origini, così da mostrare un po’ di quel “cuore” che è mancato nelle ultime produzioni. Come spesso accade però, il romanticismo viene distrutto dalla grigia realtà.

Per capire infatti il perché di questa mossa, bisogna guardare a chi sta finanziando il contenuto aggiuntivo di Mirage: trattasi di Savvy Games Group, una compagnia di gaming saudita, di proprietà dello Stato arabo. Il focus di Savvy, sin dal 2021, è stato quello di rendere l’Arabia Saudita un centro nevralgico per i videogiochi e, in particolare, per i tornei e-sportivi, tramite la concessione di spazi e ricchissimi premi.

personaggio con abito bianco e cappuccio che cammina nel deserto
Quando la politica entra davvero nei videogiochi: il caso Ubisoft (player.it)

Inoltre, similmente a quanto fa l’azienda cinese Tencent, Savvy investe tanto in software house occidentali tanto da possedere delle quote di mercato di alcune delle più importanti: 10.2% di Nexon, 9% di Electronic Arts, 8.3% di Embracer Group, 5% di Capcom, 7.5% di Nintendo Group e la lista sarebbe ancora lunga. Inoltre, non sarebbe nemmeno la prima volta che le strade di Savvy e Ubisoft si incontrano.

Tra il 2022 e il 2023 infatti, Savvy diede vita a ben 3 software house saudite, di cui solo una pare essere sopravvissuta, Steer Studios. Tra i vice presidenti di Steer, vi sarebbe anche Jean-Philippe Piéchot, ex veterano di Ubisoft che ha lavorato per la società francese per 18 anni, arrivando anche a dirigere la sede ucraina. Un primo report, che lasciava intuire la nascita della collaborazione, se n’era occupato il giornale francese LesEchos

A far storcere ulteriormente il naso, è la provenienza del denaro con cui Savvy starebbe finanziando il DLC di Mirage e tanti altri progetti. I soldi arriverebbero dal controverso e discusso fondo Public Investment Fund (PIF), il cui controllo è centralizzato nelle mani del principe Mohammed bin Salman e che già in tempi non sospetti, aveva destato più di una preoccupazione dato che non è possibile riuscire a intercettare per bene la provenienza dei soldi (il cui totale ammonterebbe a più di 930 miliardi di dollari).

Anche in ambito videoludico dunque, pare ripetersi lo stesso scenario visto già in altri sport e ambiti dell’intrattenimento: un tentativo di “pulizia morale” da parte dell’Arabia Saudita e degli stati Arabi, tramite la manipolazione delle più grandi e influenti realtà occidentali, attingendo a un fondo monetario infinito e per nulla tracciabile. Quando Ubisoft, a gennaio, era stata interrogata a riguarda, si era limitata a un “no comment”. E adesso, eccoci qui, pronti a riprendere in mano un titolo vecchio di due anni, saltando tra un tetto e l’altro, a spese di Bin Salman.