Vampiri: la Masquerade. L’irrequietezza del Sabbat in quel di Las Vegas

Ah, il Sabbat, quella setta composta da coloro che vengono definiti dei “cattivi ragazzi“, “anime perdute“, ma è davvero cosi? A fornirci un ottimo spaccato di cosa sia davvero il Sabbat, quali il suo modo di agire e il cosa vogliano davvero è l’introduzione del manuale dedicato a questa setta, “Notte brava a Las Vegas”, piuttosto che il contenuto meticolosamente suddiviso per capitoli della “Guida al Sabbat“.

Si, certo, sono d’accordo, dentro il manuale però c’è tutta quella roba allettante, come i Difetti, i Pregi, le Discipline che vanno oltre la quinta “palletta.
Certo. Certo. E’ comprensibile che vi interessi ANCHE questo, ma se siete uno di “quelli” a cui interessa SOLO quello, mi domando, cosa giochiate a fare a Vampiri: la Masquerade se è l’unico aspetto che vi interessa? Non è per voi più allettante l’idea di un gioco come “Crotali&caverne“? No? Vi piacciono i vampiri?
E va bene, eccoveli i vampiri.

La nostra storia inizia in California ed è vissuta (ahah, vissuta, eheh) da due personaggi, uno uomo e l’altro donna. I dettagli estetici che ci vengono forniti dei sono pressappoco nulli ma, fortunatamente, a noi quello che interessa di più è il loro carattere, la loro psicologia e il perché devono recarsi a Las Vegas.
Lui, Stiers (mi chiedo ancora se sia davvero il suo vero nome, mah), sembra più equilibrato del normale ed è palesemente il capo del duo. Lei è matta come un cavallo, si chiama Ellem e, come scopriremo, ha una quantità di problemi mentali da far spaventare persino Sigmund Freud.
Sono rispettivamente un Lasombra e un Malkavian e quello che vogliono fare è semplice: la Guerra, quella con la G maiuscola, perché quello che emerge in tutto il racconto è proprio questo: sono due soldati in guerra ed hanno un compito; recuperare informazioni su Las Vegas e riportarle a Mark, il loro Vescovo.
Il resto sono solo sovrastrutture.

Ma c’è un MA.
Se la guerra è lo scheletro del Sabbat, le “sovrastrutture” ne sono la carne, la pelle, la circolazione e le terminazioni nervose, insomma, il Sabbat non è solo Guerra, è anche Libertà. Il problema è che molto spesso questa libertà si manifesta in modi violenti, rabbiosi, furiosi, frenetici… ma sempre libertà rimane ed è espressa magistralmente nel breve racconto, che vi invito a leggere se non lo avete già fatto in passato, e quanto ciò dipenda dalla Bestia che alberga in ogni vampiro e quanto dipenda invece dall’indottrinamento del Sabbat, beh, non troverete qui la risposta ed, anzi, potrebbe benissimo essere argomento di discussione per eminenti succhiasangue quali il dott. Netchurch e Beckett, ma a noi ora non interessa nulla di tutto questo, ci interessa sapere di come e di perché Stiers ed Ellem siano i protagonisti perfetti di questo racconto e di come incarnino alla perfezione la “filosofia del Sabbat“.

La storia si apre come un film di Tarantino, a San Francisco. I nostri eroi entrano all’interno di un supermarket per estorcere soldi al povero Cholly.
Ellem e Stiers hanno bisogno di soldi per intraprendere il loro viaggio verso Las Vegas e non ci vanno per niente per il sottile con il povero diavolo in ciabatte alla cassa, e tutto andrebbe anche per il meglio se quella pazza psicopatica di Ellem non decidesse che la moglie di Cholly vuole portargli via il suo amato. Dopotutto glielo ha sentito dire di persona mentre la aggrediva, no? Non vale assolutamente nulla il fatto che Stiers dica che quella donna non parla una parola di “americano” e che ora sarà un vero casino far rientrare le budella della tipa nel suo stomaco… ecco, ve lo ricordate dal Tramonto all’Alba? La scena in cui Tarantino dice a Clooney che l’ostaggio è diventato una iena e quindi ha dovuto ucciderla per difendersi? Stessa-identica-storia.
Ellem è matta da legare, le vocine gli dicono di fare cose e a Stiers frega solo che ora hanno perso la loro fonte di guadagno meticolosamente indottrinata nel corso di mesi. Questo è il Sabbat: a loro non frega nulla del bestiame umano, loro hanno altro da fare. Combattono per un bene superiore e nessun altro paragrafo del manuale ve lo spiegherà meglio di cosi.

Vogliamo poi parlare degli Auctoritas e degli Ignobilis Ritae? Bene.
Nell’intermezzo successivo i nostri due protagonisti giungono ad una stazione di servizio e, dopo una corsa d’auto persa con dei tipici balordi della West Coast, i due li ammazzano di botte e costringono il povero nero, ribattezzato da Ellem Judas per l’occasione, a spappolare la testa dell’altro con un colpo di pistola.
Cosa è questo se l’iniziazione di una Testa Spaccata? Ma certo che Judas è stato abbracciato. Come potevano questi due “sciroccati” farsi scappare il reclutamento di un cosi promettente soldato come Judas, capace di uccidere a sangue freddo il proprio amico anche se gli avevano appena spappolato una mano con un colpo di pistola?
Ed i pensieri romantici di Stiers, che si commuove osservano la sua amata Ellem illuminata dai fuochi divampanti da quell’auto ora bruciante sul ciglio della strada? Ne vogliamo parlare? Non è forse l’allegoria di un’altro dei due fondamentali Ritae del Sabbat, la Danza del Fuoco?
Che dire, siamo al secondo paragrafo ed abbiamo già analizzato gli aspetti più profondi della spiritualità del Sabbat , cosa che difficilmente comprenderete cosi a fondo nelle altre parti del manuale.

Ma non abbiamo finito. Las Vegas e alle porte e qui ci viene presentato il modo di vivere di un vampiro del Sabbat o meglio, di un cainita.
Mentre Judas viene legato, malmenato e abbandonato all’interno del cofano della loro “Pontiac“, Stiers e Ellem prenotano una stanza in un albergo (lui spacciandosi per Tom Cruise, mi ha sempre fatto ridere questa cosa), mettono sulla maniglia della loro camera il tipico cartello “Do Not Disturb“, si chiudono in bagno, coprono ogni fessura con degli asciugamani cosi che la luce del giorno non possa filtrare all’interno, si avvolgono in dei lenzuoli e sprofondano nel loro sonno maledetto mentre sole sorge.
Ora, vi sfido a farvi un esame di coscienza e ad affermare che avete giocato almeno una volta una cosa simile; secondo me no, ma non si sa mai. Rimane comunque il fatto che una cosa cosi basilare, come la sopravvivenza, venga descritta magistralmente in una sequenza di poche righe; e che vadano a farsi benedire la regolina e le spiegazioni di perché tirare d10 su Sopravvivenza.

La Camarilla ci mette poco a scoprire la presenza di Stiers e Ellem nell’albergo e manda un loro uomo a prenderli, dopotutto la Tradizione della Presentazione non è stata rispettata ed è quindi categorico che ci si rechi immediatamente da chi di dovere per palesare la propria esistenza al Principe della città.
Sarà Duke, il Ghoul del Principe, a scortarli al cospetto di questi, che li attende in un buio e fetido seminterrato dell’Hotel.
Gli scambi di battuta sono veloci, sarcastici e di chi sa fare bene il proprio lavoro. Stiers vuole guadagnare quanto più vantaggio da questa ambigua situazione: il Principe è convinto che lui e la sua donna siano due Anarchici e allora perché non farglielo credere mentre si sonda il terreno?
In pochi minuti Stiers sa chi è il Principe, chi è il suo braccio destro posto al suo fianco, come funziona la sicurezza del posto e in quanto tempo reagiscono le forze del Principato nel tracciare e raggiungere i nuovi fratelli che giungono in città.
Tutte informazioni ottime per un Sabbat giunto meno di 24 ore prima.

Dove è Ellem nel frattempo? Semplice, a fare la psicopatica della situazione. Ancora una volta non è servito a nulla chiederle di stare buona. Superato il termine ultimo di attesa datogli da Stiers, come una brava psicopatica quale è la malkavian da di matto, agguanta una povera passante nel parcheggio dell’albergo e la dissangua, fregandosene della Masquerade. Qualcosa nel frattempo avviene nel seminterrato.
Stiers esce vittorioso da una scazzottata con Duke e fugge via, ma non prima di aver dominato le tenebre a suo favore per garantirgli una via di fuga sicura e tagliare fuori il Principe ed il suo braccio destro.
Ricongiuntosi alla sua amata, salgono a bordo di un’auto, strappano letteralmente fuori dal gabbiotto della sorveglianza il povero guardiano di turno in quel momento, e spappolano la testa di un povero passante con un Crick; cosi, giusto per sfizio o come direbbe Stiers, che cito, “spiega questo casino ai poliziotti, Montrose“, noninteressandosi della Masquerade, anzi, violata apposta per creare una falla.
Cosa ci insegna questo? Un altro aspetto, forse quello fondamentale del Sabbat: attaccare la Masquerade è il miglior modo per arrecare danni alla Camarilla.

La scena finale vede i nostri due soldati tornati a casa dal loro Vescovo a fare rapporto e pianificare l’imminente attacco a Las Vegas. Ottimo lavoro ragazzi.
E’ Judas? Dove è finito? Risposta semplice: Chissenefrega di Judas, non era ancora un Vero Sabbat. Non era ancora uno di noi.”

Ora, cosa abbiamo imparato da questo bellissimo racconto posto in apertura de “Guida al Sabbat“? Si, tu li in fondo con la mano alzata.
A fare il Sabbat dici? Esatto, mio piccolo lettore. Esatto. Avete imparato cosa è il Sabbat…

…e ancora avete letto il vero “manuale”.

Notevole, per dei tizi dominati dalla Rabbia, eh?

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