Nioh 2 – The Complete Edition | Il doloroso resoconto della mia prima volta su un soulslike

Koei Tecmo ha inviato Nioh 2 – Complete Edition in redazione, chi ha intenzione di giocarlo? Dalla chat redazionale sembra piaccia un po’ a tutti, ma io me ne sto in disparte perché i soulslike non sono assolutamente il mio genere.

Sono cresciuto a pane, Pokémon e strategici io.
L’azione frenetica non fa per me.

Sono un giocatore onnivoro.
Certo, prediligo i giochi strategici, ho una venerazione assoluta per Paradox Interactive e mi abbuffo di simulatori e gestionali, ma gioco davvero di tutto. I soulslike, però, sono uno dei pochi generi dove ho profonde lacune.

Torno a scrivere i miei articoli ma sento che Telegram continua a inviarmi notifiche. Che succede? Ah, poveri colleghi, Koei Tecmo ci può dare solo la versione PC e tutti quelli che si erano proposti non ne hanno uno adatto. Vabé, ci penserà il nostro caporedattore Graziano, a lui piacciono queste cose.

Peccato che Graziano viva in un paese di una nazione, l’Italia, dove il digital divide è più alto dello spread. Tradotto: dalle sue parti in questi giorni non c’è linea, gli ci vogliono 10 giorni per scaricare tutti e 50 i giga di Nioh 2 – Complete Edition.

Download di Nioh 2 - The Complete Edition
Tempo residuo: 10 giorni

Che fare? Mica possiamo lasciarci scappare un gioco importante come Nioh 2? In redazione già si parla di punizioni di massa e frustate. Qualcuno deve sacrificarsi. Qualcuno che riesca a farlo girare su PC ci deve pur essere. Eccomi, quel povero disgraziato sono io. (In realtà poi dopo aver scritto questa prima parte è successo che Graziano è riuscito a scaricare in qualche maniera il gioco dall’account redazionale, ma sono dettagli, non minimizziamo la mia eroica impresa)

Se volete scoprire quanto ho sofferto con Nioh 2 – The Complete Edition o se siete curiosi di capire se un soulslike come questo possa fare al caso vostro anche se non è il vostro genere, siete nel posto giusto.

Chat della redazione di Player.it
Il sacrificio

Premessa

Ok, il titolo è un po’ clickbait perché non è proprio la primissima volta che gioco un soulslike: il mio primo vero approccio al genere prima di Nioh 2 è stato Dark Souls 2, preso a caso su Steam perché era in qualche bundle trovato per pochi spiccioli su internet… e non è stata un’esperienza piacevole.

Sono durato una mezz’ora prima di disinstallare il gioco per sempre.
Mi piacciono gli action RPG e non ho avuto problemi con la difficoltà, checché ne possa dire la mia recensione arrabbiata di Gods Will Fall.
Diciamo che di Dark Souls non mi ha mai attirato la sua atmosfera, in più il feeling coi controlli è stato un vero e proprio trauma per me: troppo legnosi e troppo input-lag.

Non so se i comandi funzionino in questa maniera anche sulle altre console, ma da quel momento non ho più messo mano al genere. Ho un fastidio enorme per i controlli poco responsivi e questo episodio mi ha fatto completamente disinteressare da prodotti simili a Dark Souls, incluso il franchise di Nioh.

Giorno 1 – L’attesa

Che cos’è Nioh? Cosa indica il titolo? Un nome? Un luogo? Se state leggendo queste domande, sì, io non so assolutamente niente di Nioh, e comincerò a giocarci dal secondo capitolo. Sono pazzo? Può darsi, ma almeno mentre installo questi 50 giga inizio a documentarmi.

Wikipedia mi dice che “Nioh 2 è un videogioco GDR d’azione ATTUALMENTE IN SVILUPPO da Team Ninja“.

Ok, questa pagina non è aggiornata, lo so perfino io che Nioh 2 è uscito lo scorso febbraio. Forse devo provare un approccio differente, magari mi leggo la nostra recensione del primo capitolo: NioH significa “Re Benevolo”, ma anche imprecazioni, morte e difficoltà. Ecco, ora credo di essere nel posto giusto.

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Da quel che leggo il protagonista del primo Nioh è William Adams, un inglese che si fa largo nel Giappone feudale tra scontri con umani, Yokai e altri esseri della mitologia del Sol Levante. Si muore spesso ma a vegliare sul personaggio ci sono diversi Spiriti Guardiani.
Al posto dei falò di Dark Souls ci sono dei santuari, e al posto delle anime ci sono le Amrita: le Amrita sono necessarie ad aumentare le abilità del giocatore, ma ad ogni morte si perdono e si respawna all’ultimo tempietto dove ci si è fermati a pregare. Anche i combattimenti sono tosti come dovrebbe essere un soulslike con l’aggiunta di poter cambiare il modo di impugnare le armi.

Diciamo che fin qui la descrizione del titolo mi ha affascinato, ora è il momento di passare alla più recente recensione di Nioh 2 per capire costa sto per affrontare. Colpo di scena! Si tratta di un prequel ambientato cinquant’anni prima, in piena epoca Sengoku. Oddio, c’è un altro colpo di scena: il protagonista è il frutto dell’amore proibito tra un umano e una Yokai.

Se finora mi sento enormemente incuriosito da cosa potrebbe offrirmi il titolo, aver letto dell’esperienza quasi interamente incentrata sui combattimenti mi sta iniziando a scoraggiare. Tuttavia il fatto che il suo combat system sembri molto vario dovrebbe giocarmi a favore, forse trovo quella build o quella combinazione che potrebbe divertirmi. Ora non mi resta che guardare qualche gameplay e dormire, mentre in nottata Nioh 2 – Complete Edition continua a farsi scaricare.

Giorno 2 – I controller maledetti

Vi presento il mio personaggio mezzodemone, un po’ vichingo mancato con quel taglio di capelli, un po’ streamer di Twitch dato il loro colore sbarazzino.
Mi è piaciuto un sacco l’editor, non credevo fosse così ricco e dettagliato.

Creazione del personaggio in Nioh 2

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Ci sono tante armi tra cui scegliere e la prima che prendo è la lancia, scelta dettata dal cuore visto che sto leggendo Le Cronache della Folgoluce (The Stormlight Archive) e sono affascinato da uno dei personaggi principali che combatte proprio con la lancia. Visto che ho scelto un’arma con una lunga portata, come arma secondaria opto per le doppie katane: dopo averle provate mi sembrano l’ideale per un combattimento ravvicinato con colpi rapidi. Ora è il momento di avventurarmi nel Giappone invaso dagli Yokai.

E invece no. I controlli non funzionano. Sto usando il gamepad di Stadia, e a quanto pare sono invertiti un po’ tutti i tasti: interagisco con gli oggetti tramite il trigger sinistro invece del tasto B, mentre il tasto B è il tasto A. A questo punto cambio gamepad e uso quello della Nintendo Switch ma anche qui trovo i tasti mappati male, oltre a un simpatico drift delle levette analogiche: il risultato è che mi si aprono menu a caso in automatico mentre il mio gamepad esplora da solo il gioco come se fosse senziente.

Cerco di cambiare la configurazione dei gamepad dai menu di Nioh 2, ma c’è un problema enorme: il tasto B non è personalizzabile, non si sa per quale arcano motivo. In preda alla frustrazione, il mio spirito da PC Gamer ha il sopravvento, così scollego tutti i gamepad e decido di cominciare a giocare con mouse e tastiera.
Cosa mai potrebbe andare storto?

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Beh, ad esempio il fatto che ci sono molte combo e molti tipi di input combinati che richiedono un po’ di acrobazie con le dita usando una tastiera, unite al fatto che i suggerimenti e i tutorial portano sempre le grafiche dei controlli da gamepad: questo significa che ogni volta che devo imparare qualcosa, devo prima mettere pausa per andare nei menu della tastiera per cercare di capire quali sono i tasti associati, e poi posso provare le azioni in gioco. Carissime Koei Tecmo e Ninja Theory, non si potevano far vedere anche i comandi della stramaledetta tastiera nei suggerimenti?

Insomma, il mio primo giorno di gioco è una delle esperienze più frustranti che abbia mai provato. La difficoltà di Nioh 2 è già estrema di suo, a complicare tutto ci si mettono comandi poco intuitivi da tastiera e gamepad mal configurabili. Possibile che debba prendere per forza un controller di PlayStation o di Xbox per giocare a un gioco? Dopo ore di morti, imprecazioni e ragequit arriva l’intuizione, l’ultima spiaggia: magari posso configurare i gamepad da Steam.

Configurazione dei controller di Steam

Ed è effettivamente così: attraverso la piattaforma di Steam trovo proprio la configurazione del Gamepad Pro di Nintendo Switch, a cui modifico solo un po’ la calibrazione delle levette analogiche per evitare il drift. Il risultato è che muoio ancora spesso, ma almeno adesso mi diverto. Per la prima volta vedo Nioh 2 con gli occhi della curiosità, riesco a padroneggiare le prime combo imparate, controllo con fluidità i miei movimenti e non trovo un minimo di input-lag. Muoio ancora e ancora, ma Nioh 2 comincia a piacermi. Mi sta piacendo un soulslike?

Giorno 3 – Mazzate

La mia curiosità e il mio divertimento purtroppo continuano a scontrarsi con la realtà: sono una pippa.

Nioh 2, come immagino tutti i soulslike, è un gioco molto tecnico, che richiede buoni riflessi, una buona padronanza dei comandi e uno studio attento dei movimenti avversari. Qualità che il mio animo da giocatore strategico apprezzano moltissimo, ma che non ho mai padroneggiato abbastanza in quanto sono sempre stato distante da questo genere.

Ed è proprio la mia indole strategica che mi spinge ad andare avanti con Nioh 2 nonostante le continue morti. Dopo l’ennesima piccola creaturina che mi uccide lanciandomi una pietra perché mi sono dimenticato di curarmi non mi arrabbio nemmeno più. Non sento frustrazione, ma, anzi, tutto quello che voglio fare con questo titolo è imparare a giocarci. A differenza dei tanti action che ho provato e che ho allontanato perché non rispecchiavano il mio stile di gioco, l’approccio tecnico-tattico di Nioh 2 è un elemento che mi tiene incollato allo schermo.

Nioh 2, boss che cammina

Una volta compreso che alcune sfide impossibili con mostri che sono praticamente dei quasi-boss posso evitarle scappando, mi si è aperto un mondo. Ero rimasto bloccato al lucertolone visibile in alto per praticamente un giorno intero prima che lo stesso gioco mi suggerisse di evitare una sfida così dura e tornarci più in là nel tempo.

E in effetti, dopo l’esperienza traumatica con il lucertolone, Nioh 2 ha iniziato a sembrarmi più alla mia portata, con sfide crescenti fino all’arrivo di un Enki, uno yokai scimmiesco, decisamente troppo forte, ma affrontabile con un po’ di sforzo tecnico e mentale. Tanto sforzo, unito al potere delle bestemmie.

Finalmente uccido il mio primo vero Yokai.
Sono morto innumerevoli volte contro lui e contro altri mostriciattoli più deboli, ho perso tutte le Amrita diverse volte, sono caduto da ponti e in fiumi, ho preso mazzate in ogni dove, ma l’euforia derivata dal superare una sfida così tosta mi ha completamente galvanizzato. Eppure, c’è una voce nel mio cervello che mi dice che sono ancora all’inizio del gioco, chissà quanto saranno ardue le prossime sfide…

Giorno 4 – Ancora mazzate

Sfide decisamente troppo toste, in effetti. Si passa a più nemici contemporaneamente e a questo punto è il momento di imparare diversi approcci con armi differenti.
I bestioni con armi pesanti come le asce a due mani ho scoperto che vanno affrontati da vicino, a muso duro, con raffiche di doppia katana. Il danno è lieve ma almeno non riescono ad attaccarmi, paralizzati dalla mia furia, e talvolta riesco anche a stancarli per colpirli con attacchi mortali.

Gli altri invece li affronto tutti con la lancia in posizione bassa, il mio stile di combattimento preferito perché riesco a sfruttare una combo per saltare alle spalle dell’avversario dopo un raffica di colpi.

Albero delle abilità con la lancia di Nioh 2
Ogni arma ha il suo albero delle abilità

Attacca, attacca, para, schiva, colpisci da dietro, attacca, attacca, attacca, schiva, curati e attacca. Tutto è fluido e chiaro dai miei occhi alle mie dita, sbaglio spesso, muoio di frequente, ma questa danza di dita e di combo mi piace e mi soddisfa. Sfrutto le Amrita per potenziarmi con la lancia, e dirigo le abilità in combattimento verso l’impugnatura bassa. Arrivo finalmente al villaggio vero e proprio del primo livello e qui la sfida si fa difficile: per arrivare al prossimo Tempietto, che praticamente funge un po’ da checkpoint, la strada è più lunga e piena di nemici (tra cui un nuovo Enki incazzato).

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È tra gli incroci di questo villaggio di palafitte che capisco quanto ancora può diventare profondo il sistema di combattimento di Nioh 2, e quanto io ancora non ne sappia niente. Al di là dell’arco e delle frecce che mi consentono un approccio un po’ stealth, o almeno di eliminare qualche nemico di troppo, diventa necessario ricorrere ad aiuti sovrannaturali: diventa necessario accumulare Ki attaccando, parando e schivando a ritmo, in modo da manifestare i miei poteri da mezzo-Yokai con attacchi devastanti. E magari trasformarmi temporaneamente in uno Yokai vero e proprio.

Dopo una lunghissima sezione tra queste palafitte e un ennesimo Enki abbattuto con fatica, mi trovo in un’area completamente infestata dal regno Yokai. C’è un santuario, ma non è accessibile finché non batto il demone che si è impadronito di questo posto. Bene, vuol dire che sono arrivato a un Boss o a un mid-Boss… e da quel che vedo si tratta di un Enki enorme. Inutile dire qual è il mio destino: morte certa, e continua.

Attacco furtivo con l'arco in Nioh 2 contro un Boss

Ma ce la farò, alla fine è tutta una questione di trial & error: Nioh 2 è costruito proprio in modo da farti progredire con le tue abilità manuali più che con le tue statistiche di gioco.

Certo, puoi sempre migliorare i poteri del tuo personaggio e avere accesso ad armi e armature più efficaci, ma è sempre l’abilità del giocatore che fa la differenza. Col tempo, provandoci e riprovandoci, riuscirò finalmente ad ammazzare anche il mio primo Boss.

Giorno 5 – Mi arrendo

Prima di tentare il mio ennesimo attacco all’Enki gigante, devo ripulire l’area dai piccoli Yokai presenti. Ormai sono perfettamente capace di occuparmi di loro, posso anche attaccarli tutti assieme invece di attirarne uno alla volta: mi getto nella mischia e… uno degli Yokai attacca il compagno, lo mangia e DIVENTA GIGANTE.

Un colpo e muoio.
Sono senza parole.
Non ho imparato ancora nulla.
È il momento di chiudere il gioco.

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Per addomesticare un gioco come Nioh 2, da persona non abituata al genere, ci vuole tempo, pazienza e applicazione.

Si tratta di qualità che possono coltivare tutti (riflessi a parte che rallentano con l’età), ma che allo stato attuale, personalmente, non posso portare avanti. Avessi 15 anni di meno mi ci sarei infognato ogni giorno per almeno 12 ore su Nioh 2. A quasi 30 anni, con una pandemia globale là fuori e uno stipendio da fame, purtroppo sono costretto a dover impiegare il mio tempo libero in cose più necessarie. Mi ci vorranno mesi e mesi di gioco per finire Nioh 2, e non credo che allo stato attuale continuerei a giocarci con costanza purtroppo.

È stata una bella esperienza.
Traumatica, punitiva e difficile, ma affascinante.
Nonostante quanto già detto sul mio tempo limitato da adulto, sono sicuro che ogni tanto tornerò con piacere su Nioh 2. Il mio prossimo obiettivo sarà imparare a cambiare impugnatura delle armi durante i combattimenti stessi, per padroneggiare stili di lotta differenti in scontri più difficili come quelli dei Boss – o più imprevedibili come quelli dove uno Yokai si nutre di un altro demone. E chissà che non metta le mani in futuro anche su altri soulslike, sempre che riesca a trovare il feeling coi comandi.