Fallout 4 – Recensione

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La guerra non cambia, non cambia mai. Proprio come il tagline storico di una saga che continua a stupire e che finalmente, dopo tanta attesa, raggiunge il suo quarto episodio. Fallout 4 è l’ultima fatica di Bethesda Softwork, un sequel creato con un’ attenzione maniacale per i dettagli che ricostruisce una Boston anni ’50 distrutta dall’ennesima guerra atomica.

UNA FIRMA PER IL VAULT 111

Il prologo si apre in una realtà dove la guerra fredda è al suo apice e il progresso tecnologico ha fatto enormi passi in avanti nella gestione nucleare fino a sostituire l’ormai scarso petrolio per la produzione dell’energia. Per la prima volta Fallout si sposta temporalmente all’interno della saga, facendoci vivere quello che c’era prima della devastazione contaminata a cui la serie ci ha abituato. La creazione del personaggio è affidata allo specchio di un bagno, l’Editor in cui si riflettono i 2 possibili protagonisti del gioco. Entrambi potranno essere personalizzati cambiando etnia, colore della pelle, tratti somatici del viso per modificare direttamente ogni particolare come naso, mento, fronte o zigomi. Anche il fisico dell’avatar potrà essere personalizzato ma le opzioni per il corpo sono molto ridotte rispetto a quelle del viso che ricordano da vicino quanto visto nella creazione del personaggio in The Sims 4. La gestione dell’Editor però risulta molto più funzionale su PC perché il sistema prevede di selezionare la parte da modificare con un puntatore identico alla freccetta del mouse, meno gestibile su controller. Una volta modificati i personaggi, sarà possibile utilizzarne solo uno e dopo aver fatto conoscenza della casa e di un clima di ripresa postbellica squisitamente americana, l’universo di Fallout si preparerà a mettervi alla prova. Un uomo con un impermeabile giallo busserà alla vostra porta per sottoporvi ad una serie di test sviluppati dalla Vault-Tec. L’uomo vuole fornire un servizio di assicurazione offrendo a voi e alla vostra famiglia un riparo all’interno del Vault 111 in caso di Guerra Atomica. Questo breve scambio di battute introduce la gestione delle statistiche e dovremo assegnare i punti base scegliendo tra i parametri offerti e dando così un punto di partenza alle abilità del nostro personaggio. Una firma sancisce l’accordo con l’uomo che saluterà velocemente procedendo verso il quartiere successivo di Sanctuary, cittadina da sogno in cui iniziano le nostre vicende. Dopo le strane domande dell’uomo, la vita riprende frenetica: il caffè è pronto, la radio dà la sveglia a tutta la casa il piccolo grida nella culla e Codsworth, il robot maggiordomo già visto nei precedenti capitoli, è intento a preparare la colazione. Nulla di strano se non fosse per la pioggia di bombe che scuote tutto il vicinato e in un attimo siamo già in strada a correre tra la folla urlante intenta a scappare in ogni direzione senza una metà precisa. La città è nel panico più totale, il mondo è di nuovo in guerra, non c’è scampo per nessuno fino a quando un idea vi accarezza la mente: il Vault 111. Senza sapere nemmeno cosa sia scappate verso questo luogo misterioso dove in pochi istanti verrete congelati in un lungo e tormentato sonno che vi porterà 200 anni nel futuro, un futuro che non vi appartiene ma in cui dovrete sforzarvi di sopravvivere. Bentornati a casa!
L’introduzione di Fallout 4 è coinvolgente e frenetica come un racconto vincitore del premio Hugo. Prima di uscire dal Vault sarà possibile trovare il classico Pip-Boy, il terminale da braccio della serie, che terrà traccia di statistiche, luoghi scoperti, armi, abilità, un oggetto fondamentale per sopravvivere nella Zona Contaminata. La storia principale si sviluppa su lunghe main quest a cui fanno sfondo decine e decine di missioni secondarie. Purtroppo, già dopo le prime missioni, la trama non riesce a tenere il ritmo frenetico dell’apertura infilandosi spesso in situazioni banali risolvibili con noiose sparatorie. Dopo la grande attesa attorno al titolo, avremo sinceramente preferito qualcosa di più di una semplice scusa per affrontare nuovamente la zona contaminata ma chi non bada troppo alla trama può tirare un sospiro di sollievo perché Fallout 4 presenta una grande vastità di cose da fare!

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BENTORNATI NELLA ZONA CONTAMINATA

Come dicevamo nell’apertura della nostra recensione, Fallout 4 sarà interamente ambientato a Boston e nelle sue zone periferiche. I luoghi da scoprire sono centinaia e alcune location sono ricostruzioni estremamente dettagliate della capitale del Massachusetts. La mappa di gioco ci è sembrata da subito enorme e la stessa Bethesda afferma che si tratta dell’open world più grande mai realizzato dai loro studios. Volendo fare un confronto con un titolo recente, possiamo affermare che l’universo nuclearizzato di Fallout 4 raggiunge e forse supera l’immensità del continente magico di The Witcher 3.
Il comparto grafico del gioco offre sicuramente della qualità visiva, all’altezza della nuova generazione di console ma che non è in grado però di stupire tecnicamente. La saga di Fallout non ci ha mai presentato un livello grafico pazzesco, sacrificando spesso montagne di pixel in favore di una giocabilità straordinaria.
La desolazione post-apocalittica delle location però è palpabile e le zone desertiche si mischiano a rovine cittadine, grandi avamposti e fabbriche abbandonate. Dopo l’olocausto atomico le superfici vivaci e luminose delle ambientazioni, mostrate nell’introduzione, vengono pervase da una luce morta e la palette di colori viene perennemente inverdita come se fosse continuamente incrostata da pesanti radiazioni. Importante anche il lavoro svolto sulle luci volumetriche che si nota soprattutto nelle zone paludose o nei boschi mentre il motore fisico del gioco gestisce egregiamente molte più interazioni ambientali che in passato.
Le animazioni dei protagonisti sono meno legnose del solito e la telecamera in terza persona, da sempre problematica per la saga, sembra aver trovato il giusto compromesso tra funzionalità e gestione delle inquadrature. Il cambio tra prima e terza persona è veloce e avviene tramite un semplice tocco del pad centrale. Le animazioni di combattimento e dello SPAV sono curate e crude, specie quando mostrano i colpi critici che fanno a pezzi i nemici e non risparmiano arti mozzati o teste che saltano.
Le schermate dei dialoghi sono chiare e presentano numerose opzioni di risposta che incidono sulle informazioni ottenute in linea con le nostre abilità di carisma. Purtroppo rimangono diversi bug grafici, qualche png che scompare o lievita in aria, paesaggi che si caricano troppo lentamente e anche alcuni punti morti in cui il personaggio va ad incastrarsi senza possibilità di uscita che speriamo vengano risolti con le prime patch.
Infine il sonoro è ottimo: le musiche sono stranianti e in tema con la desolazione della Zona Contaminata. Cambiano ritmo alzando il livello di tensione quando siamo in luoghi poco sicuri o siamo soggetti a qualche attacco nemico. Il titolo è inoltre completamente localizzato in italiano, uno sforzo notevole vista la grande quantità di dialoghi presenti che cambiano, portando a situazioni differenti, a seconda del sesso del personaggio.

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LA GUERRA NON CAMBIA…MA MIGLIORA

Fallout 4 è molto vicino al gameplay del suo predecessore di cui mantiene praticamente tutto potenziando alcune meccaniche e presentandosi come action rpg free roaming con forte propensione per l’FPS.

Le abilità del protagonista sono ancora divise per tipologia di caratteristiche quali Forza, Agilità, Intelligenza e tutte le altre a cui la serie ci ha abituato. Ad ogni tipologia corrisponde visivamente una colonna lungo la quale ci sono 10 diversi tipi di abilità rappresentati dalla simpatica mascotte del gioco. Con ogni upgrade si può attivare progressivamente un’abilità lungo le diverse colonne ma per sbloccare quelle nelle righe successive dovremo prima ottenere quelle superiori. I potenziamenti non finiscono qui perché ogni singola skill ha più livelli di potenza che si sbloccano spendendo i punti guadagnati salendo di livello ed aumentano la percentuale di efficacia dell’abilità.

Ad accompagnare la grande componente esplorativa, che riprende esattamente quanto visto in passato con la possibilità di visitare un’enorme mappa open world strapiena di oggetti da raccogliere, troviamo anche il combattimento in tempo reale e il sistema SPAV.

Premendo il pulsante dorsale sinistro durante lo scontro, si entra nella modalità SPAV che permette di avere uno schema con le probabilità percentuali di colpire diverse parti del corpo nemiche che vengono calcolate in base all’arma posseduta, alle skill sbloccate e alla distanza dal bersaglio.

Starà poi al giocatore decidere dove sparare scegliendo in base alla percentuale di probabilità più alta o decidendo di colpire punti particolari del corpo in modo da avere un risultato che può essere quello di evitare una fuga del nemico, sparando alle gambe, oppure sparare all’arma o al braccio che la impugna per disarmare l’avversario rendendolo inoffensivo.

Questo sistema sfrutta i PA (Punti Azione) del personaggio che si ricaricano automaticamente con il tempo o possono essere ricaricati con le numerose “droghe” quali Jet o Psycho, reperibili nel mondo di gioco. A differenza del passato questa volta lo SPAV non fermerà del tutto l’azione di gioco ma la rallenterà sensibilmente.
In definitiva, l’approccio al combattimento adottato dal titolo rimane molto conservativo denotando però una spinta maggiore verso il genere action.

Gli sviluppatori hanno però voluto superarsi andando ad aggiungere nuovi elementi alla formula di gioco. Il crafting è una delle componenti che ha subito un’implementazione pazzesca arrivando a creare un gioco gestionale a se stante all’interno del titolo principale. Se da una parte ritroviamo una denotazione classica del crafting e che permette di modificare con un livello di dettaglio incredibile, le 50 armi base presenti nel gioco, agganciandogli infinite MOD capaci di potenziare caricatori, mirini, grilletti e molto altro.

Dall’altra c’è un sistema gestionale riguardante le varie basi che il giocatore potrà conquistare e gestire. Si tratta di appezzamenti di terreno che potranno essere ripuliti dalle precedenti minacce per poi venire ricostruiti da zero mettendo così in piedi non solo nuove abitazioni ma anche vere e proprie difese con tanto di luci di segnalazione, torrette e trappole per contrastare gli attacchi di ghoul e mutanti. Questi insediamenti, sparsi per tutta la mappa di gioco, possono essere popolati da decine di abitanti, ognuno con le proprie caratteristiche, pronto ad aiutarvi nella ricostruzione e nella raccolta di risorse fondamentali.

Questo sistema resta però da parte rispetto all’avventura centrale: i puristi potrebbero storcere il naso di fronte ad una gestione così radicale delle basi di gioco e proprio per questo Fallout 4 è interamente giocabile senza nemmeno addentrarsi all’interno di questo enorme minigame, una scelta saggia che non limiterà nessuna tipologia di giocatore.

Superando le varie quest però le basi si riempiranno lo stesso e il giocatore potrà utilizzare una pistola di segnalazione per richiamare gli alleati durante gli scontri più difficili che accorreranno dalla base liberata più vicina.

Oltre a queste novità ritornano anche gli elementi iconici della serie come l’Enclave, i Minuteman le statuette Bobble-Head della Vault-Tec, la Nuka Cola e anche l’Armatura Atomica che non è più soltanto l’equipaggiamento dei desideri ottenibile solo a gioco inoltrato ma un vero e proprio “mezzo di trasporto” potenziabile all’interno delle grandi zone di crafting presenti negli avamposti.

L’armatura atomica potrà infatti essere riparata e potenziata per aumentare la sua durevolezza e l’equipaggiamento distruttivo. Portando a termine determinate missioni potremo addirittura equipaggiare un Jetpack con cui spostarci velocemente ma dovremo avere a disposizione diversi Nuclei di Fusione, il prezzo da pagare per utilizzare l’armatura.

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Galleria Screenshots

A questo link potrete trovare tutti gli screenshots di Fallout 4.

Fallout 4 ci mostra la bellezza della distruzione, sfruttando gli elementi che già avevano fortemente caratterizzato la serie e aggiungendo nuove idee che dimostrano la bravura e la cura per il brand posta dagli sviluppatori Bethesda.

Il mondo immenso estremamente dettagliato di Boston è pieno di cose da fare e grazie al facoltativo “minigioco” interno del crafting la longevità arriva alle stelle. Peccato solo che anche questo quarto capitolo non raggiunga vette grafica pazzesche sacrificando la texture per una giocabilità e una grandezza senza paragoni. Inoltre la trama si perde spesso nell’immensità del titolo senza mostrare storie veramente interessanti da affrontare.

Fallout 4 resta comunque la perfetta evoluzione di una serie che ha caratterizzato il mondo videoludico cambiando ma rimanendo fedele ai pilastri che l’hanno resa grande. Un universo di generi differenti che trovano il giusto compromesso nella formula di gioco, avvicinando tante tipologie di giocatori che non riusciranno più ad allontanarsi dalla Zona Contaminata.