Le leggi che dovrebbero regolamentare il nostro rapporto con le IA hanno più di qualche problema a superare le votazioni. Stavolta il blocco è una capriola degna delle Olimpiadi.
Da quando sono state svelate le prime intelligenze artificiali, è risultato immediatamente chiaro a qualcuno prima che ad altri il potenziale pericolo che la diffusione di questi sistemi e soprattutto il modo in cui questi sistemi di pallottolieri probabilistici lavorano e sono stati addestrati comportano nel presente ma soprattutto nel futuro.
Un futuro in cui alcune professioni rischiano di scomparire, prese nel frullatore del taglio dei costi. Ma non è solo questione di soldi che le società pensano di poter risparmiare (e in questo basta cercare cosa sta facendo Klarna per rendersi conto che è un errore).
È una questione di onestà e trasparenza nei confronti dei cittadini. Ed è proprio sulla trasparenza che si è arenata una legge che dovrebbe regolamentare le IA.
Se la trasparenza è la zona d’ombra per le IA
In tutto il mondo ci sono organi e gruppi di rappresentanti dei cittadini che stanno tentando di arginare le intelligenze artificiali. Non per una qualche forma di neoluddismo contro la tecnologia che avanza, ma semplicemente perché il modo in cui le IA sono state addestrate e funzionano non è al momento regolato in alcun modo per il bene degli esseri umani ma solo per il tornaconto di un manipolo di azionisti.
Alcune regole sono quindi necessarie. E nel Parlamento inglese, per esempio, si sta cercando di fare qualcosa.
Tanti artisti si sono già espressi contro le concessioni che il Parlamento pare voler fare alle società con la storta prospettiva che non bloccare l’intelligenza artificiale in nessun modo serva poi a portare benessere economico.
Ma anche in Parlamento c’è qualcuno che prova a creare un’impalcatura legislativa degna di questo nome. La Baronessa Beeban Kidron, membro della Camera dei Lord, ha tentato di portare un po’ di trasparenza con un emendamento alla legge attualmente in discussione.
Ma l’emendamento è stato bloccato tirando in ballo il cosiddetto privilegio finanziario, ovvero una procedura del Parlamento che può bloccare leggi messe in piedi dalla Camera dei Lord nel momento in cui arrivano alla Camera dei Comuni, se queste leggi implicano nuove spese.
Kidron non molla la presa e ha dichiarato la volontà di riprovare con l’emendamento scritto in maniera diversa per presentarlo alla prossima discussione nel momento in cui ci sarà il nuovo giro di giostra alla Camera dei Comuni.
Nel Regno Unito il Parlamento pare propendere per dare alle società di intelligenza artificiale mano libera introducendo solo una clausola per cui i creatori di contenuti possono chiedere di essere esclusi dal materiale con cui le IA sono addestrate.
Il che ha sollevato una rivolta di moltissimi artisti e altrettante organizzazioni, tra cui Sir Paul McCartney e Elton John.