Dopo essere stata considerata per decenni un prodotto destinato ad una nicchia (per quanto appassionata, ma pur sempre una nicchia), sembra proprio che la Videogame Music (per gli amici, VGM), sia stata finalmente sdoganata, assurgendo a vera e propria “Musica Contemporanea”, vedendo il suo pubblico espandersi sempre di più e raggiungendo arene, teatri e tutti quei luoghi che, fino a qualche anno fa, le erano proibiti. Sulla base di quanto ora scritto, è con stupore misto a gioia che vi raccontiamo della data italiana di NieR: Piano Concert – Journeys 12025, la serie di concerti che celebrano le musiche del franchise Square Enix, organizzata da Overlook Events.
Non appena arriviamo al Teatro Ghione di Roma, è impossibile non notare un folto capannello di fan, molti dei quali in cosplay, che, oltre a certificare quasi il sold out al botteghino, hanno esaurito in pochi minuti una buona del merchandise in vendita. Una volta entrati, ci rendiamo conto che la location, per quanto piccola, intima e raccolta, è quasi del tutto piena, con un pubblico che non aspetta altro che di tuffarsi nelle musiche di Keiichi Okabe.
Sono da poco passate le 20:00, le luci si spengono, il pubblico cala in un religioso silenzio, Benyamin Nuss fa la sua comparsa sul palco, si siede sullo sgabello del suo pianoforte Steinway e, sulle note di “Inori (Prayers)”, la serata ha inizio. Dopo aver eseguito “Snow in Summer” (proveniente dalla OST di NieR: RepliCant), Nuss prende il microfono per presentare l’evento, introdurre ai presenti in sala ciò che li attende e ringraziare personalmente il sensei Okabe che, con gran sorpresa di tutti, è presente in platea, raccogliendo un vero e proprio boato di applausi.
Come ci avevano preannunciato, lo scopo di questo tour è celebrare le musiche di tutta la saga NieR, da RepliCant a Re[in]carnation, senza ovviamente dimenticarsi dell’acclamatissimo NieR:Automata. La scelta del pianoforte come unico strumento sul palco è facilmente spiegabile: al di là della sua innegabile completezza, il pianoforte rappresenta l’ossatura, la chiave di volta di molti dei pezzi composti da Okabe. Come avremo modo di comprendere nel corso della serata, solo un pianoforte avrebbe potuto rendere la complessità armonica dei brani della saga, esaltando al tempo stesso quelle melodie che ne hanno reso celebri le colonne sonore.
La magia delle musiche di NieR

Dopo le melodie sognanti di “Amusement Park”, primo tributo a NieR:Automata, il tema di “Emil”, insieme alla successiva “City Ruins”, rappresentano due dei momenti più intensi della serata, con Benyamin Nuss che sfoggia un tocco capace di rendere giustizia ad ogni intarsio armonico, con una dinamica tanto forte quanto delicata.
L’incantevole malinconia di “Ashes of Dreams” e l’assalto sonoro di “Bipolar Nightmare”, in cui Nuss da sfoggio del suo immenso bagaglio tecnico, chiudono la prima parte del concerto che, fino a questo momento, ha raggiunto un coinvolgimento del pubblico pressoché totale.
Volendo tracciare un piccolo bilancio, se la qualità degli arrangiamenti per pianoforte non è assolutamente in discussione, come non è in discussione la capacità di Nuss di interpretare dei brani tutt’altro che semplici, ciò che sembra mancare è una cantante che possa rendere giustizia alle linee vocali di brani come “Peaceful Sleep”, “Copied City”, “Voice of no Return”, “Vague Hope” e, soprattutto, dello stupendo tema di “Kainé”, tutti pezzi che inaugurano la seconda parte del concerto. Nulla di quanto ora scritto incide sulla qualità finale dell’esperienza, che rimane di enorme impatto emotivo, ma l’assenza di una voce che possa essere tanto interprete quanto narratrice, alla lunga, fa sentire tutto il suo peso.

La conclusione del set è affidata a due pezzi del calibro di “Weight of the World” e “Fleeting Words”, sulle cui note finali vengono gradualmente spente le luci, lasciando la sala completamente al buio ed in un silenzio che verrà squarciato da un sonoro applauso finale. Prima dei saluti, c’è tempo anche per un ultimo brano: “Song of the Ancients”.
Uscendo dal Teatro Ghione, è praticamente impossibile non notare lo stato di estasi in cui tutti i presenti sembrano immersi e che solo la musica è capace di generare. Non possiamo che dirci soddisfatti, sia per l’alta qualità del concerto, sia per il fatto di aver potuto assistere a un evento del genere in un luogo diverso dal solito Nord Italia. Coltiviamo la speranza, in ragione dell’alta affluenza di pubblico, che questo sia il primo di una serie di eventi di questo genere, magari accompagnati da una band o, perché no, da una vera e propria orchestra, rendendo così giustizia a un genere fin troppo bistrattato come la Videogame Music.