Un viaggio tra le perle nascoste di Capcom Fighting Collection 2 nella nostra recensione su PC

I principali personaggi di Capcom Fighting Collection 2

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Qualche settimana fa è uscita la nostra anteprima di Capcom Fighting Collection 2, l’ultimo prodotto collection della casa dei Resident Evil e anche in questo caso un piccolo sogno ad occhi aperti per chi, nelle sale giochi, ci è cresciuto. Già nell’anteprima abbiamo avuto modo di provare estensivamente il gioco in praticamente ogni sua forma e pertanto in fase di recensione abbiamo avuto la gioia di poter continuare a sperimentare con il suo gameplay e con la sua ricca dotazione di videogiochi che, ancora oggi, hanno qualcosa da dire.

Perché, per quanto ci riguarda, più che una semplice operazione nostalgia made in Capcom, CFC2 per la compagnia di Osaka rappresenta un piccolo scrigno di storia con alcune delle sue perle nascoste. Non tutti conoscono i Power Stone, non tutti hanno provato Project Justice, non tutti sanno il chaos che alberga dentro SVC2. Questo è l prodotto giusto per scoprire tutto.

Tutti i Power Stone

Tutti i power stone (player.it)

Partiamo da Power Stone, uscito originariamente per Sega Dreamcast e diventato rapidamente una delle gemme nascoste nel mondo dei picchiaduro tridimensionali. Pubblicato da Capcom nel 1999 insieme a videogiochi come RE3,  SF3: Third Strike e Dino Crisis, PS si distingue per avere un gameplay strategico. 

I combattimento si svolgono in grandi arene interattive dove i giocatori possono sfruttare a proprio piacimento l’ambiente, lanciando oggetti o usando armi esplorando la piccola mappa, per quanto il sistema di controllo lasci spazio di manovra ai giocatori più caciaroni, che amano premere i tasti in maniera un po’ disordinata. 

La sua meccanica principale è quella delle sopracitate pietre del potere, gemme magiche che permettono di potenziare il personaggio e che, quando raccolte in tres, permettono al giocatore di trasformarsi in una versione più potente di sé. In questa maniera al gioco viene aggiunto anche uno strato di strategia che permette ai giocatori di fare scelte oculate su quanto essere aggressivi o difensivi, in quanto il vantaggio dato dalle gemme del potere è esagerato. Power Stone 1, nonostante un gameplay molto innovativo, soffre di problemi di bilanciamento legato ad alcuni personaggi come Gunrock o Wang-Tang, cosa che però inficia relativamente sul peso finale del gioco in quanto dichiaratamente non orientato al competitivo. 

Tutti i power stone (player.it)

L’anno dopo Capcom, con Power Stone 2, ha provato a espandere le meccaniche centrali del gioco cercando di bilanciare il tutto. Più power stones, più personaggi, più armi e persino un negozio di oggetti per tenere elevata la giocabilità del titolo sul lungo periodo. Stavolta la novità principale è la possibilità di giocare fino in 4 giocatori, cosa che trasforma il titolo davvero in una macchina multiplayer quasi perfetta, con trasformazioni meno devastanti e un maggior numero di Power Stones da collezionare. Le ambientazioni a questo giro sono molto interattive e cambiano dinamicamente durante il corso di un combattimento, aggiungendo varietà al tutto al costo di una minore leggibilità delle situazioni.

Si perde, in generale, il flavour un po’ strategico che aveva il primo capitolo in favore di un’esperienza complessivamente più divertente e leggermente diversa

Project Justice

Project Justice (player.it)

Project Justice è invece il capitolo conclusivo del progetto Rival Schools, uno dei picchiaduro dall’immaginario più affascinante e coinvolgente dell’intero universo Capcom. Di fatto Project Justice altro non è che Rivals Schools 2, stavolta con squadre da tre giocatori invece che da 2 e con un livello tecnico superiore derivante dall’essere stato sviluppato su scheda arcade NAOMI (oltre che portato su Dreamcast). Il gioco, ambientato ad Aoharu City, riprende la storia del predecessore aggiungendo al cast di quattoridici personaggi altri cinque studenti con cui costruire team sempre più competitivi.

Il gameplay, similarmente a quanto fatto dal predecessore, porta nel mondo 3D le battaglie di Marvel VS Capcom con movimenti rapidi e un combat system che prevede un ampio uso delle combo aree; particolare rilevanza è data alle combinazioni tra personaggi, che permettono di continuare combo e infliggere danni enormi in maniera decisamente più semplice rispetto al passato. Dal punto di vista contenutistico il gioco ha una modalità storia piuttosto interessante, ma soffre un poco il fatto di avere una curva di apprendimento ripida che potrebbe scansare i giocatori meno smaliziati e che non vogliono scendere a compromessi. Grandiso il comparto tecnico, che nonostante non sia invecchiato nel migliore dei modi ha un artstyle anime davvero solido, con tanto di colonna sonora techno rock galvanizzante.

Street Fighter Alpha 3 Upper

Street Fighter 3 Alpha Upper

SFA3U è una riedizione di SFA3 con tutta una serie di miglioramenti tecnici e di bilanciamento atti a correggere alcuni problemi dell’originale. Alpha 3 Upper, infatti, è un porting dell’originale videogioco su scheda NAOMI con qualche personaggio nuovo (Guile, T.Hawk, Fei-LOng, Dee Jay ed Evil Ryu, a voler essere precisi) e un sacco di miglioramenti fatti in termini di bilanciamento. Il V-ism è stato reso decisamente meno potente e diverse infinite sono state rimosse dal gioco completo, rendendolo di fatto più bilanciato. Il vero upgrade di questa riedizione nella CFC2 è però la riduzione dell’input lag che aveva reso la versione Arcade sgradevole agli occhi di molti giocatori, con tanto di disconoscimento generico del capitolo da parte dell’utenza giapponese.

Star Gladiator 2

Star Gladiator 2 (player.it)

SG2, o Plasma Word che dir si voglia, è un’esperimento di Capcom che tenta di iterare nel mondo dei picchiaduro tridimensionali l’universo fantascientifico simil-Star Wars del primo Star Gladiator. L’estetica è quella da anime space opera e il gioco può vantare anche una gradevolissima colonna sonora. Il centro dell’esperienza, chiaramente, è quella del gameplay in cui i combattimenti si fanno non con i cazzotti ma con spade laser, armi futuristiche ed esplosioni di vario genere, con un sacco di strumenti buoni per gli zoner. La barriera d’ingresso per il gioco è più bassa di quella degli altri titoli della collection e anche la sua profondità è molto più limitata, lasciando molto spazio a combo infinite, personaggi rotti e in generale problemi di bilanciamento che potrebbero far storicere il naso ai giocatori più esigenti dal punto di vista del gameplay.

Capcom Fighting Evolution

Capcom Fighting Evoluton (player.it)

Di certo di tutto il pacchetto questo è il gioco meno interessante, in quanto originante da un gioco base davvero debole rispetto agli altri. Di fatto CFE altro non è che una specie di melting pot gigante per alcuni dei videogiochi più famosi di Capcom, da cui sono stati selezionati soltanto alcuni personaggi e inseriti all’interno di arene comuni. Se a livello tecnico il lavoro fatto è decente, è inutile girarci attorno: il lavoro della versione Playstation 2 era già di suo carente sotto molteplici punti di vista. A questo aggiungiamo che il gameplay, purtroppo, ha gli stessi problemi dlel’originale, con le differenze tra i vari sistemi di gioco che possono sembrare a più riprese veramente inconciliabili.

Capcom VS Snk 1 & 2

Capcom VS Snk 1 & 2 (player.it)

Tra 2000 e 2001 Capcom se ne uscì con Capcom VS SNK 1 e Capcom Vs SNK 2 e ci vrrebbero due articoli per poter parlare di qeusta coppia di videogiochi, che al giorno d’oggi hanno dato veramente molto al mondo dei videogiochi.

Dei due il più importante è sicuramente CVS2, che è da molti considerato come uno dei più incredibili picchiaduro della storia per la quantità gargantuesca di meccaniche messe sul campo. La caratteristica principale del gioco è infatti quella di permettere al giocatore di scegliere tra sei diversi groove, ovvero stili di combattimento, che devono poi essere applicati a team di tre combattenti, questi bilanciabili tra di loro con un sistema di ratio.

l groove system permette al giocatore di personalizzare il proprio stile di gioco ispirandosi alle meccaniche di funzionamento di tutta una serie di giochi. Riassumendo:

  • C Groove (Street Fighter Alpha 2): barra super divisa in 3 livelli con mosse speciali di diversa intensità
  • A Groove (Street Fighter Alpha 3): possibilità di usare la barra intera per creare combo personalizzate
  • P Groove (Street Fighter III: Third Strike): possibilità di eseguire parry sugli attacchi avversari
  • S Groove (King Of Fighters 94): possibilità di caricare manualmente la barra super e attivare la Max Mode per aumetare i danni inflitti
  • N Groove (King Of Fighters 98): 3 stock per eseguire mosse in versione più potenti e possibilità di eseguire le level 3 supers a prescindere dalla salute
  • K Groove (Samurai Showdown/Garou: Mark Of The Wolves): meccani just defend per parriare e ridurre i empi di alcune animazioni
Uno screenshot di Marvel VS SNK 1
Capcom VS Snk 1 & 2 (player.it) – ©CAPCOM ©︎SNK CORPORATION TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Ancora oggi, specie CVS2, parliamo di videogiochi dalla grandissima profondità che riescono nell’offrire un gameplay stratificato e che farà veramente la gioia degli appassionati. La questione principale è se online il titolo riuscirà a mantenere il successo che tutte quelle meccaniche incastrate in quella maniera si meritano, e fortunatamente il netcode ci è sembrato stabile il giusto.

Le caratteristiche aggiunte con la collection

Di base i videogiochi presenti all’interno della collection sono fenomenali, al netto di CFE e Star Gladiator 2 che possono essere meno interessanti delle altre controparti. A questo aggiungiamo semplicemente il fatto che le caratteristiche proprie della collection, da sole, bastano per soddisfare i palati più esigenti! 

Ad esempio il multiplayer ci è sembrato particolarmente solido grazie a un netcode di ferro, che con il rollback ci ha permesso di limitare il numero di bestemmie a quelle collegate al fatto che ci sono giocatori veramente molto forti in giro, anche prima della completa apertura dei server. Certo, non c’è il crossplay e questo di certo darà filo da torcere al gioco sul lungo periodo frammentando le community ma è legittimo pensare che ci siano problemi tecnici complessi da gestire e che hanno reso la scelta obbligatoria per rendere il business sostenibile.

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Tutto il resto lo abbiamo già visto in anteprima: montagne di artwork, modalità semplificate per tutti i giochi, documentazione per imparare a giocare prese direttamente dai cabinati e una modalità training piuttosto completa. Conclude il pacchetto una ricca modalità museo con una montagna di bozzetti che possono dare ulteriore contesto a chi vuole scoprire i retroscena del gioco e che rappresenta un ottimo sforzo fatto da Capcom per fornire agli acquirenti di questo prodotto anche una piccola ma interessante esperienza culturale.

Conclusione

Alla fine della fiera Capcom Fighting Collection 2 è un prodotto di grande qualità che si merita i soldi e il tempo degli appassionati. Di fatto è la maniera migliore per poter scoprire alcuni dei videogiochi più divertenti (Power Stone 2, Project Justice) o tecnici (Capcom VS SNK 2) che la compagnia di Osaka abbia mai rilasciato nel corso della sua lunga carriera. In tutto questo a far storcere il naso c’è la qualità di Capcom Fighting Evolution (che quasi poteva rimanere dove l’avevano fatto uscire) e l’assenza di crossplay, che rappresenterà un problema per la speranza. Non tutte le ciambelle escono col buco: questa l’ha fatto, per nostra fortuna.

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