Red Dead Redemption II : perdere la cognizione del tempo, recensione lenta (PC)

red dead redemption 2 recensione lenta

È passato più di un anno dall’uscita di Red Dead Redemption II, ai tempi della release PS4 lasciai l’onore al collega Amerigo promettendomi di aggiornare questo articolo contenente un meme (ed una velata provocazione) con la mia personale recensione.

Dopo aver asciugato le lacrime davanti ai titoli di coda apro l’editor e inizio a riversare parole sul gioco più bello che io abbia mai giocato.

Prima di leggere l’articolo, se ve lo siete persi recuperate il mio approfondimento sulla fotografia in RDR2!

ATTENZIONE : ARTICOLO PIENO DI SPOILER!

 

Se volete sapere come si comporta su PC cliccate qui e saltate l’intera recensione.

Se volete continuare a leggere il mio punto di vista pigiate il tasto Play di spotify e partite con la colonna sonora ufficiale, vi accompagnerà per tutta la durata del mio approfondimento. (Consiglio, partite da Crash of Worlds o Cruel World, due pezzoni).

 

Un gioco lento, lentissimo, spossante. Ecco a voi RDR 2.

Abbiamo davanti un gioco prettamente “Macho“, da veri cowboy. Con questa premessa è difficile immaginare un omone come me, alto un metro e novanta versare lacrime a più riprese, oltretutto per un gioco sul vecchio west ! E invece ho pianto, ho pianto come un bambino a cui urlano in faccia che babbo natale non esiste.

Red Dead Redemption II è un titolo che ti prende, ti scuote, ti tira un ceffone in faccia e ti mostra lentamente la fine di un’epoca di pistoleri e l’arrivo della legge nella terra della libertà: l‘America.

Red Dead Redemption II cavalcata durante il tramonto
Una cavalcata al tramonto (per chi riconosce la scena, FEELZ.)

Siamo nel 1899, il gioco inizia nel luogo più impensabile dell’immaginario western: delle montagne innevate. Il nostro protagonista, Arthur Morgan, affronterà centinaia di peripezie insieme alla banda capitanata da Dutch Van Der Linde.

Il gioco parte lento, lentissimo. Questo aspetto è sottolineato sia nella narrazione che nel gameplay. Camminare sulla neve agli inizi sarà spossante, sentiremo il freddo entrare nelle ossa insieme ad un senso di impotenza nel girare sotto la bufera di neve, i movimenti saranno quasi al rallenti, capiremo poco del nostro viaggio e ci sentiremo spaesati.

La stessa sensazione ci accompagnerà nelle prime sei ore di gioco, avremo a che fare con il campo base della banda, un”luogo sicuro” che servirà per la parte gestionale dei rapporti interpersonali del nostro protagonista e quartier generale per missioni e intrecci narrativi. Girando la base saremo costretti ad una marcia al rallentatore che ci lascerà liberi di ascoltare le conversazioni dei nostri compagni, la vita bucolica tra animali e chiacchierate attorno ad un fuoco.

La stessa lentezza è applicata a tutti gli aspetti del gioco, come il gun system con il suo dead eye ( il rallentatore per eccellenza) e nelle lunghe cut scene permeate da dialoghi lenti e pienamente immersivi.

Red Dead Redemption II Braithwaite
Dannati bifolchi! Fine missione dei Braithwaite

Il primo punto di forza di questo gioco è quindi la lentezza, in essa troveremo la carica per i momenti di pathos e di azione, in essa troveremo la profondità dei dialoghi, in essa troveremo il piacere di perderci nel paesaggio, nella narrazione e nella cura del dettaglio delle piccole cose.

Viaggiare con il nostro cavallo, parlare con la banda, ammirare il paesaggio, uccidere i bastardi del ku klux klan, aiutare i nativi americani, fermarsi ancora ed ancora ad osservare la natura ultra realistica, selvaggia e sconfinata. Il piacere di perdersi e perdere ore ed ore nel bello.

Nella lentezza in fondo, riscopriremo un po’ noi stessi.

Una vallata di lacrime

Rockstar ha deciso di giocarla sporca sfidando i sentimenti dei duri e dei puri, la morale e l’etica in questo gioco la fanno da padrone e il nostro Avatar (anzi, i nostri DUE avatar) avranno da fare i conti con la coscienza per tutta la durata del gioco, essere dei e padroni del destino degli avventori.

Un deus ex machina fatto di piombo, pioggia e dolore.

Vi avevo avvertiti, ad un anno dall’uscita del gioco gli spoiler saranno all’ordine del giorno in questo articolo. Arthur Morgan morirà, il vero viaggio è scoprire come e perché.

Inizieremo da spietati assassini, uomini di campagna e tagliagole da quattro soldi, saremo guidati dal protagonista non giocante Dutch Van Der Linde che per la prima metà del gioco sarà luce e oscurità nella conduzione della banda, ci proporrà scelte opinabili e discutibili che metteranno a dura prova la nostra morale da giocatori.

RDR 2 il cervo
Il cervo che ci accompagnerà in tutti i loading screen, come metafora della libertà

Assalteremo diligenze, treni, uccideremo bande rivali, creeremo scompiglio tra fazioni opposte con il doppio gioco, ci metteremo contro la mafia italiana, l’esercito e l’intera investigazione federale. Saremo ricercati, sempre comunque e dovunque.

Nella “follia” di Dutch il nostro Arthur avrà tanto da lavorare, sia come membro della banda sia come fautore della propria coscienza, su ciò che è realmente giusto o sbagliato. Inizia qui la Redenzione di Arthur Morgan. Con un grande dilemma etico: è giusto quel che faccio?

L’evoluzione del personaggio lascia a bocca aperta, si troverà ad essere una delle poche voci fuori dal coro nella banda ma allo stesso tempo leader carismatico, girerà l’intero e sterminato open world creato da Rockstar per fare anche del bene, il gioco infatti oltre al filone narrativo principale intreccia con assoluta maestria una serie di quest secondarie che forgiano l’evoluzione del nostro Avatar in una scalata verticale virtuosa, alla ricerca di redenzione e un sincero e forte sentimento di Onore.

Arthur Morgan nelle paludi
Arthur Morgan nelle paludi, in un lungo side-questing riguardante l’integrazione raziale e l’integrazione nel fine 800

Arthur avrà da fare i conti con la propria coscienza nella riscossione dei crediti che darà il primo segnale durante la storia sulla questione morale, il deus ex machina poi ci accompagna per mano nelle vicissitudini riguardanti la tubercolosi, il nostro protagonista scoprirà di essere malato terminale e scosso da un moto di orgoglio troverà la forza di dare un senso alla sua vita.

Scoperta la malattia intravede in Dutch la follia del suo piano e seppur assecondandolo darà un chiaro segnale ai suoi compagni più fidati: salvate la pelle, stolti.

Dopo oltre 40 ore di storie di dolore il nostro Avatar arriverà alla fine del suo viaggio, in una sequenza di avvenimenti che ho giocato personalmente con il volto rigato dalle lacrime. Converranno tutti quelli che l’hanno giocato: la scena del “Thank you” al cavallo che ci ha accompagnati per tutto il viaggio è un colpo di fucile a pompa nel cuore.

Con un po’ di tremarella dalla rabbia ci si avvicina alla fine, i compagni scappano dai federali e Dutch è soggiogato e soggiogatore di Micah e i suoi scagnozzi. Quest’ultimo, Micah, è un  antagonista che non ha smesso mai di essere un uomo di merda (eh, scusate, l’ho detto)  e si farà odiare fino alla fine.

Probabilmente uno dei personaggi meglio creati nella storia dei videogiochi, uno dei pochi cattivi su cui non si può provare neanche un minimo di empatia. Proprio con lui ci sarà lo scontro finale che vedrà Arthur scegliere un bivio decisivo, la cupidigia o l’onore.

Personalmente, con un dolore straziante ho deciso l’onore salvando quello che sarà il protagonista dell’epilogo e regalando all’avatar un finale al tramonto che mi ha fatto sentire vuoto ed inerme per almeno un’ora.

Red Dead Redemption 2 morte di arthur
La morte di Arthur Morgan, uno dei momenti più forti della storia dei videogiochi.

La redenzione

Conclusa la storia di Arthur Morgan il gioco sarebbe potuto finire lì senza fare danno con un cliffhanger pazzesco (e recuperabile giocando il primo capitolo uscito nove anni fa), gli sceneggiatori invece hanno deciso che il gioco doveva essere una pietra miliare del mondo del gaming. Sbem.

John Marston. Sì, lui è il secondo protagonista, sicuramente meno carismatico del primo ma con tanto da raccontare, un figlio, una futura moglie, un futuro e una nuova vita davanti.

John Marston e Abigail
John Marston e Abigail in una delle poche scene realmente romantiche del gioco

Arthur avrà modo di lasciare a John la sua eredità, per i più veniali banalmente si tratta di equipaggiamento, per i più sentimentali e attenti al roleplay raccoglieremo il suo diario con tutti gli appunti e i disegni raccolti nella prima parte del gioco.

John al contrario di Arthur dopo mille vicissitudini si appresta a compiere un cammino morale totalmente differente, si ricomincia da Zero e con tanta lentezza.

L’unica cosa che sa fare è uccidere e rubare, per amore si troverà a ricominciare da capo come aiuto bracciante, chiederà un prestito in banca e comprerà una casa riconquistando sua moglie, il tutto con l’aiuto di Zio, Charles e Sadie, compagni della banda redenti a loro modo e ritrovati viaggiando per l’infinito mondo di gioco.

Il suo percorso di redenzione da bandito e mostro sarà incentrato nel ruolo chiave del figlio, passerà del tempo con lui e inizierà a conoscerlo meglio, capendo gli errori da padre e da uomo. Capirà che è capace di amare, che la vita va oltre il dolore e la perdita.

Andando avanti nel gioco Sadie Adler (ndrb: personaggio TOP) che da bandita è diventata cacciatrice di banditi convincerà John a prendere una strada retta e legale. La vita del cacciatore di taglie.

John che sposa Abigail in rdr 2
Il matrimonio nella scena finale negli ending credits

Grazie a quelli che facevano il suo lavoro e collaborando con la giustizia riesce a ripagare il debito servito per comprare il ranch fino al grande giorno: è stato avvistato Micah. Segue poi una scena degna delle Iene di Tarantino con uno stallo alla Messicana dove anche Dutch in qualche modo dimostra di aver fatto passi avanti con la questione morale.

Il bottino viene ritrovato, Micah è morto (fatto bene, infame), lieto fine, titoli di coda, si piange di nuovo.

Si piange essendo coscienti di aver fatto qualcosa di buono, si piange per la redenzione della memoria di Arthur e per la crescita di uno sbandato, John Martson, o Jim? Chissà.

Chapeau.

La tomba di Arthur Morgan visitata dalla sua amata
La tomba di Arthur Morgan visitata dalla sua amata

Parliamo di Tecnica e prestazioni su PC di RDR 2

Per chi mi legge sa quanto la tecnica e le prestazioni nel mio percorso da giocatore contino poco e nulla, d’altronde ho fondato questo sito con un gruppo di avventori scappati di casa e amanti del gioco di ruolo, per noi è più importante una buona storia che le specifiche tecniche di un gioco.

Ma hey, qui stiamo parlando di Rockstar Games, quelli di GTA V mica pizza e fichi.

Cavalcata rdr2 con i nativi americani
I nativi americani che lottano fianco a fianco con la banda di Dutch

Il gioco è ottimizzato male, per ora.
Ma parliamone: il porting è costato un anno di sviluppo e attualmente i ragazzi di Rockstar stanno applicando patch su patch al gioco, ad ogni aggiornamento i bug vengono fixati e nel giro di due settimane è già migliorato di tantissimo.

A differenza della PS4 e Xbox One si ha la possibilità di attivare l’HDR e il 4k, ci sono stati dei significativi miglioramenti al sistema volumetrico delle particelle ed effettivamente viaggia a FPS più alti.

Non ho la scheda video più potente sul mercato, utilizzo una GTX 1080 che mi garantisce comunque una risoluzione 4k con un mix di settaggi tra il medium e l’high, sacrificando un po’ la qualità delle texture, l’MSAA e il TAA riesco a giocare sui 45 fps senza troppe difficoltà anche nelle scene più concitate.

Per quanto riguarda il full HD non ho notato particolari differenze con la versione console, anzi, c’è ancora da lavorare un po’ sull’ottimizzazione sul 1080p, ad oggi infatti su PS4 Pro il gioco in risoluzione standard gira un pelino meglio.

Nella versione PC, vi consiglio di utilizzare le librerie Vulkan e non DX12, le seconde subiscono frequenti crash (sia sulla mia macchina che su pc di amici) mentre le Vulkan sembrano essere ottimizzate meglio (anche se perdono un po’ in framerate)

Il gioco comunque ha parecchi contenuti aggiuntivi su pc, come nuove missioni, nuovi collezionabili, 7 nuovi cavalli, nuove armi (4) e svariati accorgimenti in più, correggetemi poi se sbaglio, a differenza dalla versione console è sparita la mira assistita, che su un videogioco da mouse e tastiera è semplicemente la morte della sfida.

Bug ne abbiamo?

Beh, sì, niente di irreparabile ma confido nei fix delle prossime settimane. Ad esempio, se aprirete il menù mentre siete a cavallo esso impazzirà e inizierà a girare su se stesso, per fixarlo bisogna cambiare velocemente la telecamera.  Per il resto tanti bug minori, come png che impazziscono durante le cutscene e fanno “robe buffe” (come il cavallo che entra con la testa nel negozio).

 

PC Gamer: rdr 2 è da comprare su pc? SI.

È da comprare subito? Ora sì, è stato fixato il fixabile. Brava Rockstar.

 

AGGIORNAMENTO 23/11/2019

Dopo una ricca patch di svariati GB Rockstar games ha risolto i bug precedenti, migliorato la stabilità delle api vulkan e dx 12 e tecnicamente il gioco ora è… quasi perfetto. Non ho riscontrato bug di sorta e il titolo ora è più scorrevole senza drop di frame, pienamente compatibile al mio processore e alla mia scheda video.

Giocate sereni ora, il titolo sembra meno “un porting” ora.

Conclusione

Il gioco è perfetto, punto.

E per concludere mi ero ripromesso di modificare il mio vecchio articolo “provocatorio” con una recensione scritta a tempo debito, in precedenza c’era solo il meme qui sotto creato da me in modo ironico.

Per stemperare la vallata di lacrime lo lascerò qui, perché sì, in fondo mi fa ancora ridere. D’altronde, anche se un meme racchiude appieno il mood con cui giocare questo capolavoro.

 

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La recensione è presente anche su OpenCritic