Recensione: Hidden Agenda

Chi l’ha detto che un gioco pensato specificatamente per il multiplayer (per quanto locale) non possa essere anche fortemente collegato ad una storia? Se qualcuno sostiene questa teoria, evidentemente non lavora a Supermassive Games, che con Hidden Agenda ha realizzato quello che si potrebbe definire un party game story driven.

Vero, sembra una contraddizione, ma fidatevi che dietro questo titolo esclusiva PlayStation 4 c’è non solo del ragionato, ma anche un ché di geniale, soprattutto per quanto riguarda i controlli.

Dimenticatevi i controller e tirate fuori il vostro smartphone, scaricate l’applicazione specifica per il titolo dotato di supporto PlayLink a cui state per giocare dal Play Store o iTunes e sincronizzatevi con i vostri amici e con la console. Non serve nient’altro, nemmeno per i menù principali. Il controller lo userete solo per accendere e spegnere la console, o per saltare i titoli di coda, anche il comando di pausa si trova sull’interfaccia minimal ma leggibilissima dell’applicazione. Con lo stesso sistema potrete giocare in compagnia anche Sapere è Potere e Singstar Celebration, tramite le applicazioni apposite.

Oltre che per l’input di gioco, l’applicazione vi permette di leggere le biografie dei personaggi, rivedere gli appunti e tenere sotto controllo l’effetto farfalla già visto in Until Dawn, chiamato qui Ripple Effect, e così avere un’idea delle scelte che avete fatto nel corso del gameplay. Tutto nel palmo della vostra mano, in assoluta comodità, e senza doversi rovinare la vista perchè le scritte a schermo sono troppo piccole. Non è il caso di Hidden Agenda, ma di recente si sono visti diversi titoli con questo piccolo difetto.

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Le decisioni andranno prese per maggioranza quando si gioca in gruppo

A metà tra una partita a Cluedo ed un film thriller dalle tinte noir, Hidden Agenda però non è solo un gioco di società a schermo, può essere infatti portato a termine per conto proprio. Oltre alla modalità storia cooperativa avremo anche una modalità multiplayer competitiva, che non aggiunge granché al piatto, ma è comunque un contorno gustoso.

Un successore spirituale di Until Dawn

Meno incentrato sul paranormale rispetto allo scorso titolo sviluppato da Supermassive Games, Hidden Agenda è scritto dallo stesso duo, Larry Fessenden e Graham Reznik, e si sviluppa più o meno alla stessa maniera. A turno prenderemo il controllo di due personaggi, la Detective Becky Marnie – interpretata dall’attrice Katie Cassidy, già nota per interpretare Laurel Lance nella serie TV Arrow – ed il procuratore distrettuale Felicity Graves, che dovranno apporre la parola fine ad una cruenta storia che grava su di loro da cinque anni. In seguito ad una serie di omicidi da parte di un serial killer viene arrestata una persona che a poche ore dall’esecuzione della pena capitale sostiene di non essere lui il killer ma di essersi preso la colpa in uno strano gioco atto a permettere al vero omicida di starsene calmo per qualche tempo per poi tornare a colpire indisturbato.

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Becky Marnie, la detective che impersoneremo per la maggior parte del gioco

Dovremo quindi verificare che le sue affermazioni siano quanto meno plausibili e, trovando indizi, prove e controllando eventuali circostanze strane negli avvenimenti passati e presenti, catturare il vero killer. Ma non avremo sicuramente vita facile, perché il killer ce la metterà tutta per ostacolarci. Come in Until Dawn, saremo portati a fare delle scelte, alcune avranno un peso relativo sulla storia, altre invece segneranno indelebilmente il nostro percorso. In modalità multiplayer alcune scelte andranno fatte da una sola persona, votata da tutti i partecipanti alla partita tramite applicazione (il voto è segreto) in base a chi, secondo il gruppo, possiede una determinata caratteristica caratteriale. Se giocherete in modalità competitiva, uno o più giocatori riceveranno un compito segreto, atto a farli remare contro al gruppo.

Per quanto abbastanza lineare e non rivoluzionaria, la trama di Hidden Agenda si fa giocare senza troppi problemi. Sappiate però che se siete assidui lettori di romanzi gialli o vi piacciono i film dello stesso genere potreste arrivare all’assassino relativamente in fretta, prima che ci arrivi Becky, un po’ com’è successo a noi.

Supermassive Games non si smentisce

Con l’esperienza maturata durante il lavoro su Until Dawn, la casa di sviluppo inglese ormai padroneggia l’Unreal Engine 4 come se fosse un giocattolino per bambini. Nulla da dire sul comparto grafico, che in giochi come questi deve essere di alto livello per non rovinare l’esperienza, anche se avremmo da questionare un tantino su certe animazioni facciali. Ottimo il sonoro, con suoni e musiche ben mixati tra di loro e voci ben registrate e soprattutto azzeccate per il personaggio a cui sono state assegnate, sia per quanto riguarda l’audio originale che quello italiano, su cui è stato fatto un ottimo lavoro sia di adattamento dei dialoghi che di doppiaggio in sé.

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Marnie e Felicity Graves in una scena

Per quanto riguarda i comandi, c’è da dire che una volta che si è passato il tutorial l’utilizzo dello smartphone come controller viene più o meno naturale. Sebbene si possa riscontrare un leggero lag nell’input quando si gioca in compagnia, soprattutto nelle fasi investigative dove bisognerà trovare oggetti sparsi in una stanza, essa non inficia minimamente la resa finale del gioco e il feeling che il giocatore può avere con il titolo. Se per esempio avete amici a cui piacerebbe provare Hidden Agenda ma non hanno dimestichezza con i controller potrete rassicurarli: se sanno usare uno smartphone, allora possono tranquillamente giocare. Basterà che diate loro accesso al wi-fi di casa e anche chi non gioca mai potrà divertirsi assieme a voi. E se invece siete degli incalliti giocatori il cui controller è ormai un’estensione diretta del vostro braccio, non temete: non sentirete la mancanza del pad nelle vostre mani. Assicuratevi solo di avere uno smartphone Android o iOS, perchè non esiste l’applicazione per Windows Phone.

Hidden Agenda è un ottimo titolo, sia preso e giocato nell’intimità del single player che nel potenziale caos che può scatenarsi da un mega partitone in multiplayer. Potrà anche avere una trama un po’ lineare, ma mettetevi anche nei panni di chi questo gioco lo ha scritto: già scrivere un thriller non è semplice, farlo a finali multipli lo è ancora di più, interattivo poi? Supermassive Games ha però creato una piccola perla con Hidden Agenda, e se contate che costa giusto venti euro ed ha un potenziale di rigiocabilità non indifferente, ne vale veramente la pena, per passare un paio d’ore in compagnia con qualche amico.