Kona – Recensione

Articolo a cura di Samuele Zaboi

Si dice che nella neve ci sia qualcosa di magico, capace di trasportare le nostre emozioni e i nostri sentimenti altrove, in un mondo differente, a tratti onirico e sovrannaturale. Certo, se poi in questo mondo sono presenti cadaveri e misteri, chiaramente la situazione cambia, diventando più complessa e intrigata.
Tra un clima a dir poco rigido e ostile, istinto di sopravvivenza e una popolazione sparita praticamente nel nulla, ci ritroveremo nei panni di Carl, investigatore privato che si sarà suo malgrado coinvolto in un enigma i cui pezzi del puzzle saranno sepolti sotto un gelido strato di neve.
Benvenuti in Canada. Benvenuti nello sperduto villaggio di Atamipek. Benvenuti a Kona.


Sotto il ghiaccio, sotto la neve

Tutto ha inizio in un’apparente normale giornata autunnale, dove Carl è diretto, a bordo del suo pick-up, nel villaggio di Atamipek. Chiamato dal signor Hamilton, ricco abitante della zona, per indagare su alcuni atti di vandalismo, causati forse dalla decisione dello stesso Hamilton di comprare le miniere della zona, Carl verrà coinvolto, durante le prime sequenze di gioco, in un incidente d’auto.
Ecco, qui parte il motore di Kona: l’inizio di una serie di misteri la cui soluzione starà alle capacità investigative del giocatore. Il primo di questi è il risveglio di Carl: da un tiepido autunno saremo catapultati in un gelido inverno con neve e neve sotto i nostri piedi mentre fiocchi continuano a cadere, incessanti. Kona, titolo sviluppato dallo studio Parabole, è di fatto un thriller investigativo che si snoda attraverso interessanti misteri e semplici meccaniche, senza mai però risultare eccessivamente noioso e “piatto”. Il gameplay e l’intera struttura del gioco sono stati studiati per risultare immersivi e coinvolgenti e per dare quel senso di libertà e di immedesimazione spesso ricercati in prodotti di questo tipo.
Una visuale in prima persona vi porterà a interagire con l’ambiente circostante, il piccolo villaggio di Atamipek che, improvvisamente, vedrà la sua popolazione sparire quasi d’incanto. Non mancano elementi di crafting e di sopravvivenza anche se questi sono ridotti all’essenziale per non rendere troppo complessa e fuorviante l’esperienza di gioco. Nel corso dell’avventura la salute di Carl sarà gestita da tre elementi: salute, calore e stress. Queste sono facilmente gestibili: dolore provocato da ferite, freddo e gelo o situazioni dove è richiesta una grande calma. Il mondo di Kona è ricco di materiali che vi permetteranno di tenere abilmente sotto controllo queste tre statistiche, senza distrarvi troppo dal vero scopo del gioco: risolvere l’enigma che si annida nel gelido Quebec degli anni ’70.
Allo stesso modo per il crafting vi basterà semplicemente essere in possesso delle componenti necessarie per realizzare ciò che vi serve oppure per accendere un semplice fuoco, punto di ristoro e di salvataggio della vostra avventura.

Pezzo dopo pezzo

Per poter giungere alla soluzione di Kona i ragazzi di Parabole hanno lasciato al giocatore assoluta libertà: potrete scegliere il percorso che volete, visitare prima i luoghi che desiderate, indagare prima i misteri che più vi piacciono. Tutto vi porterà però a capire cosa ha colpito il freddo Canada, a partire dall’omicidio del signor Hamilton, trovato senza vita da Carl nel luogo del loro appuntamento, l’emporio di Atamipek. Qui partiranno le indagini, tramite le quali dovete fare attenzione e analizzare tutti gli ambienti attorno a voi perché anche il più piccolo dettaglio può risultare importante nel gioco, prima o poi.
La risoluzione degli enigmi che si incontreranno durante l’indagine non richiederà eccessivo sforzo o impegno ma il giusto spirito di osservazione. Nonostante questo non mancheranno momenti di suspance, capaci comunque di creare quella giusta atmosfera degna di un thriller. Definire Kona un horror non è corretto anche per il taglio che gli stessi sviluppatori hanno voluto dare alla loro creatura: non sono presenti jump scare o attimi di vera e propria paura ma una costante tensione che taglia in due l’aria gelida del gioco.
Se dal punto vi vista contenutistico e di gameplay il lavoro è senza dubbio apprezzabile, non mancano alcuni difetti per questo thriller. Il passaggio da una zona all’altra della mappa è caratterizzata da fasi di caricamento dove il gioco si bloccherà anche per qualche secondo: un fastidio non da poco anche se patch correttive potranno ovviare a questo difetto. Il livello grafico non è paragonabile certamente con i titoli tripla A, come per esempio la risoluzione poligonale degli alberi o di altri elementi di contorno, ma non per questo il risultato complessivo viene sminuito in maniera irrimediabile.
Resta un peccato l’aver toccato solo trasversalmente alcuni argomenti, lasciamo a voi scoprire quali essi siano, che hanno caratterizzato queste zone. L’approfondire maggiormente questi temi avrebbe dato sicuramente uno spessore diverso a Kona che resta però un titolo assolutamente gradevole.
Merita invece una menzione particolare la colonna sonora del gioco, realizzata appositamente per Kona. Perfetta e coinvolgente, ci ha ricordato a tratti quanto visto con Life is Strange, facendo diventare diventare le musiche di Kona una delle più belle ascoltate negli ultimi tempi.
Per la cronaca, gli autori della colonna sonora sono i CuréLabel, gruppo del Quebec. Ascoltateli.

Commenti finali

Kona è un vero thriller. Lasciate per un secondo da parte le grafiche altisonanti e concentratevi invece sulla atmosfere, le sensazioni, i brividi e la tensione che può creare un paesaggio innevato come quello del Canada del 1970. Aggiungete a questo cocktail una serie di misteri e casi irrisolti e avrete l’insieme perfetto. Certo, non mancano difetti di carattere tecnico ma nonostante questo ci sentiamo di consigliarvi l’acquisto di Kona, sia che siate amanti del genere sia che vogliate cimentarvi in qualcosa di nuovo e mai provato prima anche grazie al costo ridotto.