The Amazing Spider Man 2 – Recensione

Recensione di Claudio Consoli

Realizzare un Tie-in non dev’essere cosa semplice. Trasformare un film in videogioco non può passare unicamente dal far replicare al giocatore quanto apprezzato (o meno) su schermo. Serve qualcosa in più, che dia modo di approfondire sulla storia, affrontare nemici non presenti nella pellicola ma che ben si incastrino con la trama, far sentire al giocatore di avere il potenziale di personaggi amati, nelle proprie mani. Insomma, c’è da lavorarci non poco se si vuole tirarne fuori un prodotto di qualità. La sensazione è che, spesso, i Tie-in si riducano invece a semplice forma di marketing: vendite facili grazie all’impatto emozionale verso personaggi già apprezzati sui fumetti, oppure nei confronti del film che si sta per andare a vedere o che si è appena visto.

Si riparte dal primo capitolo, il film è un’ispirazione
The Amazing Spider-Man 2 è l’ultimo videogame dedicato all’Uomo Ragno, uscito nel contesto del lancio dell’omonima pellicola cinematografica. Nonostante l’ispirazione, il titolo sviluppato da Beenox e pubblicato da Activision, si rifà al film solo per il titolo e per pochi elementi come il costume principale dell’eroe, non replicandone pedissequamente i contenuti. A partire dall’aspetto fisico del personaggio smascherato, che non riporta le fattezze di Andrew Garfield, protagonista del blockbuster, sino ai personaggi secondari anch’essi differenti dal film, la grande maggioranza degli elementi si presenta come originale. Originale se non si considera il predecessore , del quale questo nuovo capitolo sembra, a tratti, più un’espansione che un seguito.

Il ritorno dell’amichevole Spider-man di quartiere sa di già visto
Le abilità dell’Uomo Ragno sono state ricreate, nel bene o male, con modalità già viste nel predecessore o ispirate ad altre produzioni. Oltre al canonico uso della ragnatela per fare swing tra i palazzi, che prevede due differenti tasti dorsali per lanciare ragnatele con il braccio sinistro o con il destro, vi sono alcune possibilità avanzate come quella di sfruttare la tensione di tre tele agganciate contemporaneamente, per catapultarsi sulla distanza. Non manca la fondamentale capacità di scalare e correre su pareti e soffitti, arrivando ad appendersi a testa in giù per effettuare attacchi a sorpresa o sbeffeggiare i nemici, mentre un lancio rapido di tela consente spostamenti frontali veloci, dimostrandosi utile per raggiungere rapidamente appigli posti al centro dello schermo. Un’ultima,  specifica funzione, consente di osservare lo scenario attraverso gli occhi del protagonista, valutando gli eventuali punti d’atterraggio grazie a delle sagome che appaiono sulle differenti superfici inquadrate, per poi confermare il preciso balzo. Una tecnica che ricorda molto da vicino il lancio di rampino di Batman in produzioni concorrenti. Si tratta di funzioni divertenti ma che necessitano di qualche minuto di pratica, pena goffe cadute o rallentamenti negli spostamenti.
Le ispirazioni dal Cavaliere Oscuro, non si limitano a quanto descritto. Sul versante combattimento, infatti, il riferimento al sistema “Freeflow” utilizzato nella serie Batman: Arkham è evidente. Mentre realizziamo combo semplicemente pestando su un unico tasto, il senso di ragno ci avvisa di eventuali attacchi in arrivo, dando modo di schivarli per poi contrattaccare con altre serie di pugni, calci e mosse finali. Il tutto intervallato dall’uso della ragnatela per colpire o intrappolare i nemici. In realtà, se si è apprezzato il sistema in altre produzioni che lo implementavano, non si dovrebbe restare poi molto delusi da questa ulteriore occasione di riprovarlo, anche se a penalizzarne il divertimento offerto, c’è una scialba offerta di attacchi diversi e tecniche speciali, la mancata presenza di combo un minimo elaborate, e l’elevata frequenza con la quale si è costretti a combattere. Elementi che nel lungo corso portano ad annoiarsi proprio nelle fasi che dovrebbero essere più divertenti e concitate.
Risolleva un minimo dalla piattezza, l’idea di far recuperare al protagonista qualche gadget tecnologico dagli avversari, possibilità che espande leggermente la scelta di tecniche offensive, offrendo a  Spidey nuove abilità non strettamente correlate ai suoi poteri più iconici. Una scelta soggettivamente apprezzabile o meno. Considerando le tante possibilità che l’utilizzo di ragnatele potrebbe offrire su hardware di nuova generazione e che non sono state minimamente esplorate, forse si poteva lavorare su un uso più dinamico della tela in fase di combattimento, prima di pensare a elementi secondari.


Da grandi licenze… derivano (talvolta) giochi approssimativi
The Amazing Spider-Man 2 difetta colpevolmente sul versante tecnico. E’ vero, le primissime scene lasciano a bocca aperta: il costume dell’amichevole Spidey è realizzato con dovizia dei particolari, ottima modellazione e textures molto credibili. Si guarda verso il basso e ci si lancia verso le strade di Manhattan ad alta velocità apprezzando il colpo d’occhio, ma quando si atterra e ci si guarda intorno, c’è solo desolazione. La popolatissima area newyorkese, in-game, mostra un pugno di passanti con poligoni risicati per ogni via, qualche macchina e poco altro. Grazie a voci, in italiano, alcuni inespressivi pedoni invocano di tanto in tanto il nome di Spider-Man, complimentandosi con lui, ma poco altro regala la sensazione di non trovarsi in un’isola semi deserta. La stessa, scarsa cura sui modelli 3D è riposta sia ai nemici ordinari, che si sconfiggono in quantità per tutta la serie di missioni ripetitive offerte, e ai Boss. Sebbene questi possano vantare un minimo di dettagli in più, la loro intelligenza artificiale non ne fa avversari interessanti, facendogli ripetere le stesse azioni finché non li si sconfigge, senza variazioni di tattiche abbastanza interessanti da alimentare il divertimento della sfida.

Conclusioni
Il buon Zio Ben diceva che “da un grande potere derivano grandi responsabilità”, e avere per le mani la licenza per lo sviluppo di un gioco su un personaggio iconico come Spider-Man, deve esserlo senza dubbio. Per definizione, alle responsabilità c’è il rischio di venire meno, di non esservi all’altezza, e nello sviluppo di questo The Amazing Spider-Man 2, più di un elemento dev’essere andato storto. Non si tratta di un gioco pessimo in assoluto, ma qualcosa che probabilmente piacerà solo ai fan dell’Uomo Ragno più indulgenti.