Dragon Age Origins: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

“Attenzione amici, vi voglio tutti vicini: non sappiamo cosa aspettarci da queste grotte.”
Mi affaccio sulla porta del buio con il cuore in gola. Sono tesissimo e stringo ancora più forte del normale l’elsa della spada. Alle mie spalle, i compagni di avventura si preparano alla battaglia. Non sappiamo cosa troveremo dentro queste oscure caverne ma possiamo solo immaginare la faccia che ha assunto il male. Accendo la torcia per illuminare il nostro cammino ma il buio eterno di questi luoghi è una bestia dura da uccidere e la piccola fiamma non riesce bene a contrastarlo. Rumori, qualcosa si muove intorno a noi ma è ben celato ai nostri occhi. I compagni impugnano le armi e preparano le formule magiche, li sentiamo…sono intorno a noi. Qualcosa di ignoto emette un grugnito nell’oscurità e tutto intorno a noi sembra che il tempo si sia fermato: magia? Forse. Il male di questi luoghi ci divora lentamente ma possiamo, anzi, dobbiamo vincerlo per riunirci alle nostre famiglie e, soprattutto, per diventare leggenda.

ATMOSFERA MAGICA
Se il piccolo prologo da me descritto in pochi secondi vi ha fatto venire la pelle d’oca, sappiate che è la stessa sensazione che avrete mettendo le mani sulla nuova epica fatica di casa Bioware: Dragon Age Origins. Ormai, la casa che ha dato i natali a giochi del calibro di Baldur’s Gate, Neverwinter Nights, Star Wars Knights of the Old Republic e ovviamente Mass Effects (in arrivo il secondo episodio), ha avuto una fama a livello mondiale non indifferente grazie alle sue produzioni: proprio per questo, erano davvero alte le attese per questo nuovo GDR made Bioware. Dragon Age Origins è una grande perla, un GDR nudo e crudo che farà la gioia di tutti quegli utenti che cercavano da tempo un titolo capace di appassionare ma anche di non stancare dopo le prime battute di svolgimento. A favore del gioco si aggiunge un comparto tecnico di grande qualità scenica e visiva che, oltre ai filmati in computer graphica 3D, mescola delle scene dirette e animate direttamente con il motore del gioco.

LA STORIA
Origins prende il via dopo la bellezza di quattrocento anni dalla nascita di un gruppo di guerrieri chiamati “i Custodi Grigi”. Questi avevano il compito di combattere e uccidere qualsiasi forma di male potesse imbrattare la terra. La loro guerra santa si era conclusa abbastanza bene, con il male ridotto a minimi storici e una pace da tempo ricercata. Purtroppo, come spesso succede, le forze oscure attendono nuovi frutti e la brutalità si nasconde anche negli animi più puri. Rinasce cosi il male, oscuro signore da combattere ancora una volta. L’inizio stesso del gioco ci vede scegliere un dei sei personaggi riferenti allo stesso titolo del gioco – sottolineando le origini che ogni giocatore può intraprendere con le varie classi da scegliere: Nani (due), Elfi (due), Umano e ovviamente Mago. Dragon Age Origins è un prodotto profondamente maturo e lo dimostra anche nei suoi contenuti, non aspettatevi la solita storia trita e ritrita perché gli sceneggiatori della Bioware hanno davvero fatto un lavoro più che eccellente sulla sceneggiatura generale e, benché il tema sia sempre quello dello sconrto fra forze del bene e del male, gli sviluppi potranno essere felici ma anche eternamente drammatici. Onore, vendetta, dramma, casualità, amore, sono tutte salse che potranno corrompersi o amalgamarsi nel corso dell’azione e delle scelte che il giocatore potrà compiere con il suo e con i personaggi a seguito. Le stesse origini dei giocatori saranno un colpo di scena per molti, d’altra parte qui si parla più di un gioco oscuro che non di una novella fantasy.

GAMEPLAY
Iniziamo a fare le persone serie e parliamo della base del gioco, il suo gameplay.
Il titolo Bioware può vantare una bella somma di ore di gioco che difficilmente verranno meno dopo la quindicina (si parla di qualcosa come 80 ore) se proprio si pensa di affrontare non solo la trama principale ma anche tutte le sotto quest presenti. Alla partenza nella scelta del giocatore potremo impostare la scelta della classe del personaggio che si andrà a comporre come guerriero o ladro ma anche mago – piccola nota, se invece sceglieremo di giocare come Nano, dovremo rinunciare alla parte magica, assolutamente negata a questa classe. Successivamente dovremo procedere con la personalizzazione delle solite peculiarità di base come forza, destrezza, magia etc, per poi proseguire con le specialità fine a se stesse come maniscalco, creatore di armi, erborista e via di questo passo. Abbiamo anche la sezione dedicata alle scuole di appartenenza e qui si andrà a leggere con molta attenzione ogni informazione che potremo apprendere di modo da scegliere alla perfezione la nostra natura. Attenzione maggiore è stata riposta in questo sistema che è alla base delle scelte ma anche del materiale con cui potremo entrare in contatto nel corso del gioco.

Chiudendo questo capitolo, inizieremo a vagare per le terre selvagge e inizieremo a comprendere meglio le meccaniche di un gioco che, lo dico subito, non è assolutamente semplice da affrontare. Taglio qui la testa al toro per quelle persone che pensavano di ritrovarsi con un altro giochino di ruolo da uccidi tutto quello che si muove a schermo, non siamo nel tema dell’hack’s slash e questo non è un ennesimo clone di Diablo. Origins è complicato da gestire e da giocare proprio perché la sua natura si affaccia prepotentemente sull’GDR puro. Detto questo, come spesso avevo consigliato in altri giochi per PC, qui è bene iniziare invece con un livello di difficoltà moderato (normale) per, successivamente, andare su un livello maggiore di esperienza.

Altra cura è stata data al party, quattro saranno i personaggi con cui potremo affrontare le varie quest e devo dire che si vede pienamente anche una grossa voglia di massimizzare il legame del gruppo. Scontro dopo scontro o scelta dopo scelta (drammatica o meno), gli umori del party varieranno a seconda del nostro carisma, delle nostre emozioni o delle nostre azioni. Fra l’altro, elemento di grande rilievo è la totale autonomia che potremo fare dei personaggi a seguito: mi spiego meglio. Principalmente le loro azioni potranno essere gestite dall’intelligenza artificiale ma è bene, soprattutto negli scontri, scegliere personalmente che tipo di tattica, arma o magia fargli utilizzare. Ancora e come accennavo prima potremo disporre pienamente del loro corpo come meglio ci viene in mente: se serve ai fini di una missione potremo addirittura lasciarlo morire, ucciderlo noi stessi o cacciarlo dal gruppo quando non ne avremo più bisogno. Questo però comporta degli umori davvero ben gestiti sul resto del party e delle domande che ci verranno poste magari dagli stessi compagni sul perché abbiamo affrontato quella determinata scelta. In ultimo, sempre per quanto riguarda la “compagnia”, incredibile le vie che potrebbero sbloccarsi con le nostre scelte – si possono aprire porte dedicate all’amore fra due personaggi ben distinti ma anche alla gelosia o all’antagonismo fra vari compagni. Insomma, avrete ben capito che Origins è davvero ben programmato e studiato in ogni frangente.

Sempre per quanto riguarda il gameplay, porto alla luce la possibilità di freddare in qualsiasi momento l’azione di gioco di modo da impartire comandi ben precisi ai compagni di avventura. Ripeto che se non studiato con attenzione, anche affrontare un orso bruno, può portare alla morte di uno o più personaggi e che combattere con l’arma tratta non è sempre la tattica migliore.

MAGIA VISIVA
Come scritto a inizio articolo, Dragon Age Origins si attesta su ottimi livelli anche per quanto riguarda il motore grafico chiamato Eclipse Engine ma attenzione, non è tutto oro quel che luccica. Di base tutto quello che ci circonda risulta davvero ben modellato, cosi come tutti i personaggi principali risultano ben caratterizzati e animati. Anche i filmati realizzati con lo stesso motore del gioco sono ottimi, per non parlare di quelli in computer grafica: non siamo sui livelli visivi della Blizzard ma poco ci manca e sarebbe davvero bello avere per le mani un film cosi realizzato. L’ambientazione dark generale gioca poi un ruolo assolutamente importante sia per quanto riguarda il design che le texture scelte – da notare la grande cura, soprattutto per le armature, dei dettagli dove si può ben vedere ogni borchia, bottone o rifinitura. Altro ancora, sempre per i dettagli, assolutamente pazzesco il livello degli elementi di contorno che potremo trovare non solo nelle ambientazioni esterne ma anche e soprattutto in quelle interne. Cos’è allora che non mi ha pienamente colpito? In primis non tutti i personaggi del gioco sono realizzati come si deve, capisco che la cura del dettaglio non può essere perfetta ma vedere un personaggio modellato davvero bene con tantissimi poligoni del dettaglio e poi parlare con una donna con le braccia a punta, mi sembra controproducente. Uguale per le texture, la bontà del prodotto è innegabile ma a volte si incontrano personaggi davvero poveri e mal disegnati.
Tutt’altro discorso per quanto riguarda il frame rate generale che sulle nostre due macchine prova (un dual core e quad core, 2 e 4GB di ram e scheda video da 512 e 1GB), si è comportato davvero molto bene con tutti i dettagli al massimo (risoluzione di 1680×1024) del anti-aliasing e del v-sync attivati per non parlare delle texture in alta risoluzione. Scendendo con i dettagli e magari togliendo ombre e anti-aliasing il gioco resta pienamente godibile a livello grafico come di gameplay. Personalmente non ho notato scatti in alcuna situazione e anche nei combattimenti più serrati si mantiene una buona visione della battaglia, senza pasticci visivi o incertezze del motore.

MAGIA UDITIVA
Chiudo la recensione nel sottolineare che anche l’impianto audio è davvero eccezionale e regala delle perle musicali degne del film de Il Signore degli Anelli. Non solo emozionanti o cupe, in alcune sequenze i Bioware son riusciti a immergere le atmosfere di una musica davvero magica – fra l’altro tutte le sequenze sono orchestrate magistralmente. Non posso, di seguito, non citare anche la grande cura nel dettaglio del sonoro ambientale dove si percepiscono una miriade pazzesca di rumori. Con un impianto 5.1 e con un buon settaggio base della scheda sonora, potremo sentirne davvero di tutti i colori: rumori di animali, passi, gli uccelli, i ruscelli, le bestie selvatiche, l’eco all’interno di grotte o dungeon e via di questo passo

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