Disney punta tutto sui videogiochi ed è pronta a lavarsi i panni in casa

cenerentola che lava i panni in casa e anche una playstation 5

Sono in corso discussioni nel board dell’azienda di Topolino per decidere se e come abbracciare totalmente l’industria dei videogiochi.

Dopo il totale abbandono dello sviluppo videoludico deciso nel 2016, Disney non ha più voluto saperne di sviluppare videogiochi internamente, limitandosi a cedere licenze a studi esterni. Forte dei marchi Marvel, Indiana Jones e Star Wars, oltre che dei suoi personaggi originali, Disney ha dato vita negli anni ad un impero videoludico per procura, affidando lo sviluppo di titoli AAA e AA a studi piccoli e grandi, generalmente con grande successo. Ora però le cose starebbero per cambiare, e si rincorrono voci che vogliono la casa madre di Topolino in procinto di cambiare nuovamente la propria strategia produttiva in ambito gaming. Cosa sta succedendo?

Sviluppare videogiochi? Giammai!

Chi si ricorda questo celebre logo?
Chi si ricorda questo celebre logo?

Qualunque videogiocatore cresciuto negli anni ’90 o primi ’00 si ricorderà il marchio Disney Interactive, associato a vari titoli del periodo come Tarzan Hercules per PlayStation, o primi episodi della saga di Kingdom Hearts. Si trattava nientemeno che della divisione videoludica interna a Disney, responsabile tanto del publishing quanto dello sviluppo in house di moltissimi videogiochi, soprattutto tie-in dei propri film di animazione. Questa strategia si è però interrotta, come detto, nel 2016, anno della dismissione dello studio interno Avalanche – e dell’intera Disney Interactive – in conseguenza delle deludenti performance totalizzate dal progetto Disney Infinity, una serie di giochi d’azione sandbox che la compagnia non è mai riuscita a far fruttare a dovere. Da lì in poi l’azienda ha smesso di occuparsi di sviluppo e distribuzione di videogiochi in prima persona, limitandosi a cedere licenze a studi esterni, soprattutto grandi compagnie videoludiche; pensiamo ad esempio a tutti i titoli ispirati agli eroi Marvel sviluppati da studi di proprietà di Embracer Group (cedutigli da Square Enix).

A settembre 2022 si verificò un primo segnale di ritorno di interesse di Disney verso l’ambito gaming, con la trasmissione del primo Disney & Marvel Games Showcase, che anticipava le produzioni videoludiche targate Marvel degli anni a venire.

Questo, unito alla riesumazione del marchio LucasArts sotto il nuovo brand LucasFilm Games, cui fu assegnato il ruolo di licenziataria per qualsiasi prodotto videoludico a tema Star Wars, indicò senza dubbio la volontà dell’azienda di rimettersi in carreggiata per non perdere un treno dalle potenzialità smisurate. Ora però sono iniziate a circolare voci insistenti rispetto ad una possibile strategia ancor più incisiva da parte di Disney, che sarebbe pronta a gettarsi a capofitto nel settore gaming facendo valere tutta la sua potenza mediatica ed economica.

Ripensandoci…

Bob Iger starebbe valutando una mossa clamorosa da parte di Disney in ambito gaming
Bob Iger starebbe valutando una mossa clamorosa da parte di Disney in ambito gaming

Nelle ultime settimane si sta facendo largo una voce di corridoio secondo cui la compagnia di Topolino starebbe valutando un cambio di strategia, con un possibile ritorno allo sviluppo interno di videogiochi. Ciò potrebbe avvenire con l’istituzione di una nuova divisione di sviluppo creata ad hoc, che tuttavia avrebbe costi non indifferenti e richiederebbe un lungo lavoro di ricerca di personale al fine di garantirsi il know-how necessario a dar vita a prodotti di qualità che possano rendere giustizia ad un marchio così importante dell’intrattenimento mondiale.

Ma le voci più insistenti parlano invece di un’acquisizione in blocco di un grande gruppo già esistente: un report di Bloomberg in particolare considera plausibile l’acquisizione di EA! Questa opzione sarebbe sul tavolo del board di amministrazione della società, con alcuni dirigenti che starebbero cercando di spingere il CEO Bob Iger (dimessosi nel 2021 ma ripresentatosi in carica dopo appena 11 mesi) a valutare attentamente la questione. Del resto ultimamente Disney ha perso lo smalto per quanto riguarda il botteghino cinematografico, con i proventi dei nuovi film in sala che diminuiscono sempre più. Il calo di popolarità e incassi degli ultimi film starebbe inducendo l’amministrazione della società a valutare varie opzioni, sia di dismissione di alcuni ambiti di business, sia di acquisizione di altri più promettenti:

Sono giunte un paio di offerte per gli asset televisivi di Disney – Byron Allen ha inviato a Iger un”offerta di 10 miliardi di dollari per la rete ABC e altri canali, mentre Nexstar Media Group sarebbe entrata in trattative per quanto riguarda i network di news – ma nessuno dei due sembra vicino a concretizzarsi. ESPN [media company di proprietà di Disney specializzata nel settore sportivo, ndr] ha siglato un accordo riguardante le scommesse sportive con il gestore di casinò Penn Entertainment, che pagherà a Disney 1,5 miliardi di dollari nell’arco di un decennio. (…)
I vice di Iger lo stanno spingendo a considerare una trasformazione della compagnia da semplice licenziataria di giochi a gigante delle produzioni videoludiche, ad esempio tramite l’acquisizione di Electronic Arts. Ma per il momento egli non si è impegnato chiaramente, come per ogni altra ipotesi. – Thomas Buckley, Has Bob Iger Lost the Magic? – 10 ottobre 2023

Probabilmente Disney ci guadagnerebbe ad entrare in prima persona nel settore del gaming, che di gran lunga offre possibilità di guadagno maggiori rispetto a qualsiasi altro ambito dell’intrattenimento digitale odierno. Inoltre per la compagnia acquisire in blocco una major come EA non sarebbe certo un problema, tanto più che di sicuro non correrebbe rischi con l’antitrust essendo ormai totalmente sprovvista di studi interni. La collaborazione con EA, inoltre, dura ormai da svariati decenni e rappresenterebbe probabilmente lo sbocco più naturale per l’attuazione di una strategia di questo tipo. Solo il tempo ci dirà se questa opzione si concretizzerà o se sia destinata a rimanere sul tavolo delle idee scartate.