Sean Murray è tornato con un nuovo gioco più ambizioso di No Man’s Sky!

Light no fire

I lavori sono in corso da 5 anni e il primo trailer è stato finalmente mostrato ai TGA.

Ah, Sean Murray! Un nome estremamente divisivo nel panorama dell’industria videoludica. C’è chi lo considera un genio, e altri che lo reputano un cialtrone. Il suo nome è legato indissolubilmente alla compagnia che ha fondato, Hello Games, nonché al tormentatissimo titolo dalla gestazione che definire travagliata è un eufemismo. Annunciato in pompa magna con proclami assolutamente fuorvianti, No Man’s Sky generò aspettative talmente alte nel pubblico che, al momento del suo lancio nel 2016, lo stato disastroso in cui si trovava gettò la community videoludica nello sconcerto. Da allora Hello Games ha corretto il tiro e, negli 8 anni successivi, si è rimboccato le maniche per correggere ed espandere il proprio gioco fino a renderlo ciò che era stato promesso inizialmente che fosse: la più grande ed articolata simulazione di colonizzazione spaziale mai creata.

Negli anni la nomea del gioco ha riacquistato buona parte della reputazione perduta, ed ora i tempi sono stati giudicati maturi da Murray per presentare il suo prossimo progetto. Nella cornice dei The Game Awards, Sean Murray è salito sul palco per chiacchierare con Geoff Keighley a proposito di Light No Fire, il nuovo gioco di Hello Games che, tanto per cambiare, ha delle ambizioni a dir poco smisurate!

Facciamo la Terra!

Un fantasy multiplayer ambientato su un pianeta in scala 1:1 generato proceduralmente: cosa ve ne pare? Dopo aver realizzato un intero universo in No Man’s Sky – certamente semplicistico nella sua rappresentazione – Hello Game ha optato per dedicarsi alla rappresentazione di un solo pianeta, ma di enormi dimensioni e con una morfologia, ecosistema, flora e fauna coerenti tra loro, che restituiscano una varietà verosimile e coesa di ambienti ed habitat come se ne trovano sul nostro pianeta. Il mondo di Light No Fire sarà liberamente esplorabile nella sua interezza da parte dei giocatori, da soli o in compagnia, che si troveranno catapultati in un mondo dalle proporzioni realistiche, dove “le montagne siano davvero montagne, non montagne da videogame”, per usare le parole che lo stesso Murray ha pronunciato sul palco dei TGA illustrando il suo nuovo progetto.

Ovviamente tanto ben di Dio non può essere modellato dai designer metro per metro, infatti il pianeta di Light No Fire sarà generato proceduralmente, proprio come l’universo di No Man’s Sky. Dalle immagini mostrate nel trailer non sembra che questa natura procedurale mini la credibilità o la coerenza dei vari ambienti, che appaiono molto variegati tra loro e restituiscono senza dubbio un’impressione di grandiosità. Come nel gioco precedente dello studio, l’enfasi sarà posta sull’esplorazione e la scoperta: il mondo è infatti tutto da analizzare, setacciare in ogni suo anfratto per scoprire luoghi e creature misteriose, e la sua natura fantasy offrirà senz’altro più di una sorpresa, discostandosi radicalmente da un approccio più realistico alla navigazione planetaria che si può vedere in giochi dall’approccio più realistico come Starfield.

Che sia per mare, per terra o per aria, le possibilità esplorative sembrano essere ricchissime, e la fauna che incontreremo potrà contribuire in questo senso, dato che potremo sfruttare alcuni animali come mezzi di locomozione. Siamo molto curiosi di scoprire se esistano dinamiche approfondite di addomesticamento delle creature, e quali benefici potrà eventualmente portare tale attività.

La colonizzazione non è più in salsa fantascientifica, ma sempre di colonizzazione di tratta: possiamo quindi aspettarci le classiche attività di raccolta risorse e costruzione di edifici, utensili, armi e tutto ciò che ci occorre per trasformare un basilare campo base in un centro abitato vero e proprio. Chissà se nelle intenzioni del team di sviluppo c’è quella di dare la possibilità al giocatore di edificare vere e proprie città in stile fantasy medievale. Ancora tutto da scoprire il ruolo della magia: trattandosi di un fantasy diamo per scontata la sua presenza, anche se non si sa in che termini verrà trattata. Il trailer mostra comunque alcuni antichissimi manufatti di civiltà perdute che sembrano intrisi di potere magico, dunque bisognerà vedere se essa sarà declinata in una specie di forma di energia o potrà esser incanalata nei più classici incantesimi da mondo fantasy.

Verso l’infinito e oltre

Light No Fire è descritto come il perfetto ibrido tra il gioco di ruolo e il survival sandbox. Sul palco dei TGA, Sean Murray ha fornito qualche coordinata temporale rispetto al progetto, spiegando che l’inizio della sua concettualizzazione risale a ben 5 anni fa, e da allora ci ha lavorato un team ristretto di Hello Games composto da una dozzina di persone. Il gioco, definito da Murray “ancor più ambizioso di No Man’s Sky“, ha tentato di adottare lo stesso approccio creativo posto nella creazione dell’universo di NMS ma declinandolo nella forma circostanziata di un unico pianeta, che abbia però al suo interno tutta la varietà che si possa desiderare, rendendo per la prima volta effettivo il concetto di “open world”. Proprio come il loro ultimo gioco, inoltre, Hello Games prospetta di mantenere il supporto al suo nuovo progetto almeno per una decade, aggiungendo regolarmente nuovi contenuti.

Tutto molto bello, ma quando uscirà Light No Fire? Ecco, questo ancora non si sa. Data il pastrocchio combinato con NMS e l’ambizione smisurata che questo titolo sembra contenere, non è il caos di mettere fretta allo studio, ma di aspettare con pazienza nuovi aggiornamenti sul suo sviluppo. Per il momento comunque possiamo confermare lo sviluppo in corso per PC: potete quindi tenere d’occhio la apgina Steam dedicata al gioco per non perdervi tutti gli aggiornamenti futuri.