Autrice si scaglia contro Amazon: messi in vendita libri a suo nome ma sono scritti dall’IA

Autrice plagiata dalle ai

Il sempre più frequente uso dell’intelligenza artificiale in ambito artistico e letterario sta generando non poche controversie, molte delle quali ruotano attorno a un preciso punto: il problema non è l’uso dell’IA in sé, quanto la mancanza di tutela nei confronti degli autori da cui quest’ultima preda per generare i contenuti richiesti. Non passa giorno senza che qualche disegnatore (i più colpiti) scopra le propre opere prese e gettate in pasto a un’intelligenza artificiale per diventare qualcosa di “originale”.

Non è nemmeno raro, purtroppo, che questi stessi lavori siano messi in vendita da chi cerca di spacciarli per propri – a volte facendola franca perché l’internet è immenso e non è possibile stare dietro a tutto. Com’è successo a Jane Friedman, autrice con venticinque anni di esperienza in ambito editoriale e di consulenza, che ha scoperto di aver pubblicato libri… mai scritti. Non da lei, almeno.

Jane Friedman, autrice con venticinque anni di esperienza in ambito editoriale e di consulenza.
Jane Friedman, l’autrice che ha scoperto di aver pubblicato libri mai scritti

Da Goodreads ad Amazon fino a Kindle: nessun controllo

Cos’è successo, esattamente? Cercando su Amazon e Goodreads, Jane Friedman ha scoperto una mezza dozzina di libri fraudolenti, pubblicati a suo nome, probabilmente dal contenuto discutibile o generato tramite intelligenza artificiale. Il primo pensiero, com’è ovvio, è stato agire affinché la loro vendita fosse interrotta ma quella che sembrava una conclusione scontata non lo è stata poi tanto.

In un post pubblicato sul proprio blog, Friedman ha descritto la sua lotta per cercare di far rimuovere i libri contraffatti: uno scontro che, inizialmente, ha visto Goodreads e Amazon opporsi, in particolare la piattaforma di Bezos ha chiuso il caso frettolosamente una volta saputo che l’autrice non aveva un marchio registrato per il proprio nome. Come sempre succede, il caso è dovuto diventare virale perché i titoli in questione venissero rimossi da entrambe; una vittoria senza dubbio ma dal sapore amaro.

La lista di libri pubblicati a nome di Jane Friedman ma non scritti da lei

Soprattutto perché il caso di Jane Friedman non è certo il primo in ambito letterario. In un contesto dove i truffatori giocano con gli algoritmi di Amazon, ma non solo, per guadagnare in fretta tramita la vendita fraudolenta di opere realizzate con l’IA, siti come Reuters o Vice hanno già riportato casi simili a quello di Friedman: il primo, a febbraio, ha “schedato” autori che utilizzano ChatGPT per scrivere e-book e venderli, appunto, tramite Amazon; il secondo ha invece riportato l‘afflusso di decine di libri scritti con l’intelligenza artificiale, dal contenuto qualitativamente pessimo e che nonostante tutto hanno preso il sopravvento sugli elenchi dei libri più venduti su Kindle.

“Chiunque ci sia dietro tutto questo sta ovviamente truffando gli scrittori che si fidano del mio nome e pensano io abbia effettivamente scritto questi libri”, ha scritto Friedman sul proprio blog. “Non l’ho fatto. Molto probabilmente sono stati generati dall’intelligenza artificiale.”

Un problema sempre più crescente

Come anticipato, il problema dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per generare contenuti, siano essi letterari o artistici, in fretta e in modo quantomeno raffazzonato sta diventando sempre più concreto. Jane Friedman non è sola a combattere questa battaglia. Sul social network X (ex Twitter), l’autrice Jane Ward ha affermato di aver scoperto ben ventinove titoli su Goodreads pubblicati a suo nome.

Un’altra autrice, Sarah Rose, ha scritto un tweet molto più spiacevole in cui segnala che diverse persone le scrivono dicendo di aver comprato il suo libro più recente: peccato non l’abbia scritto lei e nonostante il suo editore abbia provato in ogni modo a far cessare la questione non ne è stato in grado, portando Rose ad arrendersi e accettare in un certo senso la cosa.

Dalle risposte al post di Friedman nel suo blog, è evidente che non si tratta più di casi isolati e piattaforme quali Amazon, Goodreads ma anche Kindle si stiano progressivamente riempiendo di truffatori pronti a giocare con l’algoritmo pur di portare sempre più acqua al proprio mulino. Il che sposta la questione su un punto fondamentale: come pensano questi “colossi della letteratura” di far fronte a un problema sempre più crescente e di cui molti sono già stati vittima? Soprattutto, c’è la volontà almeno di provarci?

L’appello di Friedman è chiaro: bisogna creare un modo per verificare la paternità o consentire agli autori di bloccare facilmente i libri fraudolenti a loro accreditati. Soprattutto, bisogna farlo in fretta.