Il Guinness World Record di Electronic Arts ci permette di fare il punto sullo stato delle microtransazioni

“The intent is to provide players with a sense of pride and accomplishment for unlocking different heroes.

As for cost, we selected initial values based upon data from the Open Beta and other adjustments made to milestone rewards before launch. Among other things, we’re looking at average per-player credit earn rates on a daily basis, and we’ll be making constant adjustments to ensure that players have challenges that are compelling, rewarding, and of course attainable via gameplay.

We appreciate the candid feedback, and the passion the community has put forth around the current topics here on Reddit, our forums and across numerous social media outlets.

Our team will continue to make changes and monitor community feedback and update everyone as soon and as often as we can.

Il nostro obbiettivo è quello di dare ai giocatori un senso di orgoglio e soddisfazione per aver sbloccato differenti eroi.

Abbiamo scelto i valori iniziali dei prezzi di questi ultimi in base ai dati raccolti con l’open beta e abbiamo anche eseguito alcune modifiche alle ricompense poco prima del lancio del titolo.  Tra le altre cose stiamo osservando con cura la media dei crediti ottenuti quotidianamente dai vari giocatori e stiamo facendo modifiche costanti per assicurarci che le ricompense risultino sempre fresche, interessanti e frizzanti da ottenere mediante il normale gameplay del titolo.

Noi apprezziamo il feedback che ci date e la passione con cui la community comunica con noi qui su Reddit, sui nostri forum e sulla nostre pagine sparse per i social network

Il nostro team continuerà a modificare il titolo e a controllare le opinioni della community aggiornando tutti sulla situazione del titolo con la maggiore costanza e frequenza possibile.”

Quello che avete letto è, al  momento della stesura di questo articolo, il commento peggio ricevuto della storia di Reddit, il popolare social network che si basa prevalentemente sulle disccusioni. Questo commento è stato scritto nel 2017 all’interno di un thread riguardante la delusione di avere personaggi come Darth Vader non selezionabile tra gli eroi nonostante l’esborso di ottanta dollari.

Da quando tale commento è stato pubblicato ha accumulato 683.000 downvotes, ovvero il corrispittevo redditiano dei dislikes o di un eventuale non mi piace di facebookiana natura.  Tale commento ha con se letteralmente un guinnes world record per il post con minore apprezzamento della storia del social network. Reddit ha all’interno del suo sito una lista con tutti i commenti meno apprezzati della sua storia e tale commento stacca quello in seconda posizione per centinaia di migliaia di downvotes.

Gli altri commenti riguardanti in qualche modo il mondo del gaming a far parte della sopracitata classifica hanno raggiunto cifre estremamente più basse: ventimila downvotes per un post riguardante League Of Legends e Tyler1 e dodicimila downvotes per un post riguardante il plagio di un messaggio di scuse da parte di uno youtuber; il commento realizzato dal team EA Reddit ha quantomeno fatto parlare di sé più di quanto ci siano riuscite diverse campagne marketing destinate a pubblicizzare Star Wars Battlefront II.

Perché si, tutto il chiacchiericcio che abbiamo fatto finora, è collegato ad un fatto piuttosto semplice: Star Wars: Battlefront II, lo sparatutto multiplayer basato sull’universo di George Lucas realizzato da DICE e pubblicato da Electronic Arts era all’uscita un gioco che incentivava in modo palese le microtransazioni, con tanto di articoli della stampa specializzata che sottolineavano fin dalla beta un’anima ludopata nascosta tra uno stormtrooper ed un nobile cavaliere jedi.

Al giorno d’oggi come siamo messi con le microtransazioni? Le aziende hanno imparato qualcosa in merito o vedono il giocatore ancora come un pollo da spennare?
Tra leggi nazionali, videogiochi estremamente subdoli da questo punto di vista e disturbi degni del peggior visitatore di Las Vegas, andiamo a fare due passi nel mondo nel mondo di cui nessuno vuole parlare mai.

2K, ma cosa combini?

Anche il trailer in questione ha un “buon” rapporto tra like e dislike: al momento della stesura di questo articolo, il trailer riguardante la modalità Myteam di NBA 2K20 ha 163 like e 7900 dislike e guardando il video è subito possibile capire il perché. Tra una scena di gameplay e l’altra il trailer mostra, in bella vista, senza alcuna avvertenza, minigiochi ispirati al mondo del gioco d’azzardo (come slot machine o ruote della fortune) ed una quantità gargantuesca di lootboxes, di ogni forma e colore con i contenuti più disparati. Uno dei commenti, il più positivamente votato tra quelli presenti sotto al video, recita qualcosa come:

“Who the heck put basketball stuff in my casino game?”

Molte celebrità appartenenti al mondo di YouTube non hanno preso particolarmente bene la cosa: al momento la piattaforma è pieno di video d’analisi e reaction ad un trailer che davvero poco lasci all’immaginazione, con nessuna vergogna e nessun tatto nel parlare di meccaniche che stanno venendo regolamentate e sconsigliate in praticamente tutto il mondo. Per Angry Joe, YongTea o Jim Sterling  è un videogioco che comunica in maniera inopportuna in un periodo storico in cui si sta cercando di sensibilizzare il pubblico nei confronti della natura delle microtransazioni. Il trailer mostrato da 2K accosta in modo palese e senza alcun tipo di edulcorazione il titolo al gioco d’azzardo vero e proprio, sottolineando tutte quelle meccaniche tossiche hanno trasformato le microtransazioni da metodo di sopravvivenza per i free to play a caratteristica indispensabile per rendere quanto più remunerativi possibile certi titoli.

La cosa da ancora più fastidisio se si pensa che NBA 2K20 sia stato classificato dall’ente PEGI (che ricordiamo significa Pan European Game Information) come un titolo adatto dai tre anni in su. Il Pegi ha prontatamente risposto alla controversia dicendo che nonostante il trailer abbia il gioco d’azzardo al centro della scena quest’ultimo non ha la stessa posizione predominante all’interno del videogioco completo e che l’utilizzo di un determinato immaginario non insegna ai giocatori a scommettere soldi nei casinò.

pegi descriptors

Per questo motivo NBA 2K20 non presente il descrittore di contenuti legati al gioco d’azzardo sulla confezione.

La modalità Myteam di NBA2K20, per quelli meno avvezzi al genere, chiede al giocatore di creare una sua squadra mettendo insieme differenti giocatori. Questi si possono recuperare ottenendo delle carte specifiche, quest’ultime collegate a dei pacchetti di carte da comprare attraverso soldi reali o attraverso la valuta di gioco.

Oltre a ciò esistono giocatori che si possono ottenere unicamente attraverso i minigiochi corrispondenti alle slot machines o alle ruote della fortuna, tutte gimmick prese di peso dal mondo dei giochi d’azzardo. Gli stessi pacchetti di carte hanno sulla mente del giocatore un effetto molto simile a quello che avviene nella psiche di un ludopata che gioca. Nonostante l’assenza di un premio in denaro, la mente reagisce allo stesso modo all’idea di aprire un pacchetto con delle sensazioni positive che possono dare assuefazione.

Nonostante MyTeam non rappresenti l’intero gioco,  nel 2019, dopo tutte le parole spese sull’argomento, è ancora molto triste dover chiarificare la posizione delle lootboxes all’interno del mercato dei videogiochi. Nonostante i ricavi provenienti dalle microtransazioni siano sensibilmente maggiori rispetto all’acquisto del gioco una singola volta, i publisher si troveranno ben presto di fronte a legislazioni più stringenti dal punto di vista delle microtransazioni che suggeriranno nuovi metodi di monetizzazione del titolo

È necessario un cambio di paradigma?

Perché NBA 2K20 è così pieno di microtransazioni?
Perché il capitolo precedente è il titolo sportivo di maggior successo di sempre per il publisher Take-Two Interactive, vendendo cifre enormi con un guadagno incredibile puramente derivato dalle sopracitate microtransazioni. Durante una conferenza del publisher stesso il CEO Strauss Zelnick ha dichiarato che NBA 2K19 ha venduto oltre dodici milioni di copie con un incremento del 140% dei ricavi dovuti alle microtransazioni l’ultimo trimestre del anno finanziario 2018.

Con un successo del genere era difficile difficile pensare ad un seguito privo di una caratteristica così remunerativa.

Le legislazioni nazionali sparse tra Europa e stati uniti d’america stanno comunque prendendo delle posizioni ben specifiche: la Federal trade Commission americana ha recentemente iniziato a ragionare sulla questione e in europa diversi stati già possiedono delle regolamentazioni in merito che rendono del tutto illegale la cosa; lo stesso Belgio è al momento in una disputa con Electronic Arts perché quest’ultima si è rifiutata di rilasciare una versione microtransaction-free del suo Fifa 19 all’interno del paese.

Quello che dovrebbe cambiare è il paradigma legato al successo ad ogni costo: già con Call Of Duty Black Ops 4 abbiamo potuto scoprire che l’inserimento di tali caratteristiche non è univocamente legato alle scelte degli sviluppatori ma è invece ampiamente suggerito dai publisher che puntano ad ottenere, di trimestre in trimestre, ricavi perennemente maggiori. Electronic Arts, esattamente come Activision o come Take Two, hanno dalla loro una storia che suggerisce come un’incredibile ingordigia monetaria, costi quel che costi. 2K stessa, in una vecchia intervista, lasciò intendere che per lei le microtransazioni erano una meccanica non particolarmente piacevole da inserire all’interno dei giochi per il riscontro di pubblico ma che è diventata poi consuetudine nel mondo dei videogiochi.

Electronic Arts

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