Durante il PLAY Festival del Gioco 2025 ho preso un bel Tè alle 5, anzi… ho preso un’intera industria del tè grazie a Tea Garden, per una rilassante ma agguerrita sessione demo di un’oretta presso lo stand di Giochi Uniti, a un bellissimo tavolo allestito per l’occasione.
Tea Garden è un gioco da tavolo definibile un “point salad“, un’insalatona di punti, uno di quei giochi dove bisogna ottimizzare le mosse a disposizione e le risorse per totalizzare più punti degli avversari, sfruttando le casualità delle pescate di carte e le opportunità che offre il tabellone di gioco.

Giardini zen, pazienza, strategia e fermentazione
La demo è durata circa 60 minuti, ma siamo riusciti ad assaggiare solo un paio di turni completi; la scatola di gioco, infatti, avverte della durata media di 90 minuti, per un pool di giocatori che va dai 2 ai 4. Nel tempo a disposizione, malgrado la stanchezza dopo 3 giorni di fiera, siamo riusciti comunque a sorseggiare i meccanismi di gioco che, ve lo dico in anticipo, ci hanno convinto sia per la dimensione strategica, che per quella di puro piacere estetico.
Il giocatore di Tea Garden è il proprietario di un giardino del tè dello Yunnan, una provincia del sud-ovest della Cina caratterizzata da un territorio variegato tra montagne innevate, terrazzamenti di piantagioni, foreste e laghi. Il gioco è ambientato proprio in questo scenario idilliaco, dove i colori e le illustrazioni di Barbora Žižková dipingono un clima rilassante che aiuta molto la concentrazione al tavolo.
Tutto ruota attorno al piazzamento strategico di edifici, al deckbuilding, e alla gestione della risorsa della foglia di té in una duplice valenza. L’elemento che più contraddistingue Tea Garden, infatti, è proprio questa risorsa ambivalente, sagomata a forma di foglia di tè, che può essere tenuta pura o può essere fermentata (a un costo preciso) per dare effetti differenti.
La foglia di tè può essere spesa per compiere le azioni di turno indicate dalle carte pescate dal proprio mazzo, ma ogni foglia può avere un valore diverso di produzione che può variare nel tempo: disposte sopra un’apposita plancia, le foglie di tè normali, verdi, si deprezzano al passaggio del turno, scorrendo a sinistra sulla plancia; le foglie fermentate, marroni, invece diventano più pregiate col passare dei turni, scorrendo a destra sulla plancia.
Ovviamente più le foglie hanno valore, più possono essere utili alla strategia del giocatore, mentre le foglie verdi sono ideali per usare azioni ora e subito.
Ogni turno di Tea Garden è suddiviso in più round, dove i giocatori, di volta in volta, cercano di giocare una carta azione dal proprio mazzo. Tramite queste carte, è possibile costruire nuovi giardini del tè sul tabellone da cui rifornirsi di nuove foglie o altre risorse, acquisire nuove carte attraverso un’asta a scorrimento sotto il tabellone, commerciare il tè con le carovane di mercanti, acquisendo punteggi e risorse supplementari, fermentare le foglie di tè o raccogliere altre risorse.
Le prime carte di cui si è in possesso hanno ovviamente effetti irrisori, ma acquisendo sia le carte carovana che le altre carte azione è possibile sviluppare strategie via via sempre più complesse che richiedono anche più ricorse.
Alcune carte azione consentono anche di effettuare azioni secondarie particolari, come la possibilità di navigare il fiume che divide la mappa per acquisire nuove risorse, produrre tazze di tè o andare a studiare all’università.
Il desiderio di costruire un impero del tè
La prova di Tea Garden al PLAY 2025 è stata la conclusione perfetta della manifestazione bolognese: un gioco che sembra avere una vasta profondità strategica, affrontabile su diversi fronti, ma che si lascia giocare con calma, con la sua estetica rilassante ma anche con le sue meccaniche congeniali al clima zen che comunica il titolo. Attenzione, però: non lasciatevi ingannare da quest’aura di rilassatezza, perché le bastonate degli altri giocatori sono sempre dietro l’angolo. Non vediamo l’ora di provare il gioco nella sua interezza per darvene una recensione completa.