Everdell Farshore, una nuova fiaba da vivere in compagnia | Recensione

L’esteso universo fiabesco di Everdell si è espanso ulteriormente con Farshore, spin-off stand alone finalmente arrivato in questo inizio 2025 sul suolo italico e che abbiamo avuto l’occasione grazie ad Asmodee di provare con mano nelle scorse settimane.

Un board game basato sul piazzamento lavoratori e qualche spruzzata da card game contraddistinto dall’oramai celebre stile, che si concentra questa volta su una zona di mare colma di tesori e sfide da affrontare. Un setting particolarmente intrigante dato alla luce sempre da James Wilson, questa volta insieme alla moglie Clarissa.

Ma sarà riuscito Everdell Farshore a convincerci tanto quanto fece il capostipite della saga oramai diversi anni fa?

Un prodotto di qualità

All’interno della bellissima confezione di gioco, contraddistinta da una illustrazione fiabesca davvero carina, sono presenti una lunga serie di contenuti. La neanche eccessivamente grande confezione, stiamo parlando di 30x30x7 cm, si rivela infatti una cornucopia di oggetti, tutti realizzati con una grandissima cura.

Oltre al grosso tabellone, che rappresenta la nuova regione di Farshore, e l’imponente faro smontabile in cartone, sono infatti presenti oltre un centinaio di carte, una ventina di tessere e, soprattutto, una lunga serie di pedine tutte realizzate in modo differente.

I lavoratori del gioco e le relative barchette

Le navi hanno ad esempio il corpo in plastica e la vela in cartone, mentre i funghi sono di gomma. Le ancore, poi, sono di metallo, le conchiglie, invece, sono fatte di un materiale che ne richiama la controparte reale, compreso il loro essere luccicanti. Legnami e pedine sono infine di legno, mentre anche le alghe, che onestamente risultano un po’ troppo piccole, sono in gomma. L’unico vero appunto che si può fare è sui sassolini, che sono qui di una plastica blu lucida semi trasparente, e che avrebbero decisamente reso meglio di un coloro grigio opaco.

Poco male, dato che è innegabile come in Everdall Foreshare sia stata riposta una grandissima cura nella creazione di ogni singolo oggetto di gioco, cercando di aumentare l’immedesimazione dei giocatori e farli sentire di fronte a un’esperienza premium. Sempre in tale direzione assolutamente da segnalare in senso positivo la presenza di numerosi sacchetti di plastica aggiuntivi, nei quali conservare a proprio piacimento i vari oggetti di gioco.

Il ciclo delle stagioni

L’obiettivo in Everdell Farshore è quello di piazzare i lavoratori nei vari luoghi presenti sul tabellone e fare loro raccogliere le risorse necessarie per giocare delle carte e costruire così il proprio insediamento. Il tutto nell’arco temporale di un anno, dato che le partite sono scandite dal passare delle stagioni, con l’autunno che chiude ogni match.

Una volta predisposto il tutto, che risulta particolarmente scenografico e colmo di dettagli, si può dare il via alla partita. Ogni giocatore a turno è chiamato a fare una tra tre differenti azioni: collocare un lavoratore, giocare una carta o prepararsi per la stagione.

Parte del tabellone di gioco

Il lavoratore può essere collocato in diversi luoghi, ognuno dei quali con caratteristiche uniche. Tranne i moli e la torre di vedetta, che possono ospitare più di un personaggio, ogni luogo è inoltre occupabile da un singolo lavoratore per volta. Altre zone hanno poi peculiarità particolari, con le isole che possono ad esempio ricevere un lavoratore solo quando non vi è alta marea. Posizionare un personaggio su un determinato luogo permette in ogni caso di riscuoterne l’effetto, che è solitamente l’ottenimento di un determinato numero di risorse.

Una seconda opzione in mano al giocatore durante il proprio turno è quello di utilizzare una carta. Ognuna di esse è contraddistinta da un costo in risorse e permette di andare a comporre la città del singolo partecipante. Un’altra opzione per mettere in gioco una carta è quella di posizionare un segnalino ancora, con ogni giocatore che ne ha tre nel corso dell’intera partita, su una costruzione della propria città contraddistinta dal medesimo tipo dalla carta che vogliamo giocare.

Le carte possono essere di due tipologie: animali ed edifici. Le prime richiedono solitamente funghi per essere giocate, mentre le seconde risorse differenti. Vi sono poi sia carte comuni che uniche, con la differenza che risiede nel fatto che è possibile avere nella propria città solo una copia della seconda tipologia.

Dopo aver giocato una carta si muove la propria nave attorno alla rosa dei venti, raccogliendo eventuali tesori trovati durante il percorso.

L’imponente faro che arricchisce il tabellone

Una volta posizionati tutti i propri lavoratori e non potendo o volendo più giocare carte, l’ultima opzione rimasta è quella di prepararsi per la stagione successiva. Everdell Farshore, come precedentemente accennato, segue infatti il corso delle stagioni a partire dall’inverno e questa fase rappresenta l’ultima prima di passare alla successiva. In tale momento il giocatore raccoglie i lavoratori posizionati in precedenza e attiva l’effetto della stagione in cui si sta entrando. Giungere in estate, ad esempio, consente di ottenere un nuovo lavoratore e due carte, mentre la primavera, oltre a concedere un lavoratore in più, attiva anche tutte le carte Produzione della città del giocatore.

Tale leitmotiv di posizionamento lavoratori e giocare le carte prosegue quindi per quattro differenti stagioni, alla fine delle quali viene proclamato il vincitore tramite il conteggio dei punti ottenuti fino a quel momento. Carte della propria città, tesori, tessere mappa, punti bonus e altro ancora: tutto fa brodo e consente di avvicinarsi al trono di Farsahore.

Quella che vi abbiamo descritto è la modalità a più giocatori, dove fino a quattro persone si sfidano nel raccogliere le ricchezze della nuova regione marittima. Esiste però anche un’intrigante modalità in solitaria, dove saremo chiamati a sfidare la capitana Bonny Chelarossa e la sua ciurma, con altre meccaniche, come le carte clima, che rendono il tutto ancor più vario.

Un passo in avanti

Con Everdell Farshore noi ci siamo sicuramente divertiti, imbastendo partite adatte a tutti, anche a coloro che sono meno avvezzi ai giochi da tavolo, senza però perdere troppo sul piano della profondità. Le meccaniche sono infatti differenti e consentono di sbizzarrirsi in quanto a tattiche e strategie.

Carte, lavoratori e tanti materiali

La bellezza di Farshore risiede poi nel riuscire a mantenere i match vivi fino all’ultimo, con una combinazione di carte sfortunata che non rovina per forza l’esito di una partita. Le interazioni indirette con gli altri giocatori sono poi studiate nel modo giusto, risultando sì importanti ma mai troppo punitive. Molto intrigante anche l’evolversi del tabellone di gioco di stagione in stagione, la dinamica dell’alta marea e il riempirsi di lavoratori nelle zone: tutte dinamiche che arricchiscono ulteriormente le partite donando loro imprevedibilità.

Vale decisamente la pena, soffermarsi un attimo anche sulle differenze e le analogie con l’Everdell originale. Come avrete immaginato leggendo fino ad ora, se siete già degli habitue del precedente board game di James Wilson vi troverete subito a casa, con varie meccaniche che sono riproposte paro paro e anche lo stile alla base del tutto che è accogliente come sempre.

In Everdell Farshore sono però a nostro parere state introdotte una serie di limature capaci di migliorare alcune spigolature del gioco da tavolo principale, rendendo le partite più equilibrate e vive fino alla fine, senza che nessun partecipante possa essere tagliato fuori con troppo anticipo.

I miglioramenti introdotti rendono poi quest’ultima opera di James e Clarissa più accessibile per un neofita del mondo di Everdell, che ci metterà meno a imparare a giocare rispetto alle precedenti proposte ambientate nel medesimo universo.

Ogni giocatore ha a disposizione una propria barchetta

Un gioco da tavolo fiabesco

Non potevamo dedicare un ultimo piccolo paragrafo allo stile del gioco. Dopo avervi parlato inizialmente della qualità dei materiali e della loro varietà, vogliamo infatti ora spendere due parole sulle illustrazioni che arricchiscono molti elementi di Everdell Farshore.

La sensazione è quella di trovarsi dentro una fiaba, dentro uno di quei racconti illustrati che andavano per la maggiore una ventina abbondante di anni fa, con lo stile del board game di James e Clarissa Wilson che riscalda il cuore in un dolce abbraccio. Davvero molto bello.

Giudizio finale

Con Farshore l’universo fiabesco di Everdell si espande con un titolo stand-alone che non solo mantiene lo stile incantevole del board game originale, ma introduce anche meccaniche di gioco migliorate e un’affascinante ambientazione marittima. La cura riposta nella realizzazione dei materiali è evidente, così come encomiabili sono le illustrazioni. Le meccaniche di gioco, pur rimanendo familiari per i veterani di Everdell, offrono inoltre nuove sfide e strategie, con un’interazione indiretta ben bilanciata e un tabellone dinamico che si evolve di stagione in stagione. Farshore introduce poi miglioramenti che lo rendono più accessibile ai nuovi giocatori, senza sacrificare la profondità strategica che ha reso Everdell un successo. Nel complesso, siamo quindi di fronte a un’aggiunta valida e ben realizzata all’universo di Everdell, che saprà conquistare sia i fan di lunga data che i nuovi giocatori.