Fra i pochi bonus ancora disponibili per i contribuenti c’è l’agevolazione per rifare casa: una detrazione del 50% delle spese sostenute.
Anche per il 2025 è stata confermata la detrazione del 50% per le spese sostenute per ristrutturazioni in immobili registrate come abitazioni principali. Possono usufruirne coloro che hanno un diritto reale sull’immobile. Quindi proprietà, usufrutto, uso e abitazione. Poi, per gli anni 2026 e 2027, l’aliquota scenderà al 36%.
Una circolare pubblicata dall’Agenzia delle Entrate definisce in modo chiaro tutti i dettagli relativi all’accesso al bonus. La comunicazione è utile per risolvere alcuni dei dubbi interpretativi che hanno confuso i contribuenti negli anni precedenti. Per esempio: sono ammessi anche i titolari di nuda proprietà? Quali documenti presentare per ottenere il bonus? Quali spese sono ammesse?
In generale, il bonus è riservato ai proprietari, o ai titolari di diritti reali come usufrutto o nuda proprietà, che effettuano lavori su immobili destinati a diventare abitazione principale entro la fine dei lavori.
Tutti i dettagli sono contenuti nella circolare n. 8/E dell’Agenzia delle Entrate, rilasciata il 19 giugno 2025. Il comunicato elenca tutte le regole per poter accedere al bonus, con i requisiti aggiornate. Rientrano nel bonus gli interventi di ristrutturazione edilizia, miglioramento dell’efficienza energetica (Ecobonus), e messa in sicurezza antisismica (Sismabonus). L’AdE precisa che sono ammessi pure i lavori su pertinenze come garage e cantine… Il limite di spesa della detrazione si applica su un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare.
Bonus casa per ristrutturazione: esclusioni e spese ammissibili
Il bonus si articola dunque come un rimborso. L’avente diritto può recuperare il 50% delle spese tramite detrazione IRPEF. La cifra viene suddivisa in dieci quote annuali di pari importo. Rientra poi nel bonus anche l’agevolazione relativa ai mobili. Quindi anche per il 2025, si potranno recuperare dei soldini sulle spese relative a mobili ed elettrodomestici destinati alla casa ristrutturata, con un tetto di spesa di 5.000 euro.
L’AdE precisa anche che dal 2025 non saranno più agevolati gli impianti di riscaldamento alimentati a combustibili fossili. Comprese le caldaie a condensazione. Sono però ammessi i generatori a biomassa, le pompe di calore e i sistemi ibridi. Tutto ciò per allinearsi alla direttiva UE 2024/1275 sulla transizione energetica. Per ogni detrazione è fondamentale poter dimostrare i pagamenti con bonifici parlanti.
In generale restano valide tutte le detrazioni per interventi di recupero edilizio e riduzione del rischio sismico. Per ulteriori chiarimenti conviene visitare il sito ufficiale dell’Agenzia dell’Entrate o rivolgersi a un CAF o a un commercialista.