Con le IA che attirano fondi e i datacenter che risucchiano componenti anche questo pezzo rischia di costare moltissimo.
Per tutti quelli che semplicemente vorrebbero costruirsi un PC senza fare i salti mortali, c’è il rischio di dover accendere un altro mutuo per avere i componenti, anche nella loro versione più elementare.
Con i grandi attori sulla scena della tecnologia che sembrano totalmente impazziti per l’intelligenza artificiale e che stanno spostando la produzione proprio verso quelle componenti utili per i famigerati data center, i comuni mortali rischiano di trovarsi, per almeno i prossimi 18 mesi, in una condizione per cui occorrerà tenere da conto tutti i propri device, perché acquistarne uno nuovo rischia di diventare un salasso.
Come pure rischia di diventare davvero molto costoso costruirsi un PC come si faceva una volta, un pezzo per volta. Dopo aver visto schizzare alle stelle i prezzi delle RAM e degli SSD, adesso c’è un terzo componente, potremmo definirlo un insospettabile, che rischia di costare moltissimo.
Neanche questa componente si potrà più comprare
Online c’è chi, per un colpo di fortuna più che per altro, sembra essere riuscito ad accaparrarsi i pezzi necessari per costruirsi un nuovo PC da zero prima che la follia dell’intelligenza artificiale e soprattutto l’ingordigia di alcune società prendesse il sopravvento sul buon senso. I confronti tra i prezzi di appena qualche settimana fa e i prezzi di oggi sono impietosi, e le notizie dei cambi di direzione delle società che i pezzi li producono continuano a creare fortissima incertezza.

Per i consumatori finali il risultato però non cambia: RAM e SSD sono inequivocabilmente saliti di prezzo. E c’è un terzo componente che potrebbe costare di più: i vecchi HDD. I vecchi dischi che pareva avessimo abbandonato proprio in favore delle memorie a stato solido.
Come riportato da DigiTimes, però, anche per gli hard disk tradizionali i prezzi sono in aumento. A smuovere la situazione è la domanda diventata improvvisamente altissima, soprattutto in Cina e per le richieste dei costruttori di data center americani.
I prezzi rischiano poi di unirsi a una carenza effettiva di pezzi che, come per altre conseguenze della follia legata all’intelligenza artificiale, si concretizzerà nella sua maniera più evidente a partire dall’anno prossimo. Era però prevedibile.
Con le memorie NAND utilizzate per gli SSD che vengono dirottate altrove e con gli stessi SSD che quindi diventano più costosi perché le contengono, chi ha potuto ha scelto gli hard disk tradizionali. Dato che questa scelta si è verificata per un numero elevatissimo di pezzi, ora le scorte di HDD rischiano di ridursi al lumicino, come si dice in questi casi.
Quello che è particolarmente interessante è che nessuno dei grandi attori coinvolti nella produzione di componenti sta effettivamente correndo ad alzare la produzione. Sembrerebbe che qualcuno abbia effettivamente imparato la lezione della pandemia. Il problema è che, come nella pandemia, a rimetterci siamo noi.
