Rivolte dei civili in Iran: appare lo zampino di Elon Musk

STARLINK IN IRAN

Starlink dispone di oltre 2.000 satelliti che forniscono l’accesso ad internet orbitando a poche centinaia di chilometri sopra la Terra, ma l’espansione non ha intenzione di rallentare: altri 100 satelliti sono stati resi operativi.

All’inizio di quest’anno, Musk si è guadagnato il favore di molti dopo aver inviato migliaia di terminali Starlink in Ucraina, proprio pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa. L’Ucraina dispone ora di 20.000 piccoli ricevitori bianchi in tutto il paese, in grado di catturare il segnale di Starlink e fornire connessione agli ucraini che dispongono ancora di energia elettrica. Oggi la storia si ripete, di nuovo in un paese segnato da violentissimi accadimenti.

Elon Musk durante una conferenza della NASA. Una bandana nera copre la bocca del magnate.

Continua l’espansione della costellazione Starlink

Starlink è una costellazione di satelliti gestita da SpaceX che fornisce accesso a Internet a più di 40 paesi, tutto grazie a più di 3.300 piccoli satelliti prodotti in serie e installati nell’orbita terrestre bassa del nostro pianeta.

Recentemente la Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC) degli Stati Uniti ha approvato la richiesta da parte di SpaceX per l’installazione di 7.500 satelliti Starlink 2.0, che anche in questo caso saranno posizionati nell’orbita terrestre bassa. Il risultato non è un grande successo come sembra, soprattutto se messo a confronto con la proposta originale di SpaceX: l’azienda di Musk aveva infatti richiesto il permesso per installare ben 29.988 satelliti Starlink 2.0.

A distanza di pochi giorni, SpaceX torna a far parlare di se dopo una manovra non troppo lontana da quella attuata in Ucraina, pochi giorni dopo l’inizio del conflitto con la Russia. La notizia che ha fatto discutere in molti riguarda 100 nuovi satelliti installati sopra i cieli di un altro paese recentemente sconvolto da rivolte e violenza.

Tra morti e ribellioni, SpaceX approda in Iran

“Ci stiamo avvicinando a 100 Starlink attivi in Iran”, sono le parole twittate del magnate di origini sudafricane in risposta ad alcune immagini pubblicate da Musk che mostravano alcune donne iraniane con i capelli scoperti all’aperto, gesto legalmente perseguibile per le leggi iraniane.

In precedenza, Musk ha affermato che avrebbe lanciato i satelliti Starlink per permettere ai manifestanti iraniani di comunicare: uno strumento particolarmente utile agli oppositori impegnati nelle recenti e continue proteste scoppiate dopo la morte di una giovane donna, Mahsa Amini. La giovane è morta durante un viaggio con la famiglia, dopo essere stata presa in custodia dalla polizia. Tutto per aver violato il codice di abbigliamento islamico, o almeno è questa l’accusa.

Le foto delle mani delle manifestanti iraniani che alzano al cielo la foto di Mahsa Amini.

La donna di 22 anni è morta in un ospedale iraniano pochi giorni dopo essere stata arrestata dalla polizia del regime, presumibilmente accusata di una violazione delle severe norme sull’hijab. Mahsa Amini era in viaggio con la propria famiglia: partiti dalla provincia occidentale del Kurdistan erano diretti verso la capitale, Teheran, tutto per andare a trovare semplicemente dei parenti. Mentre si trovava nella capitale è stata arrestata e non ha mai più fatto ritorno.

In seguito alle proteste scoppiate alla morte di Mahsa Amini, si sono verificati altri omicidi ai danni di molte manifestanti, appartenenti allo stesso movimento abbracciato dalle donne presenti nella foto pubblicata da Elon Musk. Ci riferiamo al post che ha annunciato l’arrivo di Starlink in Iran facendo tornare di nuovo sotto i riflettori il CEO di Twitter.

Il controverso CEO di SpaceX continua a far discutere

La manovra di Musk e SpaceX, seppur coerente con i precedenti in Ucraina, va sicuramente a scontrarsi con i recenti discutibili avvenimenti che hanno colpito Twitter da quando è stato acquistata dal CEO di SpaceX e Tesla.

Elon Musk in videochiamata durante una conferenza Starlink.

In particolar modo ci riferiamo alla rimozione di #ThereIsHelp, una funzione che promuove le linee telefoniche per la prevenzione dei suicidi e altre risorse per gli utenti più in difficoltà in cerca di aiuto o altri determinati contenuti, riguardanti la salute mentale, l’HIV, i vaccini, lo sfruttamento sessuale dei minori, Covid19, la violenza di genere, i disastri naturali e la libertà di espressione.

Una decisione che ha alimentato le già consistenti critiche nei confronti di Musk. Il CEO ha recentemente annunciato le sue dimissioni da Twitter, rispettando il decreto di un sondaggio indetto sulla piattaforma blu.