Momenti BG 45: La Tempesta S01 E02

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Eccoci di nuovo qua, si torna alla carica con La Tempesta 02. La Battaglia dei Campi Tyrok prosegue, ma intorno a Cadia la galassia si muove.

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AVVISO: Benché partita come ramo secondario dei Momenti BG, La Tempesta è una serie indipendente. Dal quarto articolo in poi non presenta più la dicitura Momenti BG, ma ho preferito includere un avviso di questo tipo al posto di cambiare i titoli dei primi tre articoli per evitare confusione e la domanda “Ma perché i Momenti BG 44, 45 e 47 non ci sono?”.


CADIA, SERGENTE FESK

Space Marine della Legione Nera in battaglia

Fesk, insieme al suo Squadrone Achilles, iniziò a sparare contro i Volscani. Tre colpi di cannone laser, tre uccisioni. Dopo qualche minuto di silenzio, però, iniziò a pensare che nessuno dei suoi fosse ancora in piedi, benché fosse almeno rassicurato dal dare ordini, convinto di non essere solo in mezzo alla confusione delle trasmissioni vox dove innumerevoli voci si sovrapposero gridando altri ordini o comunicando il proprio status. Con l’arrivo di alcuni Leman Russ nemici, le voci dei compagni si fecero improvvisamente risentire. Davanti a sé, Fesk vide un Leman Russ con il retro a portata di tiro. Lanciò un missile cacciatore, ma mancò e dovette ripararsi dal fuoco di cannone automatico nemico. Vivo per miracolo, Fesk lanciò il secondo missile, ma la sua esplosione lo accecò. Stordito, chiuse gli occhi e cercò riparo nei fumogeni e nella preghiera. Quando li riaprì, si accorse di essere realmente rimasto l’ultimo del suo squadrone. Ancora intontito e con un Sentinel appena uscito dal fango, aprì il portellone e guardò verso quella che gli parve la battaglia principale. Vide un reggimento di legione penale, una parte di esso ferma a intrattenersi con un pasto. Come potevano fermarsi a mangiare in un momento del genere? La risposta giunse presto. I legionari si fermarono e i loro sguardi si voltarono verso di lui, attimo in cui Fesk poté notare le loro bocche sporche di sangue; il loro pasto era un corpo umano.

Improvvisamente i legionari penali si scagliarono verso il veicolo. Fesk richiuse il portellone e girò le gambe del proprio camminatore tentando di sfuggire agli aggressori, ma presto si ritrovò nel fango come prima. I legionari si arrampicarono sul Sentinel e questa volta il portellone venne letteralmente strappato via. Fesk sparò con la pistola laser respingendo uno degli eretici, ma altri due presero il suo posto. Uno di questi lo prese dal mento e una lama lo trafisse. Jasper Fesk osservò il proprio sangue mentre colò dalla fronte e, con un ultimo pensiero, desiderò di essere stato in grado di avvertire i propri compagni.

CADIA, ARTIGLIERE LINA

Il Leman Russ Executioner Orgoglio di Cadia III si trovava in posizione difensiva all’interno di un cratere, i Volscani alla carica contro di esso finché il cannone principale non li ridusse in polvere. Insieme al Punisher Rex Augustus del Comandante Erick e al Demolisher Inferno Celeste, lo squadrone continuò a muoversi sul fianco sinistro delle linee Cadiane puntando a ripararsi in un altro cratere. Lina, all’interno di una delle postazioni laterali, continuò a non vedere nulla, poi Gannesh virò e la ragazza poté vedere enormi masse di Chimera dirette verso di loro. Caricando tutte le armi plasma, Lina e gli altri artiglieri cominciarono a bucare gli scafi dei veicoli nemici e bruciare le truppe all’interno. Delle squadre di demolitori riuscirono a distruggere Inferno Celeste, mentre gli altri due Leman Russ continuarono ad avanzare. Quando Gannesh optò per andarsene dalla situazione attuale, Ibsic tuonò ordinando di andare ancora avanti, poiché erano gli ordini di Creed. Orgoglio di Cadia III le parve una sauna, un fortissimo caldo generato dall’ininterrotto utilizzo delle armi plasma e del cannone laser frontale. Il sudore colò come un torrente lungo la sua schiena e un forte dolore la colpì. Una bruciatura plasma sulla spalla, la carne esposta e sanguinante, ma non abbastanza per fermarla. Gannesh consigliò di lasciar raffreddare le armi, ma Ibsic ordinò ancora una volta la mossa esattamente opposta. Li avrebbero fatti bruciare o sarebbero bruciati loro stessi prima di poter essere uccisi. Lina pregò. Le luci si spenserò. Qualcuno urlò.

CADIA, LORD GENERALE URSARKAR E. CREED E SERGENTE VESSILLARIO JARRAN KELL

“Siate forti nella vostra ignoranza! Dalla vostra morte vi conosceremo. Soldati, io e voi siamo figli di una fede, e questa è il fucile laser, la scorta di munizioni, l’eretico morto.”

Così il Commissario Aldrad ispirò la massa di fanteria e armi pesanti dell’8° Cadiano mentre tentava di contattare Creed insieme al maggiore Troilus. Eppure non era il solo; Creed aveva sette operatori vox impegnati a seguirlo in modo da diffondere i suoi ordini. Dopo essersi assicurato che Kell stesse bene, Creed vide una formazione lontana appartenente al 7° Cadiano, il quale aveva ormai perso una lunga lista di comandanti. Diede ordini ad ogni squadra, trasformando masse confuse e disordinate in insiemi con direzione e intenzioni precise. Parlò con il maggiore Bendikt del 101° Cadiano, poi direzionò il bombardamento dei Medusa di Waylon e quello degli Hydra del 71° contro i Chimera nemici. Quando Troilus riuscì finalmente a contattare Creed attraverso il vox di Castor, l’uomo riportò la presenza di migliaia di legionari penali. Creed puntò l’artiglieria del 190° e del 210° contro la divisone Volscani e Aldrad poté assistere all’esplosione della terra, centinaia di fiori di terra il cui sbocciare portò morte in mezzo alle linee degli eretici. Tuttavia, uno di questi Chimera trasportò un nemico già conosciuto. Dalla rampa posteriore fuoriuscirono non solo eretici come gli altri, ma un gigante conosciuto con il nome di Luciver Anckor, uno psionico che Lina e Fesk, quando erano soltanto dei Coscritti, affrontarono su Besana nel 996.M41. Al tempo gli Anckoriti vennero respinti, ma in quel momento Luciver in persona si presentò davanti a Creed. Il Lord Generale puntò la propria pistola laser, ma lo psionico usò i propri poteri in modo da fargliela puntare alla propria testa. Spara.

Guardia Imperiale dei Granatieri Vresh

Due volte Creed dovette resistere a queste parole. Sentì Kell chiamare il suo nome e la neve cominciò a cadere. Aldrad tentò di fendere il petto di Luciver e, pur non riuscendoci, la distrazione ruppe la sua stregoneria. Il commissario venne scagliato a diversi metri di distanza, lasciando il posto ad un intervento di Kell. Ricevendo un calcio sul petto, Luciver indietreggiò e disse quanto Kell non potesse capire, ma il Sergente Vessillario non cercò di ribattere e terminò l’opera con un altro colpo sul petto, ma questa volta utilizzando il maglio potenziato. La spina dorsale di Luciver Anckor si spezzò e così la sua vita. Incespicando, Creed raggiunse Kell. Un momento dopo, Aldrad fece lo stesso e così anche lo scudiero Castor. Insieme, guardarono in alto, assistendo all’inizio della vera invasione di Cadia. Capsule d’atterraggio comparvero dalle nubi.

CADIA, MAGGIORE BENDIKT

Nessuno sembrò aver mai sentito parlare del Posto d’Osservazione 9983. Bendikt, il 101° Cadiano a cui apparteneva e altri reggimenti si limitarono semplicemente ad imbarcarsi sui Valkyrie e ad attendere sei ore di viaggio fino ad un complesso situato su una montagna innevata, la cui piattaforma d’atterraggio poteva ospitare solo un Valkyrie alla volta. Quando arrivò il turno di Bendikt di scendere, un uomo lo accolse presentandosi come Rivald, il custode del Posto d’Osservazione 9983.Bendikt chiamò l’operatore vox Mere per ordinargli di contattare il Comando Settentrionale in modo da scoprire il motivo per cui si trovassero lì, mentre il sergente Tyson riferì la presenza di sei piani conosciuti diretti verso il basso, sebbene ci fossero porte al terzo piano che nessuno risultò in grado di aprire. Da un incontro con Rivald, Bendikt ricavò solo che tremila soldati della Guardia Imperiale avrebbero passato i giorni seguenti, forse mesi, su una base dallo scopo ignoto e la cui unica entrata e uscita era la piattaforma d’atterraggio. Neanche Rivald, dopo venticinque anni di servizio su di essa, seppe rispondere allo scopo del Posto d’Osservazione. Tutto ciò che scoprì fu una dicitura impressa sulle porte inapribili del terzo piano: Salvezza 9983.

CADIA, ARTIGLIERE LINA

L’Orgoglio di Cadia III era fuori uso. Con il surriscaldamento del distruttore plasma, il liquido di raffreddamento era fuoriuscito spargendosi nella cabina. Lina osservò la situazione: Linday grugniva a terra e aveva una gamba carbonizzata; Ibsic, le cui mani erano entrambi bioniche, rideva istericamente perché gli erano state fuse; Callen si occupava di Ibsic; Gannesh aveva le budella di fuori. Dopo aver aiutato Linday a rialzarsi, Lina aprì il portellone del Leman Russ trovando davanti a sé solo fumo e rovina. Ibsic e Callen la seguirono al di fuori del carro e tutti e quattro poterono vedere qualcosa cadere dal cielo. Pensarono istintivamente che fosse fuoco d’artiglieria e si chinarono, ma fu altro a scendere sulla superficie di Cadia. Otto giganti in armatura potenziata nera fuoriuscirono dalle proprie capsule d’atterraggio e Lina, non avendo mai visto uno Space Marine, li chiamò in modo da farsi notare. In un istante, la testa di Callen esplose e le costole di Ibsic vennero sparate fuori dal suo corpo. Linday si buttò a terra portando con sé la ragazza. Pensando che fossero morti, gli Space Marine del Caos si mossero verso l’8° Cadiano. Solo dopo un po’ di tempo, Lina e Linday vennero soccorsi da alcune truppe a bordo di un Chimera. Dissero che la vittoria fosse vicina; dissero che Creed li avrebbe salvati.

CADIA, LORD GENERALE URSARKAR E. CREED E SERGENTE VESSILLARIO JARRAN KELL

Uno Psionico Ribelle

Con il sacrificio di vari uomini, i soldati intorno a Creed riuscirono ad uccidere alcuni Space Marine. Quando la terra tremò e alla battaglia si unirono un Titano Reaver e due Warhound, Creed richiese l’intervento del Martello di Mezanoid, uno Stormsword che giunse circondato da altri carri con la funzione di fargli da scudo. Anche se uno di quei carri esplose sotto il piede di un Warhound, gli altri scaricarono le loro armi contro gli scudi del vuoto di quest’ultimo, rendendolo vulnerabile al fuoco dello Stormsword. Con un colpo di cannone ben assestato, Martello di Mezanoid annientò il proprio nemico prima di esplodere sotto il fuoco di turbo-laser del Reaver. La battaglia proseguì e l’avvistamento di una lontana massa di legione penale portò l’8° Cadiano ad appostarsi in modo da difendere la linea, eppure Creed si stupì quando non si trovò davanti dei cannibali impazziti, ma gli Speranzosi Perduti di Darr Vel. Un nome sconosciuto ai più, ma Darr Vel era un Maggiore che, a causa delle azioni dei propri superiori, venne arrestato e incluso nelle legioni penali. Sul pianeta Speranza Perduta, Creed e gli uomini radunati da Darr Vel affrontarono i cultisti di Luciver Anckor e, alla fine, l’8° Cadiano prese con sé i legionari penali per condurre ulteriori indagini sul caso di Anckor. Con lo psionico eretico ormai morto, gli Speranzosi Perduti di Vel continuarono comunque a combattere per l’Imperatore. Creed ordinò di rallentare un Titano in avvicinamento e Darr Vel obbedì, lanciando i propri Speranzosi Perduti contro quelle gigantesche masse di metallo. In poco tempo, Darr Vel vide solo sei uomini in vita intorno a sé, ma proseguì fino ad applicare le bombe termiche sulle gambe del Titano e per un’ultima volta udì un’esplosione. Il Titano cadde e Creed sperò che Darr Vel avesse raggiunto l’Imperatore.

Dopo tutti questi sforzi, Creed e le truppe al suo comando raggiunsero il Leviathan di Marus Porelska. Avrebbero salvato il Governatore Planetario, ma gli innumerevoli cadaveri di truppe Cadiane non furono un buon segno.

DA QUALCHE PARTE, QUALCUNO

Un Aeldari Arlecchino Giullare della Morte

Nel cuore della Biblioteca Nera, le ultime catene di luce intorno al Tomo di Cegorach si dissolsero e così il libro si aprì mostrando alla Masque del Dolore di Mezzanotte una nuova interpretazione della Caduta degli Eldar. Viaggiando su ogni arcamondo, la Masque mise in scena la Caduta introducendo un nuovo personaggio che alla fine della rappresentazione riusciva a sconfiggere Slaanesh. Ogni volta, gli Arlecchini partirono, lasciando l’arcamondo e rubando segretamente una delle statue degli antichi Veggenti ormai cristallizzati, portando avanti un grande piano.

Da qualche altra parte, Eldrad si preparò a raggiungere Coheria, luna di Porto Demesnus che, al tempo della Caduta, si trovava ai bordi dell’Impero Eldar, posizione che le permise di non essere spazzata via e, al contrario, di riempirsi di energia psionica cristallizzata, identica a quella degli antichi Veggenti altrettanto cristallizzati. Fu Illic Lancianotturna a scoprire questa luna e, giungendo prima su Ulthwé per riportare la notizia, fu Eldrad a prenderlo da parte e a persuaderlo nel consegnarli le informazioni a sua disposizione e a lasciare l’arcamondo senza lasciare traccia. Così Eldrad stipulò un accordo con il Giullare della Morte Spettro di Inriam e la Masque del Dolore di Mezzanotte in modo da attuare un grande rituale su Coheria. Così Eldrad avrebbe risvegliato Ynnead.

Bibliografia

Manuali

  • Warhammer 40.000: Death Masque

Romanzi e racconti brevi

  • Last Step Backwards, di Justin D Hill
  • Lost Hope, di Justin D Hill
  • The Battle of Tyrok Fields, di Justin D Hill
  • Cadia Stands, di Justin D Hill
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