Momenti BG 47: La Tempesta S01 E03

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“Se chiunque qui pensa di non poter svolgere il proprio dovere per l’Imperatore, allora si dovrebbe presentare davanti ai commissari reggimentali e smettere di sprecare il mio tempo.” Ursarkar E. Creed

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AVVISO: Benché partita come ramo secondario dei Momenti BG, La Tempesta è una serie indipendente. Dal quarto articolo in poi non presenta più la dicitura Momenti BG, ma ho preferito includere un avviso di questo tipo al posto di cambiare i titoli dei primi tre articoli per evitare confusione e la domanda “Ma perché i Momenti BG 44, 45 e 47 non ci sono?”.


CADIA, LORD GENERALE URSARKAR E. CREED E SERGENTE VESSILLARIO JARRAN KELL

Secondo quanto scritto da Orsani Rudvald nel suo resoconto della Battaglia dei Campi Tyrok, si dice che il Departmento Munitorum considerasse il Generale Klief un grande eroe dei Catafratti Volscani. Purtroppo, questa reputazione venne bruscamente interrotta.

Il Generale Klief cercò in tutti i modi di fermare l’avanzata di Creed, ma quest’ultimo non ne volle sapere. Excubitoi Castellum, il Leviathan del Governatore Marus Porelska, venne assaltato dalle truppe dell’8° Cadiano guidate da Creed e Kell, i quali si trovarono davanti a fiumi di Catafratti Volscani, alcuni Space Marine del Caos e orrori che nessuno avrebbe dovuto vedere. Ripulendo ogni piano, raggiunsero il ponte di comando, al cui interno non trovarono altro che morte. Kell analizzò la scena e dedusse come centinaia di Cadiani presenti avessero tentato di barricare le entrate e poi di proteggere Marus Porelska con i propri corpi. Tuttavia, il Governatore cadde comunque, una lama nella mano e un eretico ai suoi piedi.

La Battaglia dei Campi Tyrok venne vinta, Klief venne ucciso, i Leviathan dei Volscani vennero annientati, eppure Creed sentì solo la sconfitta dentro di sé. Kell riferì l’arrivo di un contatto vox attraverso l’unità trasportata da Castor e Creed si scambiò le ultime informazioni con il Signore della Guerra Ryse. Come se la morte di Porelska non fosse bastata, il Governator Secundus Karwyn parve disperso, ogni contatto con Kasr Vazan fallì.

Il sole tramontò.

Tramonto su Cadia

“Guardate. Il giorno è finito su Cadia. La lunga notte è cominciata.”

A bordo del Leviathan Sacramentum di Ryse, le alte cariche si riunirono e Creed fece finalmente il nome che tutti non pensarono di dover pronunciare ancora:
Abaddon il Distruttore.

Ciononostante, Ryse non riunì tutti i comandanti per discutere della mente dietro a tutto questo. Cadia si trovava senza un leader e, prima che i Sommi Signori della Terra nominassero un nuovo Governatore Planetario, avevano bisogno di un sostituto. Ryse stesso si escluse immediatamente dai candidati e così il Generale Gruber iniziò a percorrere la stanza ricevendo solo negazioni da parte di tutti i presenti. Nessuno volle prendersi la responsabilità e per un attimo Gruber si propose, ma Ryse scartò anche quella opzione.

Il Commissario Aldrad intervenne uscendo dall’ombra e sostenendo che non fosse stato Porelska a guidare i Cadiani sui Campi Tyrok e neanche Gruber, ma Ursarkar Creed. Quest’ultimo disse di non voler essere il Governatore, poiché sarebbe stato solo una pedina, mentre Cadia aveva bisogno di un comandante. Nei suoi scritti, Orsani Rudvald raccontò diversamente la vicenda, sostenendo che Creed avesse tenuto immediatamente un discorso davanti al pubblico, che la folla avesse preteso di vederlo nominato Lord Castellano e che egli avesse rifiutato tre volte prima d’accettare. In realtà, seppur in modo simile, la faccenda si svolse in modo diverso. Creed rifiutò la nomina di Governatore, ma fu lui stesso a proporre il titolo di Lord Castellano, cosicché potesse comandare tutta Cadia fino al respingimento delle forze del Caos dal pianeta e dall’intero sistema. Dopo un silenzio iniziale, la nomina avvenne e Creed parlò alla folla.

“Uomini e donne di Cadia. Molti sono stati persi oggi. Amici. Figli. Madri. Figlie. Compagni. Ci siamo opposti al fuoco, al bombardamento, al tradimento e alla codardia. E non ci siamo tirati indietro. Non ci siamo voltati a chiedere se un altro potesse prendere il nostro posto. Ci siamo opposti, abbiamo combattuto e siamo andati in battaglia. Oggi l’Alto Comando mi ha chiesto di servire come Lord Castellano di Cadia. Ho accettato questo gravoso onore. Oggi abbiamo respinto il nemico dalla nostra casa. Ma i prossimi mesi saranno duri. Io non vi offro altro che sangue e battaglia. Questa è la nostra parte in una guerra che dura da diecimila anni. E oggi, fratelli e sorelle, oggi noi – voi – avete conquistato una grande vittoria che sarà ricordata per altri diecimila anni, o finché l’Imperium dell’Umanità vivrà!”

Fu solo l’inizio.

URTHWART, SEGMENTUM OBSCURUS

La Planet Killer di Abaddon il Distruttore

La Tredicesima Crociata Nera colpì moltissimi pianeti. Assalti effettuati da predoni sconosciuti colpirono Tabor e poi Ulthor, mondi su cui combatterono le Compagnie 3a, 5a e 7a dei Consoli Bianchi. Successivamente, i Consoli Bianchi avviarono una serie di attacchi contro la banda da guerra degli Spettri del Warp, permettendo di respingere il Caos dal sistema.
In seguito a questi scontri, le navi della Marina Imperiale si prepararono ad un contrattacco. Tre squadroni di Distruttori Cobra e l’incrociatore classe Lunar Goliath inseguirono gli invasori attraverso gli Stretti di Faberius e ingaggiando l’incrociatore classe Styx Sangueoscuro. Pur perdendo la maggior parte dei Cobra e subendo gravi danni alla Goliath, gli Imperiali classificarono la Sangueoscuro come la nave di Tarraq Sangueoscuro, un condottiero dei Signori della Notte. Prima che i rinforzi imperiali potessero arrivare, giunsero tantissimi segnali d’arrivo da parte di navi da guerra caotiche, motivo per cui i sopravvissuti si ritirarono rifugiandosi nel vicino porto di Aurent nel Sistema Agripinaa. Non fu certamente l’unico fronte in cui i Signori della Notte si schierarono e si sentì parlare anche di una loro armata comandata da Decimus, autoproclamato Profeta dell’Ottava Legione apparentemente più interessato ad un attacco diretto verso gli eldar dell’Arcamondo Ulthwé.

In seguito alla fuga presso Aurent, numerose divinazioni astropatiche puntarono su Urthwart come grosso centro di ritrovo per una gigantesca forza di navi dei Caotici. Unità addestrate di Kasrkin vennero spedite sul pianeta per ordine dell’Alto Comando di Cadia, ma Urthwart si rivelò un pianeta ormai corrotto la cui gente venne sacrificata in nome degli Dei del Caos e ormai popolato solo da milioni di zombi della peste affetti dalla Maledizione dell’Apostasia. Quando le navi caotiche iniziarono ad avvicinarsi ad Urthwart, i Kasrkin tentarono di ritirarsi, ma tutto fu inutile quando le navi caotiche distrussero ogni loro trasporto, nemici ai quali si aggiunse la famosa Distruttrice di Pianeti di Abaddon.

La titanica nave capitale rilasciò tutta la propria potenza su Urthwart, penetrando oltre la crosta e riducendo il pianeta ad un campo di asteroidi. La distruzione di Urthwart echeggiò nel Warp e il suo grido di morte venne udito da ogni telepate nel raggio di mille anni luce.
Durante il collasso di Urthwart, centinaia di navi caotiche fuoriuscirono dall’Occhio del Terrore dirigendosi verso Cadia. L’Artiglio del Contagio e la Terminus Est, insieme a una densa flotta di navi pestilenziali, emerse nel Sistema Subiaco Diablo spingendosi all’interno del settore. Insieme alla moltitudine di navi caotiche e protette dalle navi da guerra classe Distruttrice Morte Impietosa e Fortezza dell’Agonia, giunsero due Fortezze Pietranera, rubate all’Imperium durante la 12a Crociata Nera.

ORMANTEP, SETTORE CADIANO, SEGMENTUM OBSCURUS

Avvertite dagli Astropati sopravvissuti sul pianeta Belisar, varie pattuglie navali fuggirono dalla massa di navi nemiche in arrivo e iniziarono a richiedere supporto nei settori vicini. Tutte le navi disponibili si riunirono nel sistema Ormantep sotto il comando dell’Ammiraglio Pulaski, preparandosi a tenere occupato il nemico in modo che Cadia potesse respingere gli invasori. Ormantep stesso aveva già visto una certa dose d’azione prima dell’arrivo di Pulaski, infatti non molto tempo prima un contingente della Legione Nera si era infiltrato nella Stazione d’Ascolto Ormantep passando attraverso dei complessi minerari e macellando chiunque trovasse sul proprio cammino. La psionica sanzionata Neme Fortuna e i soldati cadiani al servizio del Capitano Vrorst tentarono di respingere i nemici mentre il morente Astropate Primus Grenski consumò le proprie ultime forze per inviare una richiesta d’aiuto. A un certo punto si palesò uno stregone della Legione Nera e, quando ormai la Stazione d’Ascolto stava per essere privata della vita dei suoi ultimi difensori, Neme Fortuna vide arrivare dal nulla un misterioso guerriero della stessa stazza dello stregone, ma con un’armatura grigia, un assortimento di pelli e totem sulle proprie spalle e una strana calotta montata sul capo completamente calvo. Lo stregone e il misterioso guerriero si scambiarono colpi violenti finché Neme non raccolse le proprie energie e, scacciando l’influenza maligna che le stava pervadendo la mente, scagliò dei fulmini che distrassero lo stregone prima che il guerriero usasse la propria lama per tagliare il nemico dalla testa all’inguine. Quando il combattimento terminò, una creatura simile al guerriero, ma terribilmente bestiale, arrivò nella stanza e piantò Neme a terra graffiandole le braccia. Il guerriero disse una sola parola e la bestia si dileguò, poi Neme chiese chi fosse la persona davanti a sé, ma egli rispose che non fosse importante conoscerlo e se ne andò. Benché i superstiti della Stazione d’Ascolto non potessero capirlo, essi furono salvati da alcuni membri della 13a Grande Compagnia dei Lupi Siderali rimasti ancora separati dal proprio Capitolo. La loro caccia continuò altrove e su di loro si diffusero sempre più voci.

Quando la flotta del Caos arrivò e Pulaski rispose, Ormantep conobbe di nuovo il disordine. Le due parti si scontrarono all’ombra della catena di asteroidi Cintura di Ilthirium e i lealisti, nettamente in minoranza, subirono immediatamente danni a una dozzina di navi a causa dei bombardieri Fuoco Fatale. Successivamente, una parte della flotta caotica si disingaggiò dallo scontro principale, passando alle spalle della Marina e puntando verso il settore Agripinaa. Nonostante i numeri del nemico fossero diminuiti, la battaglia proseguì a svantaggio dei lealisti e l’ammiraglia di Pulaski, Onore e Dovere, venne fatta esplodere. Tutto sembrò perduto, quando improvvisamente delle navi caotiche esplosero grazie all’arrivo della Flotta da Guerra Agripinaa capeggiata dall’Ammiraglio Quarren, il quale prese le redini di tutta la flotta rimanente permettendole di aprirsi un varco e ritirarsi verso Demios Binarius, pianeta che poco tempo dopo venne ridotto a una roccia sterile dalle Fortezze Pietranera caotiche. Quarren schierò la flotta rimanente in posizione difensiva insieme alle tre fortezze orbitali classe Ramilies, ma il nemico fu troppo grande e le perdite molte. Due fortezze Ramilies si autodistrussero pur di non cadere nelle mani del Caos, mentre la terza non fu così fortunata. I sopravvissuti si ritirarono ancora una volta, raggiungendo il mondo forgia Kantrael nella speranza di riparare le navi e riarmarsi in modo da contrattaccare. Purtroppo, anche nelle migliori condizioni, sarebbero sempre stati pochi. Con lo spazio intorno a Cadia sicuro, i caotici si riversarono in massa sulla superficie.

La temporanea salvezza della flotta dell’Ammiraglio Quarren comportò una carenza nelle difese del settore Agripinaa, la quale venne sfruttata dal Caos per seminare distruzione, in particolare dai seguaci di Nurgle.

In poco tempo, anche il subsettore Belis Corona venne attaccato. Amistel Major, assediato dai Marine della Peste, venne difeso da Guardie della Palude Drookiana comandate dal Colonnello Pertaj, Space Marine dei Grifoni Urlanti e Titani della Legio Astorum. In una guerra di trincea, nessuno dei due schieramenti volle cedere e si cadde in uno stato di anarchia finché il pianeta non venne ridotto ad un guscio annerito. Su Lelithar, invece, le Guardie dei Dragoni di Jouran e i Titani Dux Bellorum della Legio Ignatum attaccarono il palazzo della città di Gorgosa, ricevendo poi rinforzi anche dagli Space Marine degli Spettri della Morte, decimando la popolazione pur di trovare il quartier generale della Voce dell’Imperatore. Sebbene Cypher fosse realmente passato di lì, credettero di trovarsi sul suo pianeta d’origine. Non scoprirono di sbagliarsi.

LUOGO SCONOSCIUTO, CAPITANO TALOMAR LOCQ DEI MASTINI DI ABADDON

Talomar Locq si trovò al fianco di Urkanthos, Lord Purgator della Legione Nera. Entrambi attesero l’arrivo di Abaddon il Distruttore davanti a loro e Locq si convinse di essere stato convocato per un compito estremamente importante, ciò con cui avrebbe potuto finalmente dimostrare il proprio valore al Signore della Guerra. Per questo esordì con:

“Chi vuoi che io uccida?”

Eppure Abaddon non gli diede il compito di cui si convinse. Lo mise in riga, ordinandogli di non parlare se non interpellato e mostrandogli la sua missione. Locq avrebbe dovuto cercare il famoso Khârn il Traditore e portarlo al suo cospetto. Quando Abaddon abbandonò la terra tornando alla navetta con cui era sbarcato, Urkanthos sostenne di sentirsi insultato e Locq intervenne esprimendo il proprio profondo disappunto. Tuttavia, avrebbe obbedito. Ciò che notò durante l’incontro con Abaddon fu la testa china di Urkanthos, la totale sottomissione al proprio signore anche quando, per un momento, cercò di contraddirlo dicendo di poter inviare una comunicazione astropatica piuttosto che sottrarre forze potenzialmente utili alla Crociata. Forse avrebbe potuto dimostrare di essere superiore; forse avrebbe potuto sostituirlo come Lord Purgator e leader della Flotta Nera, ma prima avrebbe dovuto seguire la più grande scia di morte della galassia. La scia di Khârn.

HAELEON, KHÂRN IL TRADITORE

Kharn il Traditore, immagine dal Codex di 6a

Sotto tre soli cocenti, Khârn proseguì nel suo Sentiero Rosso attraversando le pianure vetrose di Haeleon. Le Furie Bianche riuscirono ad evadere i controlli scanner effettuati dal capitano Roderbar della nave Spiccateschi e per questo Il Traditore e la sua banda da guerra si trovarono ad affrontare i lealisti su tale pianeta, la cui crosta estremamente fragile arrivò a creare grandi voragini tramite continui cedimenti. Nonostante fosse rara una tale dimostrazione di acume tattico, Khârn cercò di attirare la cinquantina di nemici in moto verso di sé, proprio in una zona di superficie più fragile in cui alcune moto sarebbero sicuramente precipitate. O almeno li avrebbe costretti a scendere da esse. Con Xin-Myang Khan e il Veggente della Tempesta Yaghterai sempre più vicini, Khârn indietreggiò all’interno di una voragine, eppure le Furie Bianche proseguirono con il desiderio di vendicare la Confraternita di Khajog Khan, ucciso da Abaddon il Distruttore, rispondendo alla presenza della Spiccateschi con un attacco immediato. I lealisti si fermarono a una ventina di metri dalla prima voragine. Khârn trattenne a fatica il bisogno di attaccare, specialmente nel momento in cui continuò a non vedere nemici, ma improvvisamente le moto attaccarono e il vero scontro ebbe inizio. Numerose teste e gambe vennero mozzate da fendenti roteanti dell’ascia Spargisangue, ma non solo. La banda da guerra caotica si rivelò e Khârn riconobbe individui quali il folle Samzar grazie al suo elmo con un corno spezzato e il capitano Lukosz, entrambi legionari dei Divoratori di Mondi in un passato ormai lontano. Il Traditore venne attaccato da Yaghterai tramite una scarica di energia proveniente da un bastone psionico. Prontamente, Khârn spezzò la testa del bastone, costringendo il Veggente della Tempesta ad estrarre la spada a catena. Tuttavia, la rottura del bastone non rese Yaghterai improvvisamente privo di poteri, poiché la sua velocità e i suoi riflessi aumentarono vertiginosamente. Khârn si ritrovò sulla difensiva, però quei poteri non sarebbero durati per sempre e così parò diversi colpi e cercò di sferrarne, finché una parte dello scalpo del Veggente non venne letteralmente strappato via da Spargisangue. Poco dopo, il retro dell’ascia trovò il petto dello psionico e Yaghterai cadde a terra, rimuovendosi l’elmo. Khârn osservò un volto insanguinato e attaccò ancora. La spada a catena rallentò il colpo, ma non lo fermò; Spargisangue fratturò il teschio e portò via l’occhio del Veggente, eppure non lo uccise ancora. Khârn ascoltò l’ultimo discorso della Furia Bianca, la quale disse di considerarli tutti uguali, che fossero Divoratori di Mondi o Legione Nera, infine un ultimo colpo dell’ascia a catena pose fine alla sua vita.

“Io seguo il Sentiero Rosso! Io seguo il Dio del Sangue!”

Bibliografia

Manuali

  • Codex: Occhio del Terrore
  • Codex: Astra Militarum (6a edizione)
  • Codex: Astra Militarum (8a edizione)

Romanzi e racconti brevi

  • The Battle of Tyrok Fields, di Justin D Hill
  • Cadia Stands, di Justin D Hill
  • Night Lords: Void Stalker, di Aaron Dembski-Bowden
  • Black Crusade: Khârn – The Red Path, di Chris Dows
  • Inferno #37 – Hunter/Prey, di Andy Hoare

Altro

  • The 13th Black Crusade, di Andy Hoare
  • White Dwarf 56 (ITA, luglio/agosto 2003)
  • White Dwarf 63 (ITA, aprile 2004)
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