Sviluppato da A44 Games (Quelli di Ashen) e pubblicato dalla Kepler Interactive, Flintlock: The Siege of Dawn si propone come un action rpg “souls-lite” in cui i giocatori vestiranno i panni di Nor Vanek, un’esperta di armi da fuoco e geniera della coalizione coinvolta in una guerra contro gli Dei del Grande Abisso e le loro armate dei morti.
Pianificato per uscire l’estate del 2024 su Playstation 5, Xbox Serie X|S e su PC (Epic Game’s Store, Steam e Windows Store), abbiamo provato le prime due ore di gioco in anteprima.
Dei e morti
![Nor ed Enki su una roccia che da su una città enorme con edifici di Arenaria](https://www.player.it/wp-content/uploads/2024/06/flintlock_1.jpg)
Flintlock The Siege of Dawn catapulta subito il giocatore, dopo un breve filmato introduttivo, nei panni di Nor intenta a portare avanti la sua missione: fare esplodere il portale da dove escono i morti.
Nei primi minuti, il gioco introdurrà personaggi legati a Nor e al suo passato e li metterà in pericolo. Per il giocatore però è molto difficile vivere il pathos che la storia cerca di raccontare, poiché non solo non conosce minimamente i personaggi ma sa a malapena perché sono importanti per la protagonista, che conosce a malapena.
Durante l’esplosione del portale qualcosa andrà storto e Nor libererà gli Dei invece che fermare la loro invasione. Starà dunque a lei, con l’aiuto del Dio Enki, rimediare al suo errore e salvare la coalizione.
Sebbene la trama e i dialoghi visti durante la demo non fossero di cattiva qualità, vi è una forte dissonanza tra la posta in gioco della storia e quanto emotivamente è coinvolto il giocatore. Ciò che viene raccontato nelle prime due ore dovrebbe forse essere raccontato in almeno il doppio del suo tempo, magari alternandolo con momenti tranquilli e occasioni per far immedesimare il giocatore.
Innovazione legnosa
![Nor intenta ad usare la sua ascia per dare un colpo di grazia ad un predone](https://www.player.it/wp-content/uploads/2024/06/flintlock_3.jpg)
Dal punto di vista di gameplay, Flintlock The Siege of Dawn propone una declinazione interessante del genere soulslike.
Ad esempio l’esperienza guadagnata, qui chiamata “Reputazione”, può essere aumentata grazie a una meccanica di combo a moltiplicatori tipica di altri generi. Ogni colpo andato a segno aumenterà il moltiplicatore di reputazione ottenuta; se si viene colpiti, questo moltiplicatore si azzera. In qualsiasi momento è possibile “usare” il moltiplicatore sulla reputazione guadagnata fino a quel momento e resettarlo. Una meccanica che spinge con successo il giocatore a sfidare e superare i propri limiti contro i nemici.
In più in Flintlock The Siege of Dawn ci sono diverse opzioni e approcci al combattimento; questa varietà alleggerisce con successo l’esperienza che viene però intralciata con animazioni a volte ambigue o hitbox delle armi dei nemici un po’ ingiuste. È capitato, ad esempio, quando molto vicino al nemico, che il gioco registrasse l’attacco del nemico ancora prima che l’animazione e la lama dell’arma potessero colpirmi a schermo.
Se il combattimento di Flintlock è generalmente un successo e promette divertimento, il movimento “dinamico e acrobatico”, con doppio salto e lo scatto aereo, è così goffo da essere incontrollabile. Nelle due ore di gioco ho avuto estrema difficoltà a controllare i movimenti di Nor in aria, rendendo l’esplorazione frustrante.
La struttura open-map del gioco è supportata da viaggi rapidi e accampamenti da liberare per sbloccare nuovi commerci e insediamenti; non ho potuto esplorare se queste meccaniche sono realmente coerenti, o se tutti i villaggi sono obbligatori e le mappe sono solo un lungo corridoio. Nelle prime due ore di gioco non vi erano scelte a riguardo.
Paesaggi esotici
![Un primo piano su Nor, la protagonista](https://www.player.it/wp-content/uploads/2024/06/flintlock_2.jpg)
A livello tecnico il gioco si piazza a livelli modesti, con alcuni modelli di qualità nettamente superiore ad altri. L’impatto d’insieme però funziona e i paesaggi sono molto esotici. È bello vedere inoltre l’ispirazione a luoghi come la Nuova Zelanda nel design della flora e della fauna.
Le impostazioni grafiche erano difficili da raggiungere e le performance del gioco potrebbero essere migliori considerata la qualità grafica, ma mi aspetto che il comparto tecnico migliori molto nella versione completa del gioco.
Il doppiaggio è di ottima qualità e la traduzione in Italiano era coerente con l’inglese udito, e nei casi più ambigui faceva anche uso della schwa. Anche la traduzione dei termini di ambientazione era eccellente, a dimostrazione che chi ha tradotto il gioco lo ha fatto con criterio.
Conclusioni
Flintlock The Siege of Dawn sembra essere un gioco con un grande potenziale e delle ottime intuizioni; ha il coraggio di prendere un genere venerato dal pubblico e di sperimentare e portare una ventata d’aria fresca e anche solo per questo meriterebbe attenzioni e apprezzamenti. Peccato per la parte iniziale della trama raccontata in fretta che sembra rovinare quello che sarebbe altrimenti un mondo interessante da esplorare. Attendiamo la versione finale con trepidazione.