Flintlock: The Siege of Dawn | Anteprima PC | Potenziale divino, esecuzione mortale

Nor e il dio Enki al centro di un campo di battaglia con un enorme creatura alata nera sullo sfondo

Sviluppato da A44 Games (Quelli di Ashen) e pubblicato dalla Kepler Interactive, Flintlock: The Siege of Dawn si propone come un action rpg “souls-lite” in cui i giocatori vestiranno i panni di Nor Vanek, un’esperta di armi da fuoco e geniera della coalizione coinvolta in una guerra contro gli Dei del Grande Abisso e le loro armate dei morti.

Pianificato per uscire l’estate del 2024 su Playstation 5, Xbox Serie X|S e su PC (Epic Game’s Store, Steam e Windows Store), abbiamo provato le prime due ore di gioco in anteprima.

Dei e morti

Nor ed Enki su una roccia che da su una città enorme con edifici di Arenaria
Nor ed Enki

Flintlock The Siege of Dawn catapulta subito il giocatore, dopo un breve filmato introduttivo, nei panni di Nor intenta a portare avanti la sua missione: fare esplodere il portale da dove escono i morti.

Nei primi minuti, il gioco introdurrà personaggi legati a Nor e al suo passato e li metterà in pericolo. Per il giocatore però è molto difficile vivere il pathos che la storia cerca di raccontare, poiché non solo non conosce minimamente i personaggi ma sa a malapena perché sono importanti per la protagonista, che conosce a malapena.

Durante l’esplosione del portale qualcosa andrà storto e Nor libererà gli Dei invece che fermare la loro invasione. Starà dunque a lei, con l’aiuto del Dio Enki, rimediare al suo errore e salvare la coalizione.

Sebbene la trama e i dialoghi visti durante la demo non fossero di cattiva qualità, vi è una forte dissonanza tra la posta in gioco della storia e quanto emotivamente è coinvolto il giocatore. Ciò che viene raccontato nelle prime due ore dovrebbe forse essere raccontato in almeno il doppio del suo tempo, magari alternandolo con momenti tranquilli e occasioni per far immedesimare il giocatore.

Innovazione legnosa

Nor intenta ad usare la sua ascia per dare un colpo di grazia ad un predone

Dal punto di vista di gameplay, Flintlock The Siege of Dawn propone una declinazione interessante del genere soulslike.

Ad esempio l’esperienza guadagnata, qui chiamata “Reputazione”, può essere aumentata grazie a una meccanica di combo a moltiplicatori tipica di altri generi. Ogni colpo andato a segno aumenterà il moltiplicatore di reputazione ottenuta; se si viene colpiti, questo moltiplicatore si azzera. In qualsiasi momento è possibile “usare” il moltiplicatore sulla reputazione guadagnata fino a quel momento e resettarlo. Una meccanica che spinge con successo il giocatore a sfidare e superare i propri limiti contro i nemici.

In più in Flintlock The Siege of Dawn ci sono diverse opzioni e approcci al combattimento; questa varietà alleggerisce con successo l’esperienza che viene però intralciata con animazioni a volte ambigue o hitbox delle armi dei nemici un po’ ingiuste. È capitato, ad esempio, quando molto vicino al nemico, che il gioco registrasse l’attacco del nemico ancora prima che l’animazione e la lama dell’arma potessero colpirmi a schermo.

Se il combattimento di Flintlock è generalmente un successo e promette divertimento, il movimento “dinamico e acrobatico”, con doppio salto e lo scatto aereo, è così goffo da essere incontrollabile. Nelle due ore di gioco ho avuto estrema difficoltà a controllare i movimenti di Nor in aria, rendendo l’esplorazione frustrante.

La struttura open-map del gioco è supportata da viaggi rapidi e accampamenti da liberare per sbloccare nuovi commerci e insediamenti; non ho potuto esplorare se queste meccaniche sono realmente coerenti, o se tutti i villaggi sono obbligatori e le mappe sono solo un lungo corridoio. Nelle prime due ore di gioco non vi erano scelte a riguardo.

Paesaggi esotici

Un primo piano su Nor, la protagonista
La protagonita, Nor

A livello tecnico il gioco si piazza a livelli modesti, con alcuni modelli di qualità nettamente superiore ad altri. L’impatto d’insieme però funziona e i paesaggi sono molto esotici. È bello vedere inoltre l’ispirazione a luoghi come la Nuova Zelanda nel design della flora e della fauna.

Le impostazioni grafiche erano difficili da raggiungere e le performance del gioco potrebbero essere migliori considerata la qualità grafica, ma mi aspetto che il comparto tecnico migliori molto nella versione completa del gioco.

Il doppiaggio è di ottima qualità e la traduzione in Italiano era coerente con l’inglese udito, e nei casi più ambigui faceva anche uso della schwa. Anche la traduzione dei termini di ambientazione era eccellente, a dimostrazione che chi ha tradotto il gioco lo ha fatto con criterio.

Conclusioni

Flintlock The Siege of Dawn sembra essere un gioco con un grande potenziale e delle ottime intuizioni; ha il coraggio di prendere un genere venerato dal pubblico e di sperimentare e portare una ventata d’aria fresca e anche solo per questo meriterebbe attenzioni e apprezzamenti. Peccato per la parte iniziale della trama raccontata in fretta che sembra rovinare quello che sarebbe altrimenti un mondo interessante da esplorare. Attendiamo la versione finale con trepidazione.