Jumplight Odyssey | Anteprima (PC) | Il Faster Than Light moderno

Jumplight Odyssey

Con un’estetica grafica da cartoon fantascientifico di cinquant’anni fa e la particolarità di essere un gioco manageriale, Jumplight Odyssey ha subito catturato la mia doppia fame di esperienze sci-fi e di videogiochi gestionali fin dal primissimo trailer. Grazie agli sviluppatori di League of Geeks, a pochi giorni dal suo lancio in Early Access il 21 agosto, sono riuscito a mettere le mani su questa odissea spaziale dove si fanno le veci di una comandante che gestisce un’enorme nave in fuga e il suo intero equipaggio bisognoso di assistenza verso una terra promessa, la Stella Perpetua.

League of Geeks ho avuto già modo di conoscerli per Armello, particolare gioco indie che ha saputo ben fondere meccaniche da gioco da tavolo a una storia dall’anima RPG. Con Jumplight Odyssey, questi valenti sviluppatori hanno fatto un salto nell’iperspazio da un mondo fantasy a uno fantascientifico, ma non è solo una questione di etichette di ambientazione: questo nuovo titolo rispetto ad Armello è di stampo manageriale e roguelite, una sorta di Faster Than Light con grafica 3D, vibe sci-fi di qualche decennio fa e una storia che sembra essere ben più strutturata.

Verso l’infinito e oltre

Le forze del male distruggono un intero pianeta, i superstiti sono tutti sull’astronave Catalina governata dalla Principessa di quel pianeta, oramai determinata a salvare il salvabile facendo rotta verso la Stella Perpetua, un salto spaziale dopo l’altro. Vi ricorda qualcosa, tipo un certo pianeta Alderaan di una certa Principessa Leila, e di un certo Impero?

Le citazioni all’immaginario sci-fi degli anni ’70 non si esauriscono nel solo incipit e non sono tutte incentrate su Star Wars, ma anzi: l’intero titolo è un vero e proprio contenitore di citazioni e rifermienti a tutta una certa fantascienza: dalle citazioni a Capitan Harlock alle tutine alla Star Trek, passando poi per inquadrature Kubrickiane che 2001 Odissea Nello Spazio scansate; gli appassionati saranno davvero felici, questo è poco ma sicuro!

Introduzione di Jumplight Odyssey col pianeta natale della protagonista obliterato.

La nostra avventura pre-early access è cominciata proprio in una situazione di panico dopo un salto nell’iperspazio in fuga dai malvagi nemici Zutopan. Gradualmente siamo stati introdotti ai diversi sistemi di gioco e alla navigazione nelle mappe dell’astronave, disposte su più livelli. Dal ponte di comando ai navigatori, nugoli di persone si sbracciano e corrono ovunque. Come amministrare questo caos?

L’interfaccia di Jumplight Odyssey nonostante il suo stato di beta è ben chiara nei suoi intenti, sebbene forse ci sia qualche interazione di troppo, soprattutto in fase di costruzione. Ah, già, giusto: costruzione! In Jumplught Odyssey non si tratta solo di mandare l’equipaggio un po’ ovunque in base ai compiti da fare, come spegnere incendi o partire in avanscoperta con le navicelle alla ricerca di nuovi materiali, ma appunto è necessario anche provvedere al fabbisogno dell’intera astronave Catalina in fuga costruendo nuove stanze, nuova mobilia che fa accedere a nuove funzioni, nuove farm di risorse, e così via.

Mappa interstellare dove decidere i salti nello spazio di Jumplight Odyssey

A complicare tutto, però, c’è l’impero Zutopan che prosegue nella sua traversata per acciuffarci. Il progresso nemico è rappresentato in maniera efficace nella mappa interstellare al ponte di comando, dove è possibile anche selezionare quale sia il prossimo pianeta a cui fare visita e da dove è possibile anche effettuare le missioni di estrazione e recupero intorno ai pianeti attorno a cui si orbita.

La Stella Perpetua di Jumplight Odyssey sembra molto lontana; secondo le nostre stime ci potrebbero volere dalle 15 alle 20 ore per arrivare alla fine di un singolo playthrough.

A noi non resta altro che far saltare la Catilina di pianeta in pianeta, ogni qual volta il salto nell’iperspazio sia pronto e disponibile. Restare in orbita su un pianeta dopo l’altro può avere svantaggi e vantaggi a seconda di cosa sia disponibile in quelle zone: alcuni pianeti per esempio potrebbero avere un surplus di materiali da poter estrarre, ma magari a un costo di una maggiore gravità che rallenta le operazioni di estrazione.

Uno dei ponti dell'astronave di Jumplight Odyssey con della mobilia in aggiornamento

Pazienza e fretta

La nostra esperienza con Jumplight Odyssey ci è sembrata, nonostante un gameplay con un forti layer di strategia e gestione delle risorse, molto legata al comparto narrativo.

Gli sviluppatori di League of Geek per fortuna sono maestri nel tessere lo storytelling nelle loro ragnatele di sistemi strategici, come hanno già dimostrato nel precedente Armello. In questo nuovo titolo infatti ogni nostra minima scelta ha ripercussioni sull’equipaggio, che può perdere o aumentare le proprie speranze nel raggiungimento della Stella Perpetua.

Al di là dei 4 consiglieri e della comandante-principessa, tuttavia, dispiace che le espressioni facciali degli altri personaggi generati proceduralmente non rendano giustizia alle diverse situazioni e ai diversi stati emotivi che l’equipaggio si troverà di volta in volta a dover affrontare. Ora un combattimento, ora un incendio, ora la scoperta di nuovi sopravvissuti, ora la difesa strenua dell’astronave dagli attacchi nemici… per non parlare delle relazioni che possono nascere! Onestamente lo stile scelto per i volti, a mio gusto personale, non gratifica nemmeno l’appeal grafico del gioco, di gran lunga superiore in tutti gli altri comparti a cominciare dall’ambiente. Confidiamo che l’early access di Jumplight Odyssey serva anche a valorizzare meglio anche questi piccoli dettagli.

Equipaggio casuale di Jumplight Odyssey

Ogni personaggio della ciurma ha sue statistiche, suoi bisogni e sue aspettative, prefigurando un intreccio di gameplay particolareggiato proprio dalle relazioni tra le centinaia di persone che compongono l’equipaggio. In questo senso, il gioco sembra quasi un colony sim, ma la stretta sulle meccaniche è ben più lasciva rispetto per esempio a un RimWorld o a un Dwarf Fortress. L’enfasi gestionale, qui, infatti, sembra essere molto più radicata nell’esecuzione di compiti semplici, e nella specializzazione dell’equipaggio in 3 categorie principali: Logistica, Militari e Scienziati.

In generale l’intera esperienza di gioco di Jumplight Odyssey ci è sembrata molto dominata dal dover gestire le tempistiche. All’apparenza un “40 minuti” di distanza dall’arrivo delle armate Zutopan sembrano un’eternità, ma ci si rende presto conto di avere davvero il fiato sul collo e che ogni minuto perso, ogni costruzione sbagliata, ogni gravità maggiorata, ogni corridoio a gravità zero per mancanza di fondi, vogliono dire un rallentamento sulla tabella di marcia che può portare alla disfatta. Onestamente questa è una trovata carina già appartenente a Faster Than Light a cui gli sviluppatori palesemente si ispirano, ma che in Jumplight Odyssey si colora di un’interfaccia più accessibile e una grafica generale più pulita. In sostanza basta poco per perdersi nelle tante sfaccettature del gioco e accorgersi di avere gli Zutopan dietro le spalle.

Jumplight Odyssey è Faster Than Light sotto steroidi, dove la narrativa e le relazioni tra i personaggi si intersecano benissimo nei tanti sistemi strategici previsti da questo simulatore di fuga tra le stelle. Il periodi di Early Access darà sicuramente più fregio e più particolarità a un titolo indie che già da adesso sembra un ottimo prosieguo del cammino tracciato da League of Geeks con il vecchio gioco Armello. Sono veramente curioso di scoprire quali saranno i prossimi sviluppi.