Wolfenstein II: The New Colossus – Anteprima E3 2017

Anteprima di Gianluca “DottorKillex” Arena

Che E3 sarebbe stato senza B.J. Blazkowicz?
Triste e con un marcato accento teutonico, probabilmente. E allora i ragazzi di Bethesda, che hanno il cuore tenero, ci hanno propinato un lungo trailer che ci introduce a Wolfenstein II The New Colossus, seguito diretto di The New Order, uno degli sparatutto single player più apprezzati dell’ultimo decennio, soprattutto grazie ad un gunplay violento e corposo e ad una campagna longeva e curata come non se ne vedevano da tempo.
Vediamo, allora, cos’è trapelato su questo sequel.

Catetere e pallottole

Come mostrato in alcuni segmenti di uno dei due video mostrati, B.J. ha pagato caro il sacrificio compiuto nel convulso finale di The New Order: oltre ad un numero esorbitante di nuove cicatrici, il nostro si è dovuto sorbire cinque mesi di coma, durante i quali il mondo è peggiorato considerevolmente, con una sola, significativa eccezione: Anya, sua compagna nella ribellione e nella vita, gli regalerà due gemelli.
Appena risvegliatosi dal coma, Blazko si troverà ad affrontare un primo attacco a sorpresa, con addosso solo una tunica stile ospedale, un catetere e un’arma fumante: anche ridotto in sedia a rotelle, il nostro non si fa pregare quando c’è da mandare al creatore degli sporchi nazisti.
Oltre ad una serie di facce note, come Anya stessa e l’odiosa Frau Engel, che ha un conto in sospeso con il nostro eroe, i filmati mostrati da Bethesda hanno introdotto tutta una serie di personaggi inediti, verosimilmente appartenenti alla resistenza americana, visto che la grande novità di questo seguito è rappresentata proprio dall’ambientazione, che passa dal cuore della vecchia Europa, ormai feudo del regime nazista, al continente americano, colonizzato dalle forze di occupazione del Reich.
Anche a detta degli sviluppatori, il contrasto tra un pese che ha fondato la sua costituzione e la sua storia sul concetto di libertà e la soffocante oppressione di un regime totalitario sarà alla base della narrativa di Wolfenstein II, con tutto ciò che ne consegue a livello di temi trattati e caratterizzazione dei personaggi.
Ciò che colpisce da subito è come il team di sviluppo scandinavo sia riuscito a catturare l’essenza degli anni ’60 statunitensi (le vicende si svolgono nel ’61) e coniugarla con la distopia che è alla base della serie: vedere un ufficiale nazista che confabula amorevolmente con due membri del Ku Klux Klan è una scena che in nessun altro videogioco potremmo mai vedere, che però qui non pare assolutamente fuori posto.
Al netto degli ibridi come Prey e Bioshock, che degli sparatutto prendono poco più della visuale e la presenza di armi, il franchise di Wolfenstein si è segnalato come uno dei meglio realizzati a livello narrativo, e crediamo che questo The New Colossus non tradirà sotto questo punto di vista.

Squadra che vince…

Per quanto ci riguarda, non è che ci fosse molto da modificare a livello di meccaniche di gioco, e, da quello che abbiamo potuto vedere, il team di sviluppo doveva pensarla come noi: tornano elementi cardine dei due precedenti titoli come il dual wielding, le sezioni stealth alternate a quelle dove esplode tutto e ci sono quindici nemici contemporaneamente a schermo, e anche una certa varietà nel bestiario nemico, tra soldati regolari, corazzati, canidi meccanizzati ed enormi robot bipedi da combattimento.
La frase che meglio riassume il lavoro di Machinegames sembra quindi essere “squadra che vince non si cambia”, e, sinceramente, speriamo che la cosa si estenda anche all’armamentario, non tanto per la varietà ma per la resa delle armi e la soddisfazione nell’usarle, e alla pesantezza dei colpi: l’ultraviolenza veicolata tanto da The New Order quanto da The Old Blood era perfettamente contestualizzata e, in quanto perpetrata nei confronti di uno dei nemici più odiosi della storia videoludica (e non solo, purtroppo…) era stata accettata di buon grado anche dai giocatori meno “hardcore”.
Il passaggio dalla quinta alla sesta versione del motore ID Tech di Bethesda, lo stesso che ha fatto girare l’ottimo reboot di Doom dell’anno scorso, poi, dovrebbe garantire una fluidità ed un dettaglio maggiori, oltre ad una gestione tranquilla di scene anche molto affollate: sotto questo punto di vista The New Order, uscito anche per le console di scorsa generazione, era perfettibile, e siamo curiosi di vedere come il gioco gestirà gli spazi più aperti che l’ambientazione statunitense sembra portare in dote.
Dai nazisti ci aspettiamo lo stesso mix di aggressività e supponenza che li ha resi così divertenti da sbudellare, e non ci dispiacerebbe avere una maggiore libertà esplorativa rispetto al recente passato: le minori limitazioni tecniche con cui il team dovrebbe avere a che fare potrebbero assicurare mappe più ampie, che magari permettano approcci differenti.
La netta impressione che questo reveal ha destato, comunque, è quella di un prodotto che avrà poco da dire sul fronte dell’originalità e delle novità, ma tanto da quelli del divertimento puro e della caratterizzazione dei personaggi.

Commento finale

La ricetta è semplice, all’apparenza, basata su ingredienti che dovrebbero costituire l’ossatura di ogni sparatutto in prima persona che voglia chiamarsi tale, ovvero un gunplay efficace, un’ambientazione ispirata e grande cura per i dettagli e per la modalità per giocatore singolo, eppure al giorno d’oggi i titoli che possono vantare tutte queste caratteristiche sono pochi.
Ecco perché, dopo due episodi che hanno rivitalizzato il brand, aspettiamo con grande fiducia il prossimo lavoro di Machinegames, sicuri che non deluderà sui punti appena citati: la varietà di situazioni, le novità e l’armamentario saranno invece tutti da verificare.
In ogni caso, il 27 ottobre non è poi così lontano: affilate i coltelli e lucidate le armi: Blazko sta per tornare, ed è più incazzato che mai.