Odissea nello Spazio è sempre più realtà: stiamo per mandare l’IA nello spazio

Una scena del film Odissea nello spazio
Odissea nello Spazio è sempre più realtà: stiamo per mandare l'IA nello spazio (Foto: YouTube) - player.it

In 2001: Odissea nello spazio, l’AI HAL 9000 è il cervello di un’astronave che finisce per agire contro gli astronauti.

Potenzialmente, quel tipo di tecnologia è ormai a nostra portata. Volendo, dunque, potremmo inviare in orbita un’astronave senza equipaggio e lasciarla gestire completamente a un’intelligenza artificiale. Le AI attuali potrebbero rivelarsi addirittura più potenti e autonome di HAL.

E chi ha visto quel film non può far altro che lasciarsi prendere dall’inquietudine. L’idea di un’AI al comando di una missione spaziale solleva infatti parecchi dubbi etici e di sicurezza. Uno su tutti: cosa succede se l’AI orbitante diventasse incontrollabile?

Nel film Odissea nello spazio erano infatti già chiarissimi sia il potenziale che i rischi di un’intelligenza artificiale avanzata nello spazio. Nel cult filmato da Kubrick, HAL 9000 prima inganna gli astronauti, mentendo su un guasto al sistema di comunicazione, poi uccide i membri dell’equipaggio e, infine, cerca di impedire il suo spegnimento.

L’idea raccontata dal capolavoro di Kubrick potrebbe presto trasformarsi in realtà. Per capirlo basta studiare un progetto davvero visionario presentato negli ultimi giorni da Google. La big-tech vorrebbe collocare infrastrutture AI nello spazio, più precisamente in orbita terrestre bassa (LEO).

Tale prospettiva è stata già discussa durante una presentazione interna e riguarda la possibilità di utilizzare satelliti o stazioni orbitanti per ospitare modelli di intelligenza artificiale. Google vuole infatti sfruttare l’ambiente spaziale per motivi di sicurezza, efficienza energetica e isolamento.

L’AI in orbita nello spazio: il progetto di Google

A Google interessa soprattutto trovare un posto per tenere i modelli AI lontani dalla Terra, così da ridurre al minimo i rischi di accessi non autorizzati o interferenze. Le installazioni AI sarebbero appunto collocate nello spazio per poter lavorare lontano da ogni tipo di infrastruttura terrestre e rendere assai più difficili attacchi e sabotaggi.

Un satellite nello spazio
L’AI in orbita nello spazio: il progetto di Google – player.it

Inoltre, un ambiente estremamente isolato potrebbe facilitare la gestione di modelli molto potenti. C’è anche il tema dell’efficienza energetica. Si ipotizza infatti che l’uso di energia solare spaziale possa alimentare i sistemi praticamente a costo zero. Il che porterebbe anche a un’importante riduzione dell’impatto ambientale. Mandando l’hub in orbita l’AI comporterebbe un minor consumo di risorse terrestri, anche per il funzionamento di grandi modelli.

Un progetto del genere è ancora puramente teorico, ma mette in evidenza un problema già considerato da tutti i grandi sviluppatori di intelligenza artificiale. Man mano che i modelli diventano più potente, diventa fondamentale dar loro una collocazione fisica sicura. Di fatti, anche OpenAI potrebbe presto pensare a una soluzione simile.