IA ci sta trasformando tutti in NPC: le prove sono schiaccianti

Un'illustrazione di un volto umano ricreato con dei cavi
IA ci sta trasformando tutti in NPC: le prove sono schiaccianti- player.it

L’essere umano sta delegano molti dei suoi compiti alle macchine: le AI ci sostituiscono anche a livello creativo.

Nel linguaggio dei videogame, un NPC è un Non-Player Character, cioè un personaggio che non può o non vuole prendere decisioni in autonomia. Di solito, in un contesto artificiale (come un videogioco, un film o un romanzo), l’NPC è prevedibile e bidimensionale: segue pedissequamente lo script.

Abbiamo dunque a che fare con un carattere senza carattere, che reagisce in modo limitato a ciò che gli sta intorno. E con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale l’essere umano sembra appunto orientato a sposare una nuova dimensione di esistenza sempre più accessoria e preimpostata.

Quando siamo al computer o al telefono, oramai, non sappiamo fare a meno di affidarci all’AI e ai suoi suggerimenti. Quando si tratta di metterci alla prova a livello creativo preferiamo delegare a chi può svolgere un compito accettabile, anche se poco originale e approfondito, in pochi secondi.

In pratica, lasciamo che le intelligenze artificiali scelgano per noi come muoverci, cosa fare, cosa ascoltare o vedere…  E senza ci sentiamo persi. Sam Altman, CEO di OpenAI, e quindi responsabile di ChatGPT, ha di recente dichiarato che le persone stanno iniziando a parlare come dei chatbot.

Questa sua affermazione ha acceso un dibattito non solo sul linguaggio ma anche sulla pervasività dell’AI nella vita concreta di ciascuno. Analizzando le interazioni umane con ChatGPT, i ricercatori di OpenAI si sono accorti che le persone stanno imitando i modelli linguistici del chatbot.

In pratica, chi usa ChatGPT usa frasi e strutture lessicali proprie di un LLM e non di un essere umano. Inoltre, anche nella vita di tutti i giorni, le persone ormai delegano all’AI la scelta delle parole con cui esprimersi. C’è chi usa l’AI per creare dei post per i social, chi le chiede di scrivere un discorso o una lettera d’amore… E così si perde l’autenticità.

L’uomo si esprime come un chatbot: gli LLM diventano lo stile dominante

Purtroppo, i dati parlano chiaro. E più ricerche hanno già messo in evidenza un impoverimento globale del linguaggio. Con l’introduzione delle AI, le persone hanno cominciato a perdere confidenza con la scrittura e, direttamente o indirettamente, hanno mutato il loro stile espressivo.

Dei dati informatici proiettati sul volto di una ragazza
L’uomo si esprime come un chatbot: gli LLM diventano lo stile dominante – player.it

Il Max Planck Institute ha analizzato milioni di testi presenti online e ha evidenziato un aumento impressionante di parole tipiche degli LLM, ovvero dei modelli linguistici dei chatbot. Verbi come “esaminare”, “approfondire”. Oppure la struttura retorica della negazione (“non A ma B”).

Potremmo parlare di un vero e proprio contagio linguistico. E la cosa preoccupa gli stessi sviluppatori di AI. I chatbot vengono influenzati dal linguaggio umano che però è influenzato dai chatbot. E tutto ciò conduce a un grave impoverimento della lingua, dei contenuti e delle forme espressive. Ecco: ci comportiamo proprio come degli NPC, con un vocabolario limitata e uno stile espressivo basilare. Disimpareremo anche a ragionare?