Magic: The Gathering è il gioco di carte che ha LETTERALMENTE inventato un settore che nel tempo ha subito talmente tante evoluzioni da cambiare, in maniera indelebile anche il suo fondatore. Uno di questi cambiamenti sostanziali si chiama Mondi altrove (o Universes Beyond in lingua originale), di cui fanno parte una lunga serie di crossover tra cui questo di Spider-Man.
Ora, se guardate le immagini contenute in questo articolo scoprirete che le carte di questo set sono incredibili. Sono bellissime da guardare, da toccare e anche da avere nella propria collezione. Sono quasi un oggetto di culto, se ci pensate, un feticcio del collezionismo, proprio come lo sono i fumetti da cui provengono. Spider-Man e il mondo dei fumetti sono rappresentati in queste carte non solo nel replicare scene e personaggi iconici dell’amichevole arrampicamuri di quartiere, ma anche nella forma.

Carte onomatopea, carte vignetta, carte dalla doppia identità, Hasbro ha miscelato sapientemente il mondo del fumetto supereroistico e lo ha condensato nel suo TCG con un risultato che è una gioia per gli occhi dei collezionisti ma molto meno per il piacere dei giocatori.
Da anni ormai Magic: the Gathering è una questione di prospettiva. Molti suoi giocatori vi diranno che è sacro e intoccabile, altri che è diventato pesante e ingiocabile, ma la verità oscilla come un ragno su una ragnatela perché Magic non è più il gioco che era nel 1993, quando trasformava l’immaginario fantasy di D&D in un gioco di carte, ma un fenomeno in continua espansione.

Come sta accadendo un po’ in tutti i mercati, conquistare chi è già fidelizzato è uno spreco di tempo e risorse. Bisogna crescere, espandersi, prendere un nuovo pubblico, più grande. Ed ecco allora che Brad Pitt fa la pubblicità del caffè, Totti del detersivo e sono sicuro che ricorderete Antonio Banderas che parla con una gallina dei suoi “Bissscotoni” nel mulino che vorrei. Cinema e Calcio che si aprono ad altri mondi, che raggiungono anche chi va a fare la spesa e compra il detersivo, i biscotti o il caffè, non solo chi va al cinema o o allo stadio.
E allora ecco che Magic: The Gathering chiama in causa come testimonial interi franchising, in questo caso Spider-Man e il suo multiverso, i suoi villains e anche i suoi meme.

In passato è stato il turno di Final Fantasy, di Spongebob, dei Ghostbusters, di Tomb Raider, di Assassin’s Creed, di Doctor Who e persino dei Monty Python e dei My Little Pony. Presto, marzo 2026, toccherà alle Tartarughe Ninja. Insomma una gigantesca operazione che tenta di racimolare sempre più tipologie di pubblico che si trova di fronte a Collector’s Box incredibili (e incredibilmente costosi) dove anche la carta più misera è una meraviglia di design. E arrivati a questo punto non importa nemmeno più che sia un gioco di carte, è puro merchandising dell’universo preferito del compratore.
L’equilibrio tra gioco e collezionismo si spezza e il braccio della bilancia pende, anzi precipita verso il secondo. Il pubblico di questi meravigliosi contenitori, che di ludico hanno ben poco, difficilmente inizierà a giocare a Magic solo perché c’è il suo eroe preferito stampato su una carta di una singola espansione. Lo zoccolo duro dei giocatori invece, vede il suo gioco preferito eroso da un collezionismo senza pari che paradossalmente e anche quello che lo tiene in vita.

Come se questo non bastasse, la crisi di Hasbro ha portato Magic: The Gathering a spostare, quest’anno, il 50% del suo franchising sui crossover con altri universi narrativi. Un segnale forte, che spinge Magic a ricercare un’identità e un’affermazione di cui prima non aveva mai avuto bisogno. Un qualcosa di cui altri TCG, proprio per natura, non hanno mai avuto bisogno perché basati su sconfinati franchising pre-esistenti, come Disney Lorcana, Yu-Gi-Oh o One Piece.
Per quanto sia bello quindi vedere l’Uomo Ragno saltare da un deck all’altro, tra terre fatte di ragnatele e villains che diventato creature leggendarie, la paura è quella di vedere Magic diventare ben presto un grosso e colorato contenitore, sempre che non sia già successo.
