Baldur’s Gate 3 in concerto al Game Music Festival 2024 di Londra, il report di un’esperienza incredibile

Direttore d'orchestra dirige il concerto di Baldur's Gate 3 al Game Music Festival 2024 di Londra

Si chiudono le porte del teatro, si spengono le luci sul pubblico, la connessione WiFi viene spenta, una voce familiare nella mia testa mi chiama True Soul, Anima Pura, e mi parla di girini nel mio cervello attraverso i quali posso imprimere agli altri la mia Authority, Autorità.

Non sono il solo a sentire questa voce, c’è un’intera platea di almeno 2700 persone alla Royal Festival Hall di Londra con l’attenzione volta al palco per ascoltare Amelia Tyler, narratrice di Baldur’s Gate 3, che sta introducendo a tutti questo nuovo viaggio, accerchiata da un’intero assembramento di strumentisti e voci, circa 150 persone tra Philarmonia Orchestra e Coro di Hertfordshire.

Amelia Tyler presenta il concerto con orchestra di Baldur's Gate 3 a Londra
Una bellissima Amelia Tyler, narratrice di Baldur’s Gate 3 – Foto ufficiale del Game Music Festival

Il 4 maggio 2024 ero lì, letteralmente down by the river, sulle sponde del fiume Tamigi, ad assistere a una delle esperienze che più porterò nel cuore nella mia vita da giornalista, da giocatore e da essere umano: The Symphony of the Realms, un’imponente orchestrazione della colonna sonora di Baldur’s Gate 3 firmata Borislav Slavov, recente vincitore di un BAFTA.
Dunque, ancora una volta, a tessere le fila di una fitta rete di emozioni c’è Baldur’s Gate 3.

Ma proprio come gli sviluppatori di Larian ci hanno già insegnato con il loro videogioco, dietro tutto questo c’è sempre un piano architettato a monte, un grand design perpetrato da qualcuno dietro le ombre: il Game Music Festival. Nato da un piccolo nucleo di 5 persone in Polonia, la sua fondazione cerca di portare avanti da anni il valore artistico della musica realizzata per i videogiochi proprio attraverso iniziative come questa.

Questo Festival, così come le sue scorse edizioni, è un evento che cerca di connettere gli autori alle comunità di videogiocatori, gli artisti alle musiche dal vivo, in un carpe diem collettivo dove ogni elemento virtuale e digitale dei videogiochi viene a lasciato a casa, nelle console e negli hard disk, per vivere finalmente tutti insieme le emozioni che, forse, abbiamo provato unicamente da soli, davanti a uno schermo.

In sala ci è stato anche chiesto di riporre i cellulari in tasca e di spegnere ogni device elettronico, infatti in giro per internet troverete pochissimi video e tutti girati di nascosto. Mi sono sentito molto orgoglioso di me stesso e di tutti noi videogiocatori nell’aver cercato di sopprimere il nostro imprinting digitale e di mantenere le nostre mani il più ferme possibili: sappiate infatti che la tentazione di prendere un cellulare e registrare questi momenti è stata difficile da trattenere solo nei primi minuti di concerto, perché poi le emozioni hanno preso il sopravvento su tutto. Così come dovrebbe essere per gli eventi dal vivo, sempre.

Un’orchestra imponente per una colonna sonora imponente

Vi avevo lasciato ad Amelia che ha introdotto il concerto. Risate, urla di gioia e applausi scroscianti hanno accompagnato le battute della narratrice che ha lasciato il palco al direttore d’orchestra, il Maestro Marek Wroniszewski… poi, il silenzio. Il coro, in posizione sopraelevata rispetto all’orchestra, si alza in piedi. I brividi corrono lungo la schiena quando la bacchetta del maestro si agita per lanciare la prima nota fatta da voci maschili, contrabbassi e tromboni.

Aaaaaaaaaaah, eeeeeeeeeeeeeeeeeeh

Il Coro di Herfordshire in piedi al concerto di Baldur's Gate 3
Il Coro di Hertfordshire in piedi – Foto ufficiale del Game Music Festival

Non sono davanti alla title screen di Baldur’s Gate 3, non sto vedendo 4 avatar scendere le scale di una rovina consacrata al dio Bhaal, ma sono seduto su un seggiolino stretto di un teatro enorme di fianco a una moltitudine di persone reali che stanno condividendo le mie stesse emozioni. Viole, violini e fiati si inseriscono mentre il coro e i timpani incalzano, e poi, eccoli, i corni e le trombe che introducono il Tema Principale.

Questo è stato il primissimo momento in cui mi sono sentito davvero molto piccolo, un puntino minuscolo schiacciato dal peso della consapevolezza; poi un muro di suono fatto di centinaia di strumenti e di voci mi ha investito come un’onda, e infine sono crollato sotto l’enormità di un incredibile vortice di emozioni. Ho dovuto portarmi le mani al volto per trattenere le lacrime per la commozione, ho notato di fianco a me un po’ tutti avevano la faccia in un fazzoletto. E il concerto è cominciato da appena una manciata di secondi.

Arriva il momento del Tema Principale in cui la musica smette di essere un richiamo a una guerra assordante, l’arpa introduce una sezione più aperta e sognante. Una bellissima Mariya Anastasova, seduta di fianco al direttore d’orchestra, si alza in piedi e con la sua magnifica voce da soprano canta la sua parte del tema, dei vocalizzi angelici che solo a ricordarli mi fanno venire ancora i brividi. Credo un po’ tutti abbiamo avuto il fiato sospeso mentre nel frattempo gli strumenti la accompagnavano fino a crescere e riunirsi alla melodia comune.

Mariya Anastasova canta Down By The River con l'orchestra al concerto di Baldur's Gate 3
Mariya Anastasova canta Down By The River con l’orchestra – Foto ufficiale del Game Music Festival

Non ci è stato dato il tempo di reagire alla fine del primo brano, perché subito dopo è partita Down By The River, sempre con la bellissima voce di Mariya Anastasova a incantare – e far piangere – chiunque fosse presente in sala. Ascoltare i suoi acuti mentre si crea il personaggio in gioco o comunque da un dispositivo digitale o analogico che sia, non rende bene l’idea di quanto la sua voce sia potente e quanto lei sia brava a modulare i diversi sali-scendi delle note.

I corni iniziali di Lead Your Fights ci hanno riportato a climi di battaglia, i cori serrati di Sixteen Strikes ci hanno condotto alla vittoria, i violini tirati al massimo alternati ai fiati sincopati del Tema dei Mind Flayer e di tutte le sue variazioni hanno gettato un’aura di pericolo e mistero su tutta la sala, ma è quando il coro si alzava in piedi che personalmente mi sono aggrappato ai braccioli del mio sediolino.

Osservare come si alternavano i diversi strumentisti e le voci per le tante sezioni di ogni brano è stato magnifico, ma anche e soprattutto appagante: rende bene l’idea di cosa ci sia stato nella mente di Borislav Slavov mentre componeva la sua opera e ne si resta spiazzati.

Non c’è stato mai davvero un attimo di respiro, ogni brano è andato in scena immediatamente dopo l’altro, a volte con transizioni più armoniose, a volte in maniera brusca. Solo qualche volta i passaggi da un brano all’altro sono stati interrotti perché il pubblico ha dovuto regalare applausi e ovazioni. Ci perdonino gli orchestranti, ma come si poteva rimanere fermi e in silenzio dopo temi complessi e articolatissimi come The Odds Are Cast Anew?

Ilona Ivanova canta Weeping Dawn con l'orchestra al concerto di Baldur's Gate 3
Ilona Ivanova canta Weeping Dawn con l’orchestra – Foto ufficiale del Game Music Festival

E come trattenere – di nuovo – le lacrime quando è il turno di alzarsi dell’incantevole Ilona Ivanova per eseguire Weeping Dawn, la canzone del bardo tiefling Alfira? Anche qui sono rimasto colpito dalla potenza vocale della cantante soprano, anche lei micidiale nel far vibrare le giuste corde emotive con le sue note.

Weeping Dawn è una delle canzoni a cui personalmente tengo di più perché arriva in Baldur’s Gate 3 in un momento in cui si è ancora agli inizi dell’avventura e si è colpiti da tante informazioni di gameplay e di trama, e quando Alfira canta offre una pausa per meditare su sé stessi, su quello che i personaggi con cui si interagisce stanno vivendo e in generale su ciò che si sta giocando. È con Weeping Dawn che il progetto di Larian, almeno personalmente, ha cominciato a delinearsi come un’esperienza totalizzante di tutti i sensi più che come un videogioco fatto e finito per intrattenere e basta.

Alla stessa maniera, Weeping Dawn arriva all’improvviso in teatro a condurci nelle nostalgie di un bardo nel boschetto dei druidi, e per la soprano Ivanova questo è uno strumento in più per trascinare il pubblico nella propria personale nostalgia del gioco, perché Baldur’s Gate 3 è, per fortuna e purtroppo, un’opera che probabilmente resterà irripetibile per molto tempo. In effetti poi questa nostalgia, questo senso di appartenenza malinconica e celebrativa, è il motivo fondante per cui 2700 persone erano lì presenti ad ascoltare e applaudire con gli occhi lucidi.

L’Atto Finale

ATTENZIONE: Spoiler importanti di Baldur’s Gate 3 in questo paragrafo. Se non avete finito il gioco passate oltre, andate direttamente al capitolo successivo.

Il Maestro Marek Wroniszewski ringrazia il pubblico – Foto ufficiale del Game Music Festival

Per circa due ore questi magnifici artisti hanno intrattenuto un pubblico voglioso di condividere nel mondo reale il proprio legame viscerale con Baldur’s Gate 3. Purtroppo il tempo è troppo poco per poter mettere in scena ogni brano della mastodontica colonna sonora di Borislav Slavov, e infatti alcuni pezzi – come il mio preferito, Twisted Force – non sono stati eseguiti. Altri, come I Want To Live, uno dei brani più sentimentali e struggenti dell’esperienza Baldur’s Gate, hanno avuto solo la voce femminile.

Quando il direttore d’orchestra è andato via dal palco per lasciare di nuovo il posto ai saluti di Amelia Tyler, si notava un grande assente: la canzone che è valsa all’attore di Raphael, Andrew Wincott, un BAFTA. Ma bisognava scendere a patti con la realtà: sul palco non c’era un organo né una voce maschile, e Andrew Wincott non figurava tra gli ospiti invitati a panel e concerto.

E così, quando Borislav Slavov è salito sul palco e la standing ovation in suo onore si è finalmente fermata, ecco il colpo di scena: Slavov urla HERE COME THE… CLAWS con tanto di gesto della mano che artiglia gli spettatori. C’è stato un attimo di esitazione perché è stato inaspettato, ma ognuno di noi ha guardato i propri vicini di posto incredulo e sorpreso. “Oh my god!” credo sia stata la parola più ascoltata in platea in quella manciata dei secondi, perché avevamo capito tutti cosa stava per succedere. Borislav Slavov ha annunciato la presenza in sala di Andrew Wincott, che si è alzato dal pubblico ed è salito sul palco!

Andrew Wincott, Borislav Slavov e Mariya Anastasova cantano Raphael’s Final Act – Foto ufficiale del Game Music Festival

Siamo impazziti.

TUTTI.

Eccolo lì Raphael, di nuovo, dopo un’intera avventura nelle musiche di Baldur’s Gate 3, a cercare di rubare la scena a tutti col suo fare narcisistico e istrionico, e riuscirci con una gran sorpresa finale. Esattamente come la canzone Raphael’s Final Act è stato un colpo di scena incredibile per Baldur’s Gate e per la storia dei videogiochi, così l’atto finale di Symphony of the Realms è stato orchestrato ad arte per premiare e celebrare proprio quel momento che tutti abbiamo amato in gioco. Chiunque abbia architettato questo colpo di scena è un genio del male e merita tutto il mio rispetto.

E la mancanza dell’organo? Sostituita dall’ottimo incastro tra coro e fiati! Quel momento poi è diventato ancora più speciale per la presenza di Borislav Slavov tra le due voci, aggiungendosi come terzo entusiastico “incomodo”. È stato magnifico vederlo partecipare con gioia e dimenarsi sul palco come un dannato!

Fun fact: durante il suo panel nel pomeriggio, Slavov ci aveva proprio detto che una prima versione di Raphael’s Final Act era lui a cantarla!

Il Potere della musica, oltre la musica

Solo la settimana scorsa ero stato al Napoli Comicon 2024 per assistere al concerto della Nuova Orchestra Scarlatti in onore delle colonne sonore di Hitoshi Sakimoto – ve ne ho parlato in questo articolo – e ora, dopo aver assistito anche a questo evento dedicato a Baldur’s Gate 3, credo che il mondo dei videogiochi abbia sempre più bisogno di momenti del genere.

Ciò che è stato messo in scena alla Royal Festival Hall di Londra, inoltre, va al di là della semplice esecuzione orchestrale perché, oltre l’aspetto tecnico fatto da un’orchestrazione più grande e un teatro più capiente, il punto è che sia stata messa in scena un’intera narrazione volta a glorificare il lavoro svolto da Borislav Slavov nella creazione della colonna sonora, e ad omaggiare lo stesso Baldur’s Gate 3 seguendo il filo della sua altalena emotiva, colpo di scena incluso, donando un livello di connessione supplementare per il pubblico. Narrazioni e connessioni che sono stati rinforzati dai diversi incontri e panel avuti lungo la giornata prima dell’entrata in teatro.

Orchestra al lavoro durante il concerto di Baldur’s Gate 3 – Foto ufficiale del Game Music Festival

È grazie a eventi del genere che i racconti che viviamo nei videogiochi riescono a creare legami più forti di un’infezione illithid. Sono bastati poche righe per spiegarvi quanto ci si senta minuscoli di fronte a un’imponente orchestra, mi sono servite due ore di concerto per rivivere quella montagna russa emotiva che è stata Baldur’s Gate 3, stavolta sotto una veste reale, condivisa, vissuta tutti insieme con lo stesso respiro.

Eventi come questi testimoniano il valore che opere come i videogiochi riescono a creare con delle semplici connessioni di bit che diventano connessioni emotive, diventano arte, diventano performance e sentimenti.

Lunga vita al Game Music Festival, lunga vita a Larian, lunga vita a Baldur’s Gate 3.