La tragicità è nello scontro finale: come The Bindind of Isaac spiega le verità scomode | #Lore+

the binding of isaac

Abbiamo già parlato di quanto sia tragica la storia nascosta dietro The Binding of Isaac: le paure di un bambino, il dramma di una famiglia difficile e disfunzionale, la solitudine e l’abbandono convergono tutti in una vera e propria tragedia in cui il povero Isaac perde la vita.

Il bambino crede che la madre, fanatica religiosa, voglia sacrificarlo per mondare i suoi peccati, così, si nasconde nel baule dei giocattoli per sfuggirle. Nella sua fantasia scappa in una cantina popolata da mostri e creature spaventose, ma la realtà è ben diversa.

In quel baule Isaac rimane bloccato e muore soffocato per mancanza di ossigeno.

Attraverso i boss finali del titolo la tragedia viene svelata man mano e, in molti casi, il giocatore si trova a vivere gli ultimi pensieri del bambino.

Faccia a faccia con Mamma

Il primo boss “finale” che il giocatore deve uccidere è proprio la madre di Isaac. Dopo la fuga nei sotterranei, al sesto piano, il bambino dovrà sfuggire direttamente agli attacchi della donna.

Mamma Isaac

La boss-fight è frenetica, Mamma si affaccia dai quattro lati della stanza con occhi e mani cercando di colpire il figlio, con le gambe cerca di schiacciarlo mentre urla il suo nome in preda alla furia omicida.

In quel momento, nella realtà, Isaac si sente braccato dalla donna, pensa di non potersi nascondere. Possiamo immaginare che si sia da poco chiuso nel baule e stia sentendo la madre chiamarlo dall’altra stanza, forse alzando la voce, preoccupata di non trovarlo.

Cuori e feti

Una volta uccisa Mamma si apre un sanguinolento portale che, se attraversato, trasporta Isaac nell’utero. Una sorta di regressione, come se il bambino volesse tornare all’origine di ogni male, a quando era nel ventre della madre, risalendolo.

E’ alla fine di questo livello che affrontiamo un nuovo boss “finale”: il cuore di Mamma.

Cuore di Mamma

Evidentemente, il bambino non ha una concezione anatomica chiara, al punto da pensare che il cuore possa essere in qualche modo collegato all’utero. Di fatto, Isaac pensa che per sfuggire alla furia omicida della madre non basta sconfiggerla, ma entrarle dentro e fermarle il cuore.

Così affrontiamo l’organo, un vero e proprio cuore che batte e sputa lacrime di sangue mentre viene colpito. Per le partite iniziali, questo boss segna la fine della run. Come se Isaac avesse raggiunto la salvezza uccidendo definitivamente la madre e fermandole il cuore.

Non è così.

Dopo la nona vittoria, il giocatore non troverà più il cuore di mamma come boss finale, ma un altro boss: It Lives (Lui vive). Si tratta, in tutto e per tutto, del cuore, anche con lo stesso moveset, ma, al suo interno, è incastrato un feto.

It Lives

Lo stesso McMillen ha dichiarato che il feto ha le sembianze del piccolo Isaac e che il boss rappresenta il desiderio del bambino di non essere mai nato.

Isaac, chiuso nel baule, è ormai preda delle sue paure più profonde; capisce che non è uccidendo la madre che potrà ottenere la salvezza e accetta che il problema della famiglia è sempre stato lui, la sua nascita.

Così, al posto di attraversare l’utero per far esplodere il cuore di sua madre, immagina di attraversarlo per uccidere il suo stesso feto, quella cosa che vivendo e che nascendo ha portato solo dolore e tristezza.

Isaac uccide It Lives, uccide sé stesso, uccide quel male che lo fa star male da quando è nato.

Senza fiato

Uccidendo It Lives entro 30 minuti si aprirà una gigantesca grotta che porterà Isaac in un nuovo piano, simile all’utero, ma completamente blu.

Qui sarà possibile affrontare un potentissimo boss segreto: the Hush ovvero “il Silenzio“.

the Hush

Nella prima fase Hush appare come un bambino identico ad Isaac, con un colorito blu ed ali angeliche. Nella seconda fase, invece, Hush diventa una gigantesca faccia che fuoriesce dal terreno.

L’enorme mostro piange ed urla, scompare e riappare dal suolo, evoca sciami di mosche e, una volta sconfitto, scompare in un agghiacciante rantolo.

Quella che Isaac sta vivendo, nella realtà, è l’asfissia.
Il Silenzio che affronta è quello del suo fiato che non riesce più ad uscire, quel bimbo alato e blu è solo la sua visione cianotica e pronta al trapasso. Il bambino è ormai consapevole di non poter respirare chiuso nel baule e la sua fantasia lo interpreta, ancora una volta, come una creatura mostruosa.

Quel rantolo che sentiamo uccidendo Hush è, probabilmente, l’ultimo rantolo di Isaac.

Delirio

Nemmeno dopo the Hush finisce l’epopea di Isaac.

Dopo averlo ucciso, infatti, è possibile accedere ad un’altra area segreta.
In questo piano tutto è mischiato, ogni stanza è diversa ed è possibile affrontare nemici di altri piani.

Il boss di questo luogo è Delirium e rispetta il mood di tutto il livello. La creatura, bianca e dagli occhi gialli, può assumere le sembianze ed i poteri di qualunque altro boss del gioco. Caoticamente cambia aspetto, scompare e riappare. Più perde salute più i suoi movimenti e le sue trasformazioni diventano imprevedibili (cosa che lo rende uno dei boss più difficile e frustranti da affrontare).

Delirium

Isaac, ormai privo di respiro, vicino alla morte, sta vivendo quello che, generalmente, si chiama delirio pre mortem. Si tratta di attimi in cui la persona che sta trapassando vede frammenti scomposti dei suoi ricordi, della sua vita e dei suoi pensieri.

Quello che comunemente intendiamo con “mi è passata tutta la vita davanti”.

Delirium rappresenta questo, gli ultimi flash nella testa di un bambino moribondo che, come al solito, non possono essere che mostri e creature spaventose.

Il finale che si sblocca sconfiggendo Delirium è il più esplicito sulla vera storia di Isaac: si mostra il bambino che, nascosto nel baule, affanna fino a smettere di respirare e si vede persino quando viene ritrovato, ormai troppo tardi, dalla madre.

Polaroid…

Dopo alcune vittorie sarà possibile scegliere due percorsi alternativi da intraprendere dopo aver sconfitto It Lives. Per proseguire sarà necessario aver preso la Polaroid o il suo Negativo, due oggetti che appariranno dopo la bossfight con “Mamma.”

La Polaroid mostra Isaac felice insieme ai due genitori; come se Isaac, prima della sua morte, riuscisse a concentrarsi sui pochi ricordi felici arrivando persino a sentirsi nuovamente amato.

Cattedrale Isaac

Scegliendo la Polaroid ed il suo percorso il bambino arriva in un livello chiamato Cattedrale, un luogo angelico con tanto di canti gregoriani in sottofondo.
Qui è possibile affrontare Isaac stesso, ma con ali angeliche; sconfitto anche questo nemico è possibile entrare nell’ultimo livello: il Baule.

In questo momento Isaac sembra aver trovato la lucidità, capisce che sta morendo e si rende conto che non ha peccati, che la madre non aveva alcun motivo di ucciderlo, che è chiuso nel suo baule dei giochi.

L’ultimo boss è sempre Isaac, ma anche questa volta blu e con le ali.
Il bambino, riesce ad affrontare persino la sua paura di morire…peccato che sia comunque troppo tardi

Isaac muore comunque, ma, nei suoi ricordi, affiorano tutte le vecchie foto di famiglia, tutti i suoi veri ricordi: immagini felici con la madre e immagini di forte sconforto. Il bambino se ne va consapevole, forse, di aver trasformato la realtà con le sue paure.

… e il suo Negativo

Tuttavia, è possibile anche scegliere il Negativo, che non è altro che la versione in negativo della Polaroid.

In modo speculare a quanto avviene nella versione “positiva”, qui Isaac non riesce a collegarsi alla realtà ed a comprendere cosa gli stia succedendo.

Il piccolo si lascia andare completamente alle sue paure ed alle sue fantasie, rimanendo con una versione distorta dei suoi genitori e della sua vita.

Al posto di andare nella Cattedrale, sprofonda nello Sheol, nome ebraico per indicare il regno dei morti situato nelle profondità della terra; Isaac si sente sempre più cattivo, un peccatore che merita il castigo della madre e di Dio.

Satan

In Sheol affrontiamo lo stesso Satana, arrivato per reclamare l’anima impura di Isaac.

Una volta sconfitto entriamo comunque nel Baule, ma, questa volta, è chiamato “Camera Oscura”. Isaac non riesce più nemmeno a rendersi conto del posto in cui è, nella sua testa è solo sprofondato in tenebre più oscure, spinto dal suo animo malvagio.

L’ultimo boss di questo percorso è l’Agnello, un essere scheletrico e cornuto.

Per comprendere il boss dobbiamo ricordare il mito biblico da cui prende spunto tutta l’opera. Abramo stava per sacrificare a Dio il suo unico figlio, Isacco, ma l’Onnipotente ha pietà del bambino e lo sostituisce prima del colpo fatale con un agnello.

the Lamb

Isaac, a differenza del suo omonimo, pensa di non meritare la salvezza. Così arriva ad affrontare l’agnello sacrificale, decidendo di meritare la morte.

Anche in questo finale Isaac muore ma lo fa convinto di essere un peccatore solo e senza amore. Il video finale, però, mostra un’amara consapevolezza: un manifesto con la sua foto e l’ombra della madre mentre è in giro a cercare suo figlio.

La donna, a suo modo, amava Isaac e per settimane l’ha inutilmente cercato.
Il bambino, questo, non lo saprà mai.

Sensi di colpa

L’espansione Repentance ha aggiunto al titolo altri due percorsi con relativi boss finali che aggiungono nuovi dettagli alla storia.

Il primo di questi era stato aggiunto già dalla mod “Antibirth” che poi McMillen ha integrato canonizzandola. Vengono affrontate versioni diverse dei piani iniziali ed è necessario ottenere un particolare coltello per arrivare alla fine.

Uccidere Mamma, in questa versione ben più pericolosa, porta in una versione più marcescente e malata dell’utero.

Come se Isaac fosse dentro ad un cadavere.

Mother

Il boss finale è Mother, la Madre, una nuova e potentissima versione della donna, ormai priva di fattezze umane. Nella mod il boss si chiamava “The Witness”, il Testimone. Per questo i fan avevano ipotizzato che Isaac stesse uccidendo il feto di un nuovo fratellino in arrivo o, addirittura, il tumore che consumava la mamma come un testimone nascosto e pericoloso.

McMillen, canonizzando il boss, ha annullato queste ipotesi. Mother è la versione della donna vista dagli occhi malati del figlio e lo capiamo sconfiggendola. Nel filmato si vede la madre prendere uno dei disegni di Isaac, una figura mostruosa con su scritto “Mother”.

La donna si infuria con il figlio, con la voce rotta dalle lacrime per il dolore di essere rappresentata in quel modo. Lo calcia di malo modo e lo chiude in camera. E’ in quel momento che Isaac, nel panico, decide di nascondersi nel mortale baule.

Probabilmente, il vero Isaac, in questo caso, sta analizzando quanto realmente successo: nessun dio ha ordinato il suo sacrificio, la madre era solo una donna distrutta dall’incomprensione del figlio.

Forse il piccolo riesce quasi a capire di aver esagerato con la fantasia, forse quello che prova prima di spirare è un profondo senso di colpa per la madre.

Il vero nemico

Il secondo nuovo percorso aggiunto dall’espansione è ancora una volta legato alla Polaroid ed al Negativo. Dopo aver ottenuto uno dei due oggetti, quindi dopo aver sconfitto Mamma, il giocatore deve riuscire ad uscire dalla stanza del boss e collocare la foto su un’apposita porta.

Questo sbloccherà la risalita di Isaac attraverso tutti i piani già affrontati.

Già questo passaggio è molto importante per comprendere la lore del titolo: durante tutta l’ascesa in sottofondo è possibile sentire l’ultimo litigio tra la madre ed il padre di Isaac, prima che l’uomo andasse via di casa.

Già abbiamo parlato di questo nell’articolo dedicato ai genitori.

In questo caso è come se Isaac analizzasse finalmente quanto successo alla sua famiglia ed arrivasse, finalmente, a comprendere la madre ed il dolore che la affligge a causa dell’abbandono del padre.

Al termine della risalita il bambino arriva nella sua casa, così come appare nella realtà. Al centro, nel salotto, campeggia l’enorme divano ed una televisione accesa.

E’ da quest’ultima che fuoriesce un boss, Dogma.

Dogma

Emerge dalla TV e, nella sua forma finale, appare come un angelo dalle molteplici ali. Durante tutto lo scontro, insieme alla musica rock, è possibile sentire pezzi di sermone di vari predicatori.

Dogma rappresenta l’indottrinamento a cui è costantemente sottoposta la madre di Isaac. Come se il bambino finalmente capisse che il vero punto di rottura con la donna è la televisione ed i messaggi distorti che trasmette, i dogmi che rendono la mamma schiava e fanno sentire lui un peccatore ingiustamente.

Sconfitto Dogma, appare un breve filmato che introduce ad una seconda boss-fight. Qui Isaac dovrà affrontare i quattro cavalieri dell’apocalisse e, infine, la Bestia. Secondo l’Apocalisse di Giovanni l’arrivo dei quattro cavalieri e l’emersione di una Bestia dal mare sarebbero stati i segnali della Fine del Mondo e del Giudizio Universale.

the Beast

Il piccolo Isaac, dopo aver compreso l’indottrinamento della madre, arriva persino a combattere il concetto stesso di Fede, la paura del Giudizio, i preconcetti, la sudditanza ai dogmi. Il bambino vuole stravolgere quel mondo distorto che lo fa sentire un emarginato, che per anni l’ha allontanato dall’amore materno.

Isaac ha compreso il vero nemico: la categorica distinzione di bene e male assoluti.

Lieto fine?

Isaac sconfigge la Bestia, sconfigge le sue angosce, sconfigge il mostro che lo allontanava da sua madre.

Mentre la vita lo abbandona, mentre sente l’anima farsi leggera per volare altrove, Isaac guarda alla sua vita con una chiarezza mai avuta prima.

Vede suo padre rubare dalla borsa di sua madre, vede i loro litigi, la sofferenza della donna… ma non solo. Ricorda la madre mentre lo bacia dolcemente sulla fronte per dargli la buonanotte, ricorda l’amore dei genitori quando ancora stavano insieme, riesce persino a rivivere la loro felicità il giorno in cui è nato. In quell’istante prima della fine, Isaac finalmente si convince che la sua nascita non è stato un errore, che come ogni bambino è stato amato e che ancora la madre avrebbe voluto dargli un bacio.

Ancora una volta è troppo tardi.

Eppure, alla fine della serie di disegni, il narratore si interrompe e chiede se è veramente questo il finale che l’ascoltatore, un bambino, vuole per il piccolo Isaac. Magari una storia meno triste, magari un lieto fine.

Così torna a raccontare: “Isaac ed i suoi genitori vivevano felici in una piccola casa sulla collina”.

Che ci possa essere davvero un lieto fine? Anche la morte faceva parte di una fantasia autodistruttiva di un bambino disturbato?

Improbabile.

E’ molto più credibile che il piccolo Isaac, prima della morte, abbia sviluppato un ultimo, disperato desiderio: riscrivere la sua storia, cancellare i disegni di mostri e demoni, di dolore e solitudine, ripartendo da un momento in cui tutto era felice.