#Mobilegamer | Salvate il soldato Strife

Corbezzoli, quanto adoriamo le storie.
Ci fanno divertire, ci fanno sanguinare, ci fanno sognare davvero una cifra.
Sin dai tempi in cui eravamo dei pargoli adagiati su un lettino, sotto api danzanti e aeroplanini pensili, frasi ingenue cullate dalla melodia gentile di una ninna nanna bastavano per comprarsi la nostra tranquillità d’animo, facendoci dimenticare nel contempo i problemi.
Su quali fossero poi le avversità e gli stress fronteggiabili da un neonato ci sarebbe da approfondire.

Ma non è questa la sede per certi dibattiti.
Per un po’, nell’attimo che intercorre il loro inizio e la loro fine, le storie hanno la funzione di sottrarci alla realtà circostante e condurci in un territorio nuovo, esotico, eccitante.

Sebbene l’esito possa essere incerto, ogni viaggio sui sentieri del racconto produce sempre, per qualche ragione, sensazioni rassicuranti. Ed è chiaramente questo il motivo per cui oggi, care sorelle e fratelli, siamo qui riuniti: perché ci piacciono le storie.

Non di certo perché Final Fantasy 7: The First Soldier, il battle royale per smartphone lanciato da Square Enix circa un anno fa e celebre per aver unito il brivido dell’azione per la sopravvivenza alle piume di chocobo, chiuderà i battenti in data 11 gennaio 2023.

Ad annunciarlo la stessa software house in un mesto comunicato di fine servizio lo scorso mese.

35 anni fa

or maybe The last?

A proposito di storie, ce n’è una in circolo ormai da decenni. Ha assunto i toni di una vera e propria urban legend quella che vuole Hironobu Sakaguchi, il papà di una certa saga jrpg, scegliere il nome per il primo capitolo di quello che col tempo si confermerà uno dei più grandi marchi per il mondo del divertimento interattivo nella convinzione di un imminente fallimento all’orizzonte per la sua azienda. “Final Fantasy” perché nel dicembre 1987 lo sanno anche i muri degli uffici SquareSoft che sarà un azzardo, un all-in dichiarato a partire dal titolo, prima dell’ineluttabile bancarotta.

Ma le storie, si sà, hanno questo carattere, giocano a mescolare il vero col falso e una volta radicate si fa fatica a smontarle. Per l’appunto, c’è chi continua a credere nella versione della genesi sul nome della Fantasia Finale malgrado questa venga smentita, puntualmente, a cadenza di più o meno una volta ogni lustro.

E un lustro è una definizione particolare. Ho sempre trovato affascinante, tipo chiedermi come mai dare un nome a un periodo di tempo così specifico. Un lustro indica cinque anni trascorsi, e la risposta pseudo-romantica che mi sono dato è la seguente: in cinque anni non cambia la tua vita, ma un sacco di altre cose si.

5 anni fa

Unkeeper?


Era una sera di aprile del 2017 e a dominare la scena c’era questo grosso schermo da 40 pollici con sopra Juventus Barcellona.
Televisore non mio, casa non mia e non mia nemmeno l’eccitazione legate alle gesta bianconere di cui sbraitava il telecronista. Erano miei gli amici con cui stavo, era nostra l’intenzione di farci un giro e finire davanti a una birra a parlare di quanto cavolo era bello Golden Sun per Game Boy Advance. Stavamo in pole sull’uscio con la telecronaca a farci da tappeto sonoro.

Dovemmo però arrestare la partenza.

Il ragazzo più introverso del gruppo, quello che non parlava mai, con l’abitudine di tenere gli occhi puntati più al cellulare che ad altezza uomo, stava ancora adagiato sul divano in posizione plastica.
Ci chiese con voce flebile di temporeggiare ancora per un momento: gli mancava poco per terminare la daily quest di Final Fantasy Record Keeper.

La scena mi è rimasta impressa per non so quale ragione.
Stazionammo con pazienza, muniti di un qualcosa di simile a quanto i credenti definirebbero attesa gioiosa.

Perché un po ci inorgogliva: FF Record Keeper, il gatcha che riproponeva con una generosa grafica pixel i protagonisti dei vari capitoli della saga, doveva piacergli proprio tanto; tanto al punto da spingerlo in quella richiesta, un moto di auto affermazione tanto insolito, per il suo personaggio così poco audace.

Fu anche il motivo per cui arrivammo a sentire il fischio finale di una partita che stavamo per abbandonare.

Ho ripensato a quel ragazzo taciturno, quando lo scorso 29 settembre, dopo 7 anni di aggiornamenti e contenuti, Final Fantasy Record Keeper ha chiuso i suoi server globali.

Le storie iniziano, le storie finiscono.

1 mese fa

kuèèèè

A giusto qualcosina in più di un anno dal lancio, FFVII The First Soldier si appresta a emulare la sorte di Record Keeper. Alla notizia, in molti sono rimasti basiti. O sarebbe più giusto dire: in pochi.

Sebbene fossimo in Season 3 inoltrata, negli ultimi tempi le attese in lobby mentre il sistema organizza le partite e i giocatori erano piuttosto dilatate. Alle volte, poteva pure succedere che il timer scadesse, costringendo a un secondo invio della richiesta per la partita dopo.

Stringendo, The First Soldier non è/era/è stato un brutto battle royale ma a conti fatti non ha fatto presa sul pubblico. Un free to play di quel tipo ha bisogno di giocatori. Le ragioni dell’insuccesso si possono parzialmente recuperare andando a paragone con gli altri illustri colleghi sugli store mobile.

C’è Garena Free Fire (Android, iOS) che da alcuni anni giganteggia nell’arena.

La leva su cui fa forza è un elevatissimo fattore di accessibilità, con basse pretese dal punto di vista dei requisiti hardware, alla portata di quasi tutti i dispositivi. Gira bene anche su smartphone da 1GB di ram (non a caso troviamo la fetta maggiore dei suoi player nel bacino asiatico, soprattutto dall’ India)

Insomma, Free Fire viene incontro al suo pubblico e non viceversa, non attrae ma si adatta nella forma: la mappa di gioco è più piccola, si restringe più in fretta e il tempo totale prima che diventi del tutto inagibile è di circa dieci minuti con partite che meglio si adattano ai ritmi frenetici del gioco mobile. Grazie agli aggiornamenti specifici per varie regioni, Free Fire volteggia allegramente come la fiammella di una pibigas da campeggio.

Foto per gentile concessione di MalavidaSoft

Ma se parliamo di ritmo, Pubg Mobile (Android, iOS) fa il discorso opposto otenendo comunque un certo plauso. La versione mobile mantiene quasi tutte le features della versione originale ed è ben ottimizzato, col vantaggio di poter essere giocato senza dover pigiare il tasto accensione di un PC.

Il senso di community è sicuramente un gettone a suo favore.
La possibilità di mettere su le cuffie e organizzare la messa in scena delle tattiche coi propri amici da sdraiati sul letto è una bella tentazione. Come gameplay si tratta inoltre di una delle proposte più solide di battle royale per mobile, e in generale uno dei giochi mobile meglio riusciti.

Quando mi dicono a casa

Fortnite e Apex Legends sono gia “belli varati”.
Se li traslassimo dal genere videoludico a quello musicale, potremmo definirli come gli Sfera Ebbasta e Ghali del battle royale.

Fortnite è famoso, ma tipo anche-tua-mamma-sa-chi-è famoso, è venuto prima e anche se a un certo punto della storia sembrava pronto per il dimenticatoio ha fatto sì che capissimo che invece è immortale.
Un appeal da apripista che Apex Legends (Android, iOS) non ha potuto sfruttare ma grazie all’introduzione di elementi quali le leggende con relative skills ha saputo risalire la china, dando varietà tattica in mano al giocatore.

Fortnite non avrà classi e non ha skills ma in compenso ha gente spende un sacco di soldi per personalizzare il personaggino con le skins, quindi si potrebbe dire ancora meglio, massimo risultato col minimo sforzo. Sono entrambi titoli con una scia talmente pop in questo momento che non possono non ritrovare la stessa brillantezza anche nelle versioni smartphone.

Dal niente al qualcosa senza dire grazie

La manovra di The First Soldier era muovere gli affezionati della saga sul genere battle royale.
Ma i bei tempi in cui bastava un titolo scaramantico per scongiurare i flop sembrano ormai lontani.

Oggi

arigatò officer Lucia Lin


Sono stato ufficialmente promosso al grado di SOLDIER.
O almeno è quello che dice un messaggio comparso tra notifiche del gioco, lo stesso che è arrivato a tutti i giocatori. Hanno detto anche che gli aggiornamenti continueranno fino alla data di chiusura. Però l’app di FF7FS non la sto aprendo più, non come prima.
Sarà che mi dispiace un po’.

Forse quel ragazzo taciturno si sarà sentito così quando hanno chiuso il suo Record Keeper.
Chissà se ci giocava solo in free o aveva speso dei soldi, chissà se per completare la daily quest avrà dovuto dire di no a qualcos’altro. Non l’ho visto più.

Le storie iniziano, le storie finiscono.

Ora che ci penso, nemmeno gli amici di Golden Sun li ho visti più.
A occhio e croce saranno passati almeno 5 anni dall’ultima volta che ci siamo andati a prendere una birra.
Un lustro.