Kill the Brickman | Recensione (PC) | Mattoni felloni!

kill the brickman copertina
Kill the Brickman | Recensione (player.it)

Shadowdroppato durante la Gamescom, il nuovo gioco pubblicato da poncle è un arcade tutto pazzo in cui si rompono mattoni che ci guardano storto.

Nel corso dell’Xbox Showcase è stato mostrato Kill the Brickman, un singolare arcade brick-breaker che tiene insieme la filosofia del sottogenere creato da Arkanoid con l’umorismo nonsense cui ci ha abituati il publisher poncle, ormai celebre in tutto il mondo grazie all’exploit di Vampire Survivors. Si tratta del secondo gioco pubblicato dalla compagnia, dopo Berserk or Die. È anche l’opera prima di Doonutsaur (che finora ha realizzato solo qualche piccola esperienza auto-pubblicata su itch.io), un team statunitense con un forte amore per il retrogame e le premesse assurde.

Abbiamo avuto potuto giocare Kill the Brickman prima dello shadowdrop, e ci siamo divertiti molto a sparare a queste brutte facce!

Hai rotto i mattoni!

un mattone fellone
Hai rotto i mattoni! (player.it)

Levatevi dalla testa l’idea di una qualsivoglia narrativa di gioco. Le note ufficiali dello sviluppatore in tal senso sono estremamente sintetiche: i Brickman hanno invaso la Terra e sta a noi fermarli… a pistolettate.

Se non conoscete i brick-breaker in generale, si tratta di tipiche esperienze da sala giochi in cui dobbiamo rompere tutti i mattoncini a schermo rispettando alcune condizioni particolari ed evitando di perdere vite (nell’originale Arkanoid si trattava di evitare che il proiettile rimbalzante cadesse nel vuoto). In Kill the Brickman si aggiungono anche alcune meccaniche da shoot’em up, poiché i malvagi mattoni felloni non si limitano a guardarci ingrugniti, ma ci spareranno contro. Ovviamente noi gli restituiremo il favore con una serie di bocche da fuoco.

La modalità di gioco principale prevede 4 campagne principali di difficoltà crescente e sbloccabili sequenzialmente (scordatevi i save-point: se morite dovete ricominciare dalla prima missione). Ciascuna composta da 10 missioni, nella quali avremo di volta in volta compiti diversi. Intendiamoci, lo scopo è sempre uccidere i Brickman, ma dovremo eliminarne alcune tipologie specifiche, e in un determinato numero. Le cose sono più facili a dirsi che a farsi.

La plancia di gioco è delimitata da mattoni – che pure hanno una durabilità e possono venir distrutti – e all’interno della stessa i Brickman di disporranno secondo varie configurazioni. Ce ne sono di vari tipi: i più semplici sono pressoché inoffensivi e con pochi PV, alla stregua di carne da macello. Altri sono più aggressivi, e di turno in turno ci prenderanno di mira, sparandoci se non lo faremo prima noi. Ce ne sono poi di bizzarri, ad esempio che si spostano di turno in turno, oppure si scambiano se colpiti, o ancora incendiano altri mattoni per aizzarli contro di noi.

Non mancano i “boss”, cattivoni composti da più mattoni e con una marea di PV, che ci daranno filo da torcere applicando condizioni sfavorevoli al campo di battaglia, rendendo inefficaci i nostri colpi o ostacolandoci la mira in tutti i modi possibili. Per non parlare dei blocchi Edificio, che se colpiti possono applicare sia bonus che malus di vario tipo.

Cosa possiamo fare di fronte a questa pericolosissima minaccia? Sparare!

I ferri del mestiere

gameplay di Kill the Brickman
I ferri del mestiere (player.it)

Iniziamo la nostra esperienza di disinfestazione aliena armati solamente di una pistola a tamburo. Proseguendo nelle campagne potremo sbloccare armi più sofisticate che cambiano parzialmente la configurazione del livello, ad esempio una pistola dotata di proiettili perforanti che piazza anche dei rimbalzi lungo i bordi della plancia. In ogni caos, ancor più dell’arma sono i proiettili a fare la differenza.

Kill the Brickman è un gioco a turni, perciò non lo si può considerare uno shoot’em up puro. È più simile a Puzzle Bubble che a Space Invaders, per capirci. Bisogna caricare, mirare e sparare, e una volta esaurito il caricatore sarà il turno del nemico di provare a colpirci. Vediamo nel dettaglio come funzionano le fasi di gioco.

Selezionata una missione, dovremo innanzitutto valutare se accettare o meno gli affari del negozio. Solitamente questi ci garantiscono bonus che è meglio accettare, ma talvolta ci sono delle contropartite potenzialmente sfavorevoli che ci obbligano a valutare con attenzione se accettare o meno. Ad esempio, potremmo ricevere più denaro a fine missione a fronte di una richiesta di dover uccidere mattoni aggiuntivi. A seconda di quanto siamo ben equipaggiati o di quanti ci sentiamo fiduciosi in noi stessi, potremo attivare fino a due condizioni aggiuntive.

negozio di kill the brickman
I ferri del mestiere (player.it)

Una volta fatto questo si passa alla schermata del negozio vero e proprio: qui possiamo acquistare nuovi tamburi per la nostra arma, nuovi proiettili, ed eventuali reliquie che ci garantiscono bonus passivi permanenti o che si attivano a determinate condizioni. La scelta di quali tamburi e reliquie equipaggiare è la chiave per costruire build sinergiche in grado di sferrare colpi particolarmente devastanti. In questo senso lo sviluppatore parla simpaticamente di meccanica bullet-builder, e la definizione è quantomai azzeccata dato che la preparazione della nostra arma da fuoco è una componente chiave per assicurarci la vittoria.

Una volta avviata la missione, ci viene dato l’obiettivo di numero e tipologia di brickman da uccidere. All’inizio del turno, abbiamo il compito di decidere quali proiettili destinare a quali tamburi, tenendo conto che verranno poi sparati in una sequenza prefissata. I proiettili base sono di 3 topologie: quelli rossi esplodono all’impatto, infliggendo danni notevoli al bersaglio colpito e ad area in misura minore. Quelli verdi applicano corrosione, ovvero danni prolungati da un turno all’altro. Quelli blu, infine, rimbalzano un tot di volte prima di scomparire, e ad ogni rimbalzo si sdoppiano garantendo la possibilità di colpire ulteriori bersagli.

Esistono però anche proiettili speciali, ad esempio alcuni causano stordimento, impedendo ai nemici colpiti di attaccarci nel turno successivo, oppure che aumentano i danni inflitti se colpiscono determinati blocchi speciali presenti sulla plancia, e altri ancora che esistono solamente per poter essere scambiati con proiettili ulteriori. A ogni turno, infatti, potremo disporre solo un numero limitato di proiettili presenti nel nostro arsenale. Dovete pensare l’arsenale come il mazzo, da cui vengono estratti ogni turno determinati proiettili/carte, e potremo usare solo quelli in quel determinato turno. Normalmente abbiamo facoltà di effettuare fino a 3 cambi proiettile per missione, anche se alcune condizioni possono mutare questo numero.

Ma a cosa ci serve cambiare proiettile? Innanzitutto questo può variare in base al nostro stile di gioco: vogliamo un approccio aggressivo che punti a far esplodere tutto? O preferiamo un approccio più chirurgico che punti a colpire solo specifici mattoni? Personalmente mi trovo a mio agio con i proiettili rossi e blu, mentre trovo più difficoltà ad usare i verdi con particolare efficacia, quindi tendo a realizzare build che diano maggior spazio ai primi due.

proiettile kill the brickman
I ferri del mestiere (player.it)

Ma i proiettili vanno scelti anche in virtù dei tamburi che possediamo. Questi infatti sono tutti diversi tra loro, sia per numero di proiettili che vi posiamo inserire, sia per gli effetti bonus che garantiscono qualora li riempiamo completamente. Ad esempio, il tamburo base permette di inserire 4 proiettili; se si rispettano le sue condizioni, ovvero inserire 2 coppie di due colori diversi, si attiverà il bonus del tamburo che garantisce ai proiettili sparati tramite esso danni maggiorati e un rimbalzo aggiuntivo.

Ci sono tamburi pensati per valorizzare gli effetti di un solo colore, altri che garantiscono l’applicazione di scudi difensivi che parano i proiettili avversari, altri ancora che offrono bonus generosi ma richiedono tanti proiettili per essere riempiti, e dunque dispongono di giocare di conservazione per i primi turni, fino ad averne abbastanza. Infatti, di turno in turno, possiamo decidere quanti e quali proiettili giocare tra quelli pescati, e quali conservare per il turno successivo. Dunque sta al calcolo del giocatore decidere se investirli subito tutti, o se spararne solo una parte, avendone così di più al turno successivo. E questi ragionamenti devono essere effettuati sulla base della nostra strategia ma anche dell’evoluzione sul campo di battaglia.

Come avrete capito, Kill the Bricks è il classico gioco indie che parte da meccaniche semplici e va a stratificarle con tanti layer di personalizzazione, strategia e calcolo. Avere una build particolarmente ottimizzata aiuta, ma ci farete poco se non studiate il campo di battaglia, con le condizioni speciali dei mattoni edificio e le particolarità dei singoli Brickman. Certo, potete avere la fortuna di innescare carambole di colpi che danno vita a vere e proprie carneficine, ma non considerare la propria difesa, ad esempio, può portarci ad esser presi di mira contemporaneamente da troppi nemici, portandoci a morte certa (normalmente possiamo reggere solo 8 colpi, a meno di non attivare scudi aggiuntivi come accennato sopra).

Oltre ai mattoni c’è di più?

gameplay di kill the brickman
Oltre ai mattoni c’è di più? (player.it)

Attualmente il limite principale di Kill the Brickman è la sua stessa formula di gioco. Titoli così specifici, tutti basati su un gameplay a schermata fissa che si ripete con minime variazioni ma sempre simile a sé stesso, può entusiasmare fino a causare dipendenza (e diventare dei “casi” come accaduto di recente con Balatro) oppure stufare nel giro di poche manches. Non è certo il caso di penalizzare il gioco per questa sua limitatezza, che è una scelta di design ben precisa.

Tuttavia al momento l’esperienza appare poco longeva. Terminate le 4 campagne principali, l’unica altra modalità di gioco presente è chiamata “Zone”, e non è altro che una serie di sfide piuttosto impegnative a condizioni stringenti e con un parco di equipaggiamento limitato. Ce ne sono di vari tipi, e si possono rigiocare per migliorare il punteggio, ma non offrono chissà quale varietà. Inoltre c’è un box in cui si può inserire del testo ma non è chiaro a cosa serva, dato che non viene spiegato e che qualunque cosa provassi a scrivervi (compreso il nome di sfide già affrontate) non produceva risultati.

Questo probabilmente dipende dalla natura ancora acerba del codice review, in cui erano presenti numerosi bug, alcuni anche game breaking (proiettili che improvvisamente passavano attraverso i nemici senza far danno, i missioni che non si completavano nonostante avessi ucciso tutti i mattoni richiesti), nonché vari problemi di formattazione dei testi per quanto riguarda la localizzazione italiana, con stringhe che sforavano il layout o erano prive del font corretto.

Va anche detto che il gioco dovrebbe migliorare la sua accessibilità con un tutorial leggermente più chiaro ed esaustivo, e magari consentire la condivisione dei punteggi su leaderboard mondiali, per aumentare l’engagement dei giocatori. Non dubito che molti di questi limiti saranno corretti nel breve periodo, anche perché il gioco è da subito disponibile per PC, Xbox e dispositivi mobile.

Giudizio Finale

Kill the Brickman è uno spassoso roguelike bullet-builder, che imbastisce una premesse totalmente nonsense per calarvi in men che non si dica nell’azione strategica. Tutti gli amanti dei brick-breaker, degli arcade e delle esperienze indie strategiche dovrebbero farci un pensiero, mentre per tutti gli altri sarà inevitabilmente un titolo da prendere o lasciare. Al momento il gioco soffre di diversi bug e qualche problema nella formattazione dei testi, problemi senz’altro correggibili, mentre è da segnalare la relativa scarsità di contenuti, che potrebbe minare la sua longevità. Il gioco è già disponibile, quindi vedremo presto se la nuova proposta ludica pubblicata da poncle saprà far breccia nei cuori dei giocatori.
Voto: 7