F1 2020 Recensione PC: due settori viola e uno verde

Ritorna l’appuntamento annuale con la Formula 1, e per la prima volta da quando Codemasters possiede i diritti, gioco e mondiale vengono dati in pasto ai tifosi nello stesso momento!

Se l’evoluzione tecnica delle monoposto non è scontata, visti i risultati di questo inizio di ragione, quella del videogioco è invece garantita da un F1 2020 in formato stellare, che compie un salto in avanti ancora più ampio di quanto non fosse lecito sperare. Tantissime le novità per gli appassionati, quasi troppe per entrare tutte in una unica recensione. Volante e pedali ben saldi sul rig, ci abbiamo provato per voi!

(Cover image courtesy of Christian Rawlings)

Da pilota a team manager

Per uno sviluppatore non c’è nulla di più difficile del dover pubblicare un nuovo gioco a cadenza annuale, ma F1 a causa del franchise su cui si basa non può fare altrimenti. È dunque comprensibile se negli ultimi anni i giocatori si fossero un po’ scocciati di quello che sembrava un more of the same ogni anno, con Codemasters impegnata amantenere la grafica al passo coi tempi e con sempre lo stesso nei contenuti. F1 2019 aveva già segnato un primo punto di svolta, con l’introduzione delle Formula 2 nella modalità carriera, ma dopo l’incredibile successo degli eSport durante la pandemia, Codemasters e il mondo F1 hanno capito che era il momento giusto per fare il passo in avanti, e lo hanno fatto, eccome se lo hanno fatto.

Partiamo dalla cosa più sorprendente, la modalità My Team. Per la prima volta il giocatore potrà creare il proprio team, di cui dovrà gestire ogni singolo aspetto, dalla fabbrica agli sponsor, passando per le strutture, la scelta del secondo pilota, e persino il calendario settimanale con attività per i meccanici. Questa nuova modalità è una ventata d’aria fresca, che finalmente dota F1 di un meccanismo dinamico e personalizzabile, con cui sentirsi liberi di lasciare la propria impronta nel pinnacolo dei motorsport.

Era ora che Player ripagasse i miei sforzi offrendomi un sedile!

Questo sistema si integra alla perfezione con un’altra grossa innovazione: il profilo utente. Questo sistema si divide in due, con una sezione chiamata Podium Pass, in cui l’esperienza ottenuta sbloccherà skin ed altri elementi grafici all’aumentare del livello, e la Super Licenza, in cui il profilo del giocatore si aggiorna con le sue statistiche nelle gare online. Rispetto agli anni precedenti, in cui il gioco era solo “guida, guida, guida”, quest’anno Codemasters ha introdotto un livello aggiuntivo di personalizzazione grazie al Podium Pass, e le sfide periodiche che il sistema propone faranno si che il gioco sia stimolante e pieno di contenuti per tutto il prossimo anno.

E se non ci piacesse e volessimo solo correre? Nessun problema, la vecchia modalità carriera è sempre presente, e da al giocatore la possibilità di iniziare con un campionato F2 ristretto, completo, o di passare direttamente alla F1. La libertà è massima, e l’esperienza resta comunque integra grazie al mercato piloti dinamico, altra evoluzione gradita rispetto agli anni precedenti. Non dovrà sorprendere vedere un Hamilton o un Vettel in pensione dopo un paio di stagioni, con i rampanti Russell e Albon a scuderie invertite, o un povero Verstappen in disgrazia su una macchina francese. Il gioco è dinamico, ed il pilota resta al centro del progetto, nonostante il mondo a lui si evolva.

Il giusto feeling

Come molti sapranno, durante la quarantena la F1 ha organizzato delle gare online, a cui hanno partecipato VIP, influencer e piloti reali, raggiungendo miliono di spettatori in tutto il mondo. Ciò ha ovviamente ampliato il bacino d’utenza del gioco, ma ha anche obbligato Codemasters a fare un passo in più su tutto ciò che è legato alla dinamica di guida. E bisogna dire che, al netto di qualche problema tecnico, ci sono riusciti alla grande. Il più grande passo in avanti è stato fatto sul feedback che le diverse vetture danno: l’interazione con i volanti di fascia alta ha fatto una evoluzione netta e tangibile, ed è un piacere fisico sentire il sovrasterzo folle in uscita di curva delle Formula 2, il grip grip pauroso di una Ferrari F1-2000, o sentire il volante che trema a 345 kmh a fine rettilineo di monza con la F1-2004. Anche gli incidenti hanno ora un impatto più realistico, soprattutto nelle forature che in passato avvenivano davvero troppo di rado. Manca ancora quella spettacolarizzazione di carbonio che esplode all’impatto, e rimane il fastidio nel vedere il gioco rallentato quando si distrugge la macchina, ma ormai ci siamo abituati.

La Deluxe Edition quest’anno è dedicata a grande Michael Schumacher. Tra le vetture incluse, la fantastica Benetton B194 con cui il Kaiser si laureò campione del mondo nel 1994.

Un passo in avanti sembra averlo fatto anche la IA, più aggressiva e meno propensa a quelle toccatine insensate e fastidiose che rovinavano metà delle gare in passato. Ora, finalmente, è divertente trovarsi per qualche curva in bagarre, testa a testa, con il rivale di turno, e lo si può fare senza aver paura di venire scaraventati contro il muro. se si è più di mezza macchina avanti. Resta ancora la sensazione che l’IA ogni tanto abbia qualche vantaggio sulla guida, ma sarebbe sciocco non mettere in luce i passi avanti.

Tre F2 affiancate in uscita alla prima curva a Baku? Da quest’anno, c’è una remota possibilità di uscirne vivi!

Problemi congeniti o strutturali?

Nonostante i nettissimi passi avanti, qualcosa che scricchiola ancora c’è. Al netto di alcuni bug che sono stati prontamente patchati entro pochi giorni dall’uscita, il gioco presentava problemi casuali come la squalifica a fine gara, anche se non si era commessa alcuna irregolarità, o come macchine intere o facce dei piloti che non venivano caricate. Sia chiaro, nulla che avrebbe rovinato un campionato intero, ma il problema dimostra che per fare tanti passi in avanti, sia lecito inciampare qua e la.

Ciò che davvero da fastidio è come certi bug, che ormai sono strutturali nel gioco, non vengano sistemati da anni e anni. Mi riferisco ai commenti dell’ingegnere, che è capace di dirvi che avete fatto una buona partenza anche se avete sbattuto e vi siete girati alla prima curva, o dirvi che avete fatto un ottimo sorpasso, quando siete soli a girare da dieci minuti. Anche Claire la giornalista non vede l’ora di dirvi che è stata proprio una bella giornata, nonostante l’ultimo posto. Abbiamo capito, volete il realismo e lo vogliamo anche noi, ma se dobbiamo essere presi in giro, soprattutto dopo aver sbattuto la macchina, ne facciamo anche a meno, grazie.

I fan di F1 adorano essere intervistati! (fonte: Facebook)

Un ultimo appunto lo merita la capacità di Codemasters di aggiornare il gioco in corso d’opera. E’ comprensibile che un gioco come F1 abbia una struttura poco elastica, visto che ogni anno viene aggiunto codice su codice. E’ un peccato però che non ci sia nessun modo di simulare la stagione in corso, una delle più particolari degli ultimi decenni. Passi l’incapacità di aggiungere i nuovi tracciati (come il Mugello), per una questione tecnica e di diritti, ma avere una modalità “Short season” con solo i circuiti in programma non sembra così difficile da realizzare. Passi anche la difficoltà nell’introdurre il DAS, il nuovo sistema di riduzione del drag della Mercedes, annunciato ormai a Febbraio e comunque non in programma nei futuri aggiornamenti, ma la skin della Mercedes, cambiata ormai 3 settimane fa, poteva essere aggiornata con più celerità. Alla fine stiamo parlando di una skin, e per quanto complicata, crediamo che ci sarebbe voluto un poco più di sforzo per regalarla agli utenti in tempo ragionevole. Arriverà, ma sarà comunque in ritardo. Queste sono problematiche che nascono dall’aver rilasciato il gioco con la partenza del mondiale, ma su cui si poteva quantomeno sperare che venisse fatto di più.

Conclusioni

F1 2020 è il passo avanti che abbiamo voluto per anni. Non c’è nessuna area in cui il gioco non si migliori rispetto ai suoi predecessori, e alza l’asticella sia nel mondo arcade, con le modalità carriera/my Team che rispondono alla voglia gestionale di chi non prende il titolo troppo seriamente, e dall’altro invece cerca di fare lo sgambetto ai simulatori emergenti come Automobilista 2 e Assetto Corsa Competizione, con una modalità multiplayer che strizza l’occhio agli eSport.

Rimangono alcune lacune storiche da colmare, e sorprende che siano ancora nel gioco, ma il passo in avanti è netto. Il 2021 sarà l’ultimo anno prima della rivoluzione tecnica della Formula 1, speriamo che Codemasters lo usi per mettersi al pari e restituire un gioco completo come questo, ma a prova di proiettile.