Monster Hunter World – Hands On

Articolo a cura di Rosario Speciale

Da grandi appassionati di Monster Hunter e con centinaia di ore passate sulle precedenti versioni uscite su Nintendo 3DS, l’opportunità di poter giocare per quasi quattro ore in totale tranquillità al nuovo capitolo era da non perdere. Grazie a Capcom che ci ha invitati nei propri uffici milanesi abbiamo potuto cosi vedere da vicino il prossimo World, sebbene non possiamo rivelarvi molto nel dettaglio dalla nostra prova è stato chiaro che di fronte ci troviamo a un capitolo della famosa serie, in tutto e per tutto, cancellando cosi i dubbi di chi pensava di trovarsi un gioco “commerciale”. 

Un mondo aperto ma non troppo

Dopo aver creato la nostra affascinante protagonista ed essere stati proiettati nella narrazione del gioco abbiamo potuto iniziare a prendere dimestichezza con Monster Hunter World, un titolo che per la serie e quasi un’evoluzione visto che si passa da una console portatile a quelle casalinghe e persino PC. In realtà andando a prendere mano a mano confidenza con il gioco, il fattore rivoluzione non è stato grande tanto quanto ci saremmo aspetteti. Chiunque abbia giocato con un titolo per 3DS si troverà a suo agio con i comandi, con tutti i sistemi classici che hanno reso il brand unico e in un certo senso molto di nicchia vista la sua natura altamente nipponica. Come sempre avremo una base operativa e non mancherà la nostra Gilda che ci darà varie missioni da portare a termine, la forgia dove realizzare le tanto sudate nuove armi e armature e i negozi dove acquistare il necessario per la miglior preparazione possibile alla caccia. Le novità vere e proprie le abbiamo potute percepire nel mondo di gioco, che si presenta esattamente come quello dei vecchi giochi con ovviamente il fatto che le zone sono ora aperte e non più suddivise, dando la sensazione di essere di fronte a un open-world sebbene in realtà la struttura del campo di caccia è identica al passato. Per quel che abbiamo potuto vedere infatti siamo molto lontani da un mondo aperto come strettamente inteso dai giocatori di oggi, quello che sembra però certo è che le strategie di gioco passate devono essere riviste proprio in funzione di questo nuovo approccio degli sviluppatori. Cercare rifugio uscendo dalla zona in cui si trova un mostro per prendere fiato, affilare la propria arma e rituffarsi in battaglia sono tattiche del passato, adesso le meccaniche di gioco sono state semplificate per venire incontro all’impossibilità di nascondersi. Essendo fan di Guts non potevamo che scegliere lo spadone come arma, conoscendola molto bene e avendola usata sempre in passato, abbiamo riscontrato una certa velocità e reattività del personaggio nell’esecuzione delle combo che ci ha facilitato notevolmente la caccia, soprattutto quella ai mostri più grossi. Schivare è più immediato e grazie al pad (la prova è stata fatta su PlayStation 4) ruotare la telecamera ed eseguire le varie azioni, sebbene siano le stesse del passato, è cosi naturale e istintivo che sembra proprio lo strumento stesso con il quale si gioca un vero e proprio passo in avanti per la serie. Ovviamente potremo farmare per ore, raccogliere ogni oggetto sulla mappa, provare a recuperare le parti necessarie al miglioramento del nostro equipaggiamento, ma anche del nostro amico Felyne. Rimangono purtroppo le perplessità che abbiamo già visto nel corso della prova effettuata a Lucca Comics il mese scorso, cioè una certa tendenza ad aiutarci troppo a trovare e stanare il mostro grazie a queste lucciole che nel single player sembrano avere un’importanza non indifferente. Cambiare build al volo è un altro aspetto che potrebbe aiutare troppo invece nel multiplayer, purtroppo però visto il poco tempo a disposizione è una di quelle caratteristiche che non abbiamo potuto provare, come tante piccole cose che hanno da un lato semplificato quelle meccaniche tanto care ai giocatori nipponici, dall’altro tanto odiate da tutti gli altri. Molto interessante invece il poter esplorare liberamente il mondo di gioco e darci cosi la possibilità di vedere l’ecosistema come si comporta, anche perché nel corso di una missione è un po’ difficile attendere che il mostro che stiamo braccando faccia i suoi comodi.

Pronti a spendere ore e ore sul nuovo mondo

Sebbene non ci è stato possibile provare la modalità online, che è ovviamente il cuore pulsante di ogni Monster Hunter, la nostra prova ci ha permesso di vedere come sia migliorato il comparto tecnico del gioco, sebbene la build non sia affatto definitiva e abbia ancora diversi problemi. Il punto è che se tecnicamente il salto di qualità rispetto al passato è palese, quanto scontato, non ci sembra di vedere grosse differenze nelle animazioni dei personaggi, o degli stessi mostri affrontati. La generale sensazione che Capcom sia rimasta ancorata molto ai titoli passati anche in questo settore c’è. Certo, l’ecosistema è vivo e questo porta a creare situazioni sempre diverse e che andranno a influenzare maggiormente la nostra partita, l’incognita però di vedersi arrivare un mostro che ci “ruba” la preda o ci assale sul più bello, dopo magari 40 minuti che stavamo seguendo la nostra vittima, non è cosi esaltante come sembrerebbe, sicuramente qualche calendario verrà giù a più di un giocatore. Non ci resta che attendere la versione definitiva per valutare meglio sia l’IA dei nemici che un motore grafico solido, ma al momento meno brillante di quelli della concorrenza.

Conclusioni

Se amate Monster Hunter sicuramente avrete un impatto con questo nuovo capitolo molto diverso dal passato, se siete infatti giocatori di vecchia data del brand le nuove meccaniche e il fatto stesso di avere un pad tra le mani vi darà la sensazione che il gioco sia molto facile, più indulgente con voi e che vi aiuti un po’ troppo. Ovviamente in quelle ore di prova non siamo andati poi cosi lontani, anche World ha dalla sua una storia complessa che vi porterà via tantissime ore, però non siamo mai svenuti, non abbiamo mai avuto modo di sentirci in difficoltà. Non abbiamo mai avuto timore della bestia che stavamo affrontando, ma più di quale fattore esterno potesse venire a rovinarci la caccia, realistico o meno che sia in un videogioco, questo dovrebbe far capire a chi mangia pane e farming cosa lo attende, almeno per le prime ore di gioco. Ovviamente per un giudizio finale bisognerà aspettare l’uscita del gioco, il verificare il multiplayer, vedere come si evolve il livello di difficoltà e se dopo aver ucciso una cinquantina di volte lo stesso mostro per ricavare quel maledetto pezzo rarissimo avrà ancora il fascino che ha reso il franchise ciò che è oggi.