Batman: Arkham Knight – Recensione

Articolo a cura di Samuele Zaboi

Batman è forse il supereroe per antonomasia. Caratterizzato da dissidi interiori, comuni con il più normale degli essere umani, l’alter ego di Bruce Wayne può fare conto solo sulla propria forza, spirituale e fisica, e di non avvalersi di alcun superpotere; tutti questi dettagli rendono Batman amato in ogni luogo e in ogni tempo e sempre per queste ragioni maneggiare il Cavaliere Oscuro diventa un’operazione estremamente complessa e piena di pericoli e insidie. Rocksteady ha già saputo mostrare la propria abilità nel trattare Batman e la propria capacità nel dare un titolo, o meglio, una seria videoludica degna dell’eroe nato dalla penna di Bob Kane e Bill Finger. La trilogia dello studio britannico è giunta ora alla sua conclusione, più epica che mai, Batman: Arkham Knight.

Un nuovo alleato per Batman

La principale novità che Rocksteady ha voluto introdurre in questo capitolo è senza dubbio la Batmobile, che è finita per diventare il vero e proprio simbolo di Batman: Arkham Knight. Con un design che si avvicina maggiormente a quello visto nelle pellicole cinematografiche targate Nolan, il mezzo caratterizzerà le prime ore di gioco che saranno fondamentali all’utente per prendere la giusta confidenza con quella che si rivela essere una vera e propria arma.
Una volta assimilati i comandi per pilotare la Batmobile, non così semplici e intuitivi come si potrebbe inizialmente pensare e sperare, sarà possibile muoversi in tutta liberà per la Gotham più grande di sempre. Come tutti i fan di Batman ben sanno, la Batmobile non si rivela essere un comune mezzo di trasporto ma una vera e propria arma, indispensabile per affrontare le nuove orde di nemici pronte a eliminare il Cavaliere Oscuro. Il veicolo al suo interno nasconde cannoni e mitragliatrici in grado di eliminare i droni e mezzi pesanti schierati dal Cavaliere di Arkham (l’Arkham Knight), l’antagonista creato ad hoc da Rocksteady per questo capitolo conclusivo della trilogia. La Batmobile sarà inoltre elemento indispensabile per completare le immancabili sfide dell’Enigmista, presenti anche in questo titolo, effettuando semplice sfide contro il tempo oppure percorrendo un percorso pieno zeppo di ostacoli.

Gotham è mia

Batman: Arkham Knight è senza dubbio il miglior videogioco in circolazione dedicato al Cavaliere Oscuro ed è capace di concludere in modo molto più che degno una trilogia videoludica che per svariati motivi è destinata a fare la storia di questo settore. Rocksteady ha preso quanto di buono visto nei primi due capitoli, Asylum e City, e lo ha aumentato alla massima potenza evidenziandone i pregi e cercando di limarne i difetti.
L’intera vicenda di Batman: Arkham Knight si svolgerà nell’arco di una sola notte, in una Gotham City sterminata e svuotata da una minaccia globale guidata dallo Spaventapasseri. Con l’uscita di scena del Joker, i super criminali si sono radunati per porre fine, una volta per tutte, al Cavaliere Oscuro ed eliminarlo dalla circolazione. Per l’occasione farà la sua comparsa sulla scena Arkham Knight, un nuovo antagonista, che porterà con sé un intero esercito, pronto a sfidare Batman e ad anticiparne le mosse, come se conoscesse a fondo la mente e i pensieri dell’eroe di Gotham.
Sotto una pioggia battente e ininterrotta, i giocatori si troveranno a spostarsi per l’immensa città non solo con la Batmobile ma anche con il classico rampino, già conosciuto nei capitolo precedenti. Rocksteady ha continuato a rafforzare il proprio combat system, il free-flow system, aggiungendo interessanti modifiche che ne hanno così perfezionato l’efficacia. I movimenti del Cavaliere Oscuro ora sono molto più fluidi rispetto al passato, grazie anche alla capacità di  spingere il motore grafico Unreal Engine 3 ai propri limiti, e i nemici che Batman si troverà ad affrontare saranno armati di tutto punto (armi da fuoco, coltelli, corazze) e potranno contare anche su alcuni compagni in grado di rianimarli in caso di sconfitta, così da giustificare la netta superiorità fisica di cui è dotato l’eroe. Il dual play è l’altra grande aggiunta che varierà il sistema di combattimento di Batman: Arkham Knight; grazie a un semplice tasto sarà possibile infatti cambiare il personaggio e passare così a impersonare Robin o altri alleati senza però perdere le combo accumulate fino a quel momento. Questi potranno così intervenire per eseguire un doppio KO e per dare adito a un’altra aggiunta spettacolare e che interessa direttamente il combat system: si tratta in particolar modo del Multi KO Terrore, la capacità di mettere a terra più nemici nello stesso frangente e creando il panico tra quelli rimasti ancora in piedi e vogliosi di sfidare Batman. Il free flow system si arricchisce anche di una componente “strategica”, che consente ai giocatori di programmare la propria entrata in scena, facendo uso degli sterminati gadget presente nella Bat-cintura: sarà possibile utilizzare Batarang, rampini e trappole di ogni genere per differenziare i propri attacchi e sorprendere i rivali nei modi più disparati possibili.

La conclusione nella notte più buia

Ciò che rende grande un titolo come Batman: Arkham Knight non sono solo gli aspetti già menzionati in precedenza ma anche una storia scritta in modo magistrale da Rocksteady. È pur vero che le prime ore di gioco stenta a decollare, forse occupate in modo eccessivo dalla presenza della Batmobile, quasi a giustificarne in modo forzato la presenza del veicolo all’interno del gioco. La storia riesce però a catturare l’attenzione con il proseguire delle ore sapendo regalare alcuni colpi di scena capaci di far sobbalzare il giocatore con pad alla mano.
Batman: Arkham Knight accompagnerà i giocatori per una quindicina d’ore, il lasso di tempo necessario per completare la missione principale. Non mancheranno però, oltre alle già citate sfide dell’enigmista, le missioni secondarie sparse qua e là per Gotham City, capaci di fornire anch’esse storie tutt’altro che banali e di secondo piano. Una volta terminata l’avventura, i giocatori potranno indossare nuovamente mantello e cappuccio e tornare nella vasta di città per cercare di avvicinarsi a quel tanto ricercato 100%, che molti fan del Cavaliere Oscuro inseguiranno senza sosta. L’arrivo di Batman: Arkham Knight è stato a lungo atteso, soprattutto per vedere il comportamento del paladino di Gotham sulle console di ultima generazione. Il risultato non ha tradito in alcun modo le attese: la città si mostra estesa e ricca di dettagli al punto giunto, evitando di suscitare quel senso di smarrimento o quella sensazione di trovarsi in un ambiente troppo piccolo per le proprie possibilità. Il livello grafico raggiunto non ha precedenti nella serie e vedere le gocce di pioggia scivolare lentamente lungo lo scuro mantello di Batman è uno dei tanti piaceri grafici che Rocksteady ha saputo donare ai propri fan. Il gameplay, eccezzion fatta per le prime scorribande con la Batmobile, resta gradevolissimo e mai pesante, grazie anche alla quasi totale assenza di fasi di caricamento, altro beneficio garantito dalle console di ultima generazione. Grazie a questo, pad alla mano, i giocatori avranno davvero la possibilità di sentirsi l’ultimo baluardo di Gotham, di essere Batman.

Commenti finali

Batman: Arkham Knight si candida a essere una pietra miliare nell’ambito dei videogiochi per quanto riguarda i tie-in dedicati ai supereroi. Il lavoro di Rocksteady potrebbe rendere difficile il riprendere tra le mani il Cavaliere Oscuro per realizzarne un nuovo titolo, con il rischio, elevato, di sfigurare di fronte a questo gioco.
Batman: Arkham Knight supera con facilità le prime ore, abbastanza stantie, e i controlli per la Batmobile non comodi e facili da apprendere, regalando la degna conclusione di una trilogia che raggiunge il suo apice con questo capitolo, caratterizzato da una storia magistrale, una Gotham City vasta e dettagliata come non mai e un Batman pronto ad affrontare i più grandi nemici di sempre.