Dragon Ball: Raging Blast 2 – Recensione

dragon-ball-raging-blast-2_1Dragon Ball: Raging Blast 2 è il secondo capitolo next-generation dei picchiaduro su licenza sviluppato da Spike, già autori di Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi 3, senza ombra di dubbio il miglior gioco di Dragon Ball uscito sul mercato – anche se si parla del 2007 e di una precedente generazione di console. Con un numero maggiore di personaggi, una rivisitazione del comparto tecnico ed un sistema di combattimento rivisto, la software house nipponica ha cercato di migliorare la sua opera tentando di riportarsi ai fasti di un tempo. Ci sarà riuscita?
TANTO NUOVO, MA GIA’ TANTO VECCHIO

Prima di dedicarci a personaggi, arene e modalità di gioco, è importante parlare di ciò su cui si fonda Dragon Ball: Raging Blast 2, ossia il sistema di combattimento e lo schema dei controlli. Seppur rivisitato e semplificato rispetto al passato, lo schema dei controlli resta decisamente ostico per un neofita, se non si imparano le più importanti combinazioni di tasti per l’esecuzione di combo e colpi spettacolari, difficilmente si arriverà a vincere più di una manciata di match. Se state dunque cercando un picchiaduro semplice adatto allo smashing-buttons – spingere pulsanti a caso – cambiate recensione perché Raging Blast 2 non fa assolutamente per voi. Passando ai comandi veri e propri, c’è un pulsante per la difesa e tutto il resto è invece dedicato all’attacco e al movimento con colpi semplici (rapidi e leggeri), colpi potenti (lenti ma dannosi), prese, fusioni, trasformazioni, colpi speciali ed attacchi denominati Animo Furioso a cui è possibile accedere non appena l’aura del nostro personaggio sarà caricata al massimo – al solito il caricamento dell’aura è manuale ed adibito ad un tasto che se premuto però ci lascerà indifesi rispetto al nostro avversario. Un’altra delle novità del combattimento è l’effetto slow-motion, un breve lasso di tempo in cui movimenti ed attacchi risulteranno rallentati così da mostrarli a schermo in tutta la loro spettacolarità. Questo ampissimo ventaglio di opzioni ci consente di accedere a decine di mosse diverse, non nel totale, ma per ogni singolo personaggio inserito nel gioco. Come accennato all’inizio dunque, è molto importante imparare a combattere sfruttando più volte il tutorial così da poter scendere sul campo e fare qualcosa in più che una schivata, un pugno ed una piccola onda energetica.


Ecco come si cura la lombalgia dalle mie parti!!

Compreso dunque che Dragon Ball: Raging Blast 2 non è un gioco per tutti, passiamo a ciò che effettivamente questo secondo capitolo della serie di Spike ci offre. Il gioco presente oltre cento personaggi (comprese trasformazioni e fusioni) di cui un quarto nuovi rispetto al primo capitolo di Raging Blast ed una decina scarsi inclusi per la prima volta in un videogioco e presi direttamente dall’OAV “Dragon Ball Z Side Story – Il piano per lo sterminio dei Sayan” – OAV di trenta minuti incluso nella Limited Edition del gioco e per la prima volta disponibile fuori dalla terra del Sol Levante. Questa moltitudine di personaggi potranno scontrarsi in ben quattordici scenari (aerei, terrestri e marini), visitabili a 360° e distruttibili in specifiche zone e con specifiche mosse. Di questi quattordici scenari, dieci sono quelli già visti in Raging Blast, mentre quattro sono quelli del tutto nuovi – tre rispetto alla serie ed uno in assoluto per i videogiochi di Dragon Ball. Facendo dunque un po’ di conti, solo considerando come modalità di gioco lo scontro diretto, le possibilità sono molteplici, se a queste poi andiamo ad aggiungere la modalità Galassia, l’arena di combattimento, i tornei (Tenkaichi e Cell), l’importantissimo tutorial ed un nutrito comparto multigiocatore offline ed online, diventa semplice comprendere che il gioco offre una quantità di divertimento pressoché infinita, soprattutto se si è fan sfegatati dell’opera di Toriyama. La modalità più importante di tutte quelle citate è la Galassia che prende il ruolo della precedente modalità Arcade e ci pone in una storia appena abbozzata in cui dovremo viaggiare per la galassia di Dragon Ball affrontando un po’ tutti i personaggi che compongono l’ampio roster del gioco – come al solito ovviamente, battuto un personaggio ne sbloccheremo dettagli ed informazioni oltre ad alcuni extra che saranno contenuti nell’Enciclopedia di Dragon Ball. Ogni combattimento riprenderà avvenimenti della storia connessi solo ed esclusivamente alla serie Z, OAV e movie dell’opera di Toriyama senza mai addentrarsi nella serie GT, una serie non firmata ne prodotta dall’autore di Dragon Ball – scordiamoci dunque di Baby, Pan, Super C-17, i draghi malvagi e via via discorrendo. Ad aggiungersi alla modalità Galassia, come accennato, c’è l’arena di combattimento che ci pone in continui piccoli tornei da vincere per sbloccare aree su aree. Se il primo torneo sarà ovviamente il più semplice, man mano che si andrà avanti le cose andranno a complicarsi con match legati a regole specifiche come l’impossibilità di utilizzare specifiche mosse, i cambio o vantaggi più diretti per il nemico con quest’ultimi che ovviamente saranno sempre più abili e dunque complessi da battere.

Dragon Ball: Raging Blast 2 – GamesCon Trailer su GamesVideoTV

Immancabili ovviamente gli incontri rapidi che si possono affrontare singolarmente, in coppia o a squadre – maggiore è il numero di giocatori scelti, minore l’abilità dei personaggi che si potranno scegliere in modo tale da equilibrare la potenza di un singolo a quella di un gruppo. Fantastici nei match a squadre – e anche nella modalità Galassia quando avremo un compagno a fianco – le animazioni in quick time event quando il giocatore decide di cambiare il personaggio sul campo, i due infatti si daranno il cambio sfruttando una mossa aggiuntiva come avviene in moltissimi sport di combattimento televisivi quando viene affrontato un tag team match. Presente anche, come già detto, il multiplayer che consente match in singolo e a squadre sino ad un massimo di sedici giocatori.

AL GIORNO D’OGGI UN PO’ TUTTO SA DI POLLO

Il comparto tecnico e grafico si ripropone praticamente in blocco come una semplice evoluzione di quanto già visto l’anno scorso. Tutti i personaggi sono magnificamente modellati e spiccano a schermo grazie ad un ottimo uso del cel shading. Stessa cosa non si può dire invece per pressoché ogni arena di scontro, tutte ben dettagliate, ma assenti di personalità e di una vera integrazione con lo scontro che avviene al loro interno – non si tratta dunque che di fondali visibili a 360°. Resta poi l’annoso problema della telecamera, aspetto che è stato rivisto da Spike, ma non esattamente migliorato visto che la visuale continua a posizionarsi in luoghi sbagliati, soprattutto quando i nostri nemici eseguono movimenti rapidi o lo scontro si svolge a distanza con l’uso di mosse speciali.


Oddio… ma l’ho chiuso il gas a casa?!

Il comparto audio presenta la solita doppia lingua, inglese o giapponese ed è su quest’ultima che vi consiglio di mettere il gioco così da assaporare a pieno la vera atmosfera di Dragon Ball. Buona la colonna sonora in grado di movimentare ogni match e tenere di compagnia nel nostro girovagare tra i menu.

CONCLUSIONE

Dragon Ball: Raging Blast 2 si pone alla fine dei conti sullo stesso livello del suo predecessore. Ci troviamo di fronte ad un complesso, ma buono picchiaduro che non riesce a fare quel salto di qualità che titoli passati erano stati in grado di compiere. L’alto numero di personaggi, arene e la buona realizzazione tecnica sono i punti positivi del titolo di Spike, mentre la gestione della telecamera ed il setting dei comandi dovrebbero essere rivisti per migliorare la inquadrature e permettere anche ai neofiti di divertirsi.

In conclusione, se siete amanti della licenza su cui Raging Blast 2 si appoggia, l’acquisto lo si può fare ad occhi chiusi, ma fate bene attenzione a sfruttare l’arena di combattimento perché le mosse sono talmente tante e complesse che vincere non è mai cosa semplice.

Il gioco è disponibile per PlayStation 3 ed Xbox 360.

VOTO: 7 SU 10