Il presidente francese Macron elogia Clair Obscur Expedition 33 ma i fan gli rinfacciano sue passate dichiarazioni contro i videogiochi

4 personaggi di spalle che guardano verso MAcron che cammina
Il presidente francese Macron elogia Clair Obscur Expedition 33 ma i fan gli rinfacciano sue passate dichiarazioni contro i videogiochi (player.it)

I complimenti del presidente Macron per la vittoria di Clair Obscur: Expedition 33 come Game of the Year ai TGA 2025 si trasformano in polemica: ecco cosa aveva detto il Presidente francese due anni fa.

“Una storica prima volta per un titolo francese”. Così ha chiosato Emmanuel Macron nel suo post dedicato alla vittoria di Clair Obscur: Expedition 33 agli ultimi TGA. Il titolo di Sandfall è infatti riuscito a portare a casa ben 9 statuette, tra cui la più importante di tutte: il GOTY. Già nel maggio di quest’anno, Macron aveva espresso parole sentite verso l’opera prima di Broche e compagni, definendola “uno splendente esempio dell’audacia e della creatività francesi”.

Scrive Macron nel suo post su Instagram, che Clair Obscur rappresenta un “grande orgoglio per Montpellier e per la Francia. Congratulazioni al team di Sandfall Interactive. Per le generazioni future e quelle che seguiranno”. Parole che non possono che inorgoglire il team di Sandfall e rappresentare un importante riconoscimento per tutta l’industria ludica francese e non. Ma Macron l’ha sempre pensata così?

Alcuni commentatori del web hanno infatti visto dell’ipocrisia nelle parole del Presidente, facendo riferimento a un post che nel 2023 aveva generato non poco scontento. Dove sta la verità?

Macron è contro i videogiochi?

Nel 2023, in Francia era periodo di rivolte. In seguito all’omicidio di un 17enne di origini arabe, per mano di un agente di polizia in seguito a quello che sarebbe dovuto essere un semplice controllo stradale, tantissimi, giovani e non, si erano riversati per le strade di Parigi (e non solo) per protestare contro la brutalità delle forze di polizia. Tra i protestanti, una piccola seppur rumorosa parte aveva generato indignazione, per via di azioni che andavano ben oltre la semplice protesta.

Dalla violenza fino alla distruzione di automobili, che spesso finivano incendiate. Atti vili, da condannare. E proprio questo fu il comportamento di Macron, il comportamento che ci si aspetta da chiunque nella sua posizione: condanna ferma. Ciò che fece storcere il naso però, furono le parole utilizzate. Secondo Macron infatti, parte della colpa della fomentazione delle rivolte in forma violenta, era da attribuire ai videogiochi, oltre che ai social network.

I videogiocatori non videro bene questa sua uscita, tanto che poco tempo dopo Macron pubblicò un nuovo post in cui spiegava di non avercela con videogiochi ma con il modo in cui questi venissero sfruttati dai rivoltosi, per creare codici comunicativi che si sarebbero poi concretizzati nei violenti atti a cui la Francia ha dovuto assistere.

In quell’occasione, Macron aveva precisato:

“I videogiochi sono una cultura, un intrattenimento, uno spettacolo! Sono un campo per la sperimentazione artistica, un affascinante spazio d’apprendimento, che unisce tutte le arti. Giocare significa ascoltare musica, immergersi in storie, sentire le emozioni, viaggiare nel tempo. È l’esplorare nuovi universi visivi che scrive un nuovo capitolo nella storia dell’arte”.

Ma sono soltanto parole o c’è modo di comprovare questo paventato amore di Macron per il mondo videoludico?

La Francia e il sostegno economico per i videogiochi

In Francia il videogioco è una cosa seria, ormai da tempo. Già nel 2002 un primo fondo per il finanziamento di opere audiovisive era stato diffuso e aveva permesso lo sviluppo di diverse aziende (tra cui Ubisoft, che all’epoca ne aveva beneficiato). Negli anni, il Ministero della Cultura francese ha stanziato fondi per tantissime iniziative legate al mondo esport, senza contare il peso normativo che il gaming competitivo ha assunto con la legge del 7 ottobre 2016, che puntava a regolare sia l’organizzazione di eventi che l’inquadramento normativo e fiscale dei giocatori professionisti.

Sempre sotto Macron, è nato nel 2021 il Fondo di Sostegno ai Videogiochi (FAJV), che ha inquadrato varie tipologie di aiuti economici (molti a fondo perduto), in base a ciò che serve all’azienda: i fondi sono infatti divisi tra quelli destinati alla scrittura, alla pre-produzione, alla produzione o alle operazioni collettive. Tantissime opere videoludiche hanno beneficiato del fondo gestito dal Centre National du Cinéma et de l’Image Animée (sotto il controllo diretto del Ministero della Cultura).

maelle ragazza con cappello rosso, capelli rossi, maglia righe bianca e nera che guarda di lato, monolite in lontanza con numero 33
La Francia e il sostegno economico per i videogiochi (player.it)

E si, anche Clair Obscur: Expedition 33 ha usufruito di quei fondi. In un’intervista rilasciata proprio al CNC, Benjamin Dimanche (Marketing and Publishing Producer di Sandfall), parlando dell’importanza che il fondo aveva avuto per l’azienda, diceva:

“Abbiamo ricevuto fondi per la pre-produzione dal CNC alla fine del 2021. Quel supporto fu cruciale; ci permise di strutturare per bene lo studio e costruire un’infrastruttura del gioco, che poi abbiamo utilizzato per attirare i publisher. […] Il feedback del CNC fu la chiave per aiutarci a sviluppare il progetto nella giusta direzione”.

Un aiuto concreto dunque, decisamente importante a quanto pare, che denota come quelle per il mondo del gaming siano manovre ponderate già da tempo. Giusto per fare un paragone che a chiunque verrebbe spontaneo, in Italia la situazione è un po’ diversa: la cosa più vicina a ciò che ha fatto il CNC è stato il First Playable Fund.

Il fondo, messo a disposizione da inizio 2021, metteva a disposizione 4 milioni di euro, esauriti già entro il giugno dello stesso anno e indirizzati alla creazione di “un prototipo di videogioco”. Siamo chiaramente indietro. Chiaramente.