Addio illustre nel mondo dei picchiaduro: Harada, il papà di Tekken lascia Bandai Namco dopo 30 anni, cosa ha in mente?

Harada uomo a braccia conserte con capelli neri e occhiali da sole
Addio illustre nel mondo dei picchiaduro: Harada, il papà di Tekken lascia Bandai Namco dopo 30 anni, cosa ha in mente? (player.it)

Dopo più di 30 anni, Katsuhiro Harada lascia Bandai Namco e con essa, anche la sua creatura più importante: Tekken.

Sono pochi i titoli picchiaduristici che sono riusciti a sopravvivere al passare del tempo. Il boom dei picchiaduro registratosi tra gli anni ’80 e ’90, ha lasciato spazio in poco tempo, a uno spegnimento di tanti franchise che difficilmente riuscivano ad adattarsi al progresso tecnologico. Tra questi però, Tekken è sempre stato uno dei nomi che ha continuato ad avere un posto d’onore nel mercato videoludico.

personaggio con camicia bianca che combatte con personaggio biondo con tuta rossa
Addio illustre nel mondo dei picchiaduro: Harada, il papà di Tekken lascia Bandai Namco dopo 30 anni, cosa ha in mente? (player.it)

Tekken già a suo tempo rappresentò una rivoluzione incredibile: sulla scia di ciò che aveva tentato di fare Virtua Fighter, Tekken approcciò il picchiaduro aggiungendo la terza dimensione nell’equazione, diventando un unicum nel mercato. E adesso, dopo che Tekken 8 ha calcato le scene in grande stile, uno dei nomi che maggiormente hanno legato la propria esistenza professionale al brand, ha deciso di abbandonare Bandai Namco.

L’addio di Harada

Katsuhiro Harada, sviluppatore che in Bandai Namco si occupa del franchise di Tekken ormai dal 1994, ha deciso di abbandonare l’azienda giapponese e con essa, anche il celebre brand di picchiaduro. Proprio in uno dei momenti di massimo splendore di Tekken, col raggiungimento dei 30 anni di carriera del brand, Harada ha pensato che fosse giunto il momento di dirsi addio e di “chiudere un capitolo”.

Nel suo post su X, in cui ha annunciato questa inattesa e triste scelta, Harada ha voluto far venire gli occhi lucidi a tutti i fan: ha ricordato di quando Tekken era ancora un nome sconosciuto e dei tentativi di promozione, che consistevano nell’importunare i partecipanti di piccoli tornei locali, chiedendo loro di provare Tekken sul cabinato che il team di sviluppo si portava dietro. Proprio l’atmosfera che si respirava in quegli ambienti, secondo Harada, divenne la parte fondamentale di chi sarebbe poi divenuto come sviluppatore.

Ma quali sono le motivazioni dietro a una scelta del genere? Harada precisa che si tratta sia di motivazioni personali che professionali. Scrive Harada:

“In anni recenti, ho vissuto la perdita di diversi amici stretti nella mia vita personale, mentre nella mia vita professionale ho assistito al pensionamento o alla morte di molti colleghi che rispetto profondamente”.

Tra i colleghi, è probabile che Harada faccia riferimento a Tomonobu Itagaki, il “papà” di un’altra saga di picchiaduro celebre, Dead or Alive oltre che di Ninja Gaiden. In altre parole, Harada fa una considerazione sul tempo che gli rimane come creatore di videogiochi, lasciando presagire che voglia dedicarsi a progetti diversi da quel Tekken, che ha rappresentato per lui un compagno inseparabile per 30 anni di carriera.