Il primissimo trailer di Dead Island 2 nascondeva un oscuro segreto che ha poi fatto cancellare quella versione del gioco

uomo con arma elettrica che tiene per il collo zombie con occhiali da sole
Il primissimo trailer di Dead Island 2 nascondeva un oscuro segreto che ha poi fatto cancellare quella versione del gioco (player.it)

Emergono delle dichiarazioni dell’ex capo del reparto marketing e comunicazioni di Deep Silver, che fanno riflettere sulla situazione di Dead Island 2, al tempo dell’uscita del primo trailer d’annuncio.

Molto spesso si sottovaluta l’importanza che un trailer può avere, per la comunicazione di un videogioco. Un trailer è un’opera che va preparata in modo strategico, che deve riuscire a svelare abbastanza ma non troppo, preparando i giocatori all’esperienza che andranno a vivere. Dall’uscita di un trailer però, si possono fare varie valutazioni, non strettamente legate al contenuto del gioco, quanto più alla situazione attorno a quel gioco.

Un trailer di un gioco, di cui non si sa più nulla per un periodo abbondante di tempo per esempio, può essere indicativo di un problema nato in fase di sviluppo. Uno degli esempi più emblematici di trailer che nascondevano situazioni problematiche, è Dead Island 2. Il primo trailer infatti, uscì nel 2014 e da quel momento, ci vollero circa 10 anni prima che il titolo arrivasse ai giocatori.

A più di due anni di distanza dall’uscita del titolo, un addetto ai lavori ha svelato ciò che molti giocatori avevano intuito, ma che non era mai stato confermato da Deep Silver.

I problemi della prima build di Dead Island 2

Con la sua uscita nell’aprile del 2023, Dead Island 2 ha rappresentato un bel ritorno ad atmosfere e gameplay, di un’era videoludica ormai passata. Tornare a maciullare zombie nei modi più fantasiosi ed efferati, ha permesso a tanti giocatori di riscoprire un mood che sembrava mancare sin da quel Dead Island che su Xbox 360 aveva fatto innamorare gli appassionati. Ma a quanto pare, non tutto è andato liscio durante lo sviluppo.

A rivelarlo è stato Martin Wein, ex capo del reparto comunicazioni di Deep Silver, publisher di Dead Island 2. Durante una conferenza, alla domanda di un membro del pubblico sullo sviluppo abbastanza controverso del titolo, Wein ha risposto con tanti dettagli, che hanno permesso di delineare la situazione così come la vivevano all’epoca gli sviluppatori e gli editori. Secondo Wein infatti, al tempo della pubblicazione di quel trailer nel 2014, tutto ciò che gli sviluppatori avevano in mano era un “gioco di m*rda”.

visuale prima persona con mazza di ferro contro zombie femmina
I problemi della prima build di Dead Island 2 (player.it)

Il racconto di Wein continua, parlando di quando venne commissionato un play test di Dead Island 2, a cui seguirono una serie di “feedback orripilanti”. Secondo il racconto di Wein:

“(ricevettero) chiaramente feedback dei giocatori che dicevano ‘questo non è divertente, questo non è coinvolgente, questo non ricorda il Dead Island a cui ho giocato […]. Fecero un’analisi profonda sul sentimento della community, e notarono una netta discrepanza tra le aspettative e le motivazioni dei giocatori e la direzione che lo sviluppo del gioco aveva preso […] lo sviluppo ha una visione e, il markenting ha un’altra visione e, di solito… il team che capeggia ha una visione totalmente diversa”

Secondo Wein dunque, il team si trovò davanti a una scelta da compiere: fare uscire un gioco rotto o continuare a sviluppare. La scelta cadde ovviamente sulla seconda opzione, così che si evitasse di arrivare a quel punto di non ritorno, che per molti giochi ha significato la morte di un intero brand. E tutto sommato, Dead Island 2 è arrivato sul mercato in buone condizioni, venendo anche molto apprezzato dai fan del primo gioco. Ovviamente, la lunga attesa ha avuto un ruolo chiave sulle aspettative dei giocatori, sia in positivo che in negativo.