Manuale dei Mostri D&D 2024 | Recensione: L’Ago della Bilancia

Due manuali dei mostri uno affianco all'altro, a destra la versione con la copertina limitata, a sinistra aperto in una pagina con una illustrazione di un drago

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Finalmente è giunto il terzo nonché l’ultimo manuale del set base della nuova edizione di Dungeons and Dragons. Qui su Player abbiamo detto nei mesi scorsi che la 2024 aveva fatto oggettivi passi avanti e che tutto quello che avevano mostrato convinceva, anche se con qualche sbavatura (qui e qui rispettivamente recensione manuale del giocatore e manuale del DM). Il giudizio finale era sempre stato rimandato, però, al manuale dei mostri, tassello ultimo e forse il più importante per la coesione dell’edizione stessa.

Il Manuale dei Mostri scorso, infatti, aveva diversi problemi, dall’organizzazione delle informazioni al design stesso delle creature. La 5a edizione aveva ereditato dalle precedenti lo stesso problema: Il Grado Sfida è un concetto estremamente semplificatorio per la complessità di D&D e dunque risulta inutile o addirittura controproducente ai livelli alti.

Il Manuale dei Mostri 2024 propone cambiamenti mirati e un approccio che segue quello degli altri manuali, ma lo applica a ben più di 500 schede mostro condensate in poco meno di 400 pagine. Lasciate che vis pieghi come.

Meno testo e più ciccia

Un drago blu si staglia su una fortezza

Il Manuale dei Mostri 2024 fa subito un importante sacrificio: esattamente come gli altri due manuali, scardina le meccaniche dall’aspetto legato all’ambientazione. Se una creatura nel 2014 aveva una descrizione più dettagliata sulle sue origini legate a come quella creatura viveva nel Forgotten Realms, ora queste descrizioni sono state quasi del tutto tagliate a favore di più contenuto e più schede.

La motivazione dietro una simile mossa è presto detta: esattamente come gli altri due manuali, D&D 2024 sembra essere silenziosamente consapevole dell’impatto della cultura sulle creature e i mostri, specialmente quelli intelligenti, e dunque preferisce fare un passo indietro e presentare un’offerta differente.

Laddove infatti la 2024 taglia sul testo di flavour, riempie con meccaniche e redesign che ambiscono a raccontare della creatura tramite le sue abilità, descritte in maniera più chiara che mai (come negli altri due manuali). Questo esatto ragionamento si applica per spiegare la scomparsa di creature come Drow e Orchi dal manuale. D’altronde ha senso se esistono schede generali per soldati, banditi, guardie, maghi e chi più ne ha più ne metta, le quasi si possono applicare a qualsiasi razza con qualche piccolo accorgimento?

A destra vi è un esempio del nuovo stat block e asinistra vi sono le spiegazioni

La risposta della 2024 è: È una generalizzazione ed è uno spreco di spazio. Preferisce fare altro con le stesse pagine insomma. L’uso intelligente dello spazio a disposizione pare essere un po’ il leit motif di molti dei cambiamenti che hanno impattato quasi tutte le creature. Laddove un drago nella 2014 ad esempio aveva tre attacchi fisici, coda artiglio e morso, adesso la 2024 riassume i tre attacchi con lo stesso flavour in: Lacerazione. Lo spazio guadagnato è usato per aggiungere incantesimi ed effetti unici.

Questo conta anche per le creature che hanno incantesimi. Addio liste infinite di spell, di cui molte erano semplici varianti di attacchi. Adesso le creature incantatrici hanno un attacco generico magico e poi gli incantesimi che concludo la cornice e il flavour.

Lo spazio guadagnato permette qualcosa di molto peculiare: donare versioni speciali degli incantesimi alle creature. Come il controincantesimo dell’arcistrega (nuova creatura!) che se ha successo impedisce all’incantatore di usare componenti verbali e ne confondo le parole.

Nuova edizione, nuovo look

un drago dorato immenso, porta i dettagli bianchi e dei lunghi baffi e tentacoli dorati che ricordano i draghi cinesi

Un altro elemento chiave che il Manuale dei Mostri 2024 porta con sé è una vera e propria rivalutazione di molte creature in qualcosa di nuovo, sia esteticamente che meccanicamente. L’esempio lampante è la separazione tra Incubus e Succubus, ora creature differenti e non più varianti di genere. Genere il quale, è stato rimosso esplicitamente dalle creature. Androsfinge e ginosfinge ora sono unite, come Pixie, succubi, incubi ecc. Ancora una volta D&D 2024 fa spazio all’inclusione e all’accessibilità, pilastri fondamentali per il gioco di ruolo.

Le nuove illustrazioni, ora presenti per ogni creature e spesso anche per varianti, sono per la stragrande maggioranza migliorative rispetto alla versione passata, e offrono una percezione anche chiara delle scale nei casi di creature gargantuesche e possenti. I draghi sono tra le creature più re-immaginate e tra quelle con più migliorie sia estetiche che di regolamento.

Un altro cambiamento in positivo è che adesso molte creature posseggono varianti di GS più alto o più basso, rendendo più flessibili le creature, magari permettendo un secondo incontro nella campagna con una versione più potente!

Le nuove schede offrono un approccio riassuntivo ai tesori, che sono una somma di dotazione in carico e categoria, che però risulta un’informazione del tutto collaterale e superflua, quasi nascosta. Wizards of the Coast ha preferito inoltre rimuovere i turni di tana, andando invece a rimpolpare i nemici con azioni leggendarie e altri poteri se presenti nella loro tana.

Una pagina di una creatura, il cambion.

Una nuova aggiunta molto interessante è ciò che nella nostra preview ci è stato presentato come Apex Threat, una creatura di GS molto alto per ciascuna categoria, come la Gelatina dell’Annichilimento, L’ArciFata, l’Empireo o l’Elementale Cataclismatico. Ognuna di queste schede potrebbe benissimo essere un boss di fine campagna e riempie una delle più grandi lacune delle scorse edizioni.

La nuova scheda dei mostri ha inoltre un look più compatto e ordinato, e usa un linguaggio inequivocabile e meno verboso, preferendo una facile lettura allo stile. A coronare una maggiore accessibilità e facilità d’uso vi è un capitolo di introduzione alle creature e alle loro schede finalmente efficace nell’introdurre il lettore nell’universo complesso del design scontri.

Tutti questi elementi nuovi non sono sufficienti a risolvere, quella che sembra ormai perenne, maledizione del Grado Sfida, ma fanno un lavoro eccelso nel rendere il processo di comprensione delle creature e del loro potenziale più facile e accessibile, abbassando la curva di apprendimento per i futuri Dungeon Master.

Conclusioni

Sì, D&D 2024 ce l’ha fatta. Con il Manuale dei Mostri 2024, Wizard of the Coast sposta definitivamente l’ago della bilancia su una promozione, non a pieni voti, ma molto importante. Il peso del successo della 5a edizione del 2014 che aveva sulle spalle era importante e dopo gli eventi come quello dell’OGL il dubbio era più che lecito. Ma come dicevano gli antichi Romani: Verba volant, scripta manent, e gli scritti di D&D 2024 sono un oggettivo passo avanti per il futuro del gioco di ruolo più famoso al mondo.

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