Avatar: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Il gioco è disponibile per PC, Xbox360 e PS3, la versione testata è quella per PC

Ormai è moda fare un gioco per quasi ogni film hollywoodiano d’azione, è successo per Wanted, è capitato per Terminator Salvation, di recente è uscito il tie-in di Saw e ora siamo qui ad occuparci della trasposizione videoludica dell’ultima fatica filmica di James Cameron: Avatar. Il nome del gioco è lo stesso della pellicola e ovviamente non poteva essere diversamente ma dopo la succosa anteprima di qualche settimana fa per quanto riguarda la demo del gioco, andiamo a toccare con mano il titolo definitivo e scopriamo insieme cosa si nasconde nei meandri del pianeta di Pandora.

NUOVO MONDO
L’ambientazione principale del titolo è quasi tutta giocata su un pianeta alieno di nome Pandora, per chi si fosse perso qualche tassello dell’anteprima del gioco o per quelli che non hanno mai sentito parlare di Avatar, sappiate che il gioco si basa sulla nuova pellicola di James Cameron e principalmente andremo ad imbatterci nella solita guerra fra umani e alieni – di cui il campo di battaglia non sarà la Terra ma un pianeta di nome Pandora molto simile ad essa. In verità, gli alieni non saranno proprio tali ma degli “avatar” creati in laboratorio dagli stessi umani e chiamati Na’vi: successivamente questi esseri si ribelleranno agli umani e grazie a questo incidente partirà una lotta senza quartiere per la riconquista da parte della razza umana del pianeta di Pandora.

Diciamoci la verità, la storia alla base del film/gioco è il solito minestrone riscaldato: Avatar resta un buon titolo che potrebbe anche appassionare il giocatore più navigato dagli action in terza persona, purtroppo, come sempre accade in giochi di questo stampo, il vero fattore di noia è dovuto da un gameplay praticamente sempre uguale dall’inizio alla fine e da un livello di difficoltà praticamente inesistente – basterà un pomeriggio di gioco per arrivare al fatidico the end.

UMANO O NA’VI?
La campagna in single player si divide principalmente in due segmenti di gioco, visto che la stessa pellicola racconterà le gesta di un marine e di un Na’vi molto speciale, anche il gioco ci permetterà di cambiarci d’abito e di impersonare sia un soldato corazzato che un abitante di Pandora. Principalmente l’dea del doppio personaggio è assai promettente anche per quanto riguarda la scelta del gameplay perché se sceglieremo di schierarci con gli umani avremo a disposizione una vasta scelta di armi e anche qualche potere bio cibernetico che la nostra corazza potrà fornirci. Scegliendo il pelle blu, invece potremo contare solo sulla nostra forza fisica e atletica e su un gameplay orientato più allo stealth che non all’action puro (ovviamente presente ma in minor quantità).

Dopo la dura scelta del personaggio, che avviene circa un ora dopo aver iniziato il gioco, andremo dunque a scontrarci con una serie di missioni inerenti ad entrambi i ruoli. Cacciatori e difensori per quanto riguarda i Na’vi e occupatori e distruttori per quanto riguarda i marine. Purtroppo però, sia che si scelga di combattere per la sopravvivenza o per la riconquista del pianeta, Avatar si dimostra essere un gioco frettoloso e mal gestito, soprattutto per quanto riguarda la linearità delle missioni e ancora di più per la sovrabbondanza dei maledetti muri invisibili che danneggiano prepotentemente l’ambientazione del gioco. Essendo su un pianeta alieno di notevole dimensione, mi sarei aspettato degli schemi abbastanza grandi e invece tutto si risolve nei soliti livelli preconfezionati e divisi in sezioni da attraversare per portare a termine un determinato compito e passare al successivo. Un vero peccato perché una scelta libera degli eventi, avrebbe giovato pesantemente al solito gameplay confezionato e chiuso che i programmatori hanno pensato.

Altro passo falso del gioco è poi un bilanciamento fra marine e Na’vi davvero pessimo. Se la forza bruta delle armi è assolutamente mortale nel caso scegliessimo di impersonare il marine, lo stesso non si può dire della pelle blu con cui si faticherà non poco ad abbattere i soldati nemici. Anche le sezioni da picchiaduro più puro, si rivelano dannatamente ostili per la nostra povera pelle di Na’vi. Quello che mi sarei aspettato invece, era un bilanciamento più vicino alla serie di Alien vs Predator che riusciva comunque a trasformare umani e alieni sia in prede che cacciatori. Ultimi caratteri dedicati al gameplay per parlare delle sezioni strategiche del gioco. Avatar propone dei pezzi di riconquista dei territori in mano al nemico: in pratica si potranno dislocare delle truppe o mettere delle basi difensive in alcune zone ben delimitate di modo che sia i marine o i Na’vi non abbiano libero accesso. Per carità, non è nulla di altamente difficile e neanche lontanamente paragonabile ad un Total War per intenderci ma rimane un elemento ben congeniato anche se non propriamente indispensabile ai fini del gioco – cosi come l’uso di alcuni mezzi di terra per gli umani o volanti per i Na’vi, risultano divertenti ma assolutamente fini a se stessi…ci stanno solo per fare numero.

TUTTO IL VERDE DI PANDORA
E veniamo dunque a parlare del piano grafico generale. Avatar non possiede di certo la forza per gareggiare con altri titoli tripla A sul mercato ma la visione complessiva del titolo riesce comunque ad immergere il giocatore in un pianeta ostile e lussureggiante, pieno di flora e fauna dal design parecchio azzeccato. Tutto quello che riguarda la modellazione del pianeta potrebbe davvero lasciare a bocca aperta per qualche ora per poi annoiare anche la persona che non ha mai visto un bosco in vita sua – questo perché le scenografie sono praticamente sempre le stesse e quando ci si aspetta qualcosa di nuovo, principalmente non arriva, mai. Per quanto riguarda modellazione e animazione dei marine o dei Na’vi, il tutto risulta nella media. Nota assolutamente dolente per quanto riguarda le texture generali: belle e a volte stupende per il panorama, piatte e a volte pasticciate per tutto il resto (assolutamente improponibili negli ambienti interni degli edifici). Applauso dunque ai programmatori per quanto riguarda gli scorci paesaggistici ma bacchettata sulle mani per tutto il resto. Di ultima nota, segnalo che il gioco può essere lanciato sia sotto directx 9.0 che le 10 ma purtroppo non si denota alcuna vera differenza a livello grafico se non un uso più genuino per quanto riguarda l’illuminazione dinamica che sotto Vista sembra essere parecchio arricchita. Il motore del gioco resta comunque abbastanza elastico anche installando il titolo su macchine datate di qualche anno.

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