Tra DMCA e Youtube: PewDiePie dice la sua

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Se avete bazzicato i social network negli ultimi tempi, non potrete non esservi imbattuti nella “querelle PewDiePie“. Per farvela breve, lo youtuber più famoso al mondo, durante una delle sue dirette streaming, ha pronunciato la “parolina che inizia con la N“. Come era lecito attendersi, non tutti hanno preso benissimo l’infelice uscita di Felix Kjellberg. Tra quelli che hanno gradito di meno la faccenda c’è Sean Vanaman. Il co-fondatore di Campo Santo Studios, nonché director di Firewatch, dopo aver dato del razzista alla superstar del Tubo, si è appellato al DMCA, la legge che tutela la proprietà intellettuale, affinché tutti i video riguardanti Firewatch fossero rimossi dal suo canale Youtube. Tutto questo, ovviamente, al fine di tutelare l’immagine della sua azienda e del suo gioco di punta.

Ebbene, a distanza di qualche giorno dal misfatto, PewDiePie ha voluto dire la sua sui fatti che l’hanno riguardato, toccando sia la liceità dei provvedimenti invocati da Vanaman nei suoi confronti, sia il ruolo degli streamer nell’industria dei videogiochi.

PewDiePie: la zona grigia tra Streaming e Diritto d’Autore

Lo youtuber ha cercato di fare il punto della situazione, partendo da ciò che maggiormente ha colpito la sua attività: il ricorso al DMCA. Nonostante PewDiePie abbia prontamente reso privato il video di Firewatch presente sul suo canale, lo strike è stato comunque ricevuto e inoltrato da Youtube. Il creativo ha ricordato che, semmai dovesse riceverne un secondo, il suo canale potrebbe essere chiuso definitivamente.

Come potete vedere dal video in allegato, Kjellberg inizia il suo discorso parlando di una vera e propria “zona grigia” tra i video Let’s Play e gli sviluppatori dei videogiochi mostrati. La questione, manco a dirlo, va a toccare direttamente il diritto d’autore. Tutto questo perché, a sua detta, i developer guadagnerebbero in maniera massiccia dagli stream e dai video gameplay dei loro prodotti. Proprio per questa ragione, sarebbe, per loro, stupido mordere la mano che li nutre.

“Minecraft è diventato un titolo capace di muovere miliardi di dollari grazie agli streamer, soprattutto grazie a streamer e youtuber. La stessa cosa è accaduta con PUBG. Credo che il gioco non sarebbe neanche un lontano parente di quello che è diventato oggi senza il supporto degli streamer. E gli sviluppatori sono perfettamente consapevoli di tutto questo. È una cosa risaputa, ma, nonostante il fatto che, si, guadagniamo soldi dai vostri giochi, è ancora una considerata positiva.”

Tra DMCA e Firewatch

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Tra censura e tutela della propria immagine.

Il discorso non poteva non spostarsi anche sul ricorso al DMCA fatto da Sean Vanaman e, di riflesso, su Firewatch. PewDiePie ha ammesso di essersi divertito giocando al gioco in questione, nonostante alcune critiche di cui era a conoscenza. Per quanto riguarda il reclamo di Campo Santo nei suoi confronti, lo youtuber afferma che lo studio ha agito in piena legalità. Tuttavia, sempre secondo le parole del videomaker, ci sono sia argomenti a favore che contro l’utilizzo del DMCA che lo sviluppatore ha portato avanti. Kjellberg mette sotto la lente di ingrandimento anche le politiche del developer in questione, che prevedono la piena libertà di realizzare stream dei loro titoli, senza alcuna restrizione su un’eventuale monetizzazione del contenuto realizzato.

PewDiePie afferma, quindi, che il reclamo effettuato da Campo Santo probabilmente ha annullato quanto il suo sito ufficiale, invece, garantisce pienamente. Tuttavia, secondo Kjellberg, questo cambio di rotta dovrebbe, in teoria, riguardare soltanto i filmati che verranno realizzati in futuro, e non potrebbe, invece, estendersi retroattivamente a video che erano stati registrati e pubblicati nel pieno rispetto della volontà del developer. In ogni caso, lo youtuber ha affermato di aver reso privato il suo video di Firewatch non appena letto il tweet del Dev in merito alla questione. Nonostante tutto, però, lo strike lo ha ugualmente colpito, lasciandolo non poco sorpreso.

“Che a voi piaccia io o il signor Vanaman, queste leggi sono state create per consentire alle persone di poter far rimuovere dei contenuti ogni volta che si sia in potere di farlo. Ovviamente, spesso si può fare un abuso di questi provvedimenti. In particolar modo quando la ragione per cui si rimuove un contenuto non ha nulla a che fare col diritto d’autore. Io penso che queste leggi siano importanti, in particolare per gli artisti che intendono proteggere i loro lavori e la loro attività, ed è proprio per questa ragione che ritengo inopportuno sporgere questo genere di reclami, non supportati da alcuna valida ragione, se non su una scarsa opinione del sottoscritto.

È importante non abusare di queste leggi, perché esse esistono per tutelare gli artisti, non per consentire la censura o reclami abusivi.”

DMCA: censura o atto pienamente legale?

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Preparatevi psicologicamente: sentirete ancora parlare del DMCA.

La redazione si è già espressa sulla “questione PewDiePie“. Tuttavia, quanto sollevato dallo youtuber non è di poco conto. Se Campo Santo era nel pieno diritto di agire come ha agito, cercando di dissociarsi in tutti i modi possibili dallo youtuber, è altrettanto vero che il reclamo al DMCA è stato utilizzato in maniera impropria. Lo sviluppatore avrebbe, in effetti, fatto rimuovere un video, precedentemente autorizzato, soltanto perché non gradiva il suo contenuto o, peggio ancora, il creativo che l’ha realizzato. In parole povere, il reclamo sarebbe stato utilizzato per uno scopo diverso da quello per cui è stato concepito.

Allo stato attuale, l’unica cosa di cui siamo certi è che sentiremo ancora parlare di tutto questo. Restate sintonizzati per ulteriori news in merito alla vicenda.