Metal Gear Solid: Enciclopedia – prima parte


Articolo a cura di Stefania Sperandio

SOMMARIO ENCICLOPEDIA METAL GEAR SOLID
Il futuro si chiama Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Mostrato nel corso dell’E3 con un nuovo trailer e successivamente messo a nudo nelle sue nuove meccaniche da un lungo video gameplay, il prossimo lavoro di Hideo Kojima sarà l’ennesimo mattone nell’imponente struttura della saga nata nel 1987 – e, stando al leader di Kojima Productions, potrebbe anche essere l’ultimo a vederlo coinvolto. In tutti questi anni, il franchise Metal Gear è riuscito a ritagliarsi una robusta fetta di mercato sopratutto in virtù dell’estro del suo creatore, capace di infondere al medium videoludico una personalità profondamente cinematografica. Così, nel 1998, quando sul mercato si imponevano le curve poligonali della terza grande avventura di Lara Croft e un certo marsupiale arancione andava nuovamente a caccia di casse di legno e frutti colorati, Metal Gear Solid diventava un’icona destinata a trovare il suo posto nella storia del medium ludico. E Solid Snake, il protagonista che più ha segnato l’immaginario dei fan, veniva consacrato ai videogiocatori sull’isola di Shadow Moses. Fu lì, al largo dell’Alaska, che tutto ebbe inizio.


Metal Gear – Anno 1995. Outer Heaven Sebbene all’epoca di Metal Gear Solid in pochi lo sapessero, si trattava del terzo episodio della serie, e non del primo. L’avventura di Solid Snake era stata infatti preceduta da altri due capitoli, che narravano le vicende del giovane agente impegnato, già allora, ad avere a che fare con cospirazioni, armi nucleari e crisi terroristiche. All’origine di tutto ci fu Metal Gear. Dopo aver lavorato su Penguin’s Adventure come assistente alla regia, Hideo Kojima ebbe la possibilità di passare al ruolo di game designer, e dovette farlo con un titolo d’azione. Andando contro ai canoni classici arcade dell’epoca, nel 1987, quello che da piccolo sognava di diventare un regista partorì così un titolo dove i nemici non ti correvano incontro per farsi abbattere dai tuoi proiettili, ma dove dovevi anzi evitare lo scontro diretto il più possibile, perché l’inferiorità numerica poteva esserti fatale. Metal Gear, già da allora, faceva tutto ciò che era in suo potere per essere uno stealth game. E, al contempo, Kojima utilizzò tutti i mezzi che aveva per cominciare a snodare una sceneggiatura che sarebbe divenuta qualcosa di molto più complesso e imprevedibile. E qui comincia la nostra storia. È l’anno 1995 (narrativamente parlando), quando l’agente Gray Fox viene inviato in infiltrazione presso la nazione-fortezza di Outer Heaven per compiere la missione Intruder N313: la struttura, eretta da un leggendario mercenario, costituisce una minaccia della quale Fox è incaricato di scoprire tutti i risvolti. L’agente della squadra speciale Fox-Hound, tuttavia, riesce ad inviare ad i suoi superiori solo un messaggio, “Metal Gear”, prima che vengano perse le sue tracce. Il comandante di Fox-Hound, il leggendario comandante Big Boss, deve correre ai ripari: decide quindi di affidare la missione al giovanissimo agente Solid Snake. L’ancora inesperto soldato riesce a rintracciare Gray Fox e a liberarlo, scoprendo che la nazione-fortezza può contare sulla potenza distruttiva di Metal Gear: esso è un carro armato bipede con capacità di lancio nucleare, in grado di colpire da qualsiasi tipo di terreno. Lasciare una simile arma in mano agli uomini di Outer Heaven sarebbe una follia, e gli ordini di Snake sono chiari: deve distruggere il Metal Gear e sventare la minaccia. Da solo contro un intero esercito, il futuro soldato leggendario riesce a sopravvivere alle trappole che gli vengono tese, mentre tutti i suoi passi sembrano venire previsti dal nemico. Nonostante questo svantaggio, Snake risale i cento piani che compongono la struttura e, aiutato dalle informazioni fornite dal Dott. Pettrovich, ingegnere capo del progetto Metal Gear, affronta il terribile carro armato in uno scontro impari. L’uomo, da solo, abbatte l’enorme robot e si appresta a lasciare per sempre Outer Heaven. Con sua sorpresa, però, la strada gli viene sbarrata da nientemeno che Big Boss, suo comandante, che gli rivela essere il fondatore ed ideatore di Outer Heaven. L’anziano eroe della Guerra Fredda non pensava che Snake sarebbe riuscito nella distruzione del Metal Gear, e si vede costretto ad affrontarlo. Mentre l’autodistruzione di Outer Heaven è stata attivata, i due si affrontano in un duello che lascia in piedi, ancora una volta, Solid Snake. La scia della sua leggenda lo segue, mentre il giovane eroe abbandona alle sue spalle le macerie di Outer Heaven.


Metal Gear 2: Solid Snake – Anno 1999. Zanzibar Land Dopo l’insistenza dei fan e dopo il titolo non canonico Snake’s Revenge – sulla cui qualità ci sarebbe da discutere – Hideo Kojima si convince: è il 1990 quando viene alla luce Metal Gear 2: Solid Snake, seguito dell’impresa di Outer Heaven, che vede il ritorno in azione di Solid Snake. Nell’anno 1999, mentre il mondo affronta una crisi energetica senza precedenti, il dott. Kio Marv si è reso autore dell’invenzione dell’OILIX, un micro-organismo capace di raffinare il petrolio portandolo ad una forma altamente pura. La sua scoperta fa gola a tantissime nazioni che vogliono assicurarsi l’egemonia energetica, ma prima ancora che possano contattare il dottor Marv, quest’ultimo scompare nel nulla. Le ricerche portano a Zanzibar Land, stato-fortezza stabilitosi nell’Asia Centrale nel corso del 1997, capace di respingere gli attacchi della Russia e di guadagnare la sua indipendenza. Una volta scoperto che sono stati i mercenari della fortezza a rapire il dottor Marv, gli Stati Uniti si rendono conto che questi ultimi dispongono anche di un arsenale nucleare: una tale capacità energetica, insieme ad un deterrente così smisurato, rischierebbe di compromettere le grandi scacchiere degli ordini mondiali, e si rende necessario intervenire. Il prescelto è ancora una volta Solid Snake, che il colonnello Roy Campbell, nuovo comandante di Fox-Hound, invia in un’azione di infiltrazione. Quattro anni dopo Outer Heaven, Snake riesce ad introdursi a Zanzibar Land, dove a sorpresa incontra nuovamente il dott. Pettrovich, ingegnere capo del primo Metal Gear. Lo scienziato rivela di essere stato costretto dai mercenari a costruire nuovi esemplari dell’impareggiabile arma nucleare, e lascia Snake sbigottito quando gli fa sapere che il comandante è ancora una volta Big Boss, sopravvissuto al crollo di Outer Heaven. Aiutato nella sua missione da Natasha, Snake si trova costretto a vedere la ragazza morire quando Gray Fox, suo ex-commilitone e amico, li attacca mentre attraversano un ponte. Lo scontro tra i due è violento, e Snake riesce ad avere la meglio su Fox e ad addentrarsi ulteriormente nella base per raggiungere la zona di prigionia del dottor Marv. Con amarezza, scopre che lo scienziato è stato ucciso durante le torture alle quali è stato sottoposto, e lo stesso dottor Pettrovich gli rivela di non essere stato rapito, ma di essersi recato a Zanzibar Land di sua spontanea volontà. Snake è costretto a metterlo fuorigioco, prima di recuperare i preziosi dati dell’OILIX inventato dallo sfortunato Marv. Non pago dello scontro precedente, Gray Fox – ormai il più fedele luogotenente di Big Boss – affronta Snake a bordo del Metal Gear. Ancora una volta, il soldato leggendario riesce a distruggere il carro armato bipede, e sfida il suo amico in una battaglia finale a mani nude. Il destino gli sorride ancora una volta, anche se in breve Snake deve affrontare nuovamente anche Big Boss. Prima di cadere, il mercenario che ha fatto la storia delle forze militari ha per lui parole profetiche, che non gli daranno più pace: “il perdente è libero dalla battaglia, ma il vincente no. Il sopravvissuto dovrà vincere la sua vita di guerriero, fino al momento della sua morte” (citazione da “Metal Gear Solid – Previous Operations”). Dopo aver completato ancora una volta la sua missione, Solid Snake lascia Fox-Hound e si ritira a vivere in solitudine in Alaska, lontano dalle battaglie, come un eremita, perseguitato dai suoi fantasmi, dalle sue gesta. Dalla voce battente di Big Boss che continua a risuonare nella sua mente.



Metal Gear Solid – 2005. Alaska, Isola di Shadow Moses Con l’avvento di PlayStation e del gaming in tre dimensioni, Hideo Kojima si rende conto di poter portare la sua serie più nota ad una nuova dimensione. Le nuove frontiere dei videogiochi e le tecnologie più recenti gli mettono in mano un mezzo di comunicazione capace di unire l’interazione e l’intrattenimento alla regia e alla narrazione. Così, nel 1996 prima e nel 1997, viene mostrato all’E3 lo scheletro di quello che diventerà Metal Gear Solid – ancora oggi, l’opera chiave di Kojima. Nel 1998 in Giappone e nel 1999 nel Vecchio Continente, Solid Snake torna in azione e – per la prima volta – lo fa in tre dimensioni. Il mondo ha ancora una volta bisogno di un eroe. Siamo giunti al 2005 nella timeline della serie, quando Fox-Hound e il corpo speciale Next Generation – nuova squadra d’élite addestrata principalmente in realtà virtuale – si impadroniscono dell’impianto di smaltimento nucleare presente sull’isola di Shadow Moses, nell’arcipelago delle Isole Fox, al largo dell’Alaska. In possesso di quello che sembra essere un minaccioso armamento nucleare, i terroristi contattano la Casa Bianca per avanzare le loro richieste: pretendono di avere, entro ventiquattro ore, il DNA del defunto di Big Boss. Se le loro richieste non saranno soddisfatte, lanceranno un missile nucleare. La situazione, disperata, richiede un intervento immediato. Richiamato in servizio, il colonnello Roy Campbell sa che Solid Snake è l’unico sul quale possa contare per risolvere la situazione con i minori danni possibili: per questo, l’uomo, che dopo il suo ritiro in Alaska è diventato un musher e si prepara alla prossima gara con i suoi cani da slitta, viene prelevato a forza dalla sua baita, e condotto a bordo del sottomarino tattico USS Discovery, dove si trova innanzi al colonnello. Riluttante in seguito a quel vero e proprio rapimento, Snake scopre di non potersi più tirare indietro, quando Campbell gli comunica che il sottomarino sta già procedendo verso Shadow Moses. Gli obiettivi della sua nuova missione sono molteplici: deve innanzitutto entrare in contatto con il presidente della DARPA, Donald Anderson, che si trovava sull’isola nel momento della rivoluzione e viene tenuto in ostaggio. Subito dopo, dovrà dedicarsi a salvare il presidente dell’azienda armamentaria ArmsTech, Kenneth Baker, rimasto a sua volta prigioniero in seguito al rovesciamento di Fox-Hound. Grazie alle informazioni fornite dai due ostaggi, Snake dovrà scoprire se i terroristi sono davvero in grado di lanciare una bomba atomica e – in caso la risposta fosse affermativa – dovrà fermarli. Non convinto dalla presenza del colonnello, che ricordava essere in pensione, Snake lo interroga in merito al suo coinvolgimento, scoprendo che Campbell sta prendendo parte all’operazione per motivi strettamente personali: sua nipote Meryl Silverburgh, figlia di suo fratello morto durante la Guerra del Golfo, faceva parte del corpo speciale Next-Generation, ed è stata presa prigioniera dai terroristi. A testa china, il colonnello chiede a Snake di salvarla. L’eroe di Outer Heaven e Zanzibar Land non può dirgli di no, mentre la giovane dottoressa Naomi Hunter, preparandolo alle condizioni estreme di Shadow Moses, gli inietta delle nanomacchine e dei peptidi anticongelanti che lo accompagneranno nella sua infiltrazione. Prelevato da casa e costretto a tornare in azione, Solid Snake nuota fino al molo sotterraneo dell’isola di Shadow Moses e, mentre procede, scopre che il comandante dei terroristi si fa chiamare Liquid Snake. Prosegue quindi l’avvicinamento alla base mantenendosi in comunicazione Codec con il suo staff, ignaro di essere prossimo a confrontarsi con la sua nemesi.



Nonostante gli anni passati in inattività, Solid Snake non ha perso il suo smalto: supera agevolmente le prime aree sorvegliate di Shadow Moses, mentre continua a fare conoscenza con il suo team via radio: oltre alla dott.ssa Naomi Hunter e al colonnello Roy Campbell, lo affiancano anche la giovanissima Mei Ling, esperta di elettronica e mente dietro alla realizzazione del codec e del sistema di radar che lo guiderà nell’infiltrazione, ed anche l’analista militare Nastasha Romanenko, ucraina che ha deciso di dedicare la sua vita all’impedimento della proliferazione nucleare in seguito ai dolori patiti dalla sua famiglia durante l’incidente di Chernobyl. Quando fa per raggiungere la rimessa dei carri, viene contattato anche da Master Miller, suo vecchio mentore, che ha deciso di fargli da spalla nel corso della missione. Snake raggiunge Donald Anderson, tenuto prigioniero in una cella, e scopre da lui che l’armamento dei terroristi non è semplicemente costituito dalle numerose testate presenti nell’impianto: Liquid e i suoi hanno infatti per le mani un’arma rivoluzionaria e letale, chiamata Metal Gear REX. Snake rabbrividisce a sentir parlare nuovamente di un Metal Gear, e scopre che il carro armato bipede può, ancora una volta, lanciare le testate in qualsiasi condizione, da qualsiasi terreno, verso qualsiasi punto della Terra. Con una simile arma per le mani, i terroristi devono essere assolutamente fermati prima dello scadere dell’ultimatum. Anderson e Baker sono ciascuno a conoscenza di un password per l’attivzione dell’arma, ed il direttore della DARPA rivela mestamente che, a causa dei poteri telepatici di Psycho Mantis, membro di Fox-Hound, la sua è già stata scoperta. Ovviamente, il progetto prevedeva un ulteriore sistema di sicurezza, costituito da tre chiavi PAL: trovandole ed inserendole negli appositi terminali, Snake potrà impedire il lancio. Queste ultime sono in possesso di Baker – ulteriore motivo per il quale Snake deve raggiungerlo e liberarlo al più presto. Quando fa per trarre in salvo Anderson e portarlo fuori dalla sua cella, però, il direttore viene colto da spasmi e dolori, fino a quando crolla a terra, morto per quello che sembra essere stato un improvviso infarto. Decisamente insospettito dalla sfortunata coincidenza, Snake lascia la cella, ma viene sorpreso da una sentinella donna. Comprende che la ragazza non fa parte dei terroristi, ed affronta con lei una sparatoria contro diversi nemici, prima che questa fugga senza che lui possa domandarle nulla. Archiviata la sfortunata morte di Donald Anderson, Snake raggiunge il presidente Kenneth Baker: l’anziano viene tenuto legato ad un pilastro, al centro di una trappola mortale costituita da decine di fili che, se toccati, detonerebbero le cariche al plastico che sono state installate nelle vicinanze. La mente di una tale sadica macchinazione è Revolver Ocelot, pistolero e maestro di interrogatori presso Fox-Hound, che ingaggia il duello con Snake e – come tutti coloro che ci hanno provato prima di lui – lo perde. Duro ad arrendersi, però, il letale combattente russo è pronto a sferrare un nuovo attacco, quando viene colto da una sorpresa: un Cyborg Ninja armato di spada compare sulla scena e, prima che possa sparare ancora contro di Snake, gli mozza di netto la mano destra. Ocelot può solo recuperare il suo arto morto e darsi alla fuga minacciando vendetta. Ritrovandosi da solo innanzi al Cyborg, Snake non riesce immediatamente a comprendere se si tratti di un nemico o di un nemico: l’esoscheletro dell’individuo gli consente di sfoderare un’impressionante agilità, grazie alla quale il Ninja recide i cavi che tenevano prigioniero Baker, salvandolo. Subito dopo, il misterioso spadaccino fa perdere le sue tracce. Snake può ora dedicarsi all’anziano Baker, al quale Ocelot ha spezzato un braccio durante gli interrogatori. Mestamente, anche Baker rivela che il suo codice di detonazione è stato scoperto durante le torture: grazie a quest’ultimo, unito al codice di Anderson, i terroristi potrebbero ora lanciare in qualsiasi momento. Ricordando ciò che il direttore della DARPA gli aveva raccontato prima di morire, Snake domanda a Baker di consegnargli le chiavi PAL, ma l’uomo risponde di averle date ad una donna che era prigioniera insieme a lui. Snake comprende che sta facendo riferimento alla stessa donna con la quale ha affrontato la sparatoria all’uscita dalla cella di Anderson, e capisce anche che quest’ultima è Meryl Silverburgh, la nipote del colonnello Campbell. Baker consegna a Snake un disco ottico contenente tutti i dati relativi alle simulazioni svolte dal REX, prima di rivelargli che Hal Emmerich è l’ingegnere capo del progetto, messo in piedi dalla sua ArmsTech nel tentativo di uscire da un periodo di nera crisi, in seguito alla perdita dell’appalto dei caccia dell’US AirForce. Consiglia quindi al soldato di mettersi in contatto con Emmerich per scoprire tutti i dettagli dell’arma, punti deboli compresi, in caso dovesse rendersi necessario distruggerla. Infine, l’anziano fa cenno al Cyborg Ninja, riferendo che si tratta di un esoscheletro sperimentale sottoposto a manipolazioni genetiche. Prima, però, che possa riferire qualsiasi altra cosa, viene colto da un improvviso attacco di cuore, che lo lascia senza vita innanzi ad un attonito Solid Snake. Il soldato leggendario comprende che la morte per infarto dei due importantissimi ostaggi non può essere una coincidenza, ma nemmeno l’esperta dottoressa Naomi Hunter, al codec, riesce a trovare una valida motivazione che possa spiegare quanto sta accadendo.



Ricco di dubbi per quanto sta accadendo, Snake decide di concentrarsi solo sulla missione, ora che ha la certezza che Liquid ed i suoi potrebbero lanciare in qualsiasi momento, disponendo di entrambi i codici di detonazione. Contatta così Meryl via Codec, e si accorda per collaborare con lei, che avendo lavorato a Shadow Moses conosce alla perfezione la base. La ragazza è in realtà molto scossa dall’aver ucciso per la prima volta, fianco a fianco con lui, ed è Snake a rassicurarla e a farle sapere che “uccidere è una di quelle cose che diventano più semplici con la pratica.” Mentre tenta di raggiungere il dottor Emmerich presso il suo laboratorio, l’uomo si imbatte nel gigantesco Vulcan Raven, che affronta e sconfigge, e viene contattato da un misterioso informatore anonimo che si fa chiamare Gola Profonda – come quello dello Scandalo Watergate. Trova poi ad attenderlo sul percorso, ancora una volta, il Cyborg Ninja. Mentre i due ingaggiano il corpo a corpo, Snake si rende conto con raccappriccio che l’uomo all’interno dell’esoscheletro è Gray Fox, suo vecchio amico ed avversario che sconfisse su un campo minato a Zanzibar Land. Il suo corpo, dopo la vittoria di Snake, venne recuperato da una scienziata, la dott.ssa Clark, che lo utilizzò per condurre degli esperimenti genetici potenzianti. Prima che Snake possa fare qualsiasi altra cosa dopo averlo sconfitto, Fox si dilegua, lasciandolo solo con il dottor Emmerich (Otacon, da qui in poi). Il giovane scienziato rivela di non aver mai saputo che il REX avesse il fine ultimo di essere utilizzato come un’arma nucleare e, sconvolto dalla scoperta, decide di aiutare il soldato nella sua missione. Riuscendo a metterlo al sicuro, a differenza di quanto accaduto con gli altri due ostaggi, Snake può ora allontanarsi ed incontrare Meryl. La sorpresa è però amarissima: la diciottenne, infatti, consegna al Serpente una sola scheda PAL, mentre Anderson aveva dichiarato che avrebbero dovuto essere tre. Se non riusciranno a trovare le altre due – delle quali lei ignorava addirittura l’esistenza – la sola opzione possibile rimanente sarà distruggere il Metal Gear REX. Dopo l’insistenza di lei, Snake si convince anche ad avanzare fianco a fianco con Meryl nonostante l’alto rischio della situazione. Ad attenderli, i due trovano subito l’opposizione del telepate Psycho Mantis, che prende il controllo della mente di lei, costringendo Snake a stordirla, prima di potersi dedicare al membro di Fox-Hound. Dopo uno scontro estenuante, Snake riesce ad avere ancora una volta la meglio, e Mantis – ferito a morte – gli racconta mentre agonizza, senza nessun odio né risentimento, della sua vita sbagliata, dell’odio che suo padre nutriva per lui in seguito alla morte della madre durante il parto, della vendetta che mise in atto dando fuoco al suo intero villaggio. Meryl è scossa dalle parole del telepate morente e, quando cerca di interrogare Snake circa la sua umanità, cercando di scoprire il vero nome della Leggenda, la sua età o qualsiasi suo legame con altri individui, trova ad attenderla un muro di freddezza. Quello che idolatra fin da quando era bambina, e del quale suo zio Roy le raccontava le imprese, è “un uomo triste e solo.” Pur non dandolo a vedere, Snake è in qualche modo colpito dal sentirla appellarlo in quel modo. Si concentra però esclusivamente sulla missione, procedendo con lei e conscio che il pericolo potrebbe essere dietro l’angolo. Niente di più vero: mentre procedono in direzione delle torri di comunicazione, infatti, il mortale cecchino Sniper Wolf gli tende un agguato. Meryl viene utilizzata crudelmente come esca per catturare Snake e viene ferita gravemente più volte. Snake è sconvolto, cerca di tranquillizzare il colonnello via Codec e giura a se stesso e alla riluttante dottoressa Hunter che riuscirà a salvare Meryl. Quando ci prova, però, viene fatto prigioniero dai terroristi, tramortito e portato via. Quando riprende i sensi, Solid Snake si trova legato ad un’inquietante macchina da tortura, e ha davanti a sé Liquid Snake. Il comandante dei terroristi fa riferimento al fatto che loro sono gli unici due figli rimasti di Big Boss, rivelando a Snake di essere in qualche modo il suo gemello [facciamo notare che, sebbene non venisse citato nei due Metal Gear precedenti, in Metal Gear Solid Snake è a conoscenza del fatto che Big Boss è suo padre, e si accusa di parricidio per quanto compiuto a Zanzibar Land]. Effettivamente, il loro aspetto fisico non lascia spazio a dubbi, e Snake deve rendersi conto di essere un clone. Liquid lascia suo fratello alle torture di Ocelot, che lo intrappola in un ricatto: Snake può chiedere di fermare il supplizio ma, se lo farà, Meryl verrà uccisa. Stremato dagli interrogatori, l’uomo viene rinchiuso in una cella e riesce a comunicare via codec con il colonnello Campbell. Quest’ultimo gli confessa che il Presidente degli Stati Uniti, George Sears, è totalmente ignaro della crisi attualmente in corso a Shadow Moses, e che l’operazione è autorizzata dal solo Segretario alla Difesa, Jim Houseman. In aggiunta, il Presidente è in procinto di firmare START 3, il nuovo accordo per la riduzione degli armamenti nucleari: se, mentre ciò accade, dovesse essere resa di dominio pubblico l’esistenza di un’arma com il REX, il Presidente finirebbe al centro di un vero e proprio inferno diplomatico. La priorità numero uno diviene quindi quella di distruggere il Metal Gear REX. Snake riesce ad evadere dalla sua cella, mentre Naomi gli ha confessato di essersi interessata agli studi di genetica per scoprire la vera identità dei suoi sconosciuti e defunti genitori, e mentre la voce agonizzante di Meryl continua a risuonargli in mente, il fantasma di lei che lo perseguita perché “non sono stato in grado di proteggerla.” Con dentro sé un turbinare interiore, Snake riesce ad abbattere l’Hind-D di Liquid e ad avere la meglio in un duello finale anche con Sniper Wolf, alla quale dichiara di voler vendicare quanto accaduto a Meryl. Quando riesce ad abbattere la ragazza cecchino, però, Snake si ritrova ad ascoltare la sua drammatica storia di curda, fatta di discriminazioni e pulizie etniche. Otacon si presenta innanzi alla giovane morente e, in lacrime, rivela a Snake di essere innamorato di lei. Con grandissima dignità, Wolf chiede a Snake di finirla con un colpo secco, ed il soldato leggendario esegue prima di proseguire la sua missione. Quando Otacon, angosciato, gli chiede per cosa sta combattendo, Snake promette che glielo dirà quando avrà fermato i terroristi. 




Mentre procede in direzione della base di manutenzione del REX, Snake viene contattato al codec da Master Miller, che gli rivela di stare svolgendo delle indagini sul conto della dottoressa Naomi Hunter, e di nutrire dei sospetti su di lei e sulla sua identità. Addirittura, Miller ritiene che potrebbe essere coinvolta nelle misteriosi morti di Anderson e Baker, e teme che possa essere una spia dei terroristi. Colto da mille dubbi e dai ragionamenti di Master, che sembrano filare, Snake deve affrontare nuovamente Vulcan Raven che, prima di morire, gli rivela che l’uomo che ha incontrato non era in realtà Donald Anderson ma Decoy Octopus – membro di Fox-Hound maestro dei travestimenti. Quest’ultimo aveva ricevuto da Liquid l’incarico di avvicinare Snake per scoprire di quali informazioni l’agente disponeva, ma ha avuto la sfortuna di morire per il misterioso attacco di cuore. Snake viene contattato ancora una volta da Miller, che fa nuovamente avanti i suoi dubbi legati a Naomi: la conversazione viene udita dal colonello Campbell, che si rifiuta di credere che la donna possa essere una spia. Avvelenato contro il suo comandante, verso il quale non nutre più nessuna fiducia, Snake riesce a raggiungere la base di manutenzione sotterranea dove viene tenuto il Metal Gear REX. Scala la struttura circostante l’enorme robot per arrivare nei pressi della sala comando, dove può origliare una conversazione tra Liquid ed Ocelot: scopre che i terroristi intendono chiedere alla Casa Bianca anche un miliardo di dollari, e che sia questi ultimi soldi che il DNA di Big Boss saranno utilizzati per curare i membri di Next-Generation, geneticamente modificati, dalle disfunzioni che stanno manifestando a seguito delle terapia genica. I due fanno anche cenno al vaccino per il misterioso virus FoxDie, che riferiscono essere il responsabile delle morti di “Anderson” e Baker. L’intenzione finale dei terroristi, a quanto Snake può udire, è quello di vendere infine il REX ai mercenari russi di Sergei Gurlukovich, che sogna di utilizzarlo per far tornare la Russia in un ruolo egemone sullo scacchiere mondiale. Otacon contatta Snake rivelandogli che la scheda PAL datagli da Meryl è una lega a memoria di conformazione e che quindi, esponendola a diverse temperature, cambierà forma: è quella singola chiave, insomma, a contenerle tutte e tre. Il soldato si prodiga quindi a trovare luoghi con le temperature adatte a spingere la scheda a mutare, quando Otacon gli rivela anche che il REX è un’arma stealth, totalmente irrintracciabile dai radar e inintercettabile. Un tale carro armato atomico fa decadere completamente la teoria della distruzione mutua assicurata, e con essa tutti i fragili equilibri della politica della deterrenza nucleare. Tramite Miller, Snake scopre anche che Naomi è effettivamente una traditrice, e che gli ha iniettato il micidiale virus FoxDie quando praticò l’iniezione per le nanomacchine e i peptidi anticongelanti. L’arma biologica è in grado di uccidere un individuo simulando l’attacco cardiaco, proprio come successo agli ostaggi che Snake ha tentato di salvare. Il colonnello la mette agli arresti quando la coglie impegnata a mandare messaggi segreti alla base di Shadow Moses, ma Naomi riesce a contattare Snake e rivelargli la verità: la donna voleva infatti vendicare suo fratello Gray Fox (vero nome Frank Jaeger), che Snake ha distrutto a Zanzibar Land. In seguito alla sua morte, Naomi decide di unirsi a Fox-Hound nel tentativo di incrociare il sentiero di Snake, meditando la sua atroce vendetta. Ad onor del vero, la dottoressa dichiara però di non odiarlo più, e fa per rivelare a Snake di non essere stata la sola a volere l’utilizzo di FoxDie nell’operazione. Prima che possa dire di più, Campbell la sorprende e le impedisce di comunicare ancora con lui. Inviperito, Snake non può fare altro che stringere i denti e portare avanti la missione, nel tentativo più che disperato di fermare Liquid. Riesce così ad inserire la chiave PAL tre volte ma, contrariamente a quanto credeva, i computer della sala comandi gli comunicano che la sequenza di lancio è attivata. Sconvolto dall’aver reso operativa l’arma dei terroristi a sua insaputa, Snake viene ancora contattato da Master Miller, che sogghignando lo ringrazia per quanto ha fatto per loro. Egli rivela infatti che il vero Donald Anderson era morto sotto tortura prima di confessare il codice di detonazione, e che quindi i terroristi non avevano più nessun modo di lanciare. Hanno quindi utilizzato Snake per scoprire il segreto dietro alla chiave PAL e fargliela inserire per attivare la sequenza di lancio. Una volta utilizzate, oltretutto, le tre schede sono inservibili, e non c’è più modo di disattivare la sequenza di lancio. Sconvolto dall’udire quella conversazione, il colonnello interviene riferendo di aver appena scoperto che il cadavere di Master Miller è stato ritrovato nella sua casa in Alaska, e che colui con cui Snake ha parlato per tutto il corso della missione non è altri che Liquid Snake.



In preda alla rabbia, Snake raggiunge Liquid all’esterno della sala comandi, con suo fratello che gli racconta che è stato manipolato sin dall’inizio dell’operazione, visto che le autorità statunitensi che lo hanno inviato lì affinché, da portatore del virus FoxDie, uccidesse tutti i testimoni scomodi e portasse a casa tutto intero il REX. Tuttavia, Naomi andò oltre alle previsioni del Segretario alla Difesa, inserendo una modifica al virus che lo ha reso di fatto imprevedibile ed instabile. Ancora una volta, Liquid ribadisce che lui e Solid sono i cloni di Big Boss, ed accusa suo fratello di essere quello creato con i geni dominanti. Per se stesso, Liquid non ha che l’etichetta di scarto, di spazzatura residua di ciò che è stato usato per creare Solid Snake. Prima che Snake possa fare qualsiasi cosa, Liquid balza nel cockpit del REX e si prepara a versare il primo sangue dell’arma: quello di suo fratello. Aiutato dai consigli di Otacon, il Serpente tenta una disperata resistenza a suon di missili Stinger, ma finisce con il soccombere. Quando Liquid fa per ucciderlo, la vita gli viene salvata dall’intervento di Gray Fox, che gli rivela anche di essere l’informatore Gola Profonda. Snake riesce a farsi indietro, mentre il suo amico e vecchio avversario gli confida di non meritare l’amore di sua sorellastra Naomi: la dottoressa, infatti, non sa che fu proprio lui ad uccidere i suoi genitori, e che scelse di portarla con sé, da bambina, solo perché gli mancò il coraggio d assassinare anche lei. Fox chiede a Snake di riferire a Naomi la verità, prima di lanciarsi in uno scontro impari con il Metal Gear REX, con l’intento di distruggerne il radome: una volta eliminato l’occhio elettronico dell’arma, infatti, Liquid sarà costretto ad aprire il cockpit per utilizzarla, esponendo il punto debole del REX. Colpito e mutilato dal fuoco spietato del Metal Gear pilotato da Liquid, Fox riesce a distruggere il radome e a portare il mondo e Snake un passo più vicini alla salvezza, prima di essere definitivamente ucciso, calpestato brutalmente dal robot. Sconvolto per la morte del suo amico Frank Jaeger, Snake affronta lo scontro finale con il REX con gli occhi della tigre. Alza ancora una volta lo Stinger, mirando all’abitacolo: la più potente arma al mondo, colpita nel suo punto più fragile, esplode e rovina con un boato. Sbalzato dall’esplosione, Snake perde i sensi. Quando l’eroe riprende conoscenza, scopre che Liquid è ancora vivo. Suo fratello lo ha trasportato fino in cima al REX, sulla testa del mostro, e lo ha immobilizzato. Ferito e sanguinante, Snake può solo ascoltare suo fratello che, noncurante della perdita del suo armamentario nucleare, snocciola la verità sul progetto Les Enfantes Terribles, che ha dato luce ai “figli” di Big Boss. Il piano degli scienziati era non solo quello di creare delle copie del soldato perfetto, ma anche quello di identificare i geni-soldato responsabili delle doti di Big Boss: in un tentativo, quelli che riuscirono ad isolare vennero impiantati ai soldati inviati in combattimento nella Guerra del Golfo, in un primo esperimento volto a portare dei soldati genetici sul campo di battaglia. Mentre suo fratello lo tiene legato, Snake riesce a rispondere alla chiamata del colonnello Campbell, che gli annuncia con agitazione che dei bombardieri con missili nucleari sono appena decollati verso Shadow Moses, e che sganceranno degli ordigni per distruggere l’impianto – e chiunque vi si trovi all’interno. Il microfono gli viene strappato dal Segretario alla Difesa in persona, Jim Houseman, che con stizza annuncia a Snake che il bombardamento cancellerà tutti gli scomodi testimoni di quell’imbarazzante crisi terroristica. Houseman riferisce poi che Solid e Liquid sono uno scomodo ricordo degli anni Settanta che è tempo di seppellire, e mostra sensibilità solo verso il suo vecchio amico, Donald Anderson, annunciando che non avrebbe voluto uccidere anche lui, se fosse stato ancora vivo. L’unica opzione che può salvare Snake e compagni dal bombardamento è il disco ottico che Baker gli aveva dato, ma che Ocelot aveva trafugato dall’equipaggiamento del soldato quando era stato torturato. In assenza dei dati che voleva, Houseman annuncia quindi con freddezza che il bombardamento sarà regolarmente eseguito. 


Un bombardamento nucleare non risparmierà la vita di nessuno. Liquid ne è pienamente consapevole, e decide di vivere a modo suo i pochi minuti che gli restano. Spinge Snake a voltarsi alle sue spalle, e questo rimane attonito quando scorge dietro di lui il corpo accasciato di Meryl, diverse ferite un po’ ovunque, che non sembra dare alcun segno di vita. Liquid dice di non essere sicuro delle condizioni della ragazza, e riferisce solo che era viva fino a qualche ora prima. Decide infine di slegare suo fratello, e di affrontarlo a mani nude in un ultimo scontro che possa dimostrare chi, tra loro due, è quello dominante. Snake riesce a domare il suo gemello e, con una violenta botta, lo spinge oltre la testa del REX, facendolo precipitare nel vuoto. Mentre il disturbante grido di morte di Liquid riempie l’enorme stanza, sbattendo su tutte le pareti, Snake raggiunge Meryl e la slega, scoprendo con sorpresa che la nipote di Campbell è ancora viva. La ragazza racconta di aver subìto “torture e cose ancora peggiori”, e Snake la stringe a sé chiedendole scusa per non essere riuscito a proteggerla. Il tenero tra i due è evidente, ma non ha modo di sfogarsi per via dell’incombente attacco nucleare. Otacon decide di non tentare di fuggire dalla base, ma di trattenersi lì per provare ad aprire a Snake e a Meryl una via di fuga che possa condurli rapidamente il più lontano possibile dalla struttura. Il soldato e la ragazza riescono quindi a rubare una jeep e risalgono il lungo tunnel verso l’esterno dell’isola, quando Liquid – martoriato di ferite ma ancora vivo – si materializza come un fantasma alle loro spalle, alla guida di una seconda jeep. Proprio quando la luce del giorno invade il tunnel, Liquid tenta la sua ultima mossa disperata per fermare suo fratello: sperona la jeep condotta da Meryl, causando una violenta carambola. Al termine dell’incidente, entrambi i mezzi sono all’esterno, rovesciati sulla neve di Shadow Moses, e Snake e Meryl si ritrovano intrapolati sotto al peso della loro jeep. Sopravvissuto, ancora una volta, Liquid riesce a rialzarsi, imbracciare il suo fucile e prepararsi a finirli. Prima che possa riuscirci, però, un violento dolore al petto lo scuote e lo piega, al punto da farlo cadere in ginocchio. In un silenzio surreale, il leader di Fox-Hound si accascia al suolo senza vita, ucciso da FoxDie. Campbell riesce nuovamente a mettersi in contatto con Snake, annunciandogli che il bombardamento è stato annullato: una volta scoperto l’operato del Segretario alla Difesa, il Presidente George Sears ne ha infatti ordinato l’arresto. Campbell si scusa anche con Snake per le bugie raccontate e le informazioni che gli ha tenuto nascoste, riferendogli che Meryl era stata trasferita di proposito alla base per costringere il colonnello a collaborare. Tramite il Codec, Snake ha modo di parlare un’ultima volta con Naomi: non realizza l’ultimo desiderio di Fox, che gli aveva chiesto di riferire a sua sorella di essere l’assassino dei suoi genitori, ma le riporta piuttosto che “Frank ha detto che ti vorrà sempre bene”. In lacrime, Naomi non sa dire quando anche per Snake verrà il momento dell’attivazione di FoxDie, e gli sottolinea solo che “sta a te decidere come usare il tempo che ti resta.” Mentre lui e Meryl riescono a liberarsi dalla jeep e a raggiungere una motoslitta che gli consenta di abbandonare l’isola, il monologo della dottoressa prosegue, e Metal Gear Solid ed Hideo Kojima ci parlano dell’importanza di lasciare a questo mondo qualcosa di proprio, attraverso i nostri geni. Abbracciati, Snake e Meryl dichiarano vicendevolmente di voler cominciare una nuova vita insieme. Dando gas alla motoslitta, l’eroe spinge il motore, e Shadow Moses, alle loro spalle, si fa improvvisamente piccola e distante. 



In uno stacco, assistiamo ad una telefonata nel corso della quale Revolver Ocelot, unico sopravvissuto di Fox-Hound, rivela di aver fatto il doppio gioco e di aver tradito Liquid. Il russo dichiara che il comandante credeva erroneamente di essere l’inferiore dei figli di Big Boss, e rivela di stare parlando con il terzo fratello, Solidus. Il disco ottico con tutti i dati del progetto Metal Gear REX è ora in sua mano, grazie all’operato di Ocelot. Prima di congedarsi, il pistolero saluta con la dovuta compostezza il terzo figlio di Big Boss: “grazie e arrivederci, signor Presidente.” In un viaggio attraverso la morte e dentro i sentieri più cupi di se stesso, Solid Snake lascia Shadow Moses come una persona nuova, riuscendo a fare tesoro di tutto ciò che ciascuna delle esistenze che ha visto spegnersi gli ha lasciato. La sua nuova vita con Meryl è il punto dal quale il soldato leggendario vuole ripartire, sulla scia di quel messaggio che Naomi, la stessa donna che tanto voleva ucciderlo nel nome di Frank Jaeger, gli ha lasciato: “L’importante è che tu abbia scelto la vita.” È qui, che Solid Snake è nato come leggenda dei videogiochi. È qui, che Metal Gear Solid è diventato Storia.