Bioshock Infinite – Video Recensione

Bioshock è uno di quei pochi titoli che hanno segnato innegabilmente questa generazione ormai giunta agli sgoccioli. L’ambientazione incredibilmente affascinante, il gameplay basato sui poteri dei plasmidi e l’incredibile fascino di personaggi come i Big Daddy hanno infatti toccato il nostro immaginario lasciando un marchio indelebile. Kevin Levine si è trovato con un fardello tanto pesante sulle spalle e grandissime aspettative da parte dei fan, ma la sua fantasia e le abili mani di Irrational hanno dato vita ad un titolo carico di fascino, capace di eguagliare l’inarrivabile predecessore. Volate con noi a Columbia. 
Benvenuti a Columbia
Descrivere la trama di un titolo come Bioshock Infinite sarebbe farvi un torto, per questo ci limitiamo ad illustrarvi a grandi linee il setting. Interpreterete i panni di Booker Dewitt, un investigatore privato dal passato oscuro e violento, partito alla volta della misteriosa città volante di Columbia con la missione di trovare una giovane di nome Elisabeth e riportarla al suo mandatario. Scopriamo così come questa viva prigioniera in un’enorme statua, mentre l’utopica armonia di Columbia è solo la maschera di una città colma di contrasti, tenuta in pugno da un despota e sull’orlo della guerra civile. La narrazione è senza dubbio il vero fiore all’occhiello di Bioshock Infinite, capace di porsi sullo stesso livello del predecessore, toccando temi sociali e politici, giocando con la storia degli Stati Uniti ma non solo. Passeggiando per le strade di Columbia rifletterete sul razzismo, la lotta di classe e sui principi fisici di viaggi temporali e delle realtà parallele. Tutto questo fino ad arrivare ad un finale memorabile, elemento fin troppo raro nella narrativa videoludica che conosciamo. Kevin Levine ha poi il merito di aver dato vita a personaggi profondi ed intriganti, a partire dai due protagonisti passando per alcune comparse fino al controverso profeta Comstock. La messa in scena è un esempio eccezionale di narrativa in un contesto di sparatutto in prima persona, senza dubbio ai livelli di classici come Half Life ed il primo Deus Ex. Qualcosa con cui i prossimi titoli similari dovranno assolutamente confrontarsi.
Il vero Bioshock 2
Se avete giocato Bioshock, il nuovo lavoro di Irrational vi risulterà familiare. Nonostante l’ambientazione traghetti il giocatore dalla sommersa Rapture alla luminosissima città tra le nuvole di Columbia, pad alla mano il gameplay ripropone il medesimo stile. Booker è un uomo che ci sa fare con le armi e ne terrà sempre una impugnata nella mano destra. Presto però verrà a contatto con i Vigor, un preparato da bere che che garantisce poteri soprannaturali. Ciò si traduce in abilità speciali da evocare, demandati alla mano sinistra. Ve ne sono otto, da rinvenire durante il gioco, responsabili almeno in parte dell’originalità dell’esperienza di gioco di Bioshock Infinite. La combinazioni tra armi e poteri, infatti, apre tutta una serie di opportunità offensive particolari e divertenti da utilizzarle, lasciando la libertà al giocatore di scegliere come affrontare ogni scontro. I Vigor sono di vario tipo, dai classici fulmini che tramortiscono, all’onda d’urto che solleva a mezz’aria gli avversari, passando per scudi che assorbono i colpi nemici o la possessione degli avversari, e molto altro che vi lasciamo il piacere di scoprire giocando.
Ad arricchire una formula che fino a qui ripropone grossomodo le meccaniche dei plasmidi, subentra Elisabeth. La ragazza non rappresenta il classico comprimario da proteggere, ma al contrario assume il ruolo di personaggio di supporto. Grazie ai suoi poteri, infatti, può visitare altre realtà, procurandosi così risorse come munizioni, medikit o preziosi sali per ricaricare la barra dei Vigor da lanciarvi direttamente in battaglia. Inoltre grazie a delle spaccature presenti nei livelli, è in grado di materializzare in base ai nostri comandi, coperture, torrette mitragliatrici o altri elementi dello scenario utili per ribaltare a nostro vantaggio le sorti di scontri sempre impari. I nemici attaccheranno in numero piuttosto cospicuo, da un certo punto in avanti accompagnati da mini boss al quanto ostici, che richiederanno di sfruttare il più possibile ogni risorsa a disposizione. In determinati livelli saranno poi presenti delle rotaie sospese, alle quali ci si può agganciare per coprire le distanze in breve tempo. E’ però decisamente più divertente sfruttarle durante gli scontri, per mantenersi in movimento e rendere così la vita difficile ai nostri nemici.
Il gameplay di Bioshock Infinite non è sempre perfettamente calibrato, mentre i poteri avrebbero potuto essere più originali e fantasiosi. Inoltre alcune idee, come la stessa Elisabeth o le rotaie, non vengono sfruttate in tutto il loro potenziale. Però dominate le diverse sfaccettature dell’impianto di gioco, vi sono alcuni momenti in cui ogni pezzo risulta al proprio posto, l’esaltazione e l’adrenalina salgono alle stelle e titolo Irrational riesce ad esprimere il meglio di sé. Si potrebbe opinare come rispetto agli altri due capitoli della serie non vi siano state vere evoluzioni, ma visto il gameplay così differente dalla massa degli shooter, la sensazione di freschezza e novità rimane consistente. Ci ha poi lasciati un po’ interdetti il ruolo rivestito da Songbird, l’enorme volatile che troneggiava negli spettacolari trailer di presentazione, quasi completamente dimenticato da Kevin Levine che nel gioco lo fa apparire rarissimamente. Un vero peccato visto l’enorme fascino di questa figura minacciosa e dal rapporto di amore ed odio con Elisabeth.
Arte videoludica
Sin dai primi trailer, Bioschock Infinite aveva dimostrato una personalità artistica molto forte e una arrivati in fondo a questo incredibile viaggio, non possiamo che confermare le enorme aspettative. L’impatto visivo del titolo Irrational è sorprendente, capace di abbagliare e di stupire grazie alla cura riposta nel delineare una nuova città affascinante come e più di Rapture. I toni cupi e le strade buie sempre umide lasciano lo spazio ad ampissimi panorami, invasi da una luce solare accecante, ma i’aria che si respira a Columbia è tutt’altro che pura. Si sprecano poi i riferimenti, che siano storici, artistici o persino scientifici. Il tutto viene riportato a schermo in maniera soddisfacente, grazie ad un utilizzo eccellente dell’Unreal Engine. Visti i risultati ottenuti da engine più moderni, si comincia a notare l’eta di un motore con un’intera generazione sulle spalle, ma il valore artistico di quest’opera non fa sentire al mancanza di effetti luce o altre sciccherie ultra avanzate. La versione testata è quella PC, nettamente superiore a quelle console soprattutto per via di texture decisamente più definite e filtri possibili solo grazie alle DirectX 11. Insomma, il nostro consiglio spassionato è di giocare a Bioshock Infinite su PC, magari con una buona configurazione per arrivare ai sempre graditi 60 frame per secondo
Da citare poi l’eccellente lavoro svolto anche nel comparto audio, soprattutto con la colonna sonora che oltre a brani originali meravigliosi, propone una selezioni di musiche classiche e d’epoca sempre oculatamente scelte per momenti di grande atmosfera. E se conoscete la musica, la storia vi regalerà una chicca verso la fine davvero azzeccata. Buono anche il doppiaggio italiano, tranquillamente tra i migliori degli ultimi tempi, anche se la recitazione originale rimane come sempre con una marcia in più.
 
Commento finale
Bioshock Infinite è un viaggio incredibile, da vivere tutto d’un fiato fino al sorprendente finale. Columbia riesce nell’impossibile compito di eguagliare Rapture per fascino e potenza visiva, grazie ad una cura artistica che ha dell’incredibile. Il gameplay da parte sua non è perfetto e le novità per quanto gradite, non sono purtroppo state sfruttate quanto si sarebbe potuto, risultando in un esperienza in fin dei conti tranquillamente assimilabile ai predecessori. Difficile trovare controindicazioni, se non vi spaventa uno sparatutto pesantemente incentrato sulla trama e dal gameplay estremamente personale, regalatevi senza indugio un biglietto per Columbia.