Recensione Escape Tales: Il Risveglio | Morire, dormire, sognare forse.

la plancia di gioco preparata con i token e la stanza iniziale, circondata dalle carte di gioco

NOTA: LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER MECCANICI E TEMATICI
NESSUN ENIGMA O EVENTO DELLA STORIA VIENE AFFRONTATO NEL DETTAGLIO.

Mi sono seduto con Davide a giocare a Escape Tales: Il Risveglio (In italiano per MS Edizioni), in una di quelle giornate da dimenticare. Una di quelle giornate dove non importa dove ti trovi, l’aria che respiri è sempre pesante, e per quanto il sole possa splendere tutto ha un colore smorto, quasi finto. La cosa bella del nostro hobby è che spesso ci permette di creare legami tangibili e difficili da trovare altrove, quindi nonostante il periodo non proprio sorridente ho potuto contare sulla presenza di un vecchio amico per fare quello che ci riesce meglio fare: giocare.

“Mi sembra esattamente quello di cui hai bisogno in questo momento.” Mi ha detto Davide dopo che ho letto l’incipit del gioco, strappandomi una risata. L’ironia della sorte ha voluto che fossi nel mood perfetto per affrontare la storia cupa che ci si parava davanti.

Il gioco ci chiede di metterci nei panni di Sam, che dopo la morte della moglie diversi anni orsono sta affrontando la lunga ed estenuante malattia della figlia Lizzy, che all’inizio della storia è in coma profondo da settimane. Ormai senza speranze, le indagini di Sam lo conducono all’incontro con Mark, il padre di un altro ragazzino miracolosamente risvesgliatosi dal coma. Dopo una resistenza iniziale, Mark consegna al protagonista un libro contenente il rituale del Risveglio, che in teoria dovrebbe permettergli di salvare Lizzy. A poco valgono gli ammonimenti di Mark: Sam decide di intraprendere il rituale costi quel che costi, e noi affronteremo questo viaggio con lui.

Prendere le armi contro un mare di affanni

Nella scatola troverete delle carte Luogo oversized che verranno composte per rappresentare i posti che esplorerete: le illustrazioni sono di buona qualità, per quanto il design dei personaggi lasci un po’ a desiderare, e permettono a colpo d’occhio di fare dei ragionamenti utili su quali sezioni della mappa esplorare, senza incappare in indizi invisibili, stampati male, o confusi con il resto dell’ambiente.

Nelle carte di dimensione classica sono suddivise in due categorie: le carte Enigma possono contenere la griglia delle carte Luogo che state esplorando, elementi dei vari enigmi, o scelte narrative. Le carte Destino servono a recuperare i punti azione una volta terminati, e contengono degli elementi della narrazione che varieranno gli esiti della partita a seconda di quanti ne userete.

Avrete anche a disposizione una plancia dove posizionare le carte Luogo attive, e i Punti Azione, token di legno rossi da piazzare sulle carte mappa per sapere quale paragrafo della storia leggere.

Il manuale è essenziale e scorrevole, e l’utilizzo delle varie tipologie di carte è immediatamente chiaro e fornisce anche uno schema per salvare la partita nel caso decidessimo di interromperla. Il Libro Della Storia conterrà i vari paragrafi che andrete a leggere per portare avanti la narrazione, con annesse le azioni da eseguire con le varie carte.

L’applicazione (In realtà webapp) per telefono e tablet che gestisce la soluzione degli enigmi è funzionale al suo scopo: la veste grafica è semplice e tematica, per ogni enigma viene data l’informazione di quanti e quali elementi sono necessari per risolverlo e funziona anche offline una volta aggiunta alla home del telefono.

i libri del regolamento e della storia, affiancati dalla plancia a griglia per i luoghi, i token rossi e le carte da gioco

Le infinite miserie, naturale retaggio della carne

La storia di Escape Tales parte piano, e onestamente non ha un gancio convincente o qualcosa di particolarmente originale che spinga ad andare fino in fondo se non per la soddisfazione di aver portato a termine l’avventura e averne osservato tutti i finali.

Cosa può spingervi allora a rimanere agganciati ad essa? Sicuramente il fatto che dopo un inizio relativamente contenuto i paragrafi in cui vi andrete a immeregere non si risparmieranno nel esprimere i dettagli più cupi e inquietanti della storia.

Con la giusta dose di coinvolgimento, è facile rimanere toccati da alcune delle tematiche trattate, e la traduzione e l’adattamento hanno posto un’evidente cura nel trasporre il tono della narrazione in modo che l’atmosfera non venisse involontariamente spezzata, anche se gli autori originali hanno provveduto da soli a farlo. Perchè purtroppo, come personalissima nota dolente che magari lascerà qualcuno giustamente indifferente, la variazione di tono tra alcuni enigmi dall’atmosfera da Tim Burton e i temi della storia (tra cui perdita dei propri cari e abuso di farmaci) mi hanno lasciato… perplesso.

I giochi da tavolo si stanno integrando sempre di più come strumenti narrativi, e personalmente non ritengo che ci siano tematiche da non affrontare “perché si sta giocando” o “perché non sono divertenti”. Se però si vuole parlare alle emozioni del giocatore con tematiche difficili bisogna farlo bene e al pubblico giusto. Escape Tales crea una dissonanza continua tra la forza della storia che stiamo leggendo, il pubblico a cui si rivolge e il funzionamento meccanico di ciò che stiamo giocando, andando parzialmente a rovinare l’esperienza.

I vari finali saranno influenzati da alcuni bivi che incontreremo nella storia: anche qui, una grossa componente di soddisfazione dipenderà da come vorrete affrontare l’avventura, se vorrete immergervi nella parte emotiva della trama o vorrete seguire un approccio “pratico”, voluto anche dalle informazioni in possesso dei giocatori e non dal personaggio otterrete risultati profondamente diversi.

L’incarnato della risolutezza si fa pallido nella riflessione

Gli Enigmi proposti da Escape Tales sono parecchi e molto variegati. Volendo dare un giudizio secco sulla qualità dell’esperienza da escape room si piazza subito sotto i leader del settore, di cui non riesce a tenere il ritmo e l’accessibilità per giocatori neofiti, e non presenta nessun tocco particolare nei metodi di risoluzione, ogni tanto ricercato nello sfondamento della quarta parete, ma che non avendo nessuna conseguenza pratica o narrativa lascia molto il tempo che trova.

Legandoli alla narrazione, la distribuzione degli enigmi non crea blocchi, e in ogni caso le soluzioni sono accessibili senza penalità dall’applicazione, che fa sorvolare sulla presenza di alcuni enigmi particolarmente astrusi.

Lascia un po’ a desiderare l’ampio utilizzo di matematica più o meno basilare negli enigmi, e il fatto che per quanto il gioco riporti di essere adatto a quattro giocatori già in due sia molto difficile effettuare delle azioni in parallelo. La lunga durata, tra le tre e le cinque ore, potrebbe lasciarvi esausti e desiderosi di velocizzare il finale della partita.

Vale la pena notare come il gioco riporti una età consigliata dai dodici anni in su, età che andrebbe alzata di almeno quattro anni. Alcuni enigmi richiederebbero conoscenze specifiche che lascerebbero un po’ alienato un preadolescente, staccandolo dal gioco e impedendogli di apprezzarlo. Per quanto riguarda la storia invece, se il tema fosse stato nel limite dell’horror sovrannaturale non vedrei problemi, perché nella finzione dei demoni e dei mostri le cose spaventose smettono di esistere quando hai smesso di giocare, ma quando l’orrore riguarda la morte della propria madre o compagna e la paura di perdere un altro familiare non faccio fatica ad immaginare che anche per dei giocatori più grandicelli le emozioni al tavolo possano diventare molto complicate molto in fretta.

la scatola di gioco dietro a una panoramica della tavola preparata per giocare con le componenti

Conclusioni

Escape Tales: Il Risveglio ha molti difetti, ma un grande pregio che pochi altri hanno: richiede di essere giocato in un preciso momento per essere apprezzato a pieno. E’ un primo esperimento che richiede molta attenzione e dedizione, di sedersi soli con noi stessi o con qualcuno con cui siamo molto affiatati per portarlo a termine.

Penso onestamente che l’esperienza possa essere migliorata condensandola in due ore senza perdere mordente, proponendo meno bivi e spingendo di più sulle tematiche che si vogliono affrontare, in modo tale che anche premendo sull’acceleratore emotivo molte più persone siano in grado di assorbire l’esperienza. Sarà interessante vedere se i prodotti futuri della serie diventeranno sempre più ad ampio respiro o più concentrati.

Per completezza, è opportuno dire che la lunghezza della partita può essere mitigata dal sistema di salvataggio, quindi è possibile concludere il gioco in più sessioni.

Mi sento di consigliarlo alle persone che vogliono assistere a un esperimento diverso, a un tentativo di raccontare una storia matura tramite il gioco da tavolo riuscito in parte, ma estremamente curato in tutte le sue componenti.

Escape Tales: Il Risveglio è un’esperienza diversa dalle altre, in buona parte riuscita. La narrativa matura va oltre i canoni attuali di narrazione nei giochi, ma il ritmo classico da escape room dilatato nel corso di molte ore riduce l’impatto che potrebbe avere.

Ringraziamo MS Edizioni per aver fornito la copia per la recensione.