Giffoni Film Festival 53 | Francesco Pannofino si racconta da Mucca e Pollo a Boris

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Nell’arsura estiva di questo straordinario periodo di temperature anomale sono tornato in quel di Giffoni, reduce dall’evento dedicato al gaming di inizio mese, per portare Player.it negli spazi e nelle sale del Giffoni Film Festival, nella sua edizione numero 53 (report sul festival in arrivo nei prossimi giorni).

Per cercare un riparo al fresco mi sono trovato in sala davanti a Francesco Pannofino, doppiatore e attore eccezionale che noi tutti vogliamo tanto bene per ruoli come René Ferretti nella sit-com Boris, o per aver prestato la voce ad attori hollywoodiani e personaggi iconici del cinema come George Clooney e Denzel Washington, o ancora per gli audiolibri di Harry Potter. Noi di Player.it lo ricordiamo anche e soprattutto per l’interpretazione di Barbanera nel videogioco Assassin’s Creed Black Flag.

Pannofino è stato al Giffoni Film Festival soprattutto per promuovere il nuovo film Le Stelle Di Dora sul generale Alberto Dalla Chiesa, ma l’attore è stato prima messo sotto torchio nel pomeriggio prima della proiezione dal giovanissimo pubblico di Giffoni, all’interno di una delle tante sale della Multimedia Valley di Giffoni Valle Piana. Pannofino ha parlato della sua storia, rispondendo a curiosità e domande, dando consigli ai giovani che volessero intraprendere una carriera simile alla sua e inscenando anche immancabili siparietti in pieno stile Boris.

Palco della Sala Blu del Giffoni Film Festival con ospite Francesco Pannofino

Con oltre 40 anni di carriera e una pagina di Wikipedia piena di elenchi puntati, Francesco Pannofino è stato accolto con tempeste di domande e applausi dai giovani di Giffoni Impact, una delle tante branche in cui il Giffoni Film Festival suddivide i suoi partecipanti delle nuove generazioni. Per chi non conoscesse la struttura di questo Festival del Cinema ormai operativo da oltre 50 anni, le sue fondamenta poggiano proprio su attive comunità di giovani provenienti da circa 40 paesi nel mondo che imparano dai professionisti, giudicano i film in rassegna e partecipano attivamente alle discussioni sul settore da molteplici punti di vista.

Dai Dai Dai Fai Fai Fai

Francesco Pannofino si è inserito in questo contesto portando la sua esperienza a un pubblico di ragazzi vogliosi di imparare e di carpire quanto più possibile da una figura come la sua. Inutile dire che la maggior parte delle discussioni hanno gravitato attorno all’ingombrante argomento Boris, sit-com che ormai è diventata un cult e che di recente ha sfoggiato una quarta stagione postuma dopo tanti anni di scomparsa dagli schermi. Tante altre domande e chiacchiere però sono state indirizzate sugli argomenti del talento e del doppiaggio.

I personaggi sono due righe su un foglio, sta all’attore farli vivere – Francesco Pannofino

In un epoca fortemente interconnessa come la nostra, farsi notare nel mondo del cinema ed emergere dalla massa diventa sempre più difficile, soprattutto per i giovani attori. Anche Pannofino ha vissuto questi momenti durante la sua gioventù in un’epoca che di certo non godeva di social e internet, ma aveva comunque le sue sfide: in particolare l’attore ha raccontato di come fosse ingombrante il retaggio della corrente cinematografica del neorealismo italiano, poiché era diventata abitudine utilizzare il doppiaggio anche per film recitati in italiano. La chiave per emergere secondo Pannofino è sempre la stessa da sempre: fare, fare continuamente e soprattutto farlo bene, al meglio delle proprie possibilità. Anche la parte più piccola, perfino due battute in croce vanno interpretate nel migliore dei modi. Ovviamente in un settore del genere non bastano solo lo studio e la pratica, ma serve anche il talento, un fattore che purtroppo è abbastanza casuale avere.

Riguardo il doppiaggio in generale, sono state fatte diverse domande sull’ambiente di lavoro, sulle difficoltà e sulle esperienze singole di alcuni prodotti come Mucca e Pollo e Klaus. Secondo Pannofino il doppiaggio è molto più complesso della normale recitazione, perché doppiare richiede doti tecniche e teoriche che vanno apprese ed applicate immediatamente per adattarsi alle tempistiche delle battute ma anche a quelle delle sessioni di lavoro. Mucca e Pollo per esempio, sit-com animata di Cartoon Network, è stato un vero e proprio elemento di sfida per Pannofino, perché il personaggio che ha interpretato, il diavoletto di nome Rosso Senzabraghe, era interpretato dalla voce originale con continui cambi di tono e di umore. “Una follia” ha commentato tra il divertito e lo sfinito Pannofino, menzionando anche che ci fosse poco budget a disposizione e che quindi non c’era tempo di fare molti take.

Per fare Rosso Senzabraghe di Mucca e Pollo mi sono fatto un c**o così! – Francesco Pannofino

Rosso Senzabraghe della serie animata Mucca e Pollo

A proposito di sessioni di doppiaggio, attualmente, soprattutto con l’arrivo della pandemia che aveva costretto un po’ tutte le professioni a lavorare in condizioni particolari o in smart-working, sono diventate sempre più solitarie e separate dagli altri doppiatori per agevolare i tempi di produzione. Pannofino tuttavia preferisce di gran lunga questo metodo di lavoro proprio per i suoi tempi più rapidi rispetto ai vecchi metodi di doppiaggio, sebbene sia diventata una professione più solitaria.

A proposito di ciò, Pannofino ha voluto condividere un aneddoto riguardo Klaus e la serie Boris. Marco Mengoni doppiava il figlio di Kalus ma non ha mai incontrato Pannofino fin quando non c’è stata la premiere del film. I due sono diventati amici e si tengono ancora in contatto, ma Pannofino ancora non è andato a trovarlo nel suo paese natale perché il paese in questione è… Ronciglione. Il paese che nella quarta stagione di Boris è diventato emblematico perché il personaggio di Stanis La Rochelle ha “predetto” che René Ferretti, personaggio di Pannofino, lì vi sarebbe morto.

Boris è sempre attuale

Parlando di Boris, la discussione più attiva e interessante si è avuta proprio sul ritorno della serie nella sua quarta stagione, avvenuta di recente. Boris 4 era nata in virtù di un meccanismo commerciale: le vecchie serie durante il lockdown hanno avuto una nuova vita grazie alle piattaforme di streaming, e in particolare Boris è stato tra i prodotti più visti e celebrati. Questa ventata di nuovo successo ha portato Disney ad acquisirne i diritti e a produrre poi la quarta stagione.

Nonstante questi bisogni di mercato Pannofino non si è mai sentito forzato o costretto nel riportare in scena René Ferretti, anzi; dal racconto che ha fatto al Giffoni Film Festival è emerso come già dal primo giorno in cui si sono visti sia stato un evento normalissimo. La prima scena che è stata girata per la stagione è stato il funerale di Itala, interpretata da Roberta Fiorentini scomparsa proprio prima della pandemia. Nonostante il ricordo di Fiorentini portato in scena, non c’è stato nessun momento di commiato o di finta retorica, ma solo genuini baci e abbracci, un’atmosfera normale come se non fosse passato nemmeno un giorno dall’ultima scena girata della terza stagione.

Siamo andati avanti a girare senza nostalgie o rimpianti, perché Boris non era il passato, Boris è ancora vissuto, è ancora recente per noi. – Francesco Pannofino

Boris è sempre stato elogiato negli anni perché racconta con pungente ironia uno spaccato di italianità pura: l’arte dell’arrangiarsi in un contesto dove menefreghismo, arrivismo e intrallazzi si interpongono continuamente come ostacoli; ovviamente il tutto è sempre raccontato sotto il filtro della sua ambientazione, un set televisivo. Sarà per questo ultimo motivo che i ragazzi di Giffoni Impact hanno chiesto a Pannofino se ci fosse effettiva differenza tra un vero set e quello ricreato per Boris. La risposta dell’attore è stata lapalissiana:

Tra set vero e set di Boris alcune cose coincidono. In Boris sembrano accadere cose paradossali, ma in verità… la realtà spesso supera anche la finzione. La finta troupe di Boris viveva dinamiche che casualmente erano replicate dalla troupe reale! Apri tutte le luci, spegnile tutte, gli attori in ritardo… A un certo punto si faceva anche fatica a distinguere il set vero dal set finto, soprattutto nelle prime serie quando c’era poco budget. – Francesco Pannofino

A conclusione dell’evento c’è stato anche un momento in cui i ragazzi di Giffoni Impact hanno lasciato a Francesco Pannofino l’opportunità di dirigere un cameraman in sala come se fosse René Ferretti. Ovviamente a c***o de cane.

Francesco Pannofino mentre interpreta René Ferretti