Provato per voi – Apex Legends

Apex Legends

Apex Legends, la versione battle royale priva di mecha di un ipotetico Titanfall 3 ha tutte le carte in regola per diventare una vera gemma nel panorama videoludico, di quelle che risplendono all’interno dei canali Twitch di mezzo mondo.

Nati da una costola di Infinity Ward (software house responsabile di quel capolavoro che risponde al nome di Call Of Duty: Modern Warfare),  i ragazzi di Respawn Entertainment hanno realizzato con Apex Legends una loro visione del gameplay tipico del battle royale miscelando in modo piuttosto intelligente un sacco di differenti intuizioni: un sistema di movimento fluido e intelligente, un gunplay estremamente divertente e una strizzata d’occhio al panorama degli Hero Shooter, sottogenere multigiocatore che nel corso degli ultimi anni ha visto una vera e propria rinascita con l’avvento di Overwatch.

Battaglia reale tra leggende di frontiera.

Uno screenshot di Apex Legends

Il primo passo compiuto da Respawn nei confronti del giocatore è audace: Apex Legends si presenta in modo egregio con un comparto grafico di notevole qualità ed una caratterizzazione azzeccata. Ambientato nello stesso mondo di Titanfall, Apex Legends vede la competizione e la violenza diventare uno sport, vede le rovinate terre della frontiera diventare l’ambientazione per una cruenta mattanza continua.

All’interno degli Apex Games differenti leggende, provenienti da tutto l’universo che la lore di Titanfall aveva narrato, si scontreranno all’ultimo sangue per ottenere soldi, fama e gloria; tre requisiti fondamentali per la sopravvivenza in luoghi così distanti dal comune sentire.

Al momento della stesura di questo articolo, il titolo di EA e Respawn presenta un roster di personaggi minuto ma efficace: degli otto eroi disponibili al primo avvio, due di questi si nascondono dietro un muro fatto di moneta sonante; quest’ultima può essere ottenuta attraverso la valuta di gioco o attraverso le sempre più tristemente comuni microtransazioni.

Ogni eroe ha, come prevedibile, un differente ruolo all’interno dell’economia del gioco: c’è l’eroe dedito alla cura dei compagni, quello dedito alla ricognizione delle zone limitrofe, quello dedito all’assorbimento dei colpi e alla mattanza più totale; con due abilità per personaggio la software house si è assicurata un’ interessante varietà di gioco e di situazioni. Il roster creato da Respawn presenta occasioni per praticamente tutti i gusti e sarà difficile non trovare qualcuno con cui simpatizzare, almeno ad una prima occhiata, nel corso della primissima partita.

Apex Legends, nel corso di questi suoi primi vagiti, prevede una singola modalità di gioco con tre giocatori per squadra, per sessanta giocatori complessivi. Questa è solo la prima di una lunga serie di novità che andremo qui a elencare.

Cosa differenzia Apex Legends dal resto dei battle royale in circolazione?

Uno screenshot di Apex Legends

La partita inizierà, come solito per questo genere, con un lento sorvolo della mappa secondo un tragitto randomico.
Il lancio delle squadre sarà, però, governato da un singolo giocatore denominato Jumpmaster; quest’ultimo avrà il compito di tenere unita la formazione della squadra e di guidare il trio in un luogo sicuro per l’atterraggio.

Questa è la prima grande differenza rispetto la concorrenza: Apex Legends suggerisce fin da subito l’importanza di restare uniti e di fare dei propri compagni di squadra le armi con cui vincere la partita. Un comodo sistema di pings e di indicatori a schermo permette al trio di giocatori di coordinarsi al meglio delle proprie capacità grazie ad un intelligente sistema che evidenzia elementi all’interno del campo visivo di ogni singolo personaggio.

Il looting, sebbene ancora molto confusionario data la quantità di informazioni presenti a schermo, chiede al giocatore di arraffare protezioni, accessori e strumenti di morte per poi iniziare a seminare piombo in giro per la mappa. Apex Legends riprende da Titanfall alcune intelligenti idee riguardanti il sistema di movimento: è possibile scivolare lungo i pendii o scalare i muri, è possibile utilizzare rampini o sfrecciare rapidamente attraverso delle ziplines per ottenere posizioni di vantaggio nei confronti dei propri avversari.

L’assenza di danni da caduta e la verticalità del level design appare come la perfetta conseguenza di tali scelte:
Apex Legends si ritrova a essere un continuo andirivieni di movimenti fluidi e di cadute certosine, con un ritmo e una velocità di gioco che sono lontani anni luce dalla legnosità di un PUBG o di un Fortnite.

In tal senso il titolo di Respawn si allontana sopratutto nel gameplay da tali titoli: non c’è il realismo di PUBG e non esiste il sistema di costruzioni che ha reso Fortnite un figliastro di Minecraft.

Le differenze di Apex Legends permettono al giocatore di far respawnare i propri compagni di squadra attraverso l’utilizzo di particolari stazioni, permettono a chi gioca di utilizzare il tempo che scorre a proprio vantaggio per caricare l’ultimate o per veder terminare il cooldown della propria skill; questi elementi sono saggiamente condensati all’interno di una decina di location che compongono

Il gunplay, derivato da quello di Titanfall, è responsivo ed efficace: le differenti armi richiedono differenti stili di gioco ed enfatizzano tutte quante le varie skill che è possibile richiedere a un giocatore: timing, precisione, uso intelligente della ricarica e così via. Apex Legends si allinea con il livello qualitativo di un Call Of Duty: Black Ops 4 da questo punto di vista, salutando con la manina il resto dei battle royale.

Uno screenshot dei personaggi di Apex Legends

Quel diamante grezzo chiamato Apex Legends.

Nonostante tutte queste belle parole spese, è ancora presto per poter gridare al capolavoro e per poter definire Apex Legends il miglior battle royale sulla piazza. I presupposti, fortunatamente ci sono e le aspettative sono decisamente alte: nel corso del suo primo giorno di vita il titolo ha fatto registrare qualcosa come un milione di giocatori contemporaneamente connessi, con oltre mezzo milione di spettatori che osservavano il titolo in quel di Twitch, piccola cartina al tornasole del successo del titolo.

Electronic Arts e Respawn hanno, con saggezza, già pubblicato una roadmap dei prossimi aggiornamenti del titolo: come Fortnite, anche Apex Legends sarà diviso in differenti stagioni di gioco, presumibilmente tematiche; ogni stagione porterà con se contenuti nuovi come eroi ed armi speciali o tipologie di loot completamente nuove.

A Respawn resta un compito molto importante: limare le imperfezioni. Nonostante il lancio praticamente perfetto dal punto di vista del netcode, il titolo rimane curiosamente pesante anche su configurazioni piuttosto muscolari in ambiente PC.

All’interno del gameplay del titolo vanno riviste e bilanciate alcune abilità, troppo lente per poter essere utilizzate correttamente o non abbastanza incisive; anche dal punto di vista dell’interfaccia sarebbe lecito aspettarsi un miglioramento o almeno un aumento di grandezza del font utilizzato per le descrizioni del loot. Da esplicitare anche alcune meccaniche per quanto riguarda la definizione di materiali infrangibili o meno all’interno delle ambientazioni del gioco.

Nell’attesa che Respawn Entertainment sgrezzi il diamante che si ritrova tra le mani, date un’occhiata alle guide che abbiamo realizzato per voi per farvi diventare fin da subito grandi giocatori!

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