TikTok è finito ancora una volta nei guai: parte una indagine nazionale

donna con smartphone e logo tiktok bannato
TikTok è finito ancora una volta nei guai: parte una indagine nazionale - player.it

Chi l’avrebbe mai detto che prima della fine dell’anno avremmo di nuovo parlato di TikTok e dei potenziali problemi che causa!

La piattaforma di TikTok continua ad essere al centro delle attenzioni, che forse qualcuno potrebbe definire indesiderate, di molti organi di controllo nazionali e internazionali. A queste si aggiungono chiaramente anche i resoconti di studi scientifici che dimostrano come effettivamente ci siano problemi a livello cognitivo se si consumano continuamente contenuti in forma breve, come i video di pochi secondi che sono i più rappresentativi su TikTok.

Stavolta, però, il problema non sembra riguardare il nostro cervello quanto qualcosa che in teoria si dovrebbe poter fare, ma che in realtà la piattaforma non fa consentire nel modo in cui dovrebbe. E allora è scattata l’indagine. Che cosa succederà adesso? Le indagini sono solo all’inizio ma rischiano di essere un nuovo terremoto.

TikTok e i suoi contenuti non seguono le regole?

Le piattaforme come TikTok sono aperte a chiunque, e questo lo sappiamo bene. È possibile infatti trovare contenuti di ogni tipo. Purtroppo, questo a volte significa che i contenuti possono potenzialmente essere pericolosi per alcune fasce di utenti.

mani di donna con smartphone
TikTok e i suoi contenuti non seguono le regole? – player.it

Nel caso in cui, mentre si guardano contenuti, ci si trovi di fronte qualcosa che non dovrebbe esistere, in teoria si dovrebbe poter segnalare il contenuto e sapere che qualcuno (un essere umano e non un’intelligenza artificiale) controlla che tutto funzioni come deve e che il contenuto, se effettivamente viola le linee guida della piattaforma, venga rimosso.

L’ente però che in Irlanda si occupa di assicurarsi che i media si comportino come si deve sta aprendo un’indagine per scoprire se TikTok, ma non solo TikTok, rende questo processo di segnalazione artificiosamente complicato.

Nel caso in cui venisse fuori che effettivamente la piattaforma non sembra favorire l’eventuale segnalazione, per esempio di contenuti pedopornografici, rischia di ricevere una multa che può raggiungere il 6% dei suoi guadagni annui.

C’è da dire che questa indagine si aggiunge, proprio in Irlanda, a quella partita il mese scorso sulla piattaforma che una volta chiamavamo Twitter. Per ora, quello che è stato richiesto sono solo informazioni per capire se per esempio il modo in cui il percorso di segnalazione è stato strutturato in realtà favorisce la segnalazione.

Chiaramente, se la piattaforma dovesse risultare manchevole nel proteggere i suoi utenti, anche permettendo di segnalare contenuti inappropriati, occorrerà poi decidere come modificare il sistema di report.

È probabile che il sistema sia volutamente complicato per evitare che vengano segnalati inutilmente contenuti per vendette personali, ma è pur vero che, se avete mai provato a segnalare un contenuto inappropriato su una delle moltissime piattaforme online che sono ora a disposizione degli utenti, vi sarete accorti da soli che farlo è comunque molto difficile. Qualcosa a livello di normativa deve quindi cambiare.