L’intelligenza artificiale è ovunque e parecchi utenti sembrano aver difficoltà nel distinguere l’opera umana da quella puramente sintetica.
Sapere se un contenuto è stato generato da un’intelligenza artificiale ha importanza dal punto di vista tecnico ma anche da una prospettiva più morale. In ballo c’è la trasparenza. Ciò che vedo è autentico, alterato ad hoc o del tutto artificiale? Sul web, dove quasi ogni contenuto ha a che fare con l’apparenza, gli utenti devono essere informati sull’origine dei dati che stanno affrontando come spettatori.
Parole, immagini e voci, oggi, possono essere create o ricreate in pochi istanti dalle AI. Ci sono video che mostrano influencer che sembrano reali ma che non esistono. Capita poi di vedere contenuti che riproducono situazioni generate da un algoritmo o che modificano la realtà per renderla più spettacolare e interessante. E l’utente non sa mai se potersi fidare di ciò che vede.
Ecco perché sempre le piattaforme stanno aggiungendo sempre più spesso ai contenuti delle informative ad hoc. YouTube, per esempio, ha cominciato ad applicare a molti dei video pubblicati un’etichetta. Chi è in dubbio sull’origine di un determinato video, quindi, non deve far altro che cercare l’informativa “Come è stato creato questo contenuto“.
Non tutti i video caricati su YouTube contengono questa preziosa didascalia. Ma la piattaforma si sta impegnando per aiutare gli utenti a trovare sempre più spesso informazioni su come sono stati realizzati determinati contenuti. Le info si possono ricercare nel video player o nella descrizione e servono a chiarire inequivocabilmente la natura dei contenuti: sono reali o stati creati o modificati con un’AI?
Per cercare questa info, bisogna quindi scorrere la descrizione espansa del video. A un certo punto dovrebbe comparire l’informativa “Come è stato creato questo contenuto” utile a chiarire tutti i dettagli fondamentali.
YouTube e i video più ambigui: come capire se c’è lo zampino dell’AI
Anche il contenuto fatto con un’AI può avere dignità espressiva o artistica, ma è giusto che non si crei confusione tra reale e artificiale. Etichette chiare e riferimenti più espliciti sono strumenti importantissimi per l’educazione digitale, utili affinché ogni utente possa interpretare ciò che vede con spirito critico.

Su YouTube, specie per quei contenuti che trattano argomenti sensibili come politica, salute, notizie e cronaca, ora è presente un’indicazione dell’uso di intelligente artificiale direttamente nella descrizione, sotto il video.
Quando il video è molto ambiguo, l’etichetta viene mostrata direttamente sul player, proprio per essere immediatamente visibile agli spettatori. La dicitura in questione è “Contenuti sintetici o alterati“. Una info che indica per esempio che un video include contenuti che sono stati alterati o generati sinteticamente.
Ogni creator può dichiarare “manualmente” l’utilizzo di contenuti “alterati o sintetici” nel workflow di YouTube Studio. E se i contenuti non vengono dichiarati, YouTube potrebbe imporre un’etichetta che non sarà possibile rimuovere. Se invece il creator utilizza gli strumenti di AI generativa di YouTube (come per esempio Dream Screen), l’etichetta apparirà nella descrizione in automatico.
Tanti video su YouTube oggi hanno per esempio voci sintetiche generate da AI o volti ricreati digitalmente. Ci sono poi i video con scenari e animazioni artificiali, i montaggi automatizzati e i deepfake. Riconoscere un video fatto con un’AI è importante per combattere la disinformazione e distinguere tra contenuti autentici e manipolati.
